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Narrativa
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi in prosa inediti,
purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
Frontiere di Massimo Acciai,
Noia di
Giuseppe Costantino Budetta,
Professione Euro
di Elisabetta Giancontieri,
Diario di
Vagabonda di Tiziana Iaccarino,
La Fata dai
capelli biondi di Cesare Lorefice e Luana
Milan, Follia di Alessandro Pellino,
I
viaggiatori d'Europa di Paolo Ragni,
Viaggio
in Inferno di Peter Robertson,
Starnazzatori
di Stefano Carlo Vecoli,
Trenta ottobre di
Anna Maria Volpini
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a chiunque voglia
inviare testi poetici inediti, in lingua diversa
dall'italiano, purché rispettino i più
elementari principi morali e di decenza...
poesie di Rossana D'Angelo,
Lucia Dragotescu,
Manuela Leahu,
Anna Maria Volpini
Recensioni
In questo numero:
- "Vita di Ungaretti" di Walter Mauro, nota di
Enrico Pietrangeli
- "Di chi è la luna?" di Massimo Acciai
- "Un barlume di speranza" di Tiziana
Iaccarino, nota di Massimo Acciai
- "Gli spettri del Quarto Riech" di Marco
Dolcetta, nota di Enrico Pietrangeli
- "Image this. Io e mio fratello John Lennon"
di Julia Baird
- "L'Occhio del Potere" di Stefano Peverati
- "Tra inferno e paradiso" di Cristina
Soranzio
- "Phönix" di Stefano Lanciotti
- "Ho gettato dio nella pattumiera" di Bruno
Previstali
- "La mummiona e altre storie" di Nicoletta
Santini, nota di Massimo Acciai
- "Animali & animali" di Cristina Buzzi
- "Chiedo i cerchi" di Valeria Serofilli
- "Puttanate magistrali" di Marco Porta
- "Triade" di Luca Vicari
- "Europa" di Massimo Semerano e Menotti
- "Malinconico Leprechaun" di Patrizio Pacioni
, recensione di Simonetta De Bartolo
- "Le stanze del cielo" di Paolo Ruffilli,
recensione di Roberto Mosi
- "Ritorno al mondo perduto" di Edward D.
Malone, nota di Enrico Pietrangeli
- "Dizionario etimologico"
- "Dizionario mitologia classica"
- Gli almanacchi meneghini della libreria
Milanese
Interviste
Incontri nel giardino
autunnale
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In questo numero segnaliamo...
Walter
Mauro
Vita di Ungaretti
Anemone Purpurea - 2006
Ungaretti, somma sintesi della poesia italiana del
Novecento, viene qui riproposto in un lavoro
interpretativo che conduce il lettore tanto nella
sua affascinante e lunga esistenza quanto nei
risvolti cognitivi della sua ricerca artistica.
Mauro, ex allievo, ci svela il suo verso in modo
organico e compiuto rendendo molto bene l'air du
temps e non rinunciando all'espediente narrativo
innestato sulla stesura critica. Si parte
dall'infanzia, dal deserto egiziano; il primo
impatto è con Leopardi, una formazione nel segno
dell'infinito e del mistero che già si palesa tra la
sabbia nel tarlo dell'ineffabile. Sono radici,
queste, onnipresenti e che cementano nella parola la
rivelazione poetica. "Segreto che mi è tutt'oggi
segreto", così lo definiva lo stesso Ungaretti
riferendosi a Mallarmè. Durante il primo viaggio del
poeta in Europa, si suicida Mohammed Sceab, l'amico
che lo aveva raggiunto in Francia, segnandolo in una
catena di lutti. Parigi è il pulsante centro di
cultura e avanguardie all'apice di ragguardevoli
presenze e fenomeni. Lì nasce l'amicizia con
Apollinaire, segue i seminari di Bergson e,
soprattutto attraverso la figura di Prezzolini,
verrà aiutato ad introdursi in quel folto e
variegato mondo artistico. Poi la guerra, la
focosità anarco-interventista e il pietrificante
orrore delle trincee: "Si sta come/d'autunno/sugli
alberi/le foglie". L'oltralpe resta a portata di
mano, vi ritornerà in licenza anche dopo
l'armistizio, quando verrà meno anche l'amico
Guillaume. Nella douce France conosce anche Jeanne
Dupoix, compagna di una vita deceduta nel '58. A
partire dal '20, Ungaretti si trasferisce a Roma.
Qui avviene "l'assimilazione del barocco", del
"senso tragico della vita che risiede e persiste" in
quest'arte. Attraverso La Ronda, sopraggiungono
anche opportuni stimoli nell'humus della rilettura
della tradizione con la modernità. Si avvia quel
"processo di recupero leopardiano" che lo vedrà
protagonista in Brasile, terra in cui troverà tutta
"l'esuberanza della natura" ma anche la prematura
scomparsa del figlio Antonietto ed un più incisivo
impatto col barocco. Poi il rientro a Roma,
l'occupazione e la conseguente liberazione con
"facinorosi che accusano il poeta di fascismo". Con
Piazza Remunia s'intravedono i contatti più diretti
dell'autore col poeta, l'entourage universitario e
la ricerca accademica. Vico nel tempo storico e
Bergson in quello psicologico innescano la "fusione"
e la "rivelazione" di quegli anni. Infine la
vecchiaia, dove "la memoria filtra il deserto", "la
scarna essenzialità" del verso. L'amore ritrovato in
Brasile per la giovane Bruna Bianco alla quale
scrive di un Natale che ai suoi occhi splende di
"luce olandese", quella scoperta approdando ad
Amsterdam ed osservando Vermeer nel lontano '33.
L'innamoramento lo galvanizza e si rigenererà,
successivamente, con "una capricciosa croata".
Morirà, quel "bimbo di ottant'anni", come lui stesso
amava definirsi, inquieto per un "progresso
spaventoso e fulmineo". Sarà attento e determinato
nel commentare: "il mistero s'infittisce sempre di
più" davanti al televisore che mostra il primo uomo
sulla luna. Sempre a proposito di TV, storica è la
sua chiosa all'Odissea in un impegno che non ha mai
abbandonato come traduttore. "L'asse
Petrarca-Leopardi", "il reperimento della linea
pura" gettando un ponte tra umanesimo e romanticismo
(consolidato con la docenza in Brasile),
caratterizzeranno l'analisi della nostra letteratura
con Ungaretti che, passando attraverso tutte le
avanguardie del ventesimo secolo, ha sempre
rielaborato la tradizione nei canoni più consoni ai
tempi. Non citati nel libro, a 33 giri restano
solchi con Endrigo e le poesie di Vinicius de Moraes.
Mauro, grande estimatore di jazz, preferisce
riportare aneddoti con Tom Jobim e Baden Powell,
figure che riconducono a Stan Getz ed i gloriosi
tempi del jazz samba. Illustrazioni di Dragutescu
che ritraggono il poeta compaiono sulla copertina,
complici nella sottostante didascalia olografa di
Ungaretti.
