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IL PIU' RITROVATO DEI MONDI
PERDUTI
Ottant'anni di Atlantidi a fumetti
articolo di
Andrea Cantucci
Per ingrandire le immagini cliccarci sopra
Quello
dell'Atlantide, mito archeologico confezionato da
Platone probabilmente unendo molte fonti
d'ispirazione diverse, è tra i temi più diffusi in
letteratura, nel teatro, nel cinema e naturalmente
anche nei fumetti. Se ne trova già riferimento in
uno dei più vecchi eroi dei fumetti giapponesi, Ogon
Batto (Il Pipistrello d'Oro) (1), giustiziere
volante con tanto di mantello precursore dei
supereroi americani che, creato nel 1930 da Takeo
Nagamatsu per il teatro da strada kamishibai, viene
descritto come un principe di Atlantide
risvegliatosi dopo un lungo letargo. Nel 1939 l'Atlantide
appare anche nei fumetti italiani, nel racconto
"L'Ancella di Antinea", di Chiarelli e Coghei,
pubblicato a puntate sull'Avventuroso. L'Antinea del
titolo è un'immaginaria regina di Atlantide,
all'epoca famosa per essere apparsa in vari film, il
cui nome deriva da quello della regina Tin Hinan, da
cui sostengono di discendere i Tuareg. L'abbinamento
a dir poco azzardato tra Atlantide e il Sahara trae
le sue origini dal romanzo "L'Atlantide" del
francese Pierre Benoit, a sua volta ispirato dagli
stravaganti saggi ottocenteschi del suo connazionale
D. A. Godron.
Sempre nel 1939, un'Atlantide ancora più fantasiosa
e longeva appare nella serie a fumetti "Sub-Mariner"
di Bill Everett, pubblicata sulla collana americana
Marvel Comics. Il "navigatore sottomarino" del
titolo è l'ennesimo principe di Atlantide, qui
descritta come un regno sommerso abitato da uomini
mutanti dagli occhi di pesce e dalla pelle blu che
si sono adattati a vivere
sott'acqua.
Il principe Namor, essendo figlio di una principessa
di Atlantide e di un uomo di superficie, non solo
può respirare in entrambi i mondi, ma è dotato di
una forza sovrumana e addirittura della capacità di
volare, grazie a quattro alette alle caviglie in
stile mitologico. Tali "poteri" sono resi necessari
dalla nuova moda dei supereroi impostasi con
Superman l'anno
precedente, ma nonostante ciò il personaggio di
Namor, il cui unico costume è quello da bagno e le
cui fattezze del volto anticipano quelle di Mr.
Spock e di Diabolik, è e rimarrà nel tempo un
"supereroe" estremamente atipico, più spesso nemico
della razza umana che suo alleato e privo di tutti i
luoghi comuni del genere, come l'identità segreta o
qualunque tipo di mascheramento. Recuperato poi da
Stan Lee e Jack Kirby come antagonista dei
Fantastici Quattro, a partire
dal
n°4 della testata Fantastic Four del 1962 (2), Namor,
ora sovrano assoluto di Atlantide, vede acuirsi
sempre di più il suo risentimento verso gli uomini
di superficie, a causa delle distruzioni apportate
ad Atlantide e al mondo oceanico dagli esperimenti
irresponsabili e dall'inquinamento da essi
perpetrati. Di volta in volta presentato come eroe o
minaccia nelle sue varie apparizioni, in serie
proprie o di altri, Namor è un personaggio
psicologicamente complesso anche a causa delle
interpretazioni molto diverse, o addirittura
contraddittorie, che ne hanno dato i vari autori,
fino a quella di John Byrne del 1990 (3), che tenta
di spiegare i saltuari eccessi d'ira con dei
problemi di equilibrio ematico dovuti alla sua
natura anfibia, o al recente volume "Abysses"
(Abissi) scritto da Peter Milligan e dipinto da Esad
Ribic (4), dall'andamento di un moderno thriller
d'ambientazione sottomarina, in cui Namor svolge il
ruolo di una minaccia costante e invisibile.
