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Libri a fumetti

Un Edgar Allan Poe come non l'avete mai visto... L'Antro dell'Orrore di Corben e Margopoulos!
Recensione di Andrea Cantucci

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Strisce di Andrea Cantucci

Un Edgar Allan Poe come non l'avete mai visto... L'Antro dell'Orrore di Corben e Margopoulos!

 

recensione di Andrea Cantucci


Rallegrò l'uccello nero ogni triste mio pensiero
con il gran tono severo del contegno che si dava;
"Pur col capo raso e corto" dissi, "non sei certo torvo,
tetro, cupo e antico Corvo, vagabondo della notte -

da Il Corvo di Edgar Allan Poe
(traduzione di Andrea Cantucci)
(1)

La maggior parte dei miei racconti furono scritti con l'intenzione di essere per metà scherzosi e per metà satirici - benché non riconoscerei del tutto, e neppure a me stesso, che questo fu il loro scopo.

Edgar Allan Poe
(da una lettera all'amico John Pendleton Kennedy)



Dei celebri "Racconti del Grottesco e dell'Arabesco" di Edgar Allan Poe esistono varie versioni a fumetti (2), tra cui spiccano quelle illustrate da artisti come Dino Battaglia, Alberto Breccia e Richard Corben (3), proprio quest'ultimo è tornato a cimentarsi con questa sfida e alle difficoltà di una simile impresa si aggiunge il fatto di aver scelto una netta maggioranza di poesie. Ben dieci brani di Poe, di cui solo due in prosa, sono infatti stati adattati a fumetti nella serie di tre numeri "Haunt of Horror: Edgar Allan Poe", prodotta dalla Marvel Comics, sceneggiata da Rich Margopoulos (alias Rick Dahl) e disegnata da Corben con raffinati toni di grigio. Si tratta di un'iniziativa a metà tra il fumetto d'autore e i tipici albi horror a episodi, diffusi negli Stati Uniti a partire dagli anni '50 e a cui è chiaramente ispirata questa miniserie (raccolta in un unico volume in edizione italiana). Il titolo fonde quelli di due di classici albi d'epoca: "The Haunt of Fear" e "The Vault of Horror", mentre il grottesco anfitrione cadaverico che introduce le storie riporta ai tipici guardiani della cripta, antesignani di quell'Uncle Creepy noto in Italia come Zio Tibia, che imbonivano il pubblico con una certa dose di humour nero, esattamente come faceva Alfred Hitchcock sui teleschermi.
La principale coincidenza che collega Edgar Allan Poe al fumetto horror, sta proprio in questo approccio ironico e scherzoso a temi tragici e terrificanti, ben presente anche nell'opera dello scrittore americano, anche se spesso trascurato e misconosciuto dalla critica e dai saggi su di lui. Nell'introduzione ad una raccolta italiana di alcuni suoi racconti umoristici (4), si mette in evidenza come il carattere di Poe, anziché cupo e introverso come vorrebbe la leggenda, alimentata dai suoi bigotti detrattori americani ma anche dai decadenti estimatori europei, fosse invece piuttosto tendente al faceto, disponibile, spiritoso e di buona compagnia e come i suoi interessi fossero molto più ampi e non limitati al genere gotico, che costituisce solo una parte della sua produzione. In realtà, neanche le difficoltà economiche e la morte della moglie avrebbero piegato il suo spirito ironico, mentre la sua tendenza ad ubriacarsi facilmente, sarebbe stata provocata da una disfunzione che non gli permetteva di reggere l'alcool e non da una cronica depressione.
