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Un seminario teatrale per essere parlati


 

Alessandro Rizzo


Io non parlo sono parlato. Una frase lapidaria ed essenziale come essenziale la filosofia teatrale e recitativa che viene proposta da Igor Loddo, attore di teatro sperimentale, cofondatore delle Scimmie Nude, collaboratore da anni con il Teatro della Scala. Stiamo parlando del seminario che si è tenuto una settimana intera, dal 2 all'8 agosto, nella graziosa e paradisiaca coreografia naturale dell'Oasi Battifoglia, agriturismo di alta qualità culinaria e dall'ospitalità familiare dei tenutari. Poter fare teatro di qualità non è questione elitaria: il teatro nasce dalla corporeità, dalla fisicità che noi tutte e tutti possiamo trovare nella nostra espressività umana. Igor ha tenuto lezioni, 6 ore minimo al giorno, a persone di diversa estrazione culturale, con o senza, come il sottoscritto, che ha attestato l'alta validità e l'alto coinvolgimento dell'esperienza, percorsi teatrali pregressi: dilettanti, profani, professionisti e neofiti si sono contaminati, trasferendosi reciprocamente saperi e conoscenze, ma anche sensazioni ed emozioni, in un gioco teatrale. E tutte e tutti sono riusciti come scultori, grazie alla magistrale capacità del trainer Igor, a trovare la forma dell'arte in un primitivo pezzo di marmo, come scriveva il Vasari riguardo ai più grandi artisti italiani. Per fare teatro bisogna disimparare diceva Grotowsky ed è proprio questo che ha caratterizzato la didattica di Igor, molto individualizzata alle caratteristiche e alle dinamiche comportamentali dei singoli partecipanti al seminario. Nessun obiettivo generale era prefissato e stabilito, nessun spirito competitivo conseguente è stato indotto: ognuna e ognuno ha potuto liberare e liberarsi da alcune costrizioni comportamentali per conoscersi, per conoscere. Le parole ci fottono, asseriva Carmelo Bene, ed è per questo che tramite l'astrazione e la capacità di ascoltare l'ambiente che ci circonda, interpretando i silenzi, accogliendo i rumori, registrando gli spazi e la loro conformazione che si è riusciti a entrare in sintonia con una primitività dell'essere, con la ricerca di un significante che diventa significato nella gestualità, nella mimica facciale ed espressiva. La neutralità è il primo stadio di un lungo training fisico che apporta una ricerca approfondita e puntuale sull'essenza dell'ente. Niente è ontologico, sia chiaro, come sottolineava lo stesso Carmelo Bene, così come nessun esercizio voleva essere sostitutivo di chissà quale metodo psicologico di introspezione. Il teatro non è terapia di gruppo, ma è essenzialmente conoscenza. La coralità che si è instaurata in uno dei primi esercizi era il passaggio essenziale e principale per poter destrutturare le nostre intime rigidità e inibizioni fisiche per dare inizio a un percorso che vede l'attore esserci, stare nell'ambiente, pronto a essere parlato, pronto a interpretare senza filtri e senza mediazioni l'essenza del carattere del personaggio che si vuole raggiungere. Un monologo è stato assegnato ai partecipanti da inscenarsi l'ultimo pomeriggio della lunga settimana di crescita individuale e collettiva: ognuno doveva individualmente adattare il proprio personaggio a una rappresentazione scenica che fosse rappresentativa dei diversi particolari psicologici e comportamentali del protagonista, comparando quest'ultimo a un animale, oppure pantomimandolo, oppure, infine, dando ad esso un'astratta configurazione geometrica, un colore, un suono. Si è lavorato molto sulla fonetica, sulla vocalità, l'esercizio liberatorio delle modulazioni dei suoni che possiamo emettere, partendo da noi stessi, come persona, vocabolo che significa etimologicamente maschera che ripercuote nell'ambite la propria esistenza.
Sempre Carmelo Bene sosteneva che lui si occupava solo dei significanti, lasciando i significati ai significati: ogni gestualità e ogni mimica riscopre e inventa quelle forme artistiche che prefigurano un "talento che circola in modo naturale, come il sangue" e a cui occorre solamente "rimuovere il grumo che lo ostruisce", scriveva Donnellan. Ed è per questo che Io non parlo sono parlato non è stato un percorso didattico o puramente accademico: Igor Loddo ha saputo interpretare la funzione di facilitatore, ossia di una guida in un percorso, certamente ostico, spesso difficile, impegnativo, che stimolasse le corde intime di un io pronto a recepire e a esprimere, a esprimersi.
Nella presentazione del seminario, il secondo dato che anche l'anno scorso nello stesso luogo si è tenuto, è scritto chiaramente che "verrà studiato un percorso personale dove tutti i partecipanti potranno confrontarsi con i propri limiti ed esplorare le proprie possibilità": l'esplorazione è avvenuta con grande forza incisiva creando maggiore unità in un gruppo di persone molte delle quali non si conoscevano. Questo è indice di come il non parlare ma essere parlati sia stato l'inizio di un esperimento che ha reso fertile la nostra concezione dell'altro e dello spazio, interpretando nuovi linguaggi ed emancipando sensazioni ed emozioni che sono scritte nel linguaggio parlato ed espressivo. Per conoscere maggiormente l'attività della compagnia teatrale Scimmie Nude occorre solamente accedere al sito www.scimmienude.com e potrete avere notizie dettagliate sulle iniziative, le produzioni, i corsi che vengono promossi durante l'anno e sui fondatori, Francesca Audisio, che ne è la presidenta ed è stata colei che ha insignito alla fine del seminario di un'ottima bottiglia di succo di alloro colui che ha cercato di andare maggiormente oltre i propri limiti, assegnando a ciascuno una menzione particolare, e Gaddo Bagnoli, un ottimo e conosciuto regista teatrale.

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