Poco dopo l'esordio di Sub-Mariner, la casa editrice
concorrente, l'attuale DC Comics, nel 1941 risponde
con l'equivalente eroe sottomarino Aquaman,
anch'egli figlio di un americano e di una donna
proveniente dalle profondità marine, ideato dallo
scrittore Mort Weisinger e disegnato inizialmente da
Paul Norris, sulla collana More Fun. Personaggio
meno tormentato di Namor, Aquaman eredita dal padre
il nome di Arthur Curry e dalla madre la capacità di
respirare
sott'acqua e di comandare telepaticamente gli
animali marini. Nel 1959, nella seconda serie del
personaggio pubblicata su Adventure Comics (5), gli
autori Robert Bernstein e Ramona Fradon gli fanno
ritrovare la città sommersa di Atlantide, la cui
popolazione di uomini acquatici lo riconosce come il
proprio legittimo sovrano, in un perfetto parallelo
con Sub-Mariner. Curiosamente nello
stesso mese un'altra Atlantide, abitata questa volta
da uomini mutati in tritoni, appare sulle pagine di
Superman che, in un episodio del suo passato, si
innamora della sirena Lori Lemaris (6). Il problema
è che Superman e Aquaman appartengono allo stesso
universo narrativo e la confusione che ne deriva è
ulteriormente aggravata da almeno altre due versioni
di Atlantide nella stessa
casa
editrice, quella della serie "The Warlord" (Il
Signore della Guerra) di Mike Grell, il cui
protagonista agisce nel mondo perduto di Skartaris,
abitato da profughi di Atlantide, e quello di "Arion,
Lord of Atlantis" (Arion, Signore di Atlantide) di
Kupperberg e Duursema, del 1984, in cui un giovane
mago regna sul continente perduto millenni prima del
suo inabissamento. A tentare di
mettere ordine arriva nel 1990 la miniserie "Atlantis
Chronicles" (Le Cronache di Atlantide) di Peter
David e Esteban Maroto (7), in cui si raccordano tra
loro le varie versioni narrando attraverso i secoli
le vicende della cupola che protegge Atlantide, del
suo affondamento nell'oceano, della divisione della
sua popolazione in due colonie, una dedita a metodi
scientifici e l'altra alla magia, delle mutazioni a
cui sono sottoposti i suoi abitanti e degli antichi
contatti e influenze tra Atlantide e la superficie,
percorrendo
contemporaneamente
l'albero genealogico di Aquaman, in un susseguirsi
di intrecci sentimentali e violenze, commentati con
stili diversi dai diversi cronisti che si succedono
nel tempo.
Naturalmente, come nel caso citato di Superman,
anche molti altri famosi personaggi a fumetti hanno
avuto a che fare con Atlantide. I tre esempi più
classici sono "The Atalan Deep" (Negli Abissi dell'Atlantide),
un episodio di Mandrake del 1945 di Lee Falk e Phil
Davis (8), in cui compare forse per la prima volta
l'idea della città sottomarina protetta da una
cupola, "Juke Box ad
Atlantide", una storia di Carl Barks del 1954
(meglio nota in Italia come "Zio Paperone Pesca lo
Skirillione") (9), in cui Paperino e famiglia
incontrano degli atlantidei adattatisi gradualmente
a respirare sott'acqua divenendo simili a pesci, e
"L'Enigme de l'Atlantide" (L'Enigma di Atlantide),
episodio del 1955 delle Avventure di Blake e
Mortimer
del grande autore belga Edgar P. Jacobs (10), in cui
un'Atlantide sotterranea tecnologicamente
avanzatissima è minacciata da un vicino regno
barbarico dedito alla guerra, un'evidente metafora
dei conflitti morali posti dall'uso sconsiderato dei
progressi scientifici negli anni dell'era atomica e
della guerra fredda.
Negli anni '60 del '900, i mondi sommersi dei
fumetti, più o meno identificabili con Atlantide,
continuano a essere abitati da umanoidi acquatici,
come il piccolo tritone Toriton dai capelli verdi,
creato nel 1969 dal giapponese Osamu Tezuka, o il
simpatico Submerman creato nel 1969 sulle
pagine della rivista Pilote dai francesi Lob e
Pichard (11), protagonista di avventure poetiche e
fantasiose tratteggiate con gusto naif e ambientate
nella "Città dei Bei Fondali", dove la gente
comunica per telepatia.
