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Condizione femminile e sessualità
nelle religioni di origine semitica
Paolo D'Arpini
L'ebraismo era ed è una fede
"etnica" che ha lo scopo di mantenere l'unità e
l'identità culturale e genetica del popolo ebraico.
La sua mitologia, che si fa risalire a quattro o
cinque mila anni fa, attinse ampiamente a miti e
leggende di quei popoli con i quali gli ebrei
vennero, per varie ragioni, in contatto. Ma prima di
tutto parliamo di come si è andata formando l'entità
ebraica. Ebreo significa nomade e gli ebrei
appartenevano a tribù pastorali di origine semitica
che giravano in cerchio in un continuo andirivieni
ai margini della Mezzaluna Fertile. Essendo pastori
e girovaghi avevano sviluppato una cultura
tipicamente patriarcale, per loro la donna era un
mezzo per generare figli maschi che continuassero
l'attività, quindi lo status femminile era molto
basso rispetto a quello dei maschi. L'unico
vantaggio che avevano le donne ebree era che
potevano essere sposate, per continuare la "stirpe".
Mentre la condizione delle donne gohim (ovvero non
ebree), con le quali tali pastori venivano in
contatto, era ritenuta prossima a quella del
bestiame. Le femmine gohim potevano essere
violentate, fatte oggetto di commercio, usate come
prostitute... ma si badava bene a non prolificare
con esse poiché i nati da tali "femmine" non
venivano riconosciuti come appartenenti al popolo
"eletto".
Malgrado tutte queste attitudini maschiliste e
misogine -come avvenne ad altri popoli semitici-
anche i giudei, per un certo periodo, accettarono la
presenza nel loro gotha di una divinità femminile,
Astarte, compagna di Geova, e garante di fertilità.
Ci vollero 6 secoli prima che Astarte fosse
obliterata, anche se per molto tempo i loro templi
convissero fianco a fianco. Ma alla fine i
patriarchi ebrei riuscirono a distruggere il culto
della dea, e Geova, in solitario, occupò tutto il
firmamento. Poverino, solo com'era sviluppò qualità
perverse, era un dio vendicativo e crudele che
chiedeva la totale sottomissione al suo disgraziato
popolo "eletto" (infatti il Giudaismo è considerato
una "religione" in senso genealogico), egli era la
fonte di ogni male e andava propiziato con sacrifici
cruenti (qui ricordiamo la storia di Caino, che
offriva i frutti della terra, non graditi a Geova, e
di Abele che uccideva e bruciava armenti sull'ara,
del cui olezzo il dio si beava). D'altronde se
leggiamo la bibbia scopriamo che tutta la storia
degli ebrei è costellata di episodi truculenti, di
avventure sodomitiche e di violenze.
Il patriarca Abramo, come uno squallido lenone, non
esitò a cedere la moglie Sara al faraone d'Egitto
per ottenere i favori del sovrano. Ma non vado
oltre, mi limito a consigliare vivamente la lettura
della bibbia per poter capire quali sono le radici
di quella religione monolatrica (detta
impropriamente "monoteista").
Alcune chicche sulla misoginia e sulle norme
"erotiche" ebree possiamo trovarle nel Talmud, il
libro dei dettami religiosi: "Tutte le donne non
ebree sono prostitute. Eben Haezar. - Un uomo può
fare con la sua moglie ciò che più lo appaga, come
se lei fosse un pezzo di carne che viene dal
macellaio, e che lui può mangiare secondo il suo
capriccio, salata, arrostita, bollita o come pesce
comprato al mercato. Nedarim 20 b. - Una vergine di
tre anni ed un giorno può essere ottenuta in
matrimonio dopo un atto sessuale. Sanhedrin 55b. - I
rapporti sessuali con un bambino al di sotto degli 8
anni d'età sono leciti. Sanhedrin, 69b. - Un giudeo
può violentare, ma non sposare una non-ebrea. Gad.
Shas. 2.2"
Che dire poi degli altri insegnamenti contenuti
nella bibbia? Il lito-libro non è affatto un testo
morale, almeno come lo intendiamo noi, e non
contiene alcun principio etico. Accettare i dettami
della bibbia significa approvare ogni vizio e
crimine. In esso si autorizzano: i sacrifici umani,
il cannibalismo, la schiavitù, la poligamia,
l'adulterio e la prostituzione, l'oscenità,
l'ingiustizia verso le donne, l'intolleranza e la
persecuzione, etc. etc. Tra l'altro una delle
maggiori colpe della bibbia è l'aver insegnato che
"la donna ha portato il peccato e la morte nel
mondo. Ella era stata creata per dipendere dall'uomo
per tutte le sue necessità e per le informazioni di
cui avrebbe avuto bisogno..".
