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Libri a fumetti

Misteriosi assassini e folli geniali: L'arte di Alan Moore tra fumetto e cinema
recensione di Andrea Cantucci

Pittura

“Pulcinella smascherato”: intervista ad Aniello Scotto
di Massimo Acciai
Magritte, l’impero delle luci
di Maddalena Lonati

Fotografia

Newton: Sex and lanscapes
di Maddalena Lonati
Intervista a Mario Di Bonito
di Rossana D’Angelo

Scultura

Finalmente Uomo: Intervista al Maestro Silvano Bulgari
di Maddalena Lonati

Misteriosi assassini e folli geniali:
L'arte di Alan Moore tra fumetto e cinema
 

doppia recensione di Andrea Cantucci


Il fumetto americano vive di roboanti eroi in costume rivestiti di colori sgargianti, il fumetto inglese ha in parte una tradizione più cupa e raffinata, fatta di vecchi tascabili a sfondo storico o bellico, di strisce fantascientifiche e spionistiche. Lo sceneggiatore inglese più significativo degli ultimi vent’anni, mister Alan Moore, ha costruito la sua carriera, e conquistato una notevole quantità di premi, proprio rielaborando a livello più adulto e complesso gli archetipi del fumetto americano supereroistico, ma ha scritto quelli che sono forse i suoi due maggiori capolavori con uno stile, un gusto, un’ambientazione tipicamente anglosassoni. Sono due veri e propri romanzi disegnati: “V for Vendetta” (in italiano nel titolo originale) e ”From Hell” (Dall’Inferno), entrambi riapparsi di recente nelle librerie specializzate e non (il primo anche in edicola). Ma ad un’analisi approfondita ci si rende conto che gli elementi in comune tra i due racconti non finiscono qui.
Entrambi sono cominciati a puntate su riviste chiuse prematuramente (“V” nel 1982 sulla rivista Warrior, e “From Hell” nel 1989 sulla rivista Taboo), per essere poi completati sotto forma di miniserie in più albi, e infine raccolti ognuno in un singolo volume. Entrambi sono stati realizzati graficamente da un disegnatore inglese attivo ai margini della produzione fumettistica di massa, ma di livello artistico molto alto (“V for Vendetta” da David Lloyd e “From Hell” da Eddie Campbell). Entrambi sono stati pubblicati, almeno inizialmente, in bianco e nero, certo non per motivi economici, ma per sottolineare il tono oscuro delle vicende. Entrambi sono sceneggiati con un linguaggio vicino a quello cinematografico, limitando l’uso delle didascalie alle sole indicazioni di tempo e di luogo. Entrambi sono ambientati a Londra, in epoche diverse (“V” nell’allora futuro 1997 e “From Hell” nel 1888), ma sempre con atmosfere che oscillano tra un passato non troppo lontano e le anticipazioni di un futuro imminente. In entrambi vige un regime totalitario che in modo evidente od occulto manipola e controlla l’opinione pubblica: in “V” si tratta di una vera e propria dittatura fascista e in “From Hell” della monarchia inglese sostenuta dai Massoni. Entrambi hanno per soggetto una serie di omicidi e per protagonista un assassino, anche se in “V” si tratta di un misterioso terrorista che lotta contro il regime (si potrebbe anche definire un “partigiano”), mentre in “From Hell” si tratta del famoso Jack lo Squartatore, identificato con un personaggio storico vicino alla famiglia reale. Entrambi i protagonisti sono affetti da una particolare forma di lucida follia che, pur conducendoli ad un totale fanatismo rispetto ai loro “ideali”, permette di vedere chiaramente la natura degli eventi e dei principi su cui si fonda la società, una capacità sfruttata dal “terrorista” V per avviare una rivoluzione anarchica che rovesci il sistema e dallo “squartatore” per attuare un sanguinario rito esoterico che rafforzi il potere dominante, quindi per scopi radicalmente opposti. In entrambi i racconti, tra gli altri personaggi spiccano un funzionario di polizia e una prostituta (anche se in “V” lascia la professione prima di iniziarla), mentre le vicende di molte altre persone si alternano e si sovrappongono per poi incastrarsi perfettamente in un’elaboratissima struttura narrativa. In entrambi abbondano citazioni e riferimenti colti, artistici, letterari e storici. Entrambi i finali sono preceduti da visioni allucinatorie che portano a importanti rivelazioni, benché vissute da personaggi diversi (in “V” dal poliziotto, e in “From Hell” dall’assassino). Entrambi i protagonisti sono seguiti fino alla fine della loro vita, mostrando o lasciando intuire che in seguito altri imiteranno le loro gesta.