Passando
alle trasposizioni a fumetti di film dedicati ad
Atlantide, troviamo nel 1961 la pubblicazione da
parte dell'editrice americana Dell, specializzata
nel genere di "Atlantis, the Lost Continent" (Atlantide,
il Continente Perduto), tratto dall'omonimo film
diretto da George Pal nello stesso anno e tratto a
sua volta da un dramma teatrale di Gerald
Heargreaves. Più di recente
non può mancare ovviamente la versione a fumetti,
pubblicata dalla Dark Horse che oggi ha sostituito
la Dell in questo settore, del film d'animazione
della Disney "Atlantis, the Lost Empire" (Atlantide,
l'Impero Perduto). E' tratta invece da un telefilm
cult del 1977 la serie a fumetti "The Man of
Atlantis" (L'Uomo di Atlantide), pubblicata dalla
Marvel nel 1978 e interrotta dopo soli
sette numeri, seguendo lo sfortunato destino della
serie televisiva, sospesa prima della fine della
stagione al 32° episodio. Il protagonista, Mark
Harris, è un uomo anfibio con tanto di mani e piedi
palmati che, "naufragato" in superficie senza
ricordare nulla del proprio passato, deve difendersi
dal
malvagio Mr. Schubert che vorrebbe manipolarlo per i
suoi scopi.
Sempre
la Marvel pubblica nel 1971 la serie fantasy "Kull
the Conqueror" (Kull il Conquistatore), scritta da
Roy Thomas, Gerry Conway e Steve Englehart e
disegnata da ottimi artisti come Wally Wood, Marie e
John Severin, Mike Ploog (12). Le storie questa
volta sono tratte o ispirate dall'omonima serie di
racconti scritti da Robert Erwin Howard, più noto
come creatore di Conan il
Barbaro, di cui Kull costituisce in pratica il primo
prototipo (13). Si tratta di un guerriero nato e
cresciuto tra le tigri in una Atlantide primordiale
e selvaggia. Costretto ad abbandonarla perché
colpevole di aver posto fine all'agonia di una
prigioniera, Kull diventa fuorilegge, gladiatore,
soldato, ufficiale e infine sovrano del vicino, e
relativamente più civile, regno di Valusia. Il suo
percorso è quasi identico a quello di Conan, ma il
fatto che ne abbia bruciato le tappe rapidamente non
permette a Howard di approfondire ognuno dei suoi
singoli ruoli, sfruttandone tutte le possibilità
narrative. A differenza di Conan, nella decina di
racconti da lui scritti su Kull, questi è
sempre in veste di re, tranne in uno. In questo e
altro gli adattamenti di Thomas prima, di Conway e
di Englehart poi, sono perfettamente fedeli ai testi
originali, mostrando le insofferenze di un re
selvaggio rispetto alle leggi "civili" del suo
regno, che si rivelano spesso ipocrite e ingiuste.
Un
conflitto questo che si ritrova anche nel film,
purtroppo meno fedele e riuscito rispetto ai
fumetti, che ne è stato tratto di recente.
Restando nel campo del fantasy, troviamo un altro
figlio selvaggio di
Atlantide
nella serie argentina Henga, realizzata nel 1974
dallo scrittore Ray Collins (pseudonimo di Eugenio
Zappietro) e dal disegnatore Juan Zanotto e nota in
Italia con il titolo "Yor il cacciatore" (14). Il
protagonista è un biondo uomo preistorico che cerca
di superare le superstizioni della sua gente e
intraprende un'esplorazione del suo mondo, andando
incontro a crescenti pericoli e misteri, fino a
raggiungere su un'isola l'ipertecnologica "città
degli dèi" solo per scoprire che è il suo stesso
paese d'origine, Atlantide, una colonia di uomini e
donne provenienti da un'altra galassia, e per
assistere al suo affondamento, rimanendone l'unico
superstite. Anche da questa storia fu tratto qualche
anno dopo un film, distribuito in Italia col titolo
"Il Mondo di Yor", mentre nei fumetti la serie
proseguì per un po' di tempo col titolo italiano "Hor
il Temerario", narrando le avventure del figlio di
Yor.
