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Miti mutanti 8
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Un seminario teatrale per essere
parlati
Io non parlo sono parlato. Una
frase lapidaria ed essenziale come essenziale la
filosofia teatrale e recitativa che viene proposta
da Igor Loddo, attore di teatro sperimentale,
cofondatore delle Scimmie Nude, collaboratore da
anni con il Teatro della Scala. Stiamo parlando del
seminario che si è tenuto una settimana intera, dal
2 all'8 agosto, nella graziosa e paradisiaca
coreografia naturale dell'Oasi Battifoglia,
agriturismo di alta qualità culinaria e
dall'ospitalità familiare dei tenutari. Poter fare
teatro di qualità non è questione elitaria: il
teatro nasce dalla corporeità, dalla fisicità che
noi tutte e tutti possiamo trovare nella nostra
espressività umana. Igor ha tenuto lezioni, 6 ore
minimo al giorno, a persone di diversa estrazione
culturale, con o senza, come il sottoscritto, che ha
attestato l'alta validità e l'alto coinvolgimento
dell'esperienza, percorsi teatrali pregressi:
dilettanti, profani, professionisti e neofiti si
sono contaminati, trasferendosi reciprocamente
saperi e conoscenze, ma anche sensazioni ed
emozioni, in un gioco teatrale. E tutte e tutti sono
riusciti come scultori, grazie alla magistrale
capacità del trainer Igor, a trovare la forma
dell'arte in un primitivo pezzo di marmo, come
scriveva il Vasari riguardo ai più grandi artisti
italiani. Per fare teatro bisogna disimparare diceva
Grotowsky ed è proprio questo che ha caratterizzato
la didattica di Igor, molto individualizzata alle
caratteristiche e alle dinamiche comportamentali dei
singoli partecipanti al seminario. Nessun obiettivo
generale era prefissato e stabilito, nessun spirito
competitivo conseguente è stato indotto: ognuna e
ognuno ha potuto liberare e liberarsi da alcune
costrizioni comportamentali per conoscersi, per
conoscere. Le parole ci fottono, asseriva Carmelo
Bene, ed è per questo che tramite l'astrazione e la
capacità di ascoltare l'ambiente che ci circonda,
interpretando i silenzi, accogliendo i rumori,
registrando gli spazi e la loro conformazione che si
è riusciti a entrare in sintonia con una primitività
dell'essere, con la ricerca di un significante che
diventa significato nella gestualità, nella mimica
facciale ed espressiva. La neutralità è il primo
stadio di un lungo training fisico che apporta una
ricerca approfondita e puntuale sull'essenza
dell'ente. Niente è ontologico, sia chiaro, come
sottolineava lo stesso Carmelo Bene, così come
nessun esercizio voleva essere sostitutivo di chissà
quale metodo psicologico di introspezione. Il teatro
non è terapia di gruppo, ma è essenzialmente
conoscenza. La coralità che si è instaurata in uno
dei primi esercizi era il passaggio essenziale e
principale per poter destrutturare le nostre intime
rigidità e inibizioni fisiche per dare inizio a un
percorso che vede l'attore esserci, stare
nell'ambiente, pronto a essere parlato, pronto a
interpretare senza filtri e senza mediazioni
l'essenza del carattere del personaggio che si vuole
raggiungere. Un monologo è stato assegnato ai
partecipanti da inscenarsi l'ultimo pomeriggio della
lunga settimana di crescita individuale e
collettiva: ognuno doveva individualmente adattare
il proprio personaggio a una rappresentazione
scenica che fosse rappresentativa dei diversi
particolari psicologici e comportamentali del
protagonista, comparando quest'ultimo a un animale,
oppure pantomimandolo, oppure, infine, dando ad esso
un'astratta configurazione geometrica, un colore, un
suono. Si è lavorato molto sulla fonetica, sulla
vocalità, l'esercizio liberatorio delle modulazioni
dei suoni che possiamo emettere, partendo da noi
stessi, come persona, vocabolo che significa
etimologicamente maschera che ripercuote nell'ambite
la propria esistenza.
Sempre Carmelo Bene sosteneva che lui si occupava
solo dei significanti, lasciando i significati ai
significati: ogni gestualità e ogni mimica riscopre
e inventa quelle forme artistiche che prefigurano un
"talento che circola in modo naturale, come il
sangue" e a cui occorre solamente "rimuovere il
grumo che lo ostruisce", scriveva Donnellan. Ed è
per questo che Io non parlo sono parlato non è stato
un percorso didattico o puramente accademico: Igor
Loddo ha saputo interpretare la funzione di
facilitatore, ossia di una guida in un percorso,
certamente ostico, spesso difficile, impegnativo,
che stimolasse le corde intime di un io pronto a
recepire e a esprimere, a esprimersi.
Nella presentazione del seminario, il secondo dato
che anche l'anno scorso nello stesso luogo si è
tenuto, è scritto chiaramente che "verrà studiato un
percorso personale dove tutti i partecipanti
potranno confrontarsi con i propri limiti ed
esplorare le proprie possibilità": l'esplorazione è
avvenuta con grande forza incisiva creando maggiore
unità in un gruppo di persone molte delle quali non
si conoscevano. Questo è indice di come il non
parlare ma essere parlati sia stato l'inizio di un
esperimento che ha reso fertile la nostra concezione
dell'altro e dello spazio, interpretando nuovi
linguaggi ed emancipando sensazioni ed emozioni che
sono scritte nel linguaggio parlato ed espressivo.
Per conoscere maggiormente l'attività della
compagnia teatrale Scimmie Nude occorre solamente
accedere al sito www.scimmienude.com e potrete avere
notizie dettagliate sulle iniziative, le produzioni,
i corsi che vengono promossi durante l'anno e sui
fondatori, Francesca Audisio, che ne è la presidenta
ed è stata colei che ha insignito alla fine del
seminario di un'ottima bottiglia di succo di alloro
colui che ha cercato di andare maggiormente oltre i
propri limiti, assegnando a ciascuno una menzione
particolare, e Gaddo Bagnoli, un ottimo e conosciuto
regista teatrale.
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