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Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a chiunque voglia
inviare testi poetici inediti, purché rispettino
i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Erika Gherardotti,
Valentina Meloni,
Manuela Léa Orita
Recensioni
In questo numero:
- "Apologia del perduto" di Lorenzo Spurio e
Massimo Acciai
- "Quando sorride il mare" di Floriana Porta,
nota di Massimo Acciai
- "Poetikanten", poesie dei Poetikanten
- "L'apostolo dell'eresia" di Iuri Lombardi
- "Fino all'ultimo respiro" di Rebecca Domino
- "Come lacrime nella pioggia" di Sofia Domino
- "La disfatta" di Salvatore Scalisi
Articoli
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AH! i versi di Esinin,
sventuratamente lessi
in un libro trovato: da giorni avevo chiuso
con il mondo e non sapevo se a tenermi
vivo fosse la passione per questo paese
logoro di ingiurie di chi detiene il potere.
Ah! quei versi non sapevano suggerirmi
dove fosse la casa del tuo asilo, del tuo
essere altrove, nel soggiorno elegante
di Istanbul, tra le palme e gli eucalipto
scombinati da una pioggia nera: ma dico il vero?
Esinin si racconta si impiccò nella stanza
d'albergo con la cinghia della valigia,
a luci spente mentre fuori la città rideva,
con la bottiglia a portata di mano tanto
per ricordare qualcuno, il volto impresso
nell'istantanea nei pressi della sera.
Questo paese non esiste più, lo vedo morire,
impotente sotto i colpi in sequenza:
hanno bruciato più generazioni e nulla resta.
Il più delle volte mi sento parte di uno stormo
di rondini nel sole tiepido di marzo, senza Idi.
Il Fiume buca la sera, e il tutto si perde nel
mentre...
accade che l'angoscia del vivere un altro mattino
mi blocca il sonno di notte e resto sveglio.
Ancora Istanbul
Iuri Lombardi
E' stato l'uomo senza le gambe,
lo sconosciuto sulla tavola di legno
a darti il bacio più bello, mai avuto;
ho il ricordo di Istanbul in bianco
e nero sotto una pioggia battente:
andavo come mio solito randagio
(in cerca d'amore)
tra le fila degli Eucalipto sul ciglio
identico della strada sfuggita sotto,
sotto il cielo sceso in terra.
Le cartoline ci furono bandite e
le botteghe serrate dal demonio:
ricordo le Bhiro che mi portasti,
la carta gialla quasi sottile,
segnate alla testa dal filo cucito;
erano infumabili!
Non potevamo leggere notizie o altro
ci precludevamo persino il sonno.
Nei viaggi spesso ci ricerchiamo;
i più belli sono quelli viaggiati
a rimorchio di un sogno proposto.
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