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Art Nouveau : Art and Crafts
Art and Crafts non era semplicemente uno stile,
quanto piuttosto un vero sistema codificato di vita.
Anelava a mettere in atto riforme sociali, morali,
ideologiche ed estetiche che trovarono espressione
nella progettazione e nella produzione artigianale
di oggetti ornamentali. L'introduzione della
produzione in serie meccanizzata assediò il valore
delle arti decorative, dignità che Art and Crafts
cercò di restituire loro riportando l'arte nella
quotidianità. Non solo quindi arte da esporre nelle
gallerie e per un pubblico elitario, ma disponibile
ed accessibile a tutti negli oggetti funzionali e
negli accessori personali. Il movimento rifiutava la
macchina, e sottolineava quanto le imperfezioni
dovute alla mano dell'artista fossero dei pregi che
rendevano unico ed irripetibile l'oggetto. Sebbene
lo stile Art and Crafts portò un contributo
fondamentale all'Art Nouveau, questo aveva in sé
un'incongruenza di fondo che lo fece fallire: i
gioielli e gli oggetti artigianali avevano un costo
nettamente superiore a quelli industriali, e quindi
finì per perpetuare l'elitarismo che condannava
senza mai riuscire a conquistare l'ampio numero di
acquirenti a cui anelava. Riuscì però a destare
interesse per il design, e ad innalzare la
gioielleria a fianco delle arti maggiori. Oltre
all'avversione per la produzione di massa, ormai
dilagata soprattutto a causa delle industrie di
Birmingham che riversavano sul mercato quantità
enormi di gingilli nel tipico stile eclettico
vittoriano, Art and Crafts, ed in particolare Ashbee,
uno dei maggiori artisti del movimento, condannavano
l'eccessiva specializzazione nelle discipline
artistiche. Gli operai ormai si concentravano su
un'unica fase di lavorazione, mentre Ashbee
ripropose il modello cinquecentesco con la visione
globale del pezzo d'alta gioielleria, con l'artista
che doveva occuparsi della sua realizzazione
dall'idea al prodotto finito. Ispirandosi a principi
di stampo medievale e al socialismo che si rifaceva
agli scritti di Ruskin, si fondarono molte
cooperative che furono una delle caratteristiche di
spicco di Art and Crafts, la prima e più famosa
delle quali fu la Guild. Ashbee studiò i trattati di
Cellini ed iniziò gli esperimenti nella fusione a
cera persa, nella lavorazione dei metalli e nella
trafilatura. Disprezzava i banali gioielli tipici
degli anni Novanta dell'Ottocento, mentre era
attratto dal simbolismo degli oggetti e dai loro
colori e materiali. Usò ampiamente gli smalti, le
pietre cabochon e le perle barocche e scaramazze.
Tra le sue pietre favorite le ametiste ed i granati
per le tinte violente, ma anche le pietre di luna, i
turchesi e le madreperle, che combinava in giochi
cromatici che definiva mariages de convenance. I
suoi gioielli erano caratterizzati da una notevole
stilizzazione, dalla fluidità delle linee e da pochi
motivi ricorrenti come il pavone, il galeone, la
spirale. I suoi celeberrimi pavoni, che
simboleggiavano la bellezza decadente ed orgogliosa
nella natura e la tipica linea Art Nouveau, avevano
il piumaggio smorzato in una sobria combinazione di
oro, argento e perle. Il cerchio e la spirale,
simboli del pensiero e della spiritualità,
ricorrevano in spille in argento traforato e pietre
cabochon. Putroppo la corporazione Guild incontrò
innumerevoli problemi finanziari che peggiorarono
nel tempo e a cui non riuscì a far fronte e,
pressata soprattutto dalla temibile concorrenza
dell'azienda Liberty & Co, dovette chiudere in modo
definitivo nel 1907, lasciando però una
testimonianza indimenticabile del suo passaggio.
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