Letti in una chiave più leggera e scherzosa, anche i suoi racconti del terrore, così come le poesie più inquietanti, possono assumere un aspetto diverso, di calcolata e divertita ricerca di effetti letterari, ovvero di sdrammatizzazione delle paure e delle sofferenze umane, anziché di attrazione personale verso morbosità e perversioni varie. Del resto ciò non sminuisce lo spessore delle sue opere, ma le pone anzi nella tradizione dei grandi scrittori satirici americani, come Mark Twain e Ambrose Bierce. Gli adattamenti di Corben e Margopoulos sono perfettamente in sintonia con questa interpretazione di disinvolto e disinibito umorismo macabro che, attraverso visioni antiquate, fissazioni maniacali e personalità disturbate, evoca tutto sommato la corruzione e "decomposizione" di un certo ceto borghese medio alto, chiuso nel piccolo mondo del proprio apparente benessere e incapace di dare un senso alla sua vita.
Per lo più i disegni scorrono in parallelo ai testi originali, riportati fedelmente o sintetizzati se particolarmente lunghi, ma, approfittando del fatto che nelle poesie non è tutto esplicito, gli autori non si sono attenuti alle immagini che vi si potevano associare d'istinto, visto il contesto e l'epoca in cui furono scritte. Si sono al contrario sbizzarriti prendendosi moltissime libertà e, pur senza cambiare i testi, vi hanno associato sequenze visive che ne ampliano il significato, trasformando in vere e proprie storie anche le poesie meno narrative e fornendo in generale interpretazioni abbastanza lontane da quelle classiche, anche con ambientazioni moderne.
"Il Corvo", tratto dalla più famosa poesia di Poe, è il fumetto che resta più fedele alla tradizione e si segnala per la bellezza pittorica dei disegni, ma è anche quello in cui il testo letterario è citato in modo meno diretto. C'è in più un finale a sorpresa, che svela come mai il protagonista si senta tanto perseguitato e reagisca così violentemente ("Torna dentro alla tempesta tra le rive della Notte! / Che una piuma qui non resti delle storie che hai prodotte! / Lascia intatto il mio dolore! - lascia il busto sulla porta! / stacca il becco dal mio cuore, il tuo corpo dalla porta!"), visto che il povero corvo, a parte entrargli in casa dalla finestra e gracchiar "Mai più", non gli aveva fatto proprio niente...
"La Dormiente" è una poesia che, come molte altre di Poe, ha per soggetto una giovane donna morta, appena disturbata da scherzose "auree incorporee", il tutto evocato in toni piuttosto sarcastici già nell'originale: "L'amore mio dorme! Oh, possa il suo sonno / così com'è eterno anche esser profondo / possano i vermi non roderla a fondo!" - c'è evidentemente l'intento di parodiare certe lugubri atmosfere romantiche. Nel fumetto diventa una storia di vampiri moderni ambientata in una periferia deserta e disastrata e anche la "dormiente", il cui sonno si teme non duri, è ora naturalmente una non-morta, che vaga di notte in cerca di vittime a cui succhiare il sangue.
Ne "Il Verme Conquistatore", l'omonima poesia, benché citata esplicitamente, è usata solo come spunto per una storia di fantascienza, nella migliore tradizione sociologica e satirica del genere. In una società futura reduce da una guerra contro giganteschi vermi alieni e impoverita all'estremo, non si spiega come un certo insediamento umano riesca a produrre grandi quantità di cibo. La soluzione sarà in sintonia con l'ironica morale della poesia: "Ogni angelo, alzandosi dalla sua sedia, / svela ed afferma pallido e ansante: / "L'Uomo è il titolo della tragedia / ed il suo eroe è il Verme Trionfante."" - e in effetti i vermi sono i protagonisti incontrastati di questa storia.
"Il Cuore Rivelatore", famoso racconto in prosa già riadattato più volte, viene riassunto attraverso elaborate composizioni a tutta pagina, a metà tra il fumetto e il racconto illustrato, in tutto fedeli all'originale, sia nello spirito che nei contenuti, ma con l'aggiunta di un'ulteriore sorpresa finale. L'assassino maniaco che uccide, fa a pezzi e nasconde i resti del vecchio con cui viveva, perché ossessionato dal suo occhio opaco e dal battito del suo cuore, si comporta come da copione fino all'arrivo della polizia, ma la versione disegnata prosegue, mostrandoci nell'ultima pagina cosa accadde dopo quella che era la fine della storia e ribaltando quanto Poe ci aveva fatto credere.
