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Libri a fumetti
YOSSEL: 19 Aprile 1943 - Un
racconto della rivolta del ghetto di Varsavia
recensione di
Andrea Cantucci
Cinema
I teatri del "disagio"
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Teatro e alterità
di Giada Guglielmi
Attraverso l'incontro con l'Altro, che è un incontro antico,
connaturato al teatro, si può rappresentare sul palco il tema
del disagio e della diversità dando vita a forme di teatro
agito, considerate fino a poco tempo fa marginali. Vuole essere
un piccolo contributo per approfondire le tematiche e le
esperienze di quella che viene definita una vera e propria
"rivoluzione" nata dalla relazione del teatro professionale con
le marginalità sociali, di un teatro che lavora non solo per il
disagio, con intenti socializzanti, riabilitativi e terapeutici,
ma con il disagio, facendosi teatro del limite e della
diversità…
Il teatro compie oggi una vera e propria rivoluzione nel
rapporto con l'alterità. Non sono pochi infatti i teatri in cui
l'alterità non è più soltanto indagata nel senso della sua
rappresentazione, ma immediatamente accettata e attuata, nel
senso della sua diretta messa in scena; in cui l'Altro non è più
in nessun modo alimentazione esotica o politica ma centro
propulsore di una ricerca teatrale che parte da lui; in cui -
per dirla tutta - l'Altro non è più utente o spettatore di un
teatro d'animazione o di servizio, ma attore di un teatro che
ospita ed esprime sulla scena ogni possibile proposizione ed
esplosione sul tema della sua e di ogni diversità.
Tutti gli attori in fondo sono "altri", aveva già dimostrato il
primo "teatro antropologico": ma adesso le alterità, le
diversità, le minoranze e perfino le minorazioni sono tutte
abilitate e confuse dentro lo stesso gruppo e lo stesso
palcoscenico. Questo non vuol dire che gli emarginati o le
minoranze etniche, sociali, culturali, hanno fondato un loro
teatro, ma al contrario che una parte del teatro di
sperimentazione e di ricerca si è rifondato e fuso con loro,
attori fra gli altri e in mezzo agli altri. Attori in senso
pieno e con la stessa e doverosa aspirazione alla
professionalità e lo stesso confronto con la tradizione e
l'avanguardia, con la storia e la sfida del teatro1.
E non danno spettacolo di sé, ma fanno "regolare" spettacolo,
certamente usando - con il rigore e la libertà, con le tecniche
e i valori propri dell'arte scenica - le correnti e i
cortocircuiti che producono le indefinite e varie alterità che
affollano lo stesso palcoscenico, che si dividono o meglio si
moltiplicano all'interno dello stesso teatro.
D'altra parte la vera scoperta dell'uomo post-moderno è la
scoperta dell'altro da sé:
La nostra epoca non è definita dal trionfo della tecnica per
la tecnica, né dell'arte per l'arte, così come non è definita
dal nikilismo. Essa è azione per un mondo che viene, è
superamento della propria epoca, è superamento di sé che esige
l'epifania dell'altro.2
Secondo Levinas, filosofo ebreo, l'altro, la relazione con
l'altro, è il punto di partenza per la definizione di noi
stessi. Il processo di crescita della società in genere è legato
strettamente all'accettazione delle diversità, anche se le mode
spingono sempre di più all'omologazione dei comportamenti. Ogni
discorso interiore che rifletta o meno l'agire teatrale, la
teatralità cui noi tutti siamo esposti, ha un senso nella misura
in cui sia storia, viaggio comune, dia-logo: sia cioè silenziosa
e invisibile comunicazione con un "altro - da - noi", spettatore
o attore, maestro o allievo, presente nonostante la sua
irrevocabile assenza.
Nelle alterità del sociale, il teatro cerca parentele e sfide,
senza mai mettersi al suo servizio, ma se mai alla sua scoperta.
E' questo un modo per ricordare a sé stesso che l'attore/artista
nasce come diverso, che il teatro in tutta la sua storia è
sempre stato il mondo dei diversi e degli emarginati, è sempre
stato il regno dei "mostri". In questo senso allora il teatro
può riscattare le altre diversità attraverso la propria, ma non
perché le riassume in sé, ma più semplicemente e simbolicamente
com'è suo diritto e dovere, le rappresenta3.
_______
NOTE
1 Giacchè P., Teatro antropologico: atto secondo, in Alcuni
teatri delle diversità, a cura di Pozzi, Minoia ANC Edizioni,
1999
2 Lévinas E., Umanesimo dell'altro uomo, Genova, Il Melangolo,
1985
3 Giacchè P., Moltiplicazioni e addizioni, Quaderni di Catarsi
n. 16, 2000 |
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