In tutto questo liquame, stranamente, comparve un
fiore, si tratta del "Cantico dei cantici" di re
Salomone (sull'autore però non v'è certezza). Forse
fu l'influenza benefica della regina di Saba che
ammorbidì il cuore di questo rude re israelita
(anche se ha tutta l'apparenza di una favola il
viaggio della regina di Saba che parte dal regno dei
Sabei -un territorio dell'odierno Yemen- per far
visita a Salomone accompagnata dai suoi cortigiani
con doni preziosi). E suona strano che un poema così
fortemente erotico sia stato assunto sin dal
Concilio di Yavnè (90 d.C.), nel canone dell'Antico
Testamento. Ma le tradizioni religiose, sia quella
ebraica che quella cattolica cristiana, provvidero a
falsare la letteralità del testo, che in verità
descrive senza mezzi termini un amplesso, rimosso in
favore di una interpretazione mistica (così forzata
nel diniego dell'evidenza da apparire quasi
assurda).
Alcuni stralci: " I figli di mia madre si sono
sdegnati con me: mi hanno messo a guardia delle
vigne; la mia vigna, la mia, non l'ho custodita.
Dimmi, o amore dell'anima mia, dove vai a pascolare
il gregge, dove lo fai riposare al meriggio, perché
io non sia come vagabonda dietro i greggi dei tuoi
compagni... - Lèvati, aquilone, e tu, austro, vieni,
soffia nel mio giardino si effondano i suoi aromi.
Venga il mio diletto nel suo giardino e ne mangi i
frutti squisiti. - Il coro: "Volgiti, volgiti,
Sulammita, volgiti, volgiti: vogliamo ammirarti".. -
Il diletto: "Come son belli i tuoi piedi nei
sandali, figlia di principe! Le curve dei tuoi
fianchi sono come monili, opera di mani d'artista.
Il tuo ombelico è una coppa rotonda che non manca
mai di vino drogato. Il tuo ventre è un mucchio di
grano, circondato da gigli. I tuoi seni come due
cerbiatti, gemelli di gazzella...."
Con queste belle parole d'amore lasciamo ora il
giudaismo e rivolgiamo gli occhi alla sua prima
filiazione: il cristianesimo.
Dobbiamo prima di tutto dire qualcosa sull'
"inventore" del cristianesimo. Erroneamente si pensa
che questa religione sia stata fondata da un certo
Gesù, di cui per altro non esiste alcun riscontro
storico della sua esistenza, in verità il
cristianesimo è la pensata geniale di un ebreo
pentito: Saulo di Tarso. Pentito perché passò da
persecutore di ebrei che credevano nel messia Gesù a
creatore di una nuova religione in cui Gesù
diventava il messia di tutti. Ai tempi di Saulo, che
per inciso mai conobbe Gesù, ci furono guerre di
rivolta dei giudei contro i romani, Saulo stesso,
pur essendo un ebreo, aveva la cittadinanza romana
(non si sa come ottenuta, alcuni dicono perché
facesse la spia) e in diverse occasioni si scontrò
con i capi della comunità giudea mettendosi contro
gli stessi discepoli di Gesù soprattutto perché,
contrariamente a quanto stabilito dalla legge
ebraica, Saulo decise di "convertire" al
"cristianesimo" anche i gentili.
Questa fu la sua grande furbata: la figura di Gesù,
da messia dei giudei divenne il Cristo o salvatore
di tutte le genti. All'interno della originaria
comunità ebraica, già allora sparsa in tutto
l'impero ed anche oltre, si creò una frattura
irreparabile e l'eretico Saulo andando per la sua
strada fondò quel nuovo credo da lui chiamato
"cristianesimo".
Sin dall'inizio però, questo "cristianesimo", fu
marchiato e contaminato dall'originale misoginia
ebraica. La libertà dei costumi femminili, tipica
della società romana e greca, fu irregimentata in
codici "morali/sociali" che restringevano sia
l'espressività sessuale che l'importanza sociale e
politica delle donne. L'esempio più eclatante di
queste restrizioni fu l'uccisione della filosofa
Ipazia, rea di essere troppo libera e di dare
"scandalo" ai seguaci del nuovo corso "religioso".
Si dice che l'odio verso il mondo femminile, pur
presente nell'ebraismo, fu esacerbato nel
cristianesimo. Fino a raggiungere vette di totale
annichilimento anche fisico delle donne che osavano
manifestare autonomia di pensiero e di azione,
accusate di connivenza con il "demonio".