"Spiriti dei Morti" è una poesia priva di elementi narrativi, che tutto sommato non ha nulla di veramente terrorizzante, anche se si rivolge a qualcuno che pensa alla propria morte ("L'anima tua la solitudine assale / tra oscuri pensieri di pietra tombale"). Nel fumetto vi viene sovrapposta una storia di zombi, ambientata subito dopo la guerra di secessione americana. Il protagonista è l'unico superstite di un plotone di soldati neri, appartenenti ovviamente all'esercito nordista, che dopo la fine della guerra viene catturato dal Ku Klux Klan e sta per essere impiccato. Per sua fortuna, i suoi ex commilitoni morti, casualmente sepolti poco lontano, non sembrano essere d'accordo.
"Eulalia", una poesia romantica su una giovane sposa che non ha assolutamente niente di gotico ("Ah, brillan meno / le stelle del cielo / che i suoi occhi di giovinetta, / e neanche un fiocco / da vapori prodotto / con le tinte lunari accetta / di gareggiar con una ciocca d'Eulalia, sia pure la più imperfetta - / di stare accanto a una sua umile ciocca e degli occhi alla lucentezza."), viene trasformata in un sarcastico fumetto un po' spinto su un uomo dalla vita triste e squallida, senza assolutamente niente di romantico. Come unico sollievo, costui sta appunto aspettando l'arrivo di una certa Eulalia, che però non è esattamente quella della poesia.
"Il Lago" è una poesia d'atmosfera che suggerisce nel finale qualche tendenza al suicidio: "C'era morte in quell'acida onda, / e in quel gorgo una tomba profonda / per chi sollievo sapesse trovare / al suo isolato immaginare - " ; ma anche chi parla è probabilmente una figura immaginaria come tutti i personaggi di Poe. Benché il testo resti identico, nel fumetto tutto è completamente rielaborato in chiave attuale, col protagonista che uccide la moglie e la getta nel lago. Non è chiaro se sia il lago stesso ad ispirare il delitto, o la sua punizione, ma in ogni caso l'omicidio non risulta del tutto riuscito. Anche in questa storia, meritano di essere segnalate le stupende illustrazioni "dipinte" al computer da Corben.
"Israfel" è una poesia dedicata all'arcangelo Raffaele (Israfel in arabo), citato nel Corano come angelo dal dolcissimo canto "le cui corde del cuor sono un liuto". Il brano ispirò a Poe un inno mistico ambientato nel paradiso islamico, vicino allo stile visionario di William Blake ("la fiamma di Israfel / si espande via da quella / lira a cui canta accanto - / il vivo e tremante filo / di corde mai viste al fianco."). Il fumetto si svolge invece in un più prosaico locale notturno, dove un cantante di successo è aggredito da un invidioso rivale deciso a spedirlo all'altro mondo e spalleggiato da gorilla armati. Una violentissima sparatoria fa quindi da ironico contrappunto ai toni elevati dei versi.
"Il Giorno più Felice" è una riflessione in poesia sulle aspirazioni di successo a cui si rinuncia col tempo ("Il giorno più lieto - l'ora più lieta / il mio arido e ora vuoto cuore ha vissuta, / ogni estrema speranza di trionfare segreta, / sento che è andata perduta."). A parte un tono più cupo nel finale, anche questa in sé non avrebbe a che fare con l'horror. Il fumetto è ambientato durante una festa di ex alunni e i rimpianti del protagonista, ora uomo di mezz'età, sono i ricordi dei soprusi che un tempo subiva senza reagire. Gli tornano in mente quando rivede i prepotenti della sua adolescenza e il passato sembra ripetersi di nuovo, solo che ora gira armato e non ha più niente da perdere…
