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Narrativa
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi narrativi inediti,
purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
Notte di Natale di
Rossana D'Angelo
Poesia in italiano
Questa rubrica è aperta a chiunque voglia
inviare testi poetici inediti, purché rispettino
i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai
Baggiani, Andrea
Cantucci, Alessandra
Ferrari, Italo
Magnelli
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a chiunque voglia
inviare testi poetici inediti, purché rispettino
i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai
Baggiani
Recensioni
In questo numero
segnaliamo:
- "La compagnia dei viaggiatori del tempo" di
Massimo Acciai Baggiani
- "La lingvovendejo", di Massimo Acciai
Baggiani, recensione di Davide Zingone
(esperanto/italiano)
- "Esercizi di volo" di Roberto Mosi
- "Arpaïs. La memoria delle anime imperfette"
di Sabrina Ceni
- "La corte degli arlecchini / Curtea
arlechinilor" di Liliana Ugolini e Mihaela
Colin Cernitu
- "Spoiler: alla fine muoiono tutti" di
Francesco Vico
- "Sonetti d'amore" di William Shakespeare,
recensione di Emanuela Ferrari
- "La Divina Commedia 2" di Roberto De
Gregorio, recensione di Emanuela Ferrari
- "Verso il fonetismo. Evoluzione della
scrittura" Amerigo Iannacone, recensione di
Emanuela Ferrari
- "Nam Myoho Renge Kyo, la legge del fiore di
loto" Nichiren Daishonin, recensione di
Emanuela Ferrari
- "Elogio dell’ozio" di Robert Louis Stevenson,
recensione di Emanuela Ferrari
Articoli
Interviste
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In questo numero segnaliamo...
La compagnia dei
viaggiatori del tempo
Autore Massimo Acciai Baggiani
Editore ABEditore, 2017
ISBN 8865512474, 9788865512470
Lunghezza 282 pagine
Dodici
amici si riuniscono settimanalmente nei luoghi più
disparati. Si tratta di "viaggiatori del tempo";
scrittori dilettanti che esplorano il Futuro
attraverso l'immaginazione, la loro macchina del
tempo. Nei loro incontri si raccontano storie lunghe
e brevi sul tema del Tempo, dell'Eternità,
dell'Utopia. Racconti rigorosamente orali,
rielaborati e messi poi per scritto da uno dei
dodici; l'anonimo narratore, armato di registratore
e penna, che descrive anche lo svolgersi di ciascuna
delle otto serate. È una raccolta di racconti,
inseriti in una cornice narrativa (seguendo
l'esempio illustre del Decamerone), a volte
drammatici, a volte ironici, che oscillano
continuamente tra la fantascienza pura ed il
fantastico. Molti sono i rimandi ai classici del
genere fantascientifico. Ogni racconto fa da spunto
per il dibattito e commento degli altri componenti
del "simposio" e porta alla narrazione del racconto
successivo. Ai racconti, riscritti e rielaborati
dall'anonimo narratore scrittore, si alternano i
momenti conviviali ed i commenti del narratore
stesso.
