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Libri a fumetti
L'ALBERO DELLA VITA: Una ricerca oltre i confini
del tempo
Recensione di Andrea Cantucci
Cinema
Pittura
Danza
Quando la coreografia
diventa arte eclettica: Ezio Schiavulli
di Alessandro Rizzo
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Tavole natalizie
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Ori dei cavalieri delle steppe
Nel suggestivo contesto del
Palazzo del Buonconsiglio, a Trento, è in corso una
mostra che riunisce un tesoro composto da ben
quattrocento oggetti provenienti dai maggiori musei
dell'Ucraina: armi sontuose, finimenti da parata per
i cavalli, sfarzosi gioielli, brattee, servizi
cerimoniali. I popoli guerrieri, Cimirri, Sciti,
Sarmati, Goti, Avari e Unni, dal primo millennio
avanti Cristo sino al Medioevo, dall'Asia sino
all'Europa orientale hanno dominato le popolazioni
stanziali dedite all'agricoltura. Popoli nomadi che
non hanno lasciato testi scritti, la loro storia e
la loro cultura è ricostruita anche grazie ai
preziosi manufatti d'oro rinvenuti nelle tombe dei
principi cavalieri. L'unico simbolo stabile nella
loro instancabile mobilità sono infatti i Kurgan, i
tumuli funerari che resero eterna la memoria dei
defunti di alto rango. I grandi tumuli regali,
contraddistinti da complessi schemi planimetrici e
ricchi di innumerevoli elementi di corredo,
rispecchiano l'altissimo status dell'individuo
sepolto e sono parzialmente ricostruiti nella mostra
per permettere al visitatore di addentrarsi in
queste inusuali costruzioni.
Il percorso espositivo, estremamente articolato, si
apre con un rarissimo modello di carro in
terracotta, una Kibitka, a rappresentare la tipica
casa mobile nomadica. A seguire una Yurta, una
grande tenda di feltro e legno completa di un
variopinto arredo e di oggetti simbolici e rituali.
Immersi nell'atmosfera delle steppe ed accompagnati
da numerose citazioni di Erodoto, si prosegue alla
scoperta di uno degli aspetti fondamentali dell'arte
nomade, quello animalistico. La rappresentazione di
animali ricorre infatti di continuo, regalandoci
splendide immagini tridimensionali di fieri leoni
rampanti, immaginifici grifoni dagli artigli
vigorosi e dalle ali spiegate, cervi disposti in
composizioni geometriche, eleganti cavalli,
ieratiche sfingi. Il comune denominatore dell'arte
animalistica, così diffusa fra gli antichi nomadi, è
la rappresentazione stilizzata del bestiario, e
l'adattamento delle forme zoomorfe a quelle
dell'oggetto decorato in una perfetta armonia. I
motivi ricorrenti diedero vita a schemi
metaforicamente aperti, come gli animali arrotolati
su se stessi, richiamo alla ciclicità della
transumanza o al tempo eternamente rinnovato, o ad
ambiguità semantiche, come il palco del cervo che si
trasforma in ramificazioni che divengono teste di
rapaci. Uno spettacolare esempio di arte
animalistica è costituito da una coppa rituale in
oro, del V secolo avanti Cristo, decorata con sei
teste di cavallo di straordinario realismo. La
continua rappresentazione di animali trova però la
sua motivazione anche nell'intento di trasferire la
forza e le caratteristiche delle fiere al guerriero.
Grazie ad una trasposizione di natura magica, la
forza, la velocità e la ferocia del grifone vengono
assorbite dall'uomo, così come la rapidità del
felino, la robustezza degli artigli dell'aquila, la
potenza delle fauci spalancate del leone.
Le numerosissime pietre semipreziose che invasero lo
spazio geografico eurasiatico a partire dalla media
epoca sarmatica grazie al baratto determinarono lo
stile policromo, in cui i colori delle pietre erano
sapientemente associati all'oro in creazioni
artistiche di grande prestigio. Si susseguono vari
esempi di questi variopinti monili dall'estrema
modernità.
Oggetti sciamanici destano la curiosità del
visitatore, come il coronamento del palo che si
situava al centro della tenda e attorno al quale
veniva teso il feltro della Yurta. Questo
particolare reperto bronzeo, denso di significati
sacrali, ha la forma di un albero con il tronco
centrale sormontato da una figura maschile nuda
sovrastata da un'aquila. I quattro rami laterali
terminano con rapaci dai cui becchi pendono catene
fitte di campanelle, cerchi e mezze lune.
Una mostra affascinante, che mette a confronto due
culture profondamente diverse, quella dei nomadi e
quella dei popoli sedentari, in un percorso ricco di
suggestivi stimoli.
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