Nota di
Enrico Pietrangeli - 2007
* * *
Marco
Dolcetta
Gli spettri del Quarto Reich
BUR - 2007 - 9,80 Euro
Marco Dolcetta, giornalista, scrittore e autore
d'importanti serie televisive sul Terzo Reich, torna
alla ribalta con un altro consistente lavoro dopo
quello sul Nazionalsocialismo esoterico pubblicato
per Castelvecchi. Il libro include anche
un'interessante postfazione sviluppata da Giorgio
Galli, che conclude con una congrua riflessione sul
postmoderno. In questo nuovo saggio si percorrono
vie molto più tangibili, a partire dalle numerose
interviste ed indagini giornalistiche portate avanti
dall'autore, ma la leggenda non viene mai meno,
incontra la storia e si fa sintesi e spunto per
importanti considerazioni. Le strade che si diramano
alla volta dell'ipotetico "Quarto Reich",
sembrerebbero più che mai trasversali e
pericolosamente concrete nel loro forgiarsi
attraverso la "mitostoria". Apparati economici e
servizi segreti sono le principali risorse usate per
operare nel "sole nero", quello dell'attesa,
pianificando il tutto prima della fine della guerra
nel saldo riferimento dell'archetipo innescato nella
leggenda. Simon Wiesenthal, colloquiando, precisa
come i nazisti fossero "assassini rapinatori", tanto
da giustificare un'enorme ricchezza sottratta
durante la loro espansione. La Rete Gehlen con la
Cia, Bormann e Muller con il Patto di Varsavia,
Skorzeny che funge da ponte tra USA, Peron e Franco,
ma anche figure come Alois Brunner a Damasco e
altresì in Egitto con Nasser, lasciano intendere
quanto vasto e potente sia l'operato spionistico
lasciato sulle orme del Führer. La Maison Rouge è il
luogo storico dove industria tedesca e partito
nazista posero le basi organizzative del loro
dopoguerra. Si parte dalla storia, quella degli
ultimissimi giorni, dall'oggettiva incertezza sulla
fine del Führer, per arrivare agli indizi di fuga e
gli omessi confronti scientifici sulle poche prove
certe rimaste. Dönitz, imprevisto successore, e le
vicende degli ancora efficienti U-Boot traghettano
le fondamenta per quella che sarà meglio nota come
organizzazione della "rete di Odessa". Il continente
latinoamericano, da lungo tempo al centro delle
attenzioni naziste, ne divenne anche la principale
destinazione nella disfatta. Il Paraguay di
Stroessner, a lungo considerato il paradiso dei
fuggitivi, è già antica patria oltre la patria delle
comunità dei mennoniti, dell'embrionale utopia
ariana, e vede il passaggio, tra gli altri, di
personaggi come Mengele, "l'angelo della morte".
L'Argentina di Evita - inquietante trait d'union tra
Peron e i nazisti - manovra capitali in Svizzera e
lì affiora il profilo di Genoud, banchiere elvetico,
già prodigo di missioni in oriente per conto del
Führer. Il faccendiere contatta Ami al-Husseini,
muftì di Gerusalemme "che contribuisce a creare due
divisioni SS di soli musulmani", ma anche Bose in
India, integralista indù della prima ora. Con le
migrazioni dei cervelli del Terzo Reich, non saranno
solo Stati Uniti e Unione Sovietica a giovare di
accresciute prospettive di ricerca spaziale.
Attraverso Richter, infatti, l'Argentina tenterà
un'impennata da superpotenza entrando persino in
programmi nucleari che falliranno prematuramente per
mancanza di un'adeguata struttura industriale. Una
ravvicinata replica, in questo senso, sono i tentavi
nel campo missilistico operati dagli egiziani negli
anni Cinquanta. Ricche di significativi dettagli
sono le interviste incluse con Leon Degrelle e Horia
Sima, entrambi personaggi con radici tra il
cattolicesimo più integralista e il mito nazista.
Rocambolesco, romantico e ridondante, fino a
confondersi con lo stesso Hilter nel suo epico
avventurismo che lo vide, infine, approdare in
Spagna, è il profilo che contraddistingue lo
stravagante "mancato figlio di Hilter". Sima,
protagonista della stagione nazional-legionaria
rumena, arriva a teorizzare un vero e proprio stato
teocratico con tanto di monaci guerrieri. Insieme
costituiscono le due icone di riferimento
dell'estrema destra internazionale degli anni
Settanta. Il regime franchista ne diverrà il punto
d'incontro per vecchie e nuove generazioni. Basti
pensare che, nella già evoluta e democratica Spagna
di Juan Carlos dei primi anni Ottanta, spille,
bandierine e svariata chincaglieria nazista sono
ancora in vendita pressoché ovunque. Affascinante e
allarmante è lo studio dell' "hitlerismo esoterico"
da parte di Miguel Serrano, filosofo, scrittore,
poeta e diplomatico cileno, che, a sua volta
intervistato, parla di cadaveri di monaci buddisti
rinvenuti nel bunker di Berlino e di segreti sulla
clonazione. Il Cile, poi, riporta a "Colonia
Dignidad", già comprata dai nazisti nel '43,
definibile come vera e propria isola
extraterritoriale controllata da Paul Shaffer. Sul
piano culturale, figure come quella di Leo Strauss,
allievo di Carl Schmitt, ma anche ebreo costretto a
fuggire negli Stati Uniti, configurano la filosofia
politica di uno stato autoritario e decisionista
che, a quanto pare, è anche parte formativa di Bush
e di un'intera generazione di conservatori
americani. Il filo conduttore con l'est, a partire
dal patto Molotov-Ribbentrop del '39, ha tentacoli
d'intelligence anche dopo l' "Operazione Barbarossa";
supporterà, poi, la resistenza comunista nell'Europa
occidentale dell'immediato dopoguerra per facilitare
l'accesso a vie di fuga come la Grecia e l'Italia.
Quest'ultima, nel '46, conoscerà anche l'amnistia di
Togliatti, accanto alle misericordie vaticane. Oltre
ai Sette anni in Tibet, c'è un "mondo perduto" nel
cuore dell'Antartide che addirittura sfocia nel
fantastico con gli "ufo nazisti" e prende forma
dalla storia delle missioni che, nel '39, portarono
anche qui gli artigli della croce uncinata. Altrove,
lo stesso Dolcetta, fa riferimento anche ad una più
incredibile spedizione di sola andata su Marte.
Simili leggende, dall'inverosimile, lasciano spazio
alle più folli inventive, tanto biologiche quanto
astrali, che partono, rispettivamente, da Auschwitz
e dalle V2. Ciò che emerge, in sostanza, è un vivido
disegno di un' "internazionale nazista" che, nelle
contrapposizioni tra imperialismo, economie
emergenti e mondo islamico, gioca tuttora un ruolo
determinante accrescendo tensioni anche se operante
tra maturate frammentazioni. Di fondo, ma anche di
fatto, resta quel potente coagulante della
mitopoiesi, frutto della stessa mistica del nazismo.
E' Singolare che Goebbels, nel libro Das Reich, già
scriveva "la terza guerra mondiale comincerà nel
1948"; forse neppure immaginava risvolti da guerra
fredda, ma non per questo è tornata meno congeniale
nella strategia di covare tensioni regionali poi
degenerate in veri e propri nodi di crisi mondiale.
Resta la strana coincidenza tra il suicidio di
Himmler e il piano "Operazione Impensabile" respinto
da Churchill, che suggeriva un attacco contro i
Sovietici riciclando i tedeschi. Monito della
storia, ma anche epitaffio adottato dalla signora
Gertrude Herr, un verso del poeta nazista Anacker:
"Chi non si è dato per vinto non ha perso".
Nota di
Enrico Pietrangeli - 2007
* * *
Animali & animali, della giovanissima
scrittrice romana Cristina Buzzi, è un volume di
fiabe sui generis: nella migliore tradizione
"classica" del genere, l'Autrice costruisce storie
originalissime, in cui la "morale" sorge spontanea e
parla di noi, del nostro rapporto con gli animali
(spesso vittime di una crudeltà immotivata quanto
stupida) e con il mondo. Sono fiabe più per
adolescenti che per bambini, quindi, con un pubblico
ideale attorno ai 12 anni: proprio l'età in cui deve
consolidarsi l'amore per la vita e il rispetto per
essa. Impossibile non commuoversi - dando qualche
esempio - per il pinguino imperatore sperduto nei
climi troppo caldi dell'Africa, o per l'amicizia
improbabile fra il corvo Crack e il gatto King, per
la gattina abbandonata Lucky e per il cincillà
Lalla, salvato da una fine atroce.
ORDINA IL LIBRO:
http://www.puntoacapo-editrice.com/index_file/Page384.htm
CHIEDO I CERCHI di Valeria Serofilli
PuntoaCapo editrice, 2008
Nelle liriche di questo libro Valeria Serofilli
porta avanti il discorso intrapreso fin dall'inizio
della sua esplorazione dell'universo poetico, ed è
ancora l'impronta luziana a costituire un punto di
riferimento, una traiettoria, una direzione, come
già accadeva nel precedente Nel senso del verso,
(libro con audiolibro, ed. ETS, Pisa 2006).