[videointervista
all'autore - 8 luglio 2017]
* * *
La Lingvovendejo, di Massimo
Acciai, FEI 2016, è una raccolta di 24 racconti
scritti in Esperanto. Il libro presenta da subito
una certa omogeneità, dovuta essenzialmente al fatto
che i racconti, di lunghezza variabile da poche
righe a diverse pagine, evidenziano una serie di
caratteristiche comuni. Innanzitutto, il genere: il
fantastico. L'autore, fiorentino classe 1975, si è
laureato in Lettere nel 2001 con una tesi sulla
fantascienza, genere di cui è da sempre cultore. I
racconti, che talvolta attingono da esperienze
autobiografiche, strizzano volentieri l'occhio alla
produzione di maestri del calibro di Asimov e di
Aldous Huxley. Si nota immediatamente, poi, la
presenza costante dell'oggetto libro, inteso ora
come elemento della conoscenza, ora come scrigno che
racchiude misteri che incutono timore e curiosità al
contempo, più spesso come compagno di vita dei
personaggi, fino ad assurgere in alcuni casi a vero
protagonista delle vicende narrate. In La
Legantovendejo, per esempio, il protagonista ha
quasi un rapporto di tipo sessuale, certamente
sensuale con il libro: "Simono ege frenezis pri la
libroj. Maro da libroj, ja tiu estis la maro en kiun
li satis enprofundigi". Non sorprende, allora, la
successiva suddivisione dei libri in nuovi, e quindi
vergini, ed usati, e quindi impuri perchè impregnati
della vita del precedente possessore. E'
interessante notare che in questo racconto viene
invertito il rapporto lettore-libro: sono, infatti,
i libri a scegliere i propri lettori. Ma il vero
collante di tutta l'opera è la stessa cifra
stilistica dell'autore: attraverso la sua prosa
chiara e senza fronzoli, che fa uso di un esperanto
scorrevole e preciso, macchiato qua e là da qualche
italianismo veniale, Acciai vuole più suggerire che
raccontare, instillare dubbi più che cercare
risposte, mentre la narrazione lascia spesso spazio
alla riflessione filosofica, escatologica se si
vuole, come in La Urbo, in 2084e in Memorajoj de
evoluinta kvarmanulo. Spesso manca azione, non c'è
caratterizzazione psicologica dei personaggi: è
centrale, invece, l'occasione che permette
all'inconsueto, al fantastico di manifestarsi, come
in La autososeo o La viro kiu evitis la Morton. Il
racconto che da' il titolo all'intera raccolta,
invece, La lingvovendejo è un divertito omaggio a
tutte le lingue, naturali o pianificate, vive o
morte. Da segnalare, infine, la delicata Blua Luno,
in cui la piccola Kamila, bambina di un futuro
remoto, domanda alla madre cosa sia la Luna dopo
aver ascoltato la canzone Blue Moon, ed il buon uso
del dialogo in Vespermango kun la diablo.
Gli altri racconti, soprattutto i più brevi,
sembrano purtroppo degli sterili riempitivi: c'è
qualche buona idea che meritava un approfondimento
maggiore, come in Eraroj, ma quasi sempre danno
l'impressione di essere semplici esercitazioni di
scrittura fini a se stesse, come La kafo o La
perfekta momento, forse elucubrazioni troppo intime
per poter richiamare l'attenzione del lettore. La
loro inclusione, probabilmente, sottrae valore ad
una raccolta che, nel complesso, lascia intravedere
la stoffa di un autore che potrà regalarci opere di
ben altro spessore in futuro. Ne siamo certi.
La Lingvovendejo, de Massimo Acciai (FEI, 2016),
estas kolekto de dudek kvar rakontoj verkitaj en
Esperanto. La libro unuarigarde prezentas certan
homogenecon, esence pro la fakto, ke la rakontoj,
kies longeco varias de malmultaj linioj gis kelkaj
pagoj, esprimas serion de komunaj karakterizoj.
Antau cio, la genro fantasta. La autoro (n. Florenco,
1975) doktorigis per disertado pri sciencfikcio,
literatura genro de kiu li estas amanto ekde ciam.
La rakontoj, kiuj kelkfoje cerpas inspiron el
autobiografiaj spertoj, plezure palpebrubas al la
verkoj de gravaj majstroj kiel Isaac Asimov kaj
Aldous Huxley. Poste, oni tuj rimarkas la konstantan
ceeston de la objekto libro, jen kiel kona elemento,
jen kiel juvelujo kiu enfermas misterojn timigajn
kaj scivolem-inspirajn samtempe, plej ofte kiel
vivkunulo de la personoj, gis levigi, en kelkaj
kazoj, al la rolo de vera protagonisto de la rakonto.
En La Legantovendejo, ekzemple, la cefrolulo havas
rilaton kvazau seksan, certe voluptan kun la libro:
"Simono ege frenezis pri la libroj. Maro da libroj,
ja tiu estis la maro en kiun li satis enprofundigi".