Il racconto di "Berenice", in origine è ambientato in un antico castello e il protagonista è un giovane gentiluomo ossessionato dai denti della sua bella cugina, morta prima di poterla sposare (una mania apparentemente più ridicola che spaventosa…). Il fumetto si volge invece nello squallore di una città moderna e il protagonista fa il dentista, il ché può spiegare meglio la sua ossessione. Recatosi alla polizia, confessa le perversioni morbose di cui ha fatto oggetto la cugina, riproducendo lo stile in prima persona del testo di Poe, ma con la descrizione di "giochi" più subdoli e atrocità più grottesche. Invece il finale, che dimostra ciò che il personaggio ha fatto, nella sostanza rimane molto simile.
Questi sono i dieci brani riadattati sotto il titolo di "Antro dell'Orrore", come rappresentativi della produzione più macabra di Poe, ma che in parte rielaborano in chiave violenta anche testi appartenenti a generi letterari ben diversi.
E' affascinante il modo in cui gli autori, attraverso la suddivisione dei versi in didascalie, suggeriscono un particolare ritmo di lettura delle poesie e quindi anche il ritmo con cui "leggere" i disegni. In un montaggio che procede per analogie e contrasti, gestiscono con coerenza le sovrapposizioni tra i testi e le immagini, conferendo spesso alle frasi un senso diverso ma perfettamente azzeccato, come in una sorta di coincidenze non casuali. Altrettanto notevole è la loro capacità di raccontare senza dialoghi, visto che, in sei casi su dieci, la sola "colonna sonora" delle storie è costituita appunto dai testi poetici. Lo stile grottesco di Corben poi, è in completa sintonia con il tono macabro e impietoso dei racconti disegnati. Si tratta di un grande maestro, esperto nell'uso espressionistico delle ombre e del tutto a suo agio anche con i mezzi toni qui utilizzati, un autore che, dopo aver fatto la storia del fumetto underground, riesce oggi ad esprimersi praticamente in tutti gli ambiti che il mercato fumettistico offre.
Un ulteriore pregio di questo volume, è quello di far seguire ad ogni fumetto l'originale versione letteraria che lo ha ispirato, il ché evidenzia le modifiche apportate. Nell'edizione italiana invece, si può vedere in fondo come un difetto l'aver usato per la metà dei testi delle traduzioni preesistenti, riprese dal volume dedicato a Poe dalla collana "I Meridiani" di Mondadori. Infatti né le vecchie traduzioni né quelle apparentemente realizzate ex-novo, dallo stile altrettanto antiquato, si preoccupano di mantenere le strutture ritmiche, di metrica e di rime, che in inglese sono parte integrante delle poesie di Poe e i cui toni cantilenanti possono anche essere visti come sottolineatura di un intento satirico.


Titolo: L'Antro dell'Orrore di Edgar Allan Poe
Sceneggiature e dialoghi: Rich Margopoulos
Disegni: Richard Corben
Editore: Panini Comics
Formato: 112 pag. a toni di grigio
Rilegatura: cartonata
Prezzo: € 13,00



(1) la versione integrale di questa traduzione de Il Corvo di Poe è in questo stesso sito su SDP

(2) sui molti adattamenti a fumetti dei classici dell'orrore vedere il mio articolo Fantasie gotiche e letteratura disegnata alla pagina www.comicscode.net/approfondimenti/horror/index.htm

(3) sulle varie edizioni internazionali delle opere di Richard Corben vedere il sito www.muuta.net

(4) Edgar Allan Poe, Racconti del Comico e del Grottesco, a cura di Alex R. Falzon, Sugarco Edizioni 1985


Tutti i brani delle poesie di Poe riportati nell'articolo sono stati tradotti da Andrea Cantucci.

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