Anche nei testi di Chiedo i cerchi (alcuni dei quali
comparsi in Nel senso del verso - Nuovo volume,
opera vincitrice dell'edizione 2008 del Premio
Gaetano Cingari) sono presenti citazioni luziane
dirette, nello specifico tratte da Su fondamenti
invisibili , ma si rileva nitida la presenza e
l'influsso dell'autore fiorentino anche nell'eco di
certe cadenze, ritmi, scansioni. Sussiste inoltre,
come si rileva dalla poesia che dà il titolo alla
raccolta, e specificamente dai versi "A te parola
non chiedo sillabe/ che squadrino ogni lato (…) A te
parola chiedo i cerchi/ del sasso nello stagno che
genera onde di pensiero", un solido richiamo
montaliano, quasi un'eco di quel pregnante "Non
chiedermi la parola" che costituisce la base e il
grado zero, la possente espressione
dell'inesprimibile, racchiusa in "Ossi di seppia".
Ma qui la Serofilli ribalta tale poetica della
negatività con un'asserzione decisa e feconda di
valori costruttivi.
Come già accadeva nella produzione precedente
dell'autrice, ci sono in questo volume anche
componimenti che si muovono in modo del tutto
autonomo, e in qualche caso perfino controcorrente
rispetto a tali orientamente e a tali ascendenze.
Nella sez. Omaggi, inoltre, il panorama si allarga,
come se la poesia dell'autrice reclamasse a sé, ai
propri temi ispiratori e alla propria gamma di suoni
e stilemi, rotte diverse, varie, affini e parallele
a diversi stati d'animo e al mutare dei tempi e dei
toni, anche interiori, che si collocano alla base
dell'atto del creare. Si allaccia quindi la
Serofilli, tramite un dialogo ideale, ad altri
autori a lei particolarmente cari che avverte vicini
per affinità elettive.
Ci sono inoltre alcune poesie particolari, in cui
un'ironia diretta, a tratti tagliente, si sposa ad
un ritmo consono a tale briosa e acuta osservazione.
E' notevole la distanza apparente tra queste
specifiche liriche ed altre, molto più classiche nel
tono e nella scansione, tipiche dell'autrice.
Tuttavia tale dicotomia, seppure evidente, non
stride, non risulta inappropriata. Seppure con forme
e strumenti diversi, è coerente e riconoscibile
l'intento di indagare sui misteri dell'esperienza e
della vita, la gioia, il dolore, la bellezza e la
minaccia dell'assurdo. L'autrice, sempre mossa da
nuovi incontri letterari e nuovi stimoli, sembra ora
cercare spazi espressivi altri, più ampi; come un
musicista che, tramite nuovi influssi, ampia la
propria gamma senza mai rinnegare il proprio mondo,
gli accordi interiori che costituiscono la sua
essenza artistica ed umana.
Marco Porta, Puttanate magistrali,
Puntoacapo Editrice, pp. 80, € 10,00
Puttanate magistrali è una svelta e divertente
raccolta di racconti brevi. L'alessadrino Marco
Porta, insegnante al giro di boa del quarant'anni,
racconta sul filo della memoria gli anni della
gioventù, segnatamente quelli passati alle Scuole
Magistrali. Il piglio goliardico bene nasconde una
venatura di malinconia nel passare in rassegna
fatti, aneddoti, ma soprattutto personaggi di quelli
che, per chiunque, sono probabilmente gli anni più
intensi e formativi ma anche divertenti e
irresponsabili.
Il lettore non potrà non immedesimarsi nel
protagonista, come non potrà non andare con la
memoria ai propri ricordi, probabilmente non
dissimili.
È un esordio maturo, quello di Marco Porta, che ci
consegna un narratore scanzonato e anarchico.
Nota di lettura di Ivano Mugnaini
a "In Duomo" di Andrea Salvini, Puntoacapo, 2008
In questo suo secondo romanzo Salvini si conferma
abile e attento osservatore: fa muovere l'occhio del
suo disincantato alter ego Franco con carrellate
hitchcockiane dai panorami ai dettagli, cogliendo
ombre e riflessi, gli spazi stranianti dei cortili
cittadini e le sagome affilate dei coltelli nascosti
dietro i cliché stritolanti della burocrazia. Un
mélange del tutto singolare tra un'impostazione
narrativa classica, e, dal canto opposto, una
moderna frammentazione delle trame e dei destini,
specchio delle angosce sociali e mentali e delle
beffe del caso, o, per dirla con Shakespeare, delle
vicissitudini che affliggono il "merito onesto
disconosciuto".
Sospesa tra Dickens e Kafka, la prosa di Salvini fa
luce sui soprusi operati da figure mediocri che si
trovano ad avere in mano poteri ottenuti per vie
traverse, e, più in generale, senza indulgere in
vane lamentazioni, ci offre la visione interna del
meccanismo cieco che schiaccia speranze, prospettive
e amori in una sorta di tragicomico Processo.
La SSIS, Scuola di Specializzazione post laurea, è
il luogo d'inizio di queste vicissitudini. E' la
prosecuzione ideale dell'Università, eppure è un
mondo nuovo, un luogo in cui appare ancora viva
l'illusione che il mondo possa ancora profumare di
cartelle, di gomme da cancellare e dei quaderni a
quadretti descritti nell'epigrafe del romanzo
tramite i versi di Valeria Serofilli, poetessa amica
e compagna di studi di Salvini. Ma quel mondo
idialliaco è lontano. Franco è costretto, episodio
dopo episodio, a prendere atto che la SSIS
rappresenta l'atto preparatorio e insieme l'incontro
non più procrastinabile con la vita vera, la fine di
un'amata Arcadia. Tuttavia, tramite la perspicacia e
la salda volontà di rendersi refrattario a facili
compromessi, Franco supera gli ostacoli che lo
separano dal traguardo della propria indipendenza,
o, almeno, della propria integrità, la capacità di
pensiero autonomo,
La prosa di Salvini si conferma in questo suo nuovo
romanzo incisiva e accattivante. Asseconda l'urgenza
di ogni lettore di andare oltre la patina esteriore
delle cose per sondare ragioni e follie, gesti
sensati e gabbie dell'assurdo. Il tutto senza mai
scordare l'impulso primo e fondamentale di ogni
narrazione: raccontare una storia che, parlando
delle eventi e dei mutamenti di un singolo uomo,
parli della vita di ciascun uomo.
ORDINA IL LIBRO:
http://www.puntoacapo-editrice.com/index_file/Page384.htm
Luca Vicari, Triade, pp. 384, puntoacapo
Editrice, Novi Ligure 2008, € 30,00 (settembre,
narrativa). ISBN 978-88-96020-11-1
Anteprima:
Randy cammina silenzioso lungo il corridoio in
pietre di una prigione, illuminato solo da qualche
torcia appesa al muro, inseguendo un piccolo uomo
che vuole liberare un potente criminale. L'evasione
avviene sotto i suoi occhi e questo è il momento di
correre dalle guardie per dare l'allarme, ma
qualcosa di imprevisto accade; mentre sta correndo,
Randy cade, si volta per osservare l'evasore che,
estratta una falce, la alza, la fa sibilare
nell'aria e… Il ragazzo si sveglia nel proprio
letto, completamente coperto di sudore; scruta
l'ambiente circostante per tranquillizzarsi, e poi
apre la finestra, dalla quale entra un'aria
frizzante che lo libera dalla paura. Qualche istante
dopo nonna Felicia, la tutrice di Randy da quando i
genitori sono morti (ormai sedici anni prima), bussa
alla porta e fa scendere il giovane per la
colazione. Dopo aver mangiato, una breve lezione e
poi entrambi escono per le vie di MagCity. Ben
presto si separano e Randy incontra i suoi due
migliori amici, Jack e Kate (anch'essi orfani e
cresciuti da due parenti, Hope e Joy). Il loro
incontro però dura solo poche ore: le tre tutrici li
raggiungono spaventate e li scortano alle rispettive
case, senza dare tempo a domande o spiegazioni.
'In soffitta troverai uno specchio, vedi di pulirlo
per bene!' gli ordina la nonna, una volta a casa. Lo
specchio è grande, la cornice finemente lavorata con
immagini tratte dalle leggende delle popolazioni che
abitavano la pianura dove ora sorge la città; in
alto, porta le parole 'Sol Luna Sidera, Tres
Potentiae contra Malum, Sol Luna Sidera, Iuncti
vincent'.