Ne estas surprizo, pro tio, la posta subdivido de la
libroj je novaj, t.e. virgaj, kaj uzitaj, t.e.
malpuraj, car impregnitaj per la vivo de la antaua
posedanto. Rimarkindas, ke en ci tiu rakonto la
rilato leganto-libro renversigas: fakte la libroj
elektas siajn legantojn. Sed la vera gvidfadeno de
la verko estas la stila cifro de la autoro mem: per
prozo klara kaj sen kromaj ornamajoj, per Esperanto
flua kaj preciza, kelkfoje difektita de ia veniala
italismo, Acciai preferas pli sugesti ol rakonti,
pli encerbigi dubojn ol serci respondojn, dum la
rakontado donas lokon al la filozofia medito, ec
eskatologia, kiel en La Urbo, en 2084kaj en
Memorajoj de evoluinta kvarmanulo. Ofte agado mankas,
ne estas psikologia karakterizo de la personoj:
estas centra, anstataue, la okazo kiu ebligas, ke la
nekutimajoj, la eksterordinarajoj montrigu, kiel en
La autososeo au en La viro kiu evitis la Morton. La
rakonto, kiu donas la titolon al la kolekto, La
lingvovendejo, estas gaja omago al ciuj lingvoj,
naturaj au planitaj, vivantaj au mortintaj.
Rimarkindaj estas, aldone, la delikata Blua Luno, en
kiu Kamila, infanino de malproksima estonto,
demandas al sia patrino kio estas Luno, auskultinte
la kanzonon Blue Moon; kaj la lerta uzo de la
dialogoj en Vespermango kun la diablo.
La ceteraj rakontoj, precipe la plej mallongaj,
sajnas bedaurinde sterilaj kejloj: estas kelkaj
taugaj ideoj, kiuj meritis pli profundan
pritraktadon, kiel en Eraroj, sed preskau ciam oni
ricevas la impreson, ke ili estas simplaj sencelaj
ekzercigoj pri verkado, kiel en La kafo au en La
perfekta momento, eble cerbumadoj tro intimaj por
altiri la atenton de la leganto. Tiaj enmetoj
versajne deprenas valoron al kolekto, kiu entute
travidigas la kapablojn de autoro, kiu povos donaci
al ni pli lertaj beletrajoj en la estonto. Ni certas
pri tio.
Davide Zingone
* * *
William Shakespeare,
Sonetti d'amore, Stampa Alternativa, Roma 2004,
pp. 30, euro 1,00 (con traduzione di Paolo E.
Balboni)
Una breve lettura condensata in trenta pagine
dedicate ad intensi, emozionanti e, soprattutto,
profondi sonetti d'amore scritti dall'abile William
Shakespeare. Si tratta di dodici sonetti, con
traduzione a fronte, unici che catturano il lettore
per lo stile armonioso e leggiadro come in "…
ascoltate con gli occhi è il sottile ingegno
dell'amore" (sonetto XXIII) ed ancora "perché nulla
è per un l'intero, l'universo… Tranne te, la mia
Rosa: nell'universo sei tu il mio tutto" (sonetto
CIX).
Tra le righe emerge anche un vivo e dinamico legame
tra sentimenti e stagioni dove l'inverno diviene
appunto sinonimo di lontananza, mentre l'amore è
come "l'estate dell'anno che fugge!" (sonetto XCVII).
I temi intramontabili della natura umana possono,
tramite queste brevi pillole amorose, essere
"assaporati" anche da chi ha poco tempo da dedicare
alla lettura.
Emanuela Ferrari
* * *
Roberto De Gregorio, La Divina Commedia 2,
Prospettivaeditrice, Civitavecchia (Roma) 2011, pp.
115, euro 16,00 (ISBN 978-88-7418-750-8)
Un lavoro classico "condito" da ingredienti
moderni... mi riferisco al libro scritto da Roberto
De Gregorio che "prende in prestito" la Divina
Commedia dantesca per riproporla in una chiave di
lettura inedita con gli occhi della contemporaneità.