Gli
anni '80 del '900 vedono il successo dei film di
Indiana Jones e non poteva mancare una sua versione
a fumetti che ne narrasse delle nuove avventure,
pubblicata dalla solita Marvel a partire dal 1981
(15), e naturalmente tra i tanti misteri possibili
il professor Jones non poteva evitare di occuparsi
anche di Atlantide. E' però il suo collega italiano
Martin Mystère, creato nel 1982 da Alfredo Castelli
e Giancarlo Alessandrini, a fare di Atlantide uno
dei leit-motiv dell'intera serie fin dal primo
numero. Di Atlantide il protagonista ritrova
spessissimo dei reperti sparsi in ogni parte
del mondo, come la pistola a raggi paralizzanti che
usa per molto tempo nelle sue avventure, reperti
appartenenti a una civiltà molto più avanzata della
nostra, in cui magia e scienza si integrano
armonicamente, reperti regolarmente fatti scomparire
dalla setta degli Uomini in Nero, che perseguono il
mantenimento dello status quo attraverso la difesa
della storia ufficiale come
è stata scritta dalle classi al potere, ma degli
stessi reperti si appropria spesso anche il governo
statunitense, custodendoli in una base denominata in
codice Altrove, dove li studia per impadronirsi
della loro tecnologia per i propri scopi, scopi non
sempre eticamente ammissibili in pubblico. Il fatto
che Atlantide si sia distrutta millenni prima in una
guerra totale contro Mu (l'altro mitico continente
che alcuni immaginano essere esistito nel Pacifico)
non sembra ispirare alcuno scrupolo in nessuno di
questi gruppi di potere. A proposito di Martin
Mystère, va segnalata anche la piccola ma ampia e
documentatissima "Guida di Atlantide", a cura dello
stesso Alfredo Castelli, pubblicata nel 1986 come n°
3 del Dizionario dei Misteri allegato a Martin
Mystère Special. Vi si elencano ogni sorta di
stravaganti teorie "serie" e opere di fiction di
tutti i generi dedicate al continente scomparso.
Venendo
a questi ultimi anni, tra il 2007 e il 2008 è stata
pubblicata dall'editrice statunitense Platinum la
miniserie in cinque numeri "Atlantis Rising",
scritta da Scott O. Brown e disegnata da Tim Irwin e
Andy Elder, in cui l'Atlantide risorge dall'oceano e
i suoi abitanti, evidentemente anfibi, dichiarano
guerra al mondo di superficie dopo averne subito e
sopportato l'inquinamento per anni. Come idea di
base non c'è in fondo niente di nuovo rispetto alle
vecchie storie con Sub-Mariner, se non la
possibilità di sviluppare tale soggetto in modo più
libero, senza dover sottostare a certi ingenui
luoghi comuni supereroistici. Fatto sta che la serie
è stata anche opzionata per trarne un film.
Del 2009 è invece il volume umoristico "Atlantis, O'Sir
Principessa Shardana", forse il primo di una serie,
in cui l'italiano Enzo Marciante, specializzato in
parodie a fumetti di personaggi storici, ispirandosi
a una recente teoria che identifica Atlantide con la
Sardegna, confeziona una plausibile ricostruzione
della rivalità e del conflitto che a quanto pare in
epoche antichissime contrapposero la civiltà
nuragica e quella egizia per la supremazia nel
Mediterraneo, prima che un grande tsunami ponesse
fine al potere degli Shardana, o Sardi che dir si
voglia.
Ma alla fine perché quest'idea di Atlantide ha avuto
tanto successo, fino a essere reinterpretata in così
tanti modi, e non accenna ancora a esser messa da
parte? Forse perché è una buona metafora del nostro
stesso inconscio, forse perché, per citare la
miniserie "Books of Magic" di Neil Gaiman, "La vera
Atlantide è dentro di te, com'è in tutti noi. La
terra sommersa è perduta nel mare oscuro, perduta
sotto le onde di storie nere e miti che si
infrangono sui lidi della nostra mente." (16)
Note:
1) Ogon Batto è apparso in Italia nella versione a
cartoni animati, ribattezzato col nome di Fantaman,
e nella versione cinematografica, col nome di
Diavolik.