Anzi, dal 418 d.C. tutti diventarono "demoniaci".
Anche i bambini appena nati, erano definiti esseri
demoniaci, in quanto nati da un atto sessuale e
quindi destinati alla dannazione se non venivano
battezzati al più presto. Queste belle pensate
risultarono nell'acquisizione della chiesa cattolica
di ogni potere, religioso e temporale, e la cosa si
protrasse dal 375 d.C. fino al XVII secolo (in cui
si affermarono le grandi eresie cristiane). Nel
Concilio di Nicea fu stabilito, con il beneplacito
di Costantino, che Gesù da "re degli ebrei"
diventasse il "salvatore e Cristo dell'umanità". Da
allora gli eccidi dei pagani, la distruzione
sistematica dei loro templi, soprattutto quelli
dedicati alle varie dee, e delle biblioteche
antiche, divennero legge (nel 391 d.C. i cristiani,
per la prima volta, distrussero ad Alessandria una
delle più grandi biblioteche del mondo che conteneva
oltre 700.000 volumi sull'intero scibile umano, e
successivamente l'opera fu completata dai
musulmani).
Le stime degli studiosi, pur in mancanza di
documenti ufficiali (poiché le porcherie si fanno
nascostamente), sul numero delle persone torturate
ed uccise nella sola Europa durante il dominio
cristiano, va dalle 150.000 al milione. Ovviamente
tali dati vanno integrati con gli stermini dei
popoli indigeni nelle Americhe ed in altre parti del
mondo.
Va da sé che nei 17 secoli di oppressione della
sessualità e del mondo femminile si venne
accentuando una sempre maggiore perversione nei
costumi ecclesiastici. Quel che non poteva essere
vissuto alla luce del giorno divenne oggetto di
morbosità e di segreti sfoghi, da parte di papi,
prelati e sacerdoti. Soprattutto nel chiuso delle
chiese e delle sacrestie. I casi di abusi sessuali
sui minori, le relazioni illecite nei conventi, le
torture sado-maso contro streghe ed eretici,
divennero pratiche correnti e in parte perdurano
anche ai nostri giorni. Un esempio melodrammatico
della deviata sessualità cristiana ci è fornito
nelle feste di Halloween, promosse dalla feccia
consumista e massonica, che vengono celebrate negli
USA. In esse alcune chiese cristiane istallano delle
Hell House, case infernali, per convincere i
"credenti" dall'astenersi dal peccato, pena la
dannazione eterna. In queste Hell House ci sono
varie tappe, un po' come nelle vie crucis, in cui
vengono mostrati diversi peccati: un sacrificio
satanico, medici masochisti che praticano aborti,
prostitute e libertine che vengono torturate, etc.
Alla fine dell'orrida processione si trova, di
solito, una scena paradisiaca con Gesù fra gli
angeli. Dopo essere stati minacciati di torture
indicibili agli inferi i visitatori vengono invitati
a prendere rifugio nel Cristo, loro signore e
salvatore.
Negli anni, comunque, la figura femminile fu in
parte rivalutata attraverso la venerazione della
Madre di Dio, Maria. I preti non poterono impedirla
e così, in qualche modo l'immagine della Madre
Universale, che dona la vita, sopravvisse. Pur
umiliata ed offesa, in quanto resa madre per
costrizione e senza atto sessuale. Per quanto
riguarda la presenza femminile nel mondo religioso,
solo nella fede anglicana ed in altre poche
eccezioni le donne possono assurgere alla carica
sacerdotale. Una di queste sacerdotesse la conobbi,
qualche anno fa a Pescara, che per conto della sua
"chiesa" aveva sponsorizzato il "Festival della
laicità". Insomma il mondo femminile anche
all'interno del cristianesimo sta cercando di
ritrovare una sua dignità, riscoprendo anche la
santità del rapporto sessuale, come espressione
della creatività divina.
Quello che in passato poteva solo avvenire
attraverso le estasi mistiche sta prendendo una
forma più concreta e tangibile di amore carnale, non
deprivato di spiritualità. Certo, se la chiesa
cattolica accettasse il sacerdozio femminile ed il
matrimonio fra i suoi membri, e se venisse abolito
il potere temporale del papato (e la stessa figura
del papa), la chiesa cattolica forse potrebbe
riscattarsi dalle malefatte compiute in questi
secoli. Ma dubito che ne abbia la forza... e quindi
è destinata a scomparire. La storia non fa sconti e
l'iniquità ha concluso il suo tempo.