Introduce appunto personaggi che la maggior parte di
noi ricorda in quanto "protagonisti" in senso
positivo o meno della nostra realtà storica e li
inserisce nei gironi danteschi iniziando il suo
excursus nel mondo ultraterreno accompagnato
dall'autore fiorentino.
I lettori, voltando le pagine, intraprendono un
viaggio fuori dagli schemi; incontrano Marx, Engels,
Robespierre, Machiavelli… ma il posto in cui li
troviamo, tra i lussuriosi, i golosi, ecc. è davvero
il "cerchio" che li identifica o forse, nel nostro
panorama conoscitivo, meriterebbero una collocazione
più marcata per i loro peccati? Questa insieme ad
altre domande e dubbi portano il lettore a
riflettere su un nuovo modo di "leggere" la storia,
la politica e la società che l'autore, De Gregrorio,
ha saputo "catturare" nelle agili pagine del suo
lavoro letterario.
Emanuela Ferrari
* * *
Amerigo Iannacone, Verso il fonetismo.
Evoluzione della scrittura, Edizioni Eva,
Venafro (IS) 1994, pp. 45
Autore di numerosi scritti, oltre
ad essere fondatore e direttore del mensile "Il
Foglio volante - La Flugfolio", Amerigo Iannacone ha
composto un testo molto significativo sulla
scrittura che pur se - come egli stesso evidenzia
nella Nota dell'Autore - i destinatari principali
sono gli studenti di scuola media, inferiore e
superiore, lo consiglio vivamente a tutti i lettori
di ogni età e professione. Personalmente durante la
lettura ho messo a fuoco delle differenze importanti
che, forse appresi anche in ambito scolastico ma con
il passare del tempo e per i vari contenuti appresi
durante le successive formazioni a vari livelli
accademici, ho "perso" nella mia mente. In
particolare, mi riferisco al paragrafo dal titolo
"Vocali e consonanti" (pp. 16-17) e al successivo
"Dal latino all'italiano" (pp. 24-26) e… pagina dopo
pagina mi sono appassionata dell'esperanto (pp.
35-36, 39-40). Che meraviglioso viaggio è la
lettura!
Il libro, anche se datato, mantiene tutta la
freschezza e la dinamicità proprie di un
apprendimento formativo e performativo. L'abilità
dell'autore sta nel proporre il contenuto con un
linguaggio semplice e scorrevole, tanto per fornire
un "assaggio" è interessante soffermarsi sulla
definizione utilizzata per descrivere la scrittura:
"è alla base dell'evoluzione civile e morale
dell'uomo… perché consente di comunicare con persone
che sono distanti nello spazio e nel tempo…" (p. 9).
Nell'excursus della civiltà umana lo scrittore ci
conduce con mano alle prime forme di comunicazione
della nostra specie: i graffiti rupestri
identificati con il termine pittografia per poi
introdurci all'ideografia consistente in disegni
che, col tempo, assumono segni convenzionali, ed
ancora con il valore delle sillabe quali elementi
scomposti delle parole che divengono grafemi, ovvero
segni grafici, poi "approdiamo" nella dimensione
sonora con il morfema e il restante contenuto… lo
lascio scoprire a voi lettori!
Emanuela Ferrari
* * *
Nichiren Daishonin, Nam Myoho Renge Kyo, la
legge del fiore di loto, Esperia edizioni,
Milano 2012, pp. 50, euro 3,00 (ISBN
978-88-95403-57-1)
Il buddismo e le sue pratiche in pillole per il
lettore che vuole "assaggiare" per la prima volta un
insegnamento che si perde nella storia, ma che trova
numerosi adepti ed anche curiosi fino ai giorni
nostri. Scritto in modo semplice, con numerose
esegesi sulle parole per riflettere su intensità e
portata della condizione umana, questo libretto
tascabile presenta alcuni contenuti ripresi dalla
raccolta di Nichiren Daishonim.
