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di Maddalena Lonati
Fumetti in corso 10
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Pirografia, quando il fuoco
diventa arte:
Intervista a Luigi Conci
Abbiamo
già parlato di pirografia nello scorso numero;
torniamo di nuovo sull'argomento con un altro
artista di grande interesse: Luigi Conci. Possiamo
darci del tu?
Non c'è problema!
Per questa intervista prendo spunto dal tuo
sito. Iniziamo dal tuo percorso di studi…
Scuole dell'obbligo, Liceo Classico e Università.
Avevo scritto il primo capitolo della tesi in
Giurisprudenza (un bel mattone sulla decretazione
d'urgenza, sul senatusconsultum ultimum nella Roma
del II sec. a.C.) quando ebbi il sospetto che quel
corso di studi non faceva per me. La risolutezza nel
mollare tutto me la dette un'occasione che
considerai immediatamente imperdibile: collaborare
con un'importante agenzia di pubblicità in qualità
di copywriter.
Come ti sei avvicinato alla pirografia? Quando ne
hai sentito parlare per la prima volta? Certo non è
una tecnica molto nota, almeno tra noi profani
d'arte…
Gradualmente, inconsapevolmente quasi, in modo per
me indolore, non invasivo… Andando ogni anno in
vacanza da parenti trentini ed essendo così iniziato
alla tecnica da uno zio, falegname a tempo pieno (e
pirografista a tempo perso)! Io col primo
rudimentale pirografo in mano? Avrò avuto 13-14
anni, al massimo.
Quali
difficoltà deve affrontare chi vuole iniziare questa
tecnica? Dove è possibile apprenderla?
Collego la risposta a questa domanda con la risposta
alla seconda parte della domanda precedente. Il
miglior modo per diventare pirografista è avere a
che fare con il legno (dal momento che per me la
pirografia su altre superfici - come il sughero o il
cuoio - non esiste)! Io adoro il legno. Esso è
natura, è vita. Amo il legno usato/conservato
all'interno della propria casa; nulla meglio di
questo sa riscaldare, accogliere, proteggere. Viene
da sé, pertanto, che se si voglia cominciare a
scarabocchiare/incidere con lo strumento, si è
avvantaggiati se si vive in montagna (ma va bene
anche in una metropoli, se davanti al portone di
casa ci sono le saracinesche del miglior negozio di
belle arti del quartiere o "girano" le lame delle
seghe di una bella falegnameria). Se dunque il punto
di partenza è il legno, in qualche modo, prima o poi
cioè, si arriverà alla pirografia.
Cosa fare una volta che si abbiano la tavola davanti
agli occhi e l'arnese pronto per infuocare la
materia è invece risposta complessa. Forse nemmeno
c'è. Ad ognuno il proprio modo di procedere. Ci
tengo solo a precisare che non servono corsi (più o
meno costosi) perché non c'è molto da insegnare.
Bisogna pirografare, tanto, tantissimo non
abbattendosi davanti agli errori (che ci saranno) e
facendosene una ragione del fatto che la pirografia
è innanzitutto lentezza-pazienza. Non si legge un
giallo saltandone le pagine per conoscere prima
l'identità dell'assassino, giusto?
Nella
homepage del tuo sito hai inserito questa frase: "La
realtà, come l'arte, a volte è noiosa. In altri casi
invece ci sorprende e ci emoziona!". Qual è la
funzione dell'arte, secondo te?
L'arte deve emozionare. Punto. Come, dove, perché… è
tutto sovrastruttura. E' nel momento in cui l'opera
emoziona che conosce la sua ragione d'essere ed
esistere. Ovviamente (ma è ovvio per me)
nell'emozione è la riflessione: "Perché questo
quadro mi ha fatto sorridere… mi ha fatto pensare a
questo o a quel fatto, a questa o quella persona… mi
ha commosso…?"
Per quanto riguarda i tuoi soggetti, nella
galleria presente sul sito troviamo una sezione
dedicata alle facce: volti particolari, spesso
grotteschi, talvolta persino inquietanti. Sono
persone reali?
No! Sono soprattutto (ma non solo) le facce di
Covili, di gente comune, di lavoratori, di poveri
cristi, persone malate, pazze, dimenticate, stanche,
tristi…Per lo più contadini, personaggi come quelli
dei/nei quadri di Bruegel il Vecchio, anche detto
dei Contadini o den Drol cioè, in olandese, il Buffo
(capito?). Sono sempre stato affascinato, stregato
dai volti delle persone, ossia dalle rughe profonde,
dagli occhi lacrimosi, dalle guance scavate, dalla
pelle sporca o ferita…
Accanto
alle sue opere vi sono anche riproduzioni di opere
di artisti celebri (come Escher, Klimt, ecc). Quali
sono gli artisti che ami di più?
Senza alcun dubbio Escher e Bruegel. (in particolare
il primo: per me Maurits Cornelis Escher e' un
genio). Poi certamente c'è Covili.
Qual è stata la prima mostra a cui hai
partecipato (se hai partecipato a qualche mostra)?
Non ho mai partecipato, per principio. Mi hanno
sempre chiesto soldi per farlo, con la prospettiva
di esporre per vendere. L'arte dovrebbe essere
assolutamente gratuita, accessibile a tutti. Musei,
dischi, libri…dovrebbero essere per tutti.
A cosa stai lavorando adesso?
Ad un soggetto di Arnold Böcklin, un artista
svizzero dell'800 ricordato soprattutto per il
quadro "L'isola dei morti", realizzato in 4-5
versioni e da cui fu ossessionato Hitler.
Progetti per il futuro?
Far capire che la pirografia è più di una tecnica
(essa è arte, yoga...) e che ricopiare opere altrui
(indipendentemente dalla tecnica in oggetto) ha
senso, eccome: non importa insomma cosa si fa, conta
come lo si fa. Contano l'amore, la passione, la
pazienza, la concentrazione, la dedizione…
Un avvocato non vale più di uno spazzino, se quest'ultimo
ramazza con cura le foglie nel parco, mentre il
primo perora la propria causa infischiandosene del
destino dell'imputato.
Eppoi sogno di ri-innamorarmi come a 15 anni, e
vedere l'Inter trionfare in Champions!
Il nome d'arte che ti sei scelto è Benguiat, come
mai?
Benguiat era un carattere grafico presente in
un'obsoleta versione (del secolo scorso) di
Microsoft Office Word. Non c'è più, è stato
eliminato. Lo usavo per scrivere e firmarmi, ai
tempi della mia precedente vita di copywriter (anche
se, nell'animo, sono ancora e sarò sempre un
''inventore di storie''). Un poco lo può ricordare
l'attuale "Frisky". Era simpatico, eppur sobrio,
"smart". E mi è rimasto addosso!
Ti ringrazio per la disponibilità, buon lavoro
dunque!
Le immagini sono tutte e quattro copie non
conformi agli originali di M. C. Escher
1-- I RETTILI IN CIRCOLO
2-- IL BALCONE SUL MARE
3-- LA CARPA NELLO STAGNO
4-- L'ALVEARE SULLE SCALE
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