Però ad onor del vero alcuni santi cristiani
dimostrarono amore e rispetto verso la Madre
Universale e verso il mondo femminile. In
particolare questo atteggiamento fu vissuto da
Francesco d'Assisi. La sua adorazione di dio essendo
rivolta a tutte le creature. Francesco può essere
considerato un amante della natura in cui
riconosceva l'impronta divina. Sempre egli si
adoperò di mantenere un comportamento adatto alla
conservazione della vita, occupandosi di animali, di
lavoro, di contemplazione delle bellezze naturali ed
accettando nel novero dei suoi compagni anche
diverse donne, che erano a lui devote e che in tutti
i modi gli dimostrarono amore, sicuramente dal santo
ricambiato, poiché essendo vissuto da laico conobbe
l'amore e sapeva che questo non è contrario alla
volontà di dio, anzi è la sua espressione.
In attesa, quasi nella speranza, che il
cristianesimo trovi un nuovo Francesco, osserviamo
ora l'ascesa sempre più rapida dell'ultimo ramo
dell'ebraismo, trattasi dell'islam.
E pure qui dobbiamo cominciare a narrare le origini
di questo credo. Anche nel caso dell'islam è
indubbio che le radici affondino nell'ebraismo, con
influssi cristiani, teoricamente potremmo definire
l'islamismo una sorta di "eresia" degli insegnamenti
biblici e paleo cristiani, se non che, ergendosi la
figura di Maometto come "ultimo e vero profeta" e
utilizzando questa preminenza a fini politici, gli
arabi ne approfittarono per scatenare una campagna
di conversioni forzate che portò l'islam a divenire
il più grande impero medioevale, in concorrenza
stretta con quello dei tartari in estremo oriente e
con Bisanzio e Sacro Romano Impero in occidente. Ma
la forza dell'impero bizantino non era decisamente
in grado di contrastare la conquista islamica e
l'Europa cristiana era divisa in vari stati spesso
in antagonismo fra loro, di conseguenza l'Occidente
corse il rischio di essere fagocitato. Già la
Spagna, la Sicilia ed i Balcani erano divenute terre
musulmane, mentre le città costiere di Francia ed
Italia erano continuamente saccheggiate da pirati
saraceni, che in diversi luoghi stabilirono anche
capisaldi. Forse furono le crociate in terra santa
che crearono un diversivo all'avanzata musulmana o
forse le divisioni interne all'islam che ad un certo
punto esaurirono l'alta marea della conquista e
delle conversioni al Corano.
E qui dobbiamo inserire una recente notizia di
cronaca relativa a questo sacro testo. Recentemente
una ricercatrice italiana, Alba Fedeli, ha
annunciato la scoperta della più antica copia del
Corano che si conosca. Il "problema" è che l'esame
del carbonio 14 avrebbe dimostrato che è stata
scritta prima della predicazione del profeta
islamico, vissuto tra il 570 e il 632 dopo Cristo.
Gli storici britannici che hanno confermato
l'originalità del documento hanno definito la
scoperta "destabilizzante" per le sue implicazioni:
una scoperta che dà credito all'ipotesi che Maometto
e i suoi seguaci usassero un testo già esistente,
che poi modellarono in base alla propria visione
politica e teologica. Una spiegazione che va a
smontare la versione ufficiale secondo cui il Corano
venne scritto da Maometto, sulla base di una
rivelazione divina...
Ma torniamo al tema principale di questo articolo,
ovvero l'analisi di come è percepito l'erotismo e la
condizione femminile nelle varie religioni di
origine semitica. Anche nell'islam, come
nell'ebraismo e nel cristianesimo, la forte impronta
maschilista e patriarcale stabilisce il tipo di
rapporti fra il maschile ed il femminile e fornisce
indicazioni sulle diverse attitudini sessuali.
Vediamo ad esempio che Maometto all'inizio della sua
carriera sposò una donna anziana ma ricca, il che
gli permise di potersi dedicare alle sue visioni
mistiche senza preoccuparsi della sopravvivenza. Più
tardi però, per compensare, sposò una giovinetta
appena adolescente in modo da poter soddisfare anche
le sue pulsioni carnali. Ancora oggi nelle nazioni
islamiche i matrimoni con bambine vergini sono
assolutamente nella norma e spesso ne leggiamo le
drammatiche conseguenze sui giornali. Un'altra
caratteristica dell'islam è la poligamia. Un uomo
può avere quante mogli riesca a mantenere ed anche
qui l'origine dell'usanza è "religiosa". Infatti
siccome la donna è considerata proprietà dell'uomo e
siccome anche le donne non musulmane una volta
impalmate vengono cooptate nella religione, avere
molte mogli (magari rapite in Europa) contribuisce
alla formazione di nuovi adepti (la prole diventa
tutta musulmana). Tra l'altro difficilmente chi era
stato convertito all'islam poteva abiurare poiché
era prevista la morte per chiunque rinnegasse la
vera fede.