Quella sera i suoi due amici e le due tutrici
arrivano a casa del ragazzo. Mentre osservano lo
specchio in soffitta, i tre giovani sono vittime di
una strana illusione: due occhi luminosi sembrano
aleggiare alle loro spalle, ma, voltandosi, non ne
trovano traccia. Ridendo scendono al piano inferiore
per ascoltare la conversazione delle tre parenti, e
qui scoprono che la loro non era stata un'illusione:
i due occhi luminosi appartengono ad un elfo, che
ora è davanti a loro.
Nella sala da pranzo di Randy si trova il più
variegato gruppo mai visto: tre donne, tre ragazzi e
una creatura mitica. Una breve spiegazione, poi
l'elfo scompare. Felicia, Hope e Jay devono molte
spiegazioni ai ragazzi.
'Esiste un'altra dimensione, un altro pianeta,
Manta, dove gli abitanti possiedono poteri magici'
Non c'è altro tempo. I ragazzi devono fuggire perché
in pericolo: Set, il servo più fedele di un certo
Lupe, li vuole uccidere ed è arrivato alla casa.
Devono trovare un portale, che li potrà condurre
sani e salvi su Manta, e cercare un uomo di nome
Temistocles. Felicia osserva il nipote, che capisce
tutto: lo specchio, pulito quel pomeriggio, è il
portale!
Inizia così un'avventura ricca di colpi di scena,
scritta da un giovanissimo esordiente. I
protagonisti affronteranno provi e scontri sempre
più difficili, fino a scoprire la propria vera
identità e a sconfiggere definitivamente il male.
ORDINA IL LIBRO:
http://www.puntoacapo-editrice.com/index_file/Page384.htm
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Julia
Baird
IMAGINE THIS. IO E MIO FRATELLO JOHN LENNON
pp. 352 - Biografia
formato 13X20
978-88-6004-136-4
19,00 euro
Giulio Perrone Editore
http://giulioperroneditore.it/node/236
CONSIGLIATO DA...
Trovo che questo libro sia un'eccezionale
testimonianza che ci permette di conoscere la vera
storia di un mito (Federico van Stegeren, L'Olandese
Volante di RTL 102.5)
NON L'HO MAI VISTO COME UN'ICONA MONDIALE. PER ME
JOHN ERA SEMPLICEMENTE MIO FRATELLO E FACEVA PARTE
DEL NOSTRO MONDO, MIO E DI JACKIE, UN MONDO INTRISO
DI UNA PROFONDA NOSTALGIA PER NOSTRA MADRE.
Questa storia ha inizio a Liverpool. È la storia di
una famiglia e dei suoi segreti, e di un destino, il
più delle volte beffardo. John è ancora un bambino.
A soli cinque anni la zia Mimi lo strappa dalle
braccia della madre e cerca di tenerlo lontano da
quella donna che reputa immorale e inadatta.
Imagine this è la storia di un amore, tra madre e
figlio, tenero e struggente che nessuno riesce ad
ostacolare. John correrà dalla madre appena potrà.
Con lei suonerà i primi accordi, scoprirà nella
musica una passione assoluta. Avrà in quella donna e
nelle sorelline, nate da una successiva relazione,
il suo primo e appassionato pubblico. E quando tutti
sembravano convinti che di lì a poco sarebbero
diventati finalmente una vera famiglia, la morte
della madre scompaginerà quei progetti. L'impatto
che avrà su John, diciassettenne, e sulle sorelle
sarà devastante. È Julia Baird, la sorella di John,
a raccontarcelo. Nelle sue pagine appassionate e
toccanti rivivono i primi amori del fratello, la
passione per la musica che lo divora, il piccolo
gruppo messo insieme già ai tempi della scuola,
quando si suonava in bagno, in cucina, ovunque fosse
possibile. Ne viene fuori un ritratto affettuoso e
inedito, una mappa emozionale puntellata dai primi
amori di John, dal matrimonio con Cynthia, dalla
scoperta della paternità. E poi arrivano gli anni
dei Beatles, il successo planetario. John è di nuovo
lontano. Julia può ascoltare la sua voce in radio,
vederlo dallo schermo del televisore. Lo cerca
affannosamente, spesso senza risultati. Intanto, la
fine dei Beatles. Il matrimonio con Yoko Ono che lo
allontana ancora di più dalla famiglia, dalle
radici. Costruisce una nuova distanza. Non appena i
fratelli avranno deciso di ritrovarsi, il destino di
nuovo imprimerà una direzione diversa. L'8 dicembre
1980 la morte violenta di John. Un lungo racconto
biografico, la storia di un rapporto complicato e
tenace. Tutte le emozioni, le scoperte, i traumi, il
dolore e la forza necessari per diventare un genio.
Un mito. Per diventare John Lennon.
All'interno del libro è compreso un inserto di foto
inedite
Traduzione dall'inglese di Ilaria Arcà
Il libro è stato realizzato in collaborazione con
RTL 102.5
L'AUTORE
Julia Baird è nata a Liverpool nel 1947. È la figlia
di Julia, madre anche di John Lennon, e del suo
compagno Bobby. Laureata in Scienze della
Formazione, ha iniziato a lavorare come insegnante
di francese e inglese e poi, per quindici anni, si è
dedicata all'insegnamento di sostegno per
adolescenti emarginati. Julia vive con il suo
compagno Roger, ha tre figli grandi ed è appena
diventata nonna. Attualmente dirige i tour della
città organizzati dal Cavern.
* * *
NICOLETTA SANTINI
LA MUMMIONA E ALTRE STORIE
Collana Il treno dei desideri n.° 7
Prezzo Euro 10,00
ISBN 88-7418-112-4
PROSPETTIVA EDITRICE
www.prospettivaeditrice.it
L'AUTRICE
Nicoletta Santini è una pittrice surrealista e
dipinge con varie tecniche su diversi supporti per
creare una rappresentazione evocative della
relazione colore-luce.
Partecipa attivamente alla vita artistica nazionale
con mostre personali e collettive, ottenendo
riscontri critici positivi. I suoi lavori sono
presso collezioni private e pubbliche.
Altra sua passione è la scrittura che l'ha portata a
vincere diversi premi letterari come:
"Lorenzo Montano Anterem".
Ha pubblicato con la Prospettiva editrice nella
stessa collana anche il romanzo dal titolo "Le
avventure della gatta Panino-Panino" - 2002. ll
libro
Un libro di favole modernissime e dinamiche. Le
pagine scorrono con una totale libertà d'invenzione;
di tutto può succedere (e succede) alla stramba
comitiva che, sfuggita alla routine domestica, e
viene invece travolta da situazioni paradossali,
come sfuggire da un'enorme mummia appena
risvegliatasi, andare a caccia di uno spiritello da
chiudere in un vaso, salvarsi dai gatti-zombi,
dissuadere uno strano corteggiatore della gatta
Panino, per nulla propensa ad una storia d'amore. La
narrazione è quasi esclusivamente affidata alle
battute dei personaggi, con un dialogo ininterrotto
che sembra la sceneggiatura di un cartoon, e li
rende simpatici e fortemente caratterizzati. Ognuno
si esprime in modo diverso, con un suo intercalare
tipico, così che sembra di sentire le voci di questi
animali umanizzati e pieni di risorse.
Un libro per bambini, godibile anche per quegli
adulti che sanno sognare e lavorare di fantasia, che
apprezzano l'umorismo immediato e libero che
scaturisce spontaneo dall'incontro di questi strani
buffi personaggi animali-umani, con le loro
caratteristiche ed i loro tic e pose. Un libro che
si legge in un giorno o due, sorridendo di frequente
e sorprendendosi delle invenzioni e delle visioni
dell'autrice (si percepisce la sua formazione
pittorica… non a caso il libro è arricchito di
illustrazioni a colori vivaci, firmate dalla stessa
autrice).
Massimo Acciai
* * *
Di
chi è la Luna?
di Massimo Acciai
Prezzo di vendita € 12,59
Libro RACCONTI 216 pagine
http://ilmiolibro.kataweb.it/libro.asp?id=52461
Racconti dal passato, dal presente e dal futuro
Racconti fantastici.