A questo punto, in chi non le ha lette, potrebbe sorgere il dubbio che si tratti di due storie simili, mentre è tale la maestria di Moore da aver imbastito, su canovacci vagamente affini, due trame del tutto diverse, entrambe ricchissime di personaggi perfettamente caratterizzati e di situazioni verosimili nei minimi dettagli, sempre estremamente intense, giocate spesso sul filo della più sfrenata immaginazione fantastica e con dialoghi pieni di profonde riflessioni. Differenze fondamentali stanno nel fatto che “V for Vendetta” è un racconto immaginario, anche se i paralleli con la realtà non sono pochi e la maschera del protagonista è quella di un antico “terrorista” realmente esistito, mentre “From Hell” è una versione meticolosamente documentata, anche se non l’unica possibile, della vera storia di Jack lo Squartatore. Inoltre il senso simbolico profondo delle due storie, pur trattandosi sempre della descrizione di un complotto gestito da un’unica persona, si concentra su aspetti diversi del potere individuale e dell’importanza che possono avere le singole scelte nelle questioni sociali. In “V for Vendetta” si assiste alla capacità di un solo uomo di rimuovere le condizioni pratiche che negavano ad un intero popolo la possibilità di scelta e, al di là della violenza dei mezzi usati, se ne ricava un messaggio di speranza per il futuro. In “From Hell”, dove la figura positiva è l’ispettore Abberline più che lo squartatore, chi vorrebbe contrastare le trame del potere è costretto ad arrendersi ad un sistema di cui diventa complice suo malgrado, lasciando che il vero movente dei delitti venga insabbiato; qui il messaggio risulta più sconsolante, più tragicamente realistico, ma proprio per questo più vicino a tante situazioni concrete della società ipocrita e violenta in cui viviamo.

