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Attualità

Una nazionale immobile. La nazionale di Prandelli vista da uno psicanalista
Articolo di Antoine Fratini
Amicizia transnazionale senza interpreti
Articolo di Amerigo Iannacone

Psicanalisi

Interpretazione semiotica e psicoanalitica di Medea
Articolo di Apostolos Apostolou
White Buffalo e lo spirito dell'uomo rosso
Articolo di Antoine Fratini

Viaggi

Vilnius, andata e ritorno
di Italo Magnelli

 

Una nazionale Immobile
La nazionale di Prandelli vista da uno psicanalista
 

Antoine Fratini


"La débacle" potrebbe essere il titolo principale dei quotidiani sportivi italiani all'indomani dell'ultima partita giocata dalla nazionale di Cesare Prandelli a questi mondiali brasiliani di calcio, talmente la sconfitta contro l'Uruguay ha deluso tutti. Ma, al di là dei comprensibili slanci di emotività per l'eliminazione subita, a permetterci di parlare di " disfatta " vi sono gli scarsi risultati complessivamente ottenuti (2 sconfitte in 3 partite) e quello che meriterebbe di essere chiamato il " non gioco " espresso da una nazionale dalla fisionomia continuamente cangiante, se non addirittura inesistente. Per fare un paragone pertinente, la precedente nazionale di Marcello Lippi non ha certo brillato, non ha dimostrato un gioco spumeggiante né tanto meno irrresistibile. Grazie però a scelte tattiche azzeccate e ad un gruppo coeso di giocatori maturi dalle spiccate qualità, ha vinto un mondiale mostrando nell'occasione una chiara fisionomia di gioco. Ricordo, per esempio, il vero e
proprio panico che questa nazionale incuteva agli avversari durante i calci piazzati. Cosa che non si è assolutamente visto per la nazionale di Prandelli.
A coronamento dell' "avventura " azzura sono subito giunte le dimmissioni dell'allenatore che, in quel modo, confessa le proprie responsabilità. Aggiungiamoci le vere e proprie frecciatine di un pilastro della nazionale quale De Rossi al chiaro indirizzo del compagno Balotelli e ci ritroviamo un
bel cocktail esplosivo di questioni che prima non apparivano ma che ora vengono a galla come mine risalenti dai flussi marini. Personalmente, non ricordo di avere mai sentito parole così velenose rivolte ad un compagno di squadra. Il che autorizza ad ipotizzare una scarsa se non cattiva intesa tra le varie componenti del gruppo azzurro e forse la presenza di vere e proprie spaccature nel suo seno.

La nazionale, quindi, parla. Attraverso il gioco, i risultati e, non ultimo, i discorsi e gli atti dei suoi protagonisti. Pertanto, anche la nazionale di calcio si presta, volendo, all'interpretazione analitica. Perché queste accuse nei confronti di Balotelli ? Certamente, il centravanti ha una funzione
fondamentale in quanto è colui sul quale riposa maggiormente l'onere di segnare le reti e quindi di fare vincere la squadra. E bisogna pur ammettere che, a parte la rete realizzata nella prima partita del girone contro l'Inghilterra, quelle poche occasioni avute, Balottelli le ha clamorosamente e malamente sprecate. Tuttavia, occorre prestare attenzione a non cercare facili capri espiatori. Un'analisi tecnica seria ed accurata deve andare oltre, deve tenere conto di altri fattori forse meno evidenti ma altretanto importanti. Prima di tutto l'atteggiamento del selezionatore/allenatore che, con continui cambi di moduli e di giocatori ha dimostrato una confusione di idee e una indecisione a dire poco imbarrazzanti, cosa che non poteva non ripercuotersi negativamente sugli stessi giocatori, in particolare modo su quelli più giovani e meno esperti. Tale atteggiamento ha probabilmente reso più difficile l'intesa tra i giocatori privando altresì la nazionale di una chiara fisionomia di gioco e creando tensioni, se non veri e propri dissapori, all'interno del gruppo.
Inoltre, l'avere puntato tutto in attacco sulle doti di Balotelli ha creato troppa pressione su di un giocatore scarsamente maturo, impedendogli di esprimersi al meglio. Complimenti mister Prandelli ! Ma la causa di gran lunga più importante rimane, a mio avviso, la scarsa forma atletica di tutti i
giocatori. La squadra azzurra ha mostrato un inaccettabile ritardo o comunque una grave carenza di preparazione atletica. In quella condizione fisica, il non superare il turno potrebbe per lo meno averci evitato ulteriori e ancora più vergognose figuracce. E' qui che all'analisi tecnica (espressa, è vero, non da un tecnico ma semplicemente da un attento osservatore), si inseriscono considerazioni di tipo psicoanalitico. In psicoanalisi, le verità si esprimono tra le righe, attraverso le figure tipiche delle retorica dell'inconscio. Tra queste, i non detti e i ricordi di copertura hanno un ruolo importante. Trovare scusanti quali, per esempio, un arbitraggio di scarsa qualità o addirittura di
parte, oppure relative ad assenze di organico, ad infortuni ecc, può in effetti servire a nascondere la verità, spostando l'attenzione del pubblico su fattori che al massimo sarebbero da ritenersi delle concause. In altri termini, se in una serie di partite c'è una cosa che si vede, e che si vede bene, ma non si dice o di cui si accenna appena, si può ragionevolmente pensare che quella cosa, proprio perché rimossa dai discorsi, indica una scomoda verità. In quella indecorosa condizione fisica, un giocatore non può assolutamente riuscire ad esprimere tutto il proprio potenziale e può anche risultare irriconoscibile, come è capitato a mio avviso alla maggior parte dei giocatori italiani e in
particolare a Balotelli. I giocatori erano vistosamente stanchi, fermi sulle gambe, prevedibili... in una parola : immobili. Da questo punto di vista, paragonati alle altre nazionali, quella italiana è risultata nettamente e colpevolmente inferiore. Non ci si può presentare ad un mondiale di calcio in
quello stato di forma. Si può vincere o perdere, si possono anche sbagliare partite, fa parte del gioco, ma ritengo che non sia permesso fare simili brutte figure quandi si rappresenta una intera nazione. L'impressione globale, " animica ", suscitata dalla nazionale prandelliana è quella dell'immobilità e di sicuro l'entrata in campo dell'attaccante dal nome piuttosto eloquente,
Immobile, non poteva miglorare le cose ! Temo che Immobile possa diventare uno dei simboli, con Balotelli, di questa nazionale prandelliana ormai consegnata a quella Storia, tutt'altro che da dimenticare, ma anzi da ricordare onde evitare il riproporsi di simili incresciose situazioni.

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