Commenti
di italo
un´anteprima molto coinvolgente e ben scritta.
Complimenti
di salparadiso331
complimenti!!!!!!!!!!
di ghepa
la notte inquisitrice dell´anima, e poi la luna con
quella sua luce così surreale...mi piace l´inizio.lo
stile mi sembra scorrevole
di flordevidrio
un te con la mortadella
Mi piace l´immediatezza del linguaggio.L´anteprima
lascia spazio a qualsiasi evoluzione degli eventi e
spinge a proseguire la lettura, nonostante
l´antipatia che suscita il protagonista: uno che non
va al cine e che beve tè con la mortadella!!sei
molto abile.
di nemesi
COMPLIMENTI
HA L´ARTE DI INCURIOSIRE E LA TUA ANTEPRIMA LO HA
FATTO TALMENTE CHE SON ARRIVATOA PAGINA 8 IN UN
BALENO.
di elmaga
ma che bravo che sei!. complimenti...
di pensierialvento
anteprima interessante e tu scrivi molto bene.
di gvergar64
La trama sembra molto interessante e mi piace il tuo
stile. Complimenti
di Eliseo Oberti
Bel titolo e anteprima interessante.
* * *
STEFANO
PEVERATI
L'Occhio del Potere, Edizioni Bastogi
L'egittologo Carlos Martinez ha dedicato tutta la
sua vita allo studio dell'antico Egitto,
dell'astronomia e delle correlazioni tra popoli
geograficamente lontanissimi. Nel 1985, mentre
sovrintende una spedizione scientifica per il
recupero di manufatti, con gli amici Lorenzo Grilli,
esperto di religioni, e Gianni Diolaiti, esperto di
esoterismo, scopre l'esistenza di un terribile
segreto, reso inaccessibile per la sua estrema
pericolosità: una gemma dal potere enorme e
distruttivo.
Due anni dopo, mentre compie ricerche sulla gemma,
Grilli scompare con tutto il suo gruppo senza
lasciare alcuna traccia. Diolaiti, organizzata una
spedizione di soccorso, sparisce a sua volta in modo
altrettanto repentino.
Martinez scopre alcune tavolette che portano un po'
di luce sul mistero della gemma, protetta da una
setta misteriosa. I suoi studi attirano l'attenzione
di Aristotele Vassilis, miliardario a sua volta
ossessionato dalla gemma, che assume l'egittologo e
lo ospita nella sua villa di Kos con tutta la
famiglia. Sembrerebbe il paradiso di ogni studioso:
denaro a iosa per le ricerche, tranquillità,
un'isola bellissima, un datore di lavoro che è quasi
un amico. Ma Vassilis è un boss della malavita, un
uomo crudele e senza scrupoli che non si ferma
davanti a niente.
E' Elisa, la bellissima figlia di Martinez, a fare
la scoperta più importante sulla gemma: è l'Occhio
del Potere, che succhia energie dal corpo e corrompe
l'anima. Questo costerà la vita ai suoi genitori,
che tentano invano di opporsi ai folli progetti di
Vassilis, e anche alla giovane, ma non prima che sia
riuscita a gettare la documentazione nella macchina
di due turisti italiani, ignari di tutto. Ignari,
soprattutto, di quello che li aspetta: una scia di
morte che interromperà tragicamente la loro vacanza
e cambierà la loro vita per sempre.
Un thriller esoterico molto teso e con un ritmo
incalzante, tra pacifici studiosi, killer spietati e
ragazzi coinvolti in eventi troppo grandi per loro,
che collega gli Esseni e Cristo, l'Apocalisse di
Giovanni e sette segrete perse nel tempo. E al
centro, come un ragno nella sua tela, l'Occhio del
Potere, che giace nascosto in attesa che un eletto
ne risvegli la tremenda energia.
Recensione a cura della Redazione dello Specchio
Magico.
http://www.specchiomagico.net/libropeverati.htm
Stefano Peverati è nato a Ferrara il 26 Dicembre
1967 e risiede a Portomaggiore, nella provincia
della città estense. Laureato in Scienze Politiche,
da sempre opera nel campo del marketing e della
comunicazione.
Visitate il suo sito
www.stefanopeverati.com
Per comprare il libro
www.bastogi.it
* * *
Cristina
Soranzio
Tra inferno e paradiso
AndreaOppure Editore
242 pagine, € 9
La Trieste di Svevo? Dimenticatela. Sullo sfondo di
Molo Audace, Piazza Unità e i locali cittadini, si
intrecciano le vite e le parole di Stefano, Elisa e
Silvia, tre giovani che, in bilico tra inferno e
paradiso, combattono contro il loro passato. Una
storia di amore, amicizia, solitudine e paure nella
Trieste dei giorni nostri, da leggere tutto d'un
fiato.
Modalità di acquisto: in libreria e online su IBS
(www.ibs.it), Danae (www.danaelibri.it), Oppure
Editore (www.opprelibri.it/cristinasoranzio.htm) e
altre librerie online (Wuz.it, Unilibro, ecc.)
http://www.trainfernoeparadiso.it/
* * *
Titolo:
Phönix
Autore: Lanciotti Stefano
Editore: EdiGiò
Data di Pubblicazione: 2008
Collana: Le giraffe
ISBN: 8862051182
ISBN-13: 9788862051187
Pagine: 160
Reparto: Narrativa italiana
Perché un'organizzazione neonazista tedesca ha
elaborato un virus informatico in grado di
propagarsi in Rete e trasformare i computer infetti
in elementi di un'enorme elaboratore parallelo, il
più potente mai realizzato? E perché un traditore
sta creando una falla per permettere a qualcuno di
accedere dall'esterno al nuovo sistema di difesa
informatica di Israele?
Sara Kohn è una ex-agente del Mossad, che nella sua
ultima missione ha rischiato di morire ed ha perso
il compagno. Ora passa il suo tempo annegando i suoi
incubi nell'alcool e ha giurato di non impugnare mai
più un'arma. Dovrà però venire meno al suo
giuramento per salvare dalle grinfie dei neonazisti
Robert Lombardi - un professore universitario
americano in vacanza a Parigi - e suo figlio Pete,
la cui curiosità informatica lo ha portato a
infilare il naso dove non avrebbe dovuto.
L'ex-agente si troverà suo malgrado invischiata in
una storia la cui gravità sembra allargarsi a
macchia d'olio e che rischia di avere come
conclusione la cancellazione di Israele dalla mappa
geografica. Accusata di tradimento e di omicidio, si
troverà tutti contro, persino lo stesso Mossad.
In un finale adrenalinico in continua accelerazione
Sara dovrà confrontarsi con i fantasmi del suo
passato e gli orrori del presente e affrontare una
corsa contro il tempo per salvare le cose che gli
sono più care: il suo paese, il giovane Pete che è
stato rapito per ricattarla e il suo amore nascente
per Robert.
http://www.stefanolanciotti.it/
* * *
Ho gettato dio nella pattumiera
di Bruno Previstali
Racconti
EdiGio', Pavia, 2008
146 pagg.
15,50 euro
Quattro racconti veri, quattro schizzi narrativi di
lucida e cruda denuncia di alcuni dei drammi
quotidiani più inquietanti dell'esistere
contemporaneo: dalla sorta sopraffazione a danno dei
più deboli alla dannazione senza redenzione di chi
non ha voce, dal talvolta difficile compromesso
dell'essere donna alle desolanti contraddizioni
della Chiesa, dallo spettro sinistro delle sette
sataniche al confronto irriducibile fra progresso e
tradizione.
Una scrittura ispirata non già ai grandi miti dello
stile per lo stile, bensì alla naturale povertà
delle cose ed al bisogno di dar voce a verità troppo
spesso nascoste.
* * *
Un
barlume di speranza
Tiziana Iaccarino
144 pp
10,00 €
Giovane Holden Edizioni
Collana: Battitore libero
2008
Isbn: 978-88-95214-73-3
QUARTA DI COPERTINA
Sahara, 7 agosto 1967
Un piccolo velivolo precipita a poche ore dal
decollo.