I principi fondamentali del Buddismo sono
concentrati nella seguente frase: "nam myoho renge
kyo" che ci aiuta con la continua recitazione a
raggiungere una condizione di felicità nella nostra
quotidianità. Le origini del tutto risalgono ad un
antico insegnamento indiano.
Le parole durante la recitazione sembrano "assumere"
un suono diverso e al tempo stesso creare un'armonia
"speciale" con il mondo, ma esaminiamo con più
attenzione i termini da invocare quasi come una
preghiera e introduciamo anche i significati: "nam"
si riferisce alla devozione o riverenza, mentre "myoho"
si scompone in "myo" come meraviglia e "ho" in
legge. Si procede con "renge" che corrisponde a
fiore di loto, poi "kyo" quindi insegnamento, o
sutra, e per come procedere oltre… invito i lettori
a leggere con attenzione questo prezioso manualetto
denso di consigli pratici!
Emanuela Ferrari
* * *
Spoiler: alla fine muoiono tutti
Francesco Vico
Librido, 16 marzo 2017
ISBN 978-88-94905-04-5 (cartaceo, 10,00 euro)
(56 pp. 12,8x17cm brossura)
ISBN 978-88-94905-05-2 (eBook, 1,99 euro)
www.libridolibri.it/spoiler
Disponibile in formato eBook su tutte le principali
librerie online (Amazon inclusa), in formato
cartaceo su Amazon.it e ordinabile tramite il sito
di Associazione Culturale Librido
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poesie "divertentissime" sul fatto che una delle
poche cose sicure della vita è che a un certo punto
si muore.
Scanzonata, eclettica, fondamentalmente "strana":
una raccolta di poesia che se da un lato - a modo
suo - trae ispirazione dalla "poesia intellettuale"
di Jorge Luis Borges mescolandola con il gusto per
l'assurdo e per la critica sociale di Vonnegut,
dall'altro rappresenta un tentativo di portare la
poesia su un binario linguistico di semplicità, che
non significa necessariamente facilità o
faciloneria, bensì comprensibilità.
Un libro per riflettere su un tema - quello della
morte, della fine connaturata in ogni cosa esistente
- che da sempre affascina e spaventa, usando i temi
(social network, serie TV, bufale sul web,
riscaldamento globale, crisi) della contemporaneità.
Bio-bibliografia dell'autore
Francesco Vico nasce nell'entroterra di Savona nel
1982, dopo il diploma tecnico in elettronica e
telecomunicazioni passa a studi di filosofia prima a
Genova e poi a Bologna, senza portarli a termine.
Organizzatore di eventi culturali e spettacoli,
autore (il romanzo "Le avventure di Luchi & Striche"
nel 2012, la raccolta di racconti "Perle di saggezza
di uno scarabeo stercorario" nel 2013, la silloge
"Disturbi del sonno" nel 2015, oltre a numerose
partecipazioni in antologie di racconti e poesie e
una manciata di prefazioni a libri di altri),
fondatore e presidente di Matisklo Edizioni dal 2013
alla chiusura nel 2017, fondatore di Associazione
Culturale Librido.
Tra gli ideatori delle Raindogs Poetry Night
ospitate a cadenza bimestrale dal 2007 nel circolo
Raindogs di Savona, sue sono le
installazioni/performance "Aria di Festa" (Erli
2010), "Fontanella Imbottigliata" (Mallare 2011) e
"Generatore automatico-ecologico di realtà" (Erli,
2012).
