Vilnius, andata e ritorno
Italo Magnelli
9 gennaio 2014
il freddo pungente, ed una leggera pioggia, fuori
dai vetri della finestra della camera, salutano il
mio arrivo in questa città, per la prima volta.
Il libro di Fermor, viaggiatore inglese degli anni
'30, che mi accompagna, sembra suggerire che
soltanto il viaggio può sopire inespresse
inquietudini, viaggiare per cercare, ma cosa?. Il
tepore della camera mi trasporta lontano da tutto
questo.
10 gennaio
il caffè americano, dal gusto indefinito, e una
crostatina, mi riportano nella nuova realtà, la zona
del nostro ostello ha l'aria cadente delle città ex
URSS, edifici abbandonati, vestigia di un sogno
trasformato in incubo.
La città vecchia è barocca, deliziosa, edifici e
chiese parlano di un passato europeo, a cui è stata
strappata per lunghi anni, ha l'aria impomatata di
un vecchio dandy, a cui dopo lungo tempo son stati
restituiti i titoli nobiliari. La cattedrale è
ancora addobbata per Natale, qui il periodo
natalizio sembra avere una durata indefinita, e
canti natalizi ci spingono a sederci sotto le volte,
molti ricordi di ormai sgualcite festività, si
affollano trepidanti e curiosi nella mente.
14 gennaio
La neve del mattino ci sorprende, finalmente! I
giorni trascorsi sono stati intensi. Marius l'amico
esperantista di Massimo è stato di una squisita
cortesia, a lui dobbiamo la scoperta di una terra
lontana e di difficile comprensione. il Castello di
Trakai, chiuso nella sua piccola isola di acqua
gelida, i suoi pontili spruzzati dalla neve, mi dà
l'impressione di un luogo in cui il tempo non
risponda alle leggi della fisica, con la sua
linearità, inesorabile, ma un'immota staticità.
Il pranzo con l'ottima Gira, bevanda fantastica, e
prodotti tipici tartari ha ritemprato i nostri
animi, dopo tanto freddo, la piccola casetta di
legno riscalda i nostri pensieri. Altri luoghi ci
parlano del passato, e di un futuro che poteva, ma
che non è stato, spazzato dalla storia, provo
malinconia per quel che non è potuto essere.
16 luglio 2014
Partenza difficile, sofferta, catartica. Massimo
riverbera tutto questo in un'ansiosa domanda. Un
gattone malato mi accompagna con il suo sguardo
d'ambra.
L'arrivo in Vilnius è stato quanto mai caloroso,
Marius ci ha accolto all'aereoporto con la sua
consueta cortesia, le parole esperantiste, scambiate
fra Massimo e lui mi riportano al mio personale dejà
vu. All'ostello un'altra bella accoglienza rasserena
il mio animo, liberato da pensieri grevi. Tante cose
buone, formaggi, salumi e vini, ci attendevano,
seduti in una bella atmosfera allegra brindiamo e
mangiamo, finalmente dimentichi di noi stessi!
17. luglio
Gran tour di Vilnius, Marius ci mostra luoghi già
visti ma non veramente assaporati, angoli di storia
ci attendevano, uomini lontani ci parlano in una
lingua sconosciuta, soltanto Marius ha la chiave per
interpretare tutto ciò.
18 luglio
Il Castello di Trakai ci attendeva, con pigra
indifferenza, nel sole caldo del mattino, barche
volteggiano nel lago, in lontananza una villa,
bianca, solitaria, mi fa venire in mente il Grande
Gatsby. Il pranzo avviene nello stesso luogo e
stesso cibo della precedente visita, il tempo dunque
non è lineare, mi piacerebbe discuterne con qualche
illustre fisico, l'armatura di cavaliere
nell'angolo, una banale riproduzione moderna, mi fa
cenno che non è possibile parlare di niente,
l'affanno del parlare, dibattere, discutere, è
soltanto un inutile orpello dell'umanità, parole per
catturare sogni, come si può?
Kaunas, deliziosa cittadina universitaria, con i
suoi caffè all'aperto, la gente per le strade
acciottolate, colpi di cannone risuonano al meriggio
nella piazza piena di luce.
L'auto corre nella notte nordica, il paesaggio
piatto, intervallato da qualche costruzione, corre
via veloce, grandi centri commerciali persi nel
nulla parlano di conquiste dell'uomo moderno, ma son
dunque queste? progredire per questo? tutto qua?
L'ostello mi accoglie, con serena indifferenza
all'arrivo.
21 e 22 luglio
Giorni stupendi sono scivolati via, un viaggio nel
viaggio alla scoperta del Mar Baltico, uno splendido
tramonto ci attendeva, impaziente, ai confini del
mare, per riempire con i suoi colori lo spazio di
una notte.
I giorni e le notti assumono i colori e gli odori
che la mente, piena di bellezza, assorbe come una
conchiglia nel mare, rimandando echi di giorni
passati, sogni vissuti ed ancora da vivere.
|