2) Fantastic Four n° 4 è stato pubblicato in Italia
dall'Editoriale Corno su "I Fantastici Quattro" n° 3
del 1971 e ristampato su "I Fantastici Quattro
Gigante" n° 2 del 1978; altre edizioni della stessa
storia sono apparse su "Grandi Eroi Marvel" volume
1, Comic Art 1990, e "Fantastici Quattro Classic" n°
1, Marvel Italia 1996.
3) La serie "Namor" di John Byrne è stata pubblicata
in Italia da Playpress sul mensile omonimo dal 1990.
4) "Abissi" di Milligan e Ribic è stato appena
pubblicato in Italia da Panini Comics direttamente
in volume cartonato.
5) Varie storie della seconda serie di Aquaman sono
state pubblicate in Italia negli anni '70 del '900
in appendice a Flash delle Edizioni Williams e a
Wonder Woman dell'Editrice Cenisio.
6) L'episodio "The Girl in Superman's Past" (La
Ragazza nel Passato di Superman), apparso negli USA
su Superman n° 129 del maggio 1959, è stato
pubblicato in Itralia su "Le più Grandi Storie di
Superman mai Raccontate" n°1, Playpress 1994.
7) "Le Cronache di Atlantide" di David e Maroto è
stato pubblicato in Italia dalla Playpress in due
volumi, sul n° 33 e 34 della collana Playbook del
1993.
8) "Negli Abissi dell'Atlantide" di Falk e Davis è
stato pubblicato in Italia da Comic Art in edizione
amatoriale e su "Mandrake Speciale Estate" n°1 del
1993, dalla De Agostini su "La Grande Avventura dei
Fumetti" n°2 del 1989 e dal gruppo
Repubblica-Espresso su "I Classici del fumetto di
Repubblica Serie Oro" n° 12 del 2004.
9) Tra le edizioni italiane di "Juke Box ad
Atlantide", uscita negli USA su "Uncle Scrooge" n°5,
si segnala per fedeltà grafica quella di Zio
Paperone n°2, Mondadori 1988.
10) "L'Enigma di Atlantide" di Edgar P. Jacobs,
uscito in Belgio a puntate sulla rivista Tintin, è
stato pubblicato in Italia da Mondadori nel 1967 su
"Classici dell'Audacia" n°39, dalle Edizioni Gandus
nel 1981 e da Comic Art nel 1988 su "Grandi Eroi"
n°21.
11) Avventure di Submerman sono state pubblicate in
Italia da Mondadori sul tascabile "Superalbo
Audacia" tra il 1969 e il 1970.
12) La prima serie di "Kull il Conquistatore" è
stata pubblicata in Italia dall'Editoriale Corno tra
il 1974 e il 1976 in appendice a "Il Mitico Thor" e
a "Conan & Ka-Zar". Una seconda serie, uscita negli
USA nel 1983, è stata pubblicata in Italia in
appendice a "Conan il Barbaro" della Marvel Italia
nel 1994.
13) Tutti i racconti letterari di Kull di Robert E.
Howard sono stati raccolti in italiano dalla
Editrice Nord nel volume "Kull di Valusia" del 1975,
ristampato nei Tascabili Nord nel 1993, e sono
compresi anche nel quinto volume di "Howard, Tutti i
Cicli Fantastici", Newton Compton 1995.
14) La serie "Yor il Cacciatore" di Collins e
Zanotto è stata pubblicata in Italia a puntate sulla
rivista Lanciostory nel 1975, raccolta in volume
dall'Eura Editoriale nel 1978 e poi in album
cartonato su Euracomix n° 11 del 1989.
15) La serie "Le Avventure di Indiana Jones" è stata
pubblicata in Italia da Sergio Bonelli Editore negli
anni '80 del '900.
16) da "Books of Magic" n°1 del 1990, testi di Neil
Gaiman e disegni di John Bolton, prima edizione
italiana su "DC Comics presenta" n° 12, Comic Art
1994, ristampato in volume da Magic Press.
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