* * *
Esercizi di volo, Europa Edizioni, romanzo
di Roberto Mosi
"Un
giorno, ne sono certo, riuscirò a volare. Mi sono
costruito due ali di tela leggera per esercitarmi,
le lego alle braccia, salgo in cima a una scala e
comincio ad agitarle, forte, sempre più forte,
chiudo gli occhi e mi getto in avanti. Le ali mi
danno slancio e la spinta attutisce l'impatto con la
terra. Ho letto tutto quello che c'era da leggere
sul tema del volo, dai primi tentativi nella storia
del'uomo, dal volo di Icaro e di Dedalo, fino alle
esperienza dei nostri giorni" ( Incipit dal Cap. I
"Giocare" )
Come celebrare la festa della follia? I protagonisti
del romanzo ce la mettono tutta per organizzare una
manifestazione all'altezza della fama delle feste
che intorno a Ferragosto si tengono fra il castello
e la stazione di Salorno, nella val d'Adige. I
protagonisti sono un po' insoliti, come i semafori
della stazione, le carcasse delle macchine del
vicino cimitero delle automobili e altri strani
personaggi, anche famosi, che arrivano da lontano.
Il convergere di tante energie, la ricerca di
emergere nella realizzazione del progetto, suscita
invidie , gelosie, spinge addirittura ad azioni
criminali - un terribile delitto - ed ancora una
volta - come accadde l'anno passato per la festa La
notte delle leggende (si veda "Non oltrepassare la
linea gialla", Europa Edizioni 2014) - deve
intervenire il commissario Renon.
Lo spettacolo della follia va comunque in scena, con
effetti mirabolanti, ispirandosi ad autori famosi,
del calibro di Erasmo da Rotterdam e Ludovico
Ariosto. La ricerca però di effetti forti, il voler
dare un'immagine troppo ravvicinata della follia,
porta ad un vero e proprio disastro finale.
Intorno a questa storia dall'impianto futurista, si
avvolge una diversa tela narrativa che parte dal
presupposto che scrivere della follia può avere un
effetto terapeutico per un personaggio particolare,
il paziente in cura dall'analista, perseguitato
dall'ossessione di volare, di gettarsi nel vuoto e
prendere a volare. Perché, suggerisce l'analista, di
mettere da parte questa ossessione e lasciarsi
andare alla scrittura, scavando nel mondo dei folli.
Questo può essere vero purché, come nel nostro caso,
non s'intromettano il dio Amore e le frecce scoccate
dal suo arco. E guarda caso, è proprio l'analista,
una splendida donna, al centro di un folle
innamoramento.
* * *
Robert Louis Stevenson, Elogio dell’ozio,
Stampa Alternativa, Roma 2004, pp. 27, euro 1,00
(ISBN 88-7226-152-X)
Ho il piacere di aver letto una vera e propria
apologia dell’ozio! Ritengo quindi doveroso
informare il pubblico di quanto possa essere
remunerativa l’attività oziosa rispetto a qualsiasi
altra professione.
Questo è il messaggio che lo scrittore Stevenson nel
suo “Elogio dell’ozio” ci vuole evidenziare
specificando anche le motivazioni – dal suo punto di
vista – plausibili e significative a difesa del “non
far nulla” che in realtà scrive: “… non è affatto il
non far nulla, ma piuttosto il fare una quantità di
cose non riconosciute dai dogmatici regolamenti
della classe dominante”.
Allora è inutile dedicarsi troppo alla lettura, che
sottrae tempo al pensiero come è altrettanto inutile
impegnare la memoria nell’apprendimento di parole
che poi dimenticheremo con facilità, ma l’ozio deve
prevalere per farci apprendere come “suonare il
violino, riconoscere un buon sigaro…” e l’autore
continua facendo assumere all’attività oziosa
sembianze e sentimenti umani, quasi personificati
oltre a connotazioni sempre più delineate che
appunto esprimono
· un forte senso di identità personale,
· disponibilità,
· conoscenza del Teorema della Piacevolezza del
vivere,
· senso di felicità.
E se tutto questo “discorso” a sostegno dell’ozio
ancora non vi convince… allora Stevenson decide di
irrigidire il tono andante nel suo libello
introducendo un monito assai sarcastico come segue:
“… la natura è così non curante di una singola vita
perché dovremmo cullarci nell’illusione che la
nostra vita sia di importanza così eccezionale?”.
Emanuela Ferrari
* * *
Arpaïs. La memoria delle anime imperfette"
di Sabrina Ceni [pdf]
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