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Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a chiunque voglia
inviare testi poetici inediti, purché rispettino
i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Erika Gherardotti,
Valentina Meloni,
Manuela Léa Orita
Recensioni
In questo numero:
- "Apologia del perduto" di Lorenzo Spurio e
Massimo Acciai
- "Quando sorride il mare" di Floriana Porta,
nota di Massimo Acciai
- "Poetikanten", poesie dei Poetikanten
- "L'apostolo dell'eresia" di Iuri Lombardi
- "Fino all'ultimo respiro" di Rebecca Domino
- "Come lacrime nella pioggia" di Sofia Domino
- "La disfatta" di Salvatore Scalisi
Articoli
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Muore lentamente tra le acque un
bagliore:
è fuoco che si spegne all'imbrunire.
La luce indietreggia al cospetto del tempo,
s'inchina alla notte, elegante signora,
lasciando nel buio le sue lacrime lucenti:
lucciole cosmiche che danzano nel cielo.
Nell'immensa quiete crepuscolare
prendono vita i melanconici pensieri,
infinite tracce dell'umana ragione:
la loro notte calerà col nuovo giorno,
con il risveglio di spaventosi automi,
con i rumori del quotidiano incedere.
Iris
Mariano Menna
Seconda classificata al
Concorso Nazionale di poesia "Città di San Giorgio a
Cremano edizione 2013.
Servirebbe un fiore per ogni lacrima nascosta,
un futile ornamento, che però salva il sorriso
perché il colore dei petali passa su ogni viso:
cancella la tristezza per troppo in noi riposta.
Come l'amore sboccia con un sorriso assecondato,
così un bocciolo nasce grazie ai raggi del sole;
in entrambi i casi non servirebbero parole:
la magia di un attimo è silenzio incontrastato.
Iris a primavera, come un pennello sulla terra,
la natura dipinge con le dita arcobaleni,
sui prati gli innamorati si stringono sereni:
le loro labbra tornano felici a farsi guerra.
Il tempo non aspetta mai le liete conclusioni,
le stagioni passano e cancellano i colori,
ma le ore poi ritornano e con esse pure i fiori:
sbocceranno gli iris e nasceranno nuovi amori.
Dopo la battaglia
Mariano Menna
Ispirata all'opera Pulsante,
della mostra "Dopo la battaglia" dell'artista Pina
Della Rossa, esposta nel 2013 al Museo Pan
Gocce di sangue scrosciano sulla nuda terra,
come un fiume rosso in piena.
I vinti depongono i sogni assieme alle armi,
strisciano fino a rovi intricati,
aculei imbevuti della sconfitta, come frecce.
L'alba inneggia alla quiete e al silenzio.
Dopo la battaglia, il vento soffia sui cadaveri,
corpi scarniti dalla notte ingorda e dai vermi,
un cimitero abusivo sotto le stelle lucenti.
La mente va in letargo, dopo giorni di guerra,
lascia alla carne le urla nel fango.
Ritorna il sereno, crescono germogli,
il nudo si veste di verde e di frutti,
l'uomo si sveste degli inquieti tremori
e dei sospiri affannosi.
Spleen nouveau
Mariano Menna
Estraneo tra la gente, nei
boulevard chiassosi,
mimesi del nulla mescolato all'indecenza,
riverso la mia bile in questi versi rabbiosi:
saranno cancellati presto dall'indifferenza.
L'alloro e la corona per vivande e sovrani,
morta è la gloria dell'inchiostro eterno,
in questi cieli cupi svolazzano i gabbiani:
per l'albatro non c'è più spazio nel moderno.
Non potrà aprir le ali e cadrà sul fondale,
non si potrà rialzare e perciò verrà sepolto,
la vera poesia è finita con Montale,
stracciate queste nere lacrime di uno stolto.
Ritorna il mio pensiero all'uomo che Carjat
immortalò irrequieto come un diavolo afflitto.
Egli mise su carta la sua infelicità:
io scriverò già conscio di essere sconfitto.
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