Un altro aspetto della sessualità nell'Islam è la
"dichiarata" opposizione ai rapporti sodomitici ed
alla zooerastia, e ciò era motivato (come avvenne
per la proibizione a nutrirsi di maiale o di armenti
non dissanguati) da ragioni pratiche e dalla
necessità di correggere un'inveterata tendenza.
Infatti, come per gli altri popoli di origine
pastorale, l'abitudine a soddisfare le proprie
voglie godendo di bestie e di giovinetti era
talmente radicata che bisognava metterci un freno,
con una precisa ingiunzione religiosa. Pena
l'inferno eterno. All'inverso per i virtuosi che
seguono diligentemente le norme coraniche e che
muoiono combattendo per l'islam si aprono le porte
del paradiso, con 70 vergini sempre pronte a
soddisfare le loro voglie e fiumi di vino e miele.
Ovviamente non si fa menzione di quale sia il
vantaggio per le donne islamiche.
Ma lo stesso Maometto ha dichiarato la posizione
gerarchica tra l'uomo e la donna, mostrando ai suoi
seguaci come "educare le proprie mogli picchiandole
con dei panni arrotolati". Da questo atteggiamento,
simbolico o meno, si capisce quanto i seguaci
dell'islam disprezzino il mondo femminile (pur
volendone godere a tutti i costi). E lo stesso
corano raccomanda: "Ammonite quelle di cui temete l'insuburdinazione,
lasciatele sole nei loro letti, battetele (Corano
4:34)".
Lo status delle donne nel mondo islamico è veramente
infimo e lo vediamo ogni giorno in quelle tristi
immagini di donne in burka e lo leggiamo su tutti i
giornali relativamente ai continui stupri e violenze
subite. Addirittura se una donna si ribella allo
stupro e reagisce viene condannata. E se lo stupro
in questione viene compiuto da un congiunto questo è
considerato "adulterio" e la vittima può essere
anche lapidata a morte. Le donne che hanno subito la
violenza carnale possono essere punite per la
vergogna che hanno arrecato alla famiglia. La donna
è vittima ma la colpa è della donna. Assurdità di un
fondamentalismo cieco e disumano.
Nella patria di Maometto, l'Arabia saudita, la
religione di stato è il wahabismo, una variante
super-ortodossa dell'islam sunnita, che stabilisce,
riguardo alle donne, di non poter assumere ruoli
sociali, oltre alle funzioni servili, esse non
possono nemmeno ottenere la patente di guida.
Leggiamo ancora nel sacro testo: "Le donne debbono
abbassare lo sguardo in compagnia degli uomini e se
un ospite visita la casa devono essere nascoste da
una tenda o da una barriera. (Corano 24:31 e 33:53).
Il fatto è che, come avviene per la bibbia, la
premessa iniziale del corano è che tali ingiunzioni
sono la "parola di dio, così come è stata rivelata
al profeta Maometto" e quindi non possono
assolutamente essere messe in dubbio. Come il
giudaismo ed il cristianesimo anche l'islam è una
religione creata da uomini, al solo scopo di
controllare altri uomini, e soprattutto le donne,
una cosa che non ha nulla a che fare con dio.
Per fortuna anche nell'islam c'è stata una
componente "umana" che ha saputo mantenere l'amore.
Si tratta della componente sufi. Un grande poeta
sufi fu Omar Khayyâm del quale qui riporto alcune
poesie: "Col mio amor, sotto due rami conserti, col
mio amor, sul confine dei deserti, ove non giunge
della gloria il suono; e avrei ciò che a Mahmud non
dà il suo trono." - "Se questa passion che un ordin
pare mi vien dritta dal ciel, perché il divieto?
Dovrò accostar la tazza al labbro lieto, accostarla,
o Signore, e non versare?" - "Guai a quel cuore in
cui non è ardor di passione, che non è pazzo per
l'amore d'una bella persona . Un giorno che tu abbia
trascorso senza amore, non v'è per te altro giorno
più perduto di quello." - "Non vietatemi di bere
vino, di godere le donne, perché Dio è compassione.
Non ditemi che sto peccando, lasciatemi peccare a
volontà. Porre fine alle proprie azioni per paura
della punizione è da miscredenti, significa dubitare
della Sua compassione"
E con queste immagini amorose chiudo il discorso.
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