Due opere così complesse hanno in comune anche un’ultima cosa: ognuna delle due è stata trasposta in una versione cinematografica. “V per Vendetta”, prodotto dai fratelli Wachowski e diretto dal loro ex assistente James McTeigue, è uscito recentemente nelle sale italiane. “From Hell”, diretto dai fratelli Hughes e proiettato da noi col titolo “La Vera Storia di Jack lo Squartatore”, è stato trasmesso altrettanto di recente in prima TV. La principale differenza tra i fumetti ed i rispettivi film salta subito agli occhi. Inevitabilmente le trame sullo schermo sono state ridotte, semplificate e leggermente banalizzate, rispetto allo spessore ed alla complessità originarie. Tali semplificazioni riguardano innanzitutto la riduzione del numero dei personaggi, con conseguenti buchi narrativi che hanno dovuto essere colmati da piccole e grandi modifiche della trama. D’altra parte l’esigenza di ridurre il numero delle scene, e in certi casi allungarne i dialoghi, dipende dalla diversa forma dei due linguaggi, fumettistico e cinematografico, ed era probabilmente inevitabile, senza contare che la notevole lunghezza di “From Hell” rende impossibile riprodurne fedelmente l’intreccio in un film di un paio d’ore. La modifica meno “perdonabile”, in entrambi i casi, è stata però quella di appiattire i rapporti tra i personaggi, trasformando in banali e stereotipate “storie d’amore contrastate” quelle che negli originali erano relazioni umane sottilmente ambigue, ed eliminando le scene di sesso esplicito, o che potessero essere viste come “tradimenti sentimentali” da parte dei protagonisti.
Ne “La Vera Storia di Jack lo Squartatore” il cambiamento più evidente è lo spostamento del punto di vista principale, dall’assassino all’ispettore, forse per non svelare subito chi fosse il colpevole, come se nell’era del tenente Colombo questo potesse togliere suspense e interesse alla storia. Discutibile anche la scelta degli attori. L’ispettore è interpretato da un Johnny Depp troppo giovane e prestante; il suo personaggio si trasforma da un serio e maturo poliziotto ammogliato (come nella realtà dei fatti) ad un giovanotto oppiomane e scapolo, che per di più prevede il futuro, mentre il bravissimo ma mingherlino Ian Holm non è molto credibile nel ruolo del violento squartatore. La regia crea delle atmosfere antiquate e ambigue affini a quelle dei disegni di Eddie Campbell ma, anche se a grandi linee il filo della storia è rispettato, quasi nessuna scena è davvero fedele all’originale.
In “V per Vendetta” accade il contrario: la fotografia e le inquadrature non riproducono i toni noir dei disegni di David Lloyd, se non nelle ambientazioni più tenebrose, ma varie scene rispettano i contenuti e l’intensità di quelle del fumetto. Inoltre certi cambiamenti risultano funzionali alla trama, anche in considerazione dell’esigenza di attualizzarla. Sono stati eliminati i riferimenti ad una ormai anacronistica guerra tra Est e Ovest, per cui il successo del colpo di stato fascista viene attribuito alla manipolazione dei media e all’amplificazione della fobia terroristica dopo una strage (una situazione che ha qualcosa di familiare). A parte il funzionario di polizia mister Finch, i membri del regime risultano poi dei “cattivi” un po’ stereotipati, rispetto alle figure complesse ed umane tratteggiate da Moore. Comunque il film si segnala per una fedeltà sostanziale allo spirito del fumetto e per la magistrale interpretazione di Natalie Portman nel ruolo della giovane complice di V, che qui diventa la vera protagonista, anche perché l’attore Hugo Weaving che interpreta il terrorista misterioso è costretto ad indossare una maschera per l’intero film, appunto per non tradire il soggetto originale. Eppure lo scrittore Alan Moore ha preso le distanze dal risultato finale, fino a proibire l’uso del suo nome nei titoli, forse anche per antichi disaccordi con la sua vecchia casa editrice americana, di cui evidentemente continua a non apprezzare la gestione dei diritti sulle sue opere. Di certo, anche in futuro, sarà difficile vedere un film tratto dai fumetti di Moore con dei dialoghi all’altezza degli originali, a meno che non sia lui stesso a scriverne la sceneggiatura.


V for Vendetta (il fumetto)
sceneggiatura: Alan Moore
disegni: David Lloyd

edizione da edicola:
editore: PMA
formato: 14 x 21 cm - 256 pagine - in bianco e nero
prezzo: 5,90 euro

edizione da libreria:
editore: Rizzoli
formato: 18 x 23 cm - 300 pagine - in bianco e nero
prezzo: 17 euro
(contiene in più due storie brevi, un articolo dell’autore e le copertine della miniserie)

edizione da “fumetteria”:
editore: Magic Press
formato: 17 x 26 cm - 300 pagine - a colori
prezzo: 21 euro
(contiene in più due storie brevi, un articolo dell’autore e le copertine della miniserie)



V for Vendetta (il film)
titolo italiano: V per Vendetta
regia: James Mc Teigue
interpreti principali: Natalie Portman, Hugo Weaving



From Hell (il fumetto)
sceneggiatura: Alan Moore
disegni: Eddie Campbell
editore: Magic Press
formato: 576 pagine - in bianco e nero
prezzo: 35 euro



From Hell (il film)
titolo italiano: La Vera Storia di Jack lo Squartatore
regia: fratelli Hughes
interpreti principali: Johnny Depp, Ian Holm
 

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