Il pilota muore sul colpo, gli altri due passeggeri,
una giovane donna e il suo accompagnatore, restano
lievemente feriti ma in balia del caldo infernale
del deserto, stremati, angosciati in preda sempre
piu spesso a crisi d'ansia e depressione,
consapevoli che la fine è vicina. Giselda decide
così di scrivere un diario, facendo appello alle sue
ultime forze, nella speranza che resti traccia di
quella vita che lei stessa è venuta a cercare in
un'Africa torrida e ostile.
Intorno ai suoi ricordi si intrecciano le vicende di
Raul il fidanzato per seguire il quale ha
abbandonato la sua casa, il misterioso Nicholas
avventuriero forte e sensibile, l'enigmatico signor
D'Assav.
Sullo sfondo la caccia a un criminale pericoloso.
Un barlume di speranza è soprattutto una grande
storia d'amore, un sogno emozionante, animato da una
trascinante tensione lirica, ambientato in un
fragile Eden, troppo vicino all'Apocalisse. Narra
l'amore per un uomo, ma anche l'amore per il
deserto. E' una vicenda ricca di mistero, un mosaico
di esperienze e di sguardi sul mondo, raccontata con
la libertà dei sogni, e altrettanto intensa e
coinvolgente.
Una storia potente, commovente, tragica, suggestiva
e spirituale. Un racconto meraviglioso sulla
fragilità della vita e la perdita dell'innocenza,
sul valore dell'amicizia e sulla paura della morte,
la voglia di redenzione e l'amore per la libertà.
BIOGRAFIA
Nasce a Napoli nel 1976, ama disegnare e scrivere,
studiare, viaggiare e dare libero sfogo alla propria
innata e inesauribile creatività. Bimba prodigio, a
12 anni già realizzava ritratti di Beethoven e
Napoleone e coltivava l'idea di scrivere un romanzo.
A 18 anni inizia a frequentare l'Accademia d'Arte
Drammatica e prende parte a diverse rappresentazioni
presso i più importanti Teatri di Napoli. A 20
inizia a scrivere poesie. La sua vita è in stretto
connubio con l'Arte.
Un libro breve, che si legge tutto d'un fiato.
Appassionante, ben costruito, denso di avvenimenti
che tengono la narrazione sempre sul filo della
curiosità del lettore. Lo scenario esotico in cui è
ambientata la vicenda, lo sconfinato deserto
africano, solletica il nostro immaginario e dà quel
senso di mistero e di avventura che traspare fin
dall'incipit. L'essere umano una pedina in un gioco
molto più grande di lui, guidato da un destino
bizzarro? Al lettore trovare una risposta e gustarsi
le sorprese del finale…
Un libro da leggere, e da rileggere.
Massimo Acciai
Leggi l'intervista
all'autrice a cura di Massimo Acciai
* * *
EUROPA - EDIZIONE CONTINENTALE
di Massimo Semerano e Menotti
21,50x30, Bross., 88 pag., b/n Euro 13,00
ISBN: 978-88-87827-98-9
Ed. Black Velvet
www.blackvelveteditrice.com
La ristampa del fumetto Europa, uscito per la prima
volta nel 2003 per Black Velvet, ripropone una
storia appassionante e quanto mai contemporanea in
una nuova veste grafica e con un formato in grado di
mettere maggiormente in risalto il dettagliato
disegno.
Data d'uscita: Novembre 2008 - Attualmente in
distribuzione.
Sinossi:
Baldassarre Sangiorgi, giovane e vizioso
aristocratico extramondo, e Garrone, fedele e baldo
servitore, vengono spedti sulla Terra per un viaggio
di studio che ne dovrebbe accrescere le conoscenze
classiche. L'inganno di una donna e la follia di un
dittatore li intrappolano in una città ostile,
assediata dal Governo Unionista, costringendoli a
lottare per la propria vita. Mentre la discesa
nell'abisso della degenerazione appare sempre più
ineluttabile, molti saranno gli ostacoli che
dovranno affrontare: terroristi sanguinari, generali
traditori, carcerieri perversi, una devastante
epidemia di peste bubbonica e… il Dottor Cifra in
persona! Riuscirà la forza dell'amore a salvare i
nostri eroi dal giardino del mondo durante le ore
della sua agonia? Da Menotti e Semerano, gli autori
più intransigenti del decennio, un'opera
monumentale: EUROPA - una storia di orripilante
attualità!
GLI AUTORI
Massimo Semerano, disegnatore e sceneggiatore,
inizia nel 1986 a collaborare con varie riviste,
realizzando serie a fumetti di vario genere. Nel
1993-96 collabora con il quotidiano "Il Manifesto" e
le riviste "Mano", "Rumore", "Dinamite", "Mondo
Naif" e le statunitensi "Rubber Blanket" e "Zero
zero".
Nel 1997, una sua storia disegnata da Francesca
Ghermandi è pubblicata nell'antologia della Kitchen
Sink Press Flock of Dreamers. Ha co-scritto con Otto
Gabos una storia di Conan il barbaro per la Marvel
Italia, pubblicata in Italia, Francia e Spagna. Nel
1999 debutta il primo episodio di "Rosa di Strada",
tuttora in corso di pubblicazione. Dopo aver
concluso il volume Europa, su disegni di Menotti,
che vince il premio Micheluzzi come "miglior
sceneggiatura" nel 2004. Attualmente è impegnato per
il mercato francese con la sceneggiatura della serie
I figli del tramonto disegnata da Marco Nizzoli,
pubblicata in Francia da Les Humanoïdes Associés e
in Italia da Blak Velvet.
Menotti si avvicina al mondo del fumetto nel 1986 e
inizia a disegnare storie a fumetti e illustrazioni
per "Dolce Vita", "Il Manifesto", "La Repubblica",
"L'Espresso", "Frigidaire", "Cyborg" e "Comic Art".
Nel 1995 è il primo classificato nel concorso di
fumetto "Das Böse und der Trieb" al
Premio Interfilm di Berlino, mentre nella rassegna
Treviso Comics del 1996 vince il Premio Signor
Bonaventura come coautore di Sogni, libro a fumetti
dell'anno. Nel 1997 realizza fumetti per la rivista
musicale "Rumore", illustra L'Orribile Commedia di
Paolo Maria Veronica . Nel 1998 per XL - Boker
realizza la serie "Il gabinetto del dottor Dio" e
"Ladri di Lunarie", su testi di Otto Gabos e nel
1998 per la rivista "Blue" disegna la serie erotica
a fumetti Vinicio. Dal 1988 lavora come
sceneggiatore televisivo (Un posto al sole, Don
Luca, La Squadra, Incantesimo, Onore e Rispetto, 7
Vite) e insegna tecniche della sceneggiatura presso
l'Istituto Europeo di Design di Roma.
Link utili:
Il sito di Europa
www.europa.go.it/
Les Humanoïdes Associés
www.humano.com/user/fiche/auteurID/556
* * *
Titolo:
Malinconico Leprechaun
Autore: Patrizio Pacioni
Casa Editrice: Sampognaro e Pupi
Anno Edizione: 2008
Codice ISBN: 978-88-95760-07-0
Pagine: 104
Prezzo: Euro 10, 00
(per acquistarlo, clicca qui:
http://sampognaroepupi.it/moduloacquisti.html
L'inizio è l'Irlanda vista dal finestrino di
un'auto, o nel corso di una tranquilla passeggiata
in bicicletta: le cappe di nebbia, i "preziosi
tappeti di verde brillante" dei prati, i dolci
declivi, i piccoli cimiteri, consumati ma non
umiliati dal trascorrere dei secoli. E poi Dublino,
col suo parco e il suo centro cosmopolita e
pittoresco.
Scorci singolari, per non dire unici, che, nel
romanzo di Patrizio Pacioni (corredato dalle
suggestive tavole del disegnatore siculo-veneto
Fabio Follia) da semplici sfondi e necessarie
ambientazioni si trasformano quasi in autentici
protagonisti della vicenda d'amore e morte dei
giovani innamorati Alice e Patrick.
