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Finalmente Uomo
Intervista al Maestro Silvano Bulgari
Silvano Bulgari, Maestro di fama internazionale, ha esposto
le proprie opere in tutto il mondo. E’ promosso dalla Fondazione
di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi di Firenze.
Innumerevoli le pubblicazioni sulle sue sculture e
sculture-gioiello.
Le
evocative note di Pergolesi in sottofondo, un ambiente
suggestivo dove le sculture trovano l’ideale collocazione, la
penombra che sfuma le vetrate Tiffany, l’inconfondibile profumo
di resina che aleggia. Appena un sussurro da un angolo
dell’ampio locale: “ Solo un istante, arrivo.” Vedo le sue mani
che plasmano la cera, con dolcezza, quasi con riverenza, di
certo con amore. Un tocco sicuro ma delicato, e dalla materia
inerte presto nascerà un’altra opera, vibrante ed intensa come
tutte le altre. Ma saprà sconvolgere come “Finalmente Uomo”?
Silvano Bulgari è uno scultore di indiscutibile talento,
l’abilità tecnica e la potenza simbolica della sua inesauribile
creatività sanno trasportare lo spettatore in una dimensione
dove realtà e sogno si fondono donando forti emozioni. Ogni sua
scultura viene creata con l’antica tecnica della cera persa,
così cara a Benvenuto Cellini, e sono proprio la conoscenza e la
passione per la tradizione a costituire il punto di partenza
della sua ricerca. Ricerca ininterrotta e sempre fruttuosa che
lo porta, da ormai trentacinque anni, a rivisitare ed
interpretare in modo personalissimo le fonti più disparate: dal
Liberty alla Pop Art, dalle antiche civiltà agli oggetti d’uso
quotidiano, dalle culture orientali alla mitologia. Un artista
che riesce a cogliere l’ispirazione ovunque, e la cui
inesauribile curiosità non viene mai appagata, il termine di
ogni lavoro è sempre e solo uno stimolo per rimettersi in gioco
ed indagare nuovi elementi. Sovente le sue sculture
rappresentano gli opposti, dicotomia che sa interpretare
magistralmente trasmettendo una sensazione non di lotta, semmai
di inevitabile ed indispensabile convivenza. L’equilibrio,
incessantemente cercato dall’uomo, viene raggiunto solo per
brevi istanti, ma è proprio nella tensione verso un obiettivo
impossibile che risiede il significato più profondo della vita.
La prima volta che vidi “Finalmente Uomo” era coperto da una
tela grezza. Tolta, si rivelò in tutta la sua forza. Una
scultura inquietante e potente, nella quale ogni minimo
dettaglio è reso con assoluto realismo. Il Cristo crocifisso,
ridotto a scheletro, privo di qualsiasi elemento iconografico
classico, obbliga alla riflessione chi lo osserva.
ML: “ Perché la scelta di trattare un argomento religioso tanto
importante quanto delicato?”
SB: “ Quest’opera fa parte di un percorso di ricerca interiore.
Nell’ultimo periodo ho plasmato varie sculture di tema
religioso, come ad esempio “La sete del Male” (un demone tenta
di abbeverarsi ad un’acquasantiera, ma nell’atto l’acqua si
ghiaccia), perché mi pongo molte domande sull’essenza di Dio e
dell’Uomo. Credo profondamente nell’esistenza di un’Entità
Superiore, ma ho in proposito numerosi interrogativi irrisolti.
Scolpire è solo un modo di rendere tridimensionale la mia
riflessione e forse stimolare gli altri a condividerla.”
ML: “ Quindi non si tratta di una provocazione, come
apparentemente potrebbe sembrare?”
SB: “ No, non mi interessa la provocazione fine a se stessa, io
sento visceralmente ogni mia opera, ed ognuna è solo il prodotto
finale di una meditazione. E’ sempre un’esigenza, mai una scelta
per provocare scalpore. “Finalmente Uomo” rappresenta i miei
quesiti, la mia lacerazione interiore nei confronti di una
figura così fondamentale come quella del Cristo. Un mio amico
prete ha scritto in una poesia: “ Se la vita è vita, a morire
sulla croce fu soltanto la morte.” Ecco, queste parole riescono
a riassumere un po’ il mio pensiero. Anche se forse molti non
saranno d’accordo, non trovo così importante che Cristo sia
risorto o meno fisicamente. Credo che il Figlio di Dio si sia
fatto completamente uomo, e che abbia provato sino in fondo
l’esperienza della morte lasciando il Suo corpo sulla croce come
prova del Suo passaggio sulla Terra. Questo non toglie nulla
alla Sua essenza divina, alla straordinarietà della Sua figura e
al meraviglioso messaggio che ci ha lasciato. Anzi, rende ancora
più sconfinato l’amore che Dio prova nei confronti dell’uomo se,
per comprenderlo davvero nella sua fragilità, ha desiderato
sperimentare ogni aspetto della vita terrena. La mia scultura
non ha alcun intento blasfemo, anche se forse, al primo impatto,
potrebbe lasciarlo supporre. Devo però ammettere che non amo
spiegare le mie opere, preferisco solo suggerire degli spunti e
lasciare che la suggestione e l’interpretazione personale
facciano il resto. Credo che ognuno possa trovare delle
sfumature diverse, e ritengo sia giusto così.”
Sculture che si sentono, dunque, non si spiegano, nonostante i
loro significati siano così profondi e stratificati. Mi guardo
attorno nell’atelier e sosto a lungo davanti a vari pezzi
lasciandomi trasportare dalle emozioni evocate da quelle statue
bronzee. Lui non commenta, si limita ad osservarmi ed attende
che le mie sensazioni affiorino in superficie. Credo sia questo
il modo migliore per apprezzare il suo lavoro, così vario ed
imprevedibile, aspettare che la propria porta sull’inconscio
venga spalancata ed avere poi il coraggio di varcare la soglia.
Là ci attende una dimensione inaspettata, e l’esperienza è
davvero unica. Silvano Bulgari indaga spesso l’inconscio, il
mistero, gli archetipi, è attratto da sempre dalla mente e dai
suoi meccanismi psicologici, così affascinanti e sovente
inspiegabili.
Vengo attratta da “Tuffo nell’ignoto”, e gli domando: “
Rappresenta la costante incertezza della vita?”
Mi sorride e risponde: “ Certo, non abbiamo alcun potere sul
nostro destino, ogni istante è un’incognita. E se non possiamo
sapere nulla su di noi, come potremmo conoscere davvero
l’essenza di Dio? Siamo troppo limitati per poterlo capire, e
forse troppo presuntuosi nelle nostre ipotesi azzardate. In
fondo non trovo così distanti queste due sculture: tutto è
mistero, tutto è dubbio.”
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