Una vicenda fatta di sogno, passione travolgente, ma
anche di vizi e di degrado, di crisi di astinenza
devastanti che portano all'annullamento di sé,
gradino per gradino, sempre più giù. E quando la
volontà di redimersi prima che sia troppo tardi,
istinto di sopravvivenza di un sentimento forte
prima ancora che delle due vite che in esso si
intrecciano, sembra condurre entrambi ragazzi verso
l'uscita di un tunnel buio e spaventoso, come spesso
accade è il destino a porsi di traverso in modo
cinico e beffardo.
All'inizio è l'agente Gargiulo, pittoresco ma mai
banale stereotipo del poliziotto mediterraneo, che
da fedele collaboratore del commissario e abile
"spalla" si incarica di innescare nel lettore la
curiosità di conoscere cosa abbia portato Cardona
nelle gelide brume d'Irlanda.
Poi, passo dopo passo, è lo stesso "Leone di
Monteselva" a reclamare per sé il proscenio:
osservatore sempre attento alla vita e a ciò che gli
si muove attorno, in un clima di suspense che cresce
quasi a insaputa del lettore, intuisce la morte
anche nel più idilliaco degli scenari e (dal sagace
e infaticabile segugio che si rivela anche "fuori
servizio"), ne persegue chi ne sembra responsabile.
Ed ecco che, come se non aspettasse altro, il
commissario sfodera le sue ben note capacità di
esplorazione, analisi e deduzione, cioè quelle
facoltà mentali che "costituiscono una delle più
vive fonti di piacere", i cui "risultati, ricavati
genialmente dallo spirito e dall'essenza del metodo,
hanno, in realtà, tutto l'aspetto dell'intuizione"
(da "I delitti della Rue Morgue" di E. A. Poe),
rivelando al tempo stesso un'inaspettata -e per
questo ancora più ruffiana- umanità pensosa,
sensibile e, per certi aspetti, romantica.
Realismo delle vicende umane e sociali e folklore
modernamente rivisitato si fondono con la solidità
dell'intreccio narrativo e una sotterranea ma
persistente tensione, determinando via via
l'abbandono dell'iniziale ironia e della ritmicità
del linguaggio per far posto ai toni più austeri del
romanzo.
Un percorso narrativo la cui efficace sintesi
fornisce a Marina Torossi Tevini lo spunto per un
"Elogio del romanzo breve" che, partendo da lontano,
argomenta con competenza sulla relazione che
intercorre tra la lunghezza di un'opera letteraria e
la sua validità artistica, approdando a un giudizio
di non comparabilità, ragionevole ma non scontato,
tra "miniatura" e "affresco".
E il Leprechaun del titolo?
Una presenza magica e inquietante.
Oppure, semplicemente il catalizzatore delle forze
spesso contrapposte che si intersecano e si
combattono all'interno di ciascun essere umano.
"I folletti? Forse esistono..." scrive Maria
Giovanna Luini nella sua concisa ed essenziale
prefazione.
Buoni, vendicativi, difficili da trattare,
dispettosi, rappresentano le nostre paure, il senso
medievale del peccato, dell'offesa e della
inevitabile vendetta di "chi sta sopra di noi", ma
anche l'assurdità di certe avversità, di certi
accadimenti, dispetti, scherzi malvagi del destino,
che colpiscono i buoni e non trovano una possibile
spiegazione logica, né consentono una fideistica e
rassegnata accettazione.
La capacità e la volontà di opporsi con
l'intelligenza e con la filosofia di un
"contro-scherzo" al dispetto del Leprechaun, ma
anche la capacità di un pizzico d'ottimismo creano,
in qualche caso, un sottile ma reale spiraglio per
una sempre possibile, pur se difficile, rivincita.
Simonetta De Bartolo
* * *
Recensione de Le stanze del cielo, Paolo
Ruffilli, Marsilio Editore, Venezia.
Poeta, narratore e saggista. Paolo Ruffilli è fra i
maggiori poeti italiani contemporanei. Nato a Rieti
nel 1949, ma originario di Forlì, si è laureato in
Lettere presso l'Università di Bologna. Dopo alcuni
anni dedicati all'insegnamento a Treviso, dove vive,
ha in seguito abbandonato il lavoro di docente per
dedicarsi a tempo pieno alla sua attività, in veste
di saggista, traduttore, direttore editoriale e
collaboratore di quotidiani quali "Il Resto del
Carlino", "Il Giorno" e il "Gazzettino". Accanto al
suo lavoro di critico c'è la sua produzione
letteraria, che consiste in diverse raccolte di
poesie edite per i tipi della Forum, Garzanti,
Amadeus, Vianello.
Ha pubblicato per Marsilio Editore Le stanze del
cielo nel 2008.
Le stanze sono, per Paolo Ruffilli, gli spazi
ristretti del carcere e della tossicodipendenza,
abitati da soggetti segnati da una costrizione
fisica e morale, rassegnati tutti alla perdita della
libertà. Colpisce anche in questa opera il tratto
essenziale della sua poetica, la concisione e la
verticalità del verso. Lo stile poetico di Paolo
Ruffilli segue la legge dell'inversamente
proporzionale, il meccanismo del dire con poche
parole il molto. E' l'arte del levare. Viene in
mente, appunto, l'arte di Michelangelo. Per
Michelangelo la scultura ere una pratica particolare
secondo la quale l'artista aveva il compito di
liberare dalla pietra le figure che vi sono
imprigionate, per questo egli considerava la vera
scultura quella "per via del togliere", cioè di
togliere dal blocco di pietra le schegge di marmo.
Togliendo le schegge emerge a poco a poco la figura,
l'idea che è imprigionata nella materia. Per
Michelangelo la scultura è la regina delle arti
perché è l'unica tecnica mediante la quale per
ottenere una forma bisogna togliere materia. Al
contrario nella pittura bisogna aggiungere materia.
La scelta decisa di Ruffilli è dunque per la
scultura, lascia alle proprie spalle la pittura,
l'elegia. "Nove decimi della poesia sono stati
elegiaci e fondati su questo meccanismo - dichiara
in un'intervista rilasciata a Maria Antonietta
Trupia - Per me non è più così, in quanto ciò che è
trascorso non è sentito come al di fuori, ma dentro
ciascuno di noi. Il nostro passato è, quindi, quello
che siamo. Nella mia poesia non c'è elegia perché
non c'è nostalgia del passato …. è un rapporto con
l'io profondo." Da Le stanze del cielo un piccolo
"intaglio" della felicità espressiva, originale che
pervade il libro:
Prigione
Il tavolo e la sedia,
il piccolo scaffale
con pochi libri addosso
e la finestra sul cortile
dove è in corso
già la passeggiata
d'aria regolamentare:
pochi per volta
in marcia collettiva
di mezz'ora.
….che tu respiri
e mordi,inghiotti
e digerisci,
per sopravvivere
a te stesso
sordo e muto
a tutto il resto,
allo stato attuale
delle cose,
confuso e arreso
chiuso qua dentro
rifattoti animale.
Ruffilli ci conduce dunque in due territori, quello
della prigione e quello della tossicodipendenza.
All'autore interessano tutti gli aspetti della vita
e, in particolare; quelli segnati dalla sofferenza e
dal male, il male fisico e il male di vivere , come
appare immediato dalla citazione iniziale di Mori i
Po:
" I poeti, al contrario di tutti gli altri,
sono fedeli agli uomini nella disgrazia
e non si occupano più di loro quando tutto gli va
bene:"
Questa citazione suggerisce che esistono molte
realtà, "insieme incidenti e parallele, per la cui
lettura occorre esercitarsi con cautela e con
modestia (con umanità se non con amore) oltre ogni
abbaglio dell'immediatezza." (dalla Prefazione di
Alfredo Giuliani). Sentiamo la voce piana e
ossessiva, allo stesso tempo, del "carcerato" e del
"drogato", che hanno perduto "per colpa propria o
altrui la luce" della libertà. "La voce del tossico
è ora lucidamente invasata e ora altrettanto
lucidamente disperata":
Il sogno
Ma non mi piango
addosso,
non ho mai chiesto aiuto
e so che,quando
ti sei infettato,
non ne guarisci più
anche se smetti
e pure da guarito
continui a essere malato.
Riconosco l'errore
e so nel vivo
per ogni grammo di piacere
i quintali di dolore
di vomito e di noia
che è costato,
per tanto paradiso
quanto inferno di più
ho attraversato.
Ma è stato
il mio sognare
di slegare la libertà
dai vincoli del corpo
che mi ha tradito
e incatenato
da dentro all'infinito.
Sono versi che ci fanno rabbrividire, risuona dentro
di noi come la battuta di un gong che dal piccolo
spazio della costrizione personale, ci catapulta
sull'orizzonte di pensieri generali che affiorano di
continuo nell'epoca strana, difficile che stiamo
vivendo, quella della "democrazia mite che lascia
che ciascuno si comporti come crede" (Gustavo
Zagrebelsky) e quella di un bell'insieme di
tensioni, della "anarchia degli spiriti sotto la
sovranità della legge." (Luigi Einaudi).
S'incontrano sul percorso i temi dell'incertezza,
dell'insicurezza, del rapporto tre Io e Noi, tra
folla e potere.
Si può fare ricorso a un racconto di Kafka
intitolato La tana, citato peraltro in un bel saggio
di Remo Bodei ("Democrazia senza passioni"). In
questo racconto un essere, che non si capisce bene
se umano o animale, medita sulla possibilità di
abbandonare la sicurezza della tana per esporsi alla
libertà, ma anche al pericolo dell'esterno, medita
se sia meglio mantenere la sicurezza a costo della
chiusura in se stessi oppure se sia meglio essere
liberi e rischiare. La grandezza di Kafka consiste
nel lasciare tutto nell'ambiguità: non c'è predica
che dica "andate fuori perché è meglio", ma non c'è
nemmeno la difesa della sicurezza in noi stessi.
Nella poesia/racconto di Ruffilli - la prima
risposta che viene di dare - non vi è ambiguità,
l'ago della bilancia pende dalla parte della
libertà. Ma a ben vedere, i tratti non sono così
chiari. "Il procurare il male degli altri e il
proprio, dentro l'enigma della vita, va considerato
con più dubbi e meno certezze" (Dalla Prefazione).
Come il detenuto tenta di opporsi alla totale
cancellazione della sua personalità nella
reclusione, così il drogato rifiuta di farsi
omologare dentro categorie scontate. Di fronte a
quest'uomo dallo sguardo spento.. ecco nascere e
consolidarsi un rispetto nei confronti dei
comportamenti anche più efferati, delle scelte
distruttive e suicide. "Un rispetto non da "buon
cristiano", ma di un'intelligenza sensibile che
sospende il giudizio e si sforza di conoscere fino
in fondo per capire."
Paolo Ruffilli non si erge a giudice, non divide il
bene dal male, non libera il reale dalle nebbie
dell'ambiguità, si occupa dei pensieri della gente e
di quello che le persone sono, non di quello che
fanno, pone in rapporto ciò a cui dà voce con il
contesto sociale in cui si muove e parla, dal
particolare passa all'universale. La sua voce
acquista il tono anche della poesia "civile" in un
percorso di ricerca che ha insieme i sapori forti
della vita e il ritmo di un pensiero serrato,
fasciato da una musica inconfondibile, essenziale,
libera di ogni nota ridondante, elegiaca.
Roberto Mosi
* * *
Edward
D. Malone
Ritorno al mondo perduto
Edizioni Simple - 2007 - 12,00 Euro
Doyle, padre del giallo con Holmes, nel fantastico
Mondo perduto restituisce identità alla penna di
Malone, personaggio narratore che diviene anche
autore co-protagonista. Ritorno al mondo perduto, a
suffragare questa ricostruzione, è un manoscritto
ritrovato recentemente e per il quale Stefano Berni,
il "cacciatore di libri", ha curato note e
traduzione. Qui si aprono le prospettive di un
secondo viaggio con altrettanti straordinari
particolari celati da Maple White, altopiano con
risvolti evoluzionistici devianti e a noi più
prossimi nell'icona di Jurassic park. Emerge un
tardo ottocento più propenso a risolvere la storia
nella scienza per interpretare etica e destino
dell'uomo, quello di Spencer e di Darwin che
ricorre, oltretutto, citato nel testo, ma anche una
parte di un "universo adolescenziale", così come lo
ha vissuto lo stesso Berni, di una letteratura
legata ad un immaginario collettivo dove scorrono
ancora Moby Dick e il capitano Nemo insieme a tutto
l'esotico più nostrano di Salgari. Un filone
fantastico e avventuroso caratterizzante un'epoca in
cui il mondo smise di preservare misteri nella sua
totale compenetrazione. Un'enclave come la foresta
amazzonica, nell'ambientazione, sembrerebbe già
essere l'ultima frontiera per carpirne l'estremo
segreto. Stampa e impaginazione lasciano a
desiderare, anche a causa di un carattere troppo
piccolo che ne appesantisce la lettura. Il libro,
invece, è ricco di colpi di scena, self-control ed
humour inglese della migliore tradizione. Agli
interessi filantropici e scientifici della
spedizione s'intrecciano quelli delle facili
ricchezze riposte in un bacino ricco di diamanti.
Maple White risulterà poi un luogo noto anche ad
avventurieri senza scrupoli e persino ad un artista
americano, figura del tutto integrata in una sorta
di prigione-paradiso e non così lontana dal popolare
Tarzan che, a conti fatti, dovrebbe appartenere ai
tempi.
Lord John, provetto cacciatore, e il dottor
Stapleton, entomologo, sono i compagni di viaggio
con cui Malone raggiungerà il Rio Parà. Di lì,
risalendo il fiume tra facendas ed avamposti legati
all'estrazione della gomma, giungeranno finalmente a
destinazione. Gli squilibri lasciati dalla
precedente missione affiorano subito attraverso gli
indigeni Accala ormai soggiogati dagli "uomini
scimmia" e destinati all'estinzione. Pipistrelli
giganti e feroci pterodattili sono solo un assaggio
delle prove che li aspettano, saranno ben presto
ostaggio del balordo Leroy Adams per poi liberarsene
conoscendo la più terribile delle minacce di quel
remoto luogo, quella di gigantesche mantidi evolute
a specie intelligente ed organizzata. Insieme al
pittore nonché poeta re degli alberi, riescono in
modo rocambolesco a rompere un incantesimo che li
vede eterni ostaggi, ma lui, idealista
inselvatichito, non se la sente di abbandonare quel
posto e lì preferisce perire, in una provvidenziale
lava che seppellirà tutto e tutti occultando per
sempre un mondo, a tutti gli effetti, due volte
perduto. Fuoriesce ancora un eden violato, reso
instabile dal passaggio dei pionieri, soprattutto
dall'uso di tanta dinamite sulla sopita sottile
crosta del sottostante vulcano. Stapleton,
sprezzante della sua stessa esistenza nel perseguire
la fede della scienza, non esiterà a prelevare un'ooteca
contenente le uova dei mostruosi insetti prima di
abbandonare per sempre l'empirico empireo, ragione
di una vita di ricerche. Epilogo allusivo, dove si
lascia intendere un'ulteriore storia di "baccelloni"
che si sovrappongono all'umano. Trenta esemplari
sfuggono al controllo dell'entomologo ritirato in
Cornovaglia, un bambino viene ritrovato dilaniato e
Malone naturalmente, sospeso com'è tra storia e
leggenda di questo libro, ne custodisce l'ultimo
segreto.
Nota di
Enrico Pietrangeli - 2007
* * *
Gli almanacchi meneghini della libreria Milanese
Racchiudono immagini, personaggi e la storia della
Milano che fu. Un modo insolito di scoprire la
Milano di ieri in una tipica inimitabilità stampata
su cartoncino Fedrigoni e siglata El Milanes- El
Piscinin. Sono i calendari della Libreria Milanese
di via Meravigli in vendita a 5 euro nelle edicole e
nelle librerie :veri autentici almanacchi della
tradizione, ricchi di aneddoti, curiosità , ricette,
vicende segrete e proverbi; e poi, antiche mappe,
filastrocche, preziosi indirizzi e raffigurazioni di
una vecchia-nostalgica-magica Milano satura di
umanità e ricordi.
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- "Dizionario etimologico"
- "Dizionario mitologia classica"
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