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Miti mutanti 8
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Intervista a Simone Ziffer
Un giovane artista di Milano,
che viene da Padova, si esprime con la pittura, in
quanto come lui stesso dice è la forma che
maggiormente permette a lui di esprimere le sue
emozioni, sensazioni, sentimenti. L'ombra diventa
esplorazione della persona, dei suoi lati nascosti.
Un progetto prosegue attivamente sulla beat
generation: da una poesia, sostiene Simone Ziffer,
possono scaturire molte immagini da catturare.
1.
Simone, come è nata questa tua passione artistica?
E' stata una soluzione. Le ragazze amano le
ricorrenze. Non sapendo cosa regalare ho pensato,
una volta, di dipingere qualcosa. E' stata una
soluzione al regalo, ma anche un momento per
sfogarmi, un momento tutto per me. Completamente
mio. Nessuno riesce a distogliermi mentre dipingo, e
a portarmi via.
2. La pittura è stata una soluzione ma per te
attualmente è anche?
Un'evoluzione emotiva ed esplicativa. Non riuscivo
mai a spiegarmi a parole. Ogni quadro lo sento come
mio, è come uno specchio. La pittura è stata la
forma più giusta per comunicare, provando
inizialmente in modo dilettantistico anche a
suonare. Ma il suono e altre forme non mi davano
soddisfazioni se non come è successo invece con la
pittura.
3. Hai un tuo stile preciso di
appartenenza?
L'utilizzo dell'ombra come metodo di
rappresentazione. Esplorare l'ombra e rappresentarla
è un modo attraverso il quale sento la pittura più
mia. L'esplorazione dell'ombra equivale
all'esplorazione dei lati nascosti di una persona.
4.
Che cosa ti ispira in particolare, vedendo in
specifico come da una poesia spesso tu ricavi un
quadro?
La poesia crea un'immagine. Ti lascia più libero di
immaginare: fermo l'immagine, ne leggo i dettagli e
la butto giù subito. Se rileggo la poesia
nell'immediato l'immagine rimane la stessa. Dopo
tanto tempo, invece, è diversa. La musica anche mi
ispira. L'espressione di una persona mi comunica
spesso ciò che vive. Guardando i film è raro avere
delle immagini, solo il noir mi sollecita qualcosa
grazie alle ambientazioni, ossia luoghi dove ti puoi
muovere e reagire a qualcosa.
5. Le tue opere rappresentano maggiormente
introspezioni psicologiche?
Mi dicono spesso che non si sa mai cosa io pensi
veramente, ma la pittura mi da la possibilità di
poter esternare.
6.
Perchè ora ti ispiri alla Beat Generation?
Perchè è uno dei movimenti che ha dato voce al
piacere nella vita. Questi piaceri, oggi, sono
presenti molto tra i giovani. E' un movimento che si
è legato molto al nostro modo di essere e di vivere.
7. Hai avuto modifiche e passaggi di stili nella
tua produzione?
Sarei felice di sperimentare nuove realtà, stili,
esperimenti. Il tridimensionale, per esempio, mi
interessa.
8. Quali sono i pittori a cui ti rifai
maggiormente?
Per il mio sviluppo direi che grande influenza è
stata esercitata su di me da Andy Warroll per lo
stile e non per le forme. Per il alto onirico mi
riferisco molto a Dalì e a Magritt. La cosa perfetta
sarebbe una loro convergenza. Per le forme e le
linee passo di più all'architettura con Gaudì per la
capacità di trasformare la linea mantenendo la sua
funzione inalterata.
9. Tuo fratello si trova in diverse tue opere: è
un tuo modello preferito, perchè?
E' attore in potenza e prenderei lui per fare
qualcosa adattandolo alle mie idee nell'aspetto. Lo
sceglierei comunque anche se non fosse mio fratello,
scelta maggiormente dettata per comodità.
10. Ti interesserebbe dedicarti anche alla
fotografia?
E' una presa della realtà per così come è senza
troppe elaborazioni personali, ma con
un'esagerazione del carpe diem. Cogli l'attimo per
la foto, mentre se lo fai dopo non è più quella
foto. Preferisco quindi ridipingere il momento
cambiando qualche dettaglio e fare trasmettere quel
che voglio l'immagine trasmetta alle stesso tempo.
L'artista trasforma il dettaglio per come lo vede
lui, non solo per com'è oggettivamente.
11. L'arte cos'è secondo te e come la vivi?
Uno sfogo, un'interpretazione, un'esposizione dei
miei colori e un'espressione di me stesso.
12. I tuoi progetti futuri possiamo anticiparli?
Finirò con la Beat, poi cercherò di fare qualcosa
sulle fantasie infantili, mantenendo l'utilizzo
dell'ombra come stile, ma caricandone i colori. La
fantasia del bambino è passeggera e deve essere
rappresentata con un colore che, per esempio, coli
sulla tela per pochi attimi lasciando il posto alle
fantasie più prossime. Ci si ricordano le fantasie
di quando eri bambino, ma, col passare del tempo,
non come fantasie proprie, bensì come fantasie di
quando eri bambino.
13. Trovi delle difficoltà in Italia come
artista?
Le dififcoltà sono legate all'aspetto economico. Se
non vendi non esponi. O conosci e hai garanzie di
vendita, oppure tutto rimane difficile. Occorre
allora prostituirsi per l'arte: ho fatto quadri su
commissione. Mi sono trovato a fare lavori su
dettato di qualcuno: pratica che mi imbriglia.
Commissioni venivano date anche nel periodo del
Rinascimento. Mi trovo a dovermi spesso prostituire
nell'arte per l'arte. Le istituzioni sostengono e
danno spazio alle associazioni, ma non sostengono
mai il singolo artista. Bisogna, così, legarsi ad
associazioni che a loro volta ti danno delle
comandite. "Saresti tu attraverso me, non io". Anche
aprire bandi per singole persone partecipanti
diventano pure corse con un sentimento di agonismo
puro che porta allo scontro. Preferirei avere uno
spazio che mi dicesse di assicurare una turnazione
nelle opere esposte su un insieme di 20 artisti
espositori: ci sarebbe un accordo tra tutti senza
alimentare strani spiriti di gara dove ci sarà
sempre uno sconfitto; ed essere sconfitti in questo
ambito è una demoralizzazione anche personale.
14. Quali quadri esprimono maggiormente la tua
poetica?
Avendo un'evoluzione in atto è difficile dirlo ora.
Potrei citare diverse opere. Inizierei, quindi, con
"E' stato allora che mi hai insegnato le lacrime
..." oppure con Wrath, un ritratto rabbioso, oppure
anche Deep. Posso dire, invece, che con Yell lancio
un nuovo esperimento del tridimensionale sulla tela.
Queste opere le ho scelte come rappresentative in
quanto significano ognuna qualcosa di specifico:
Yell è un'esplorazione dell'animo, Deep è
l'introspezione ed esplorazione della emozione, uno
stato d'animo particolare. Gli altri due quadri sono
stati d'animo di un mio periodo preciso.
15. Possiamo avere delle anticipazioni sulla tua
prossima opera, a cui stai già lavorando?
"La mia alba" di Gynsberg, poeta sempre della Beat
Generation, e avrà come soggetto la donna. La poesia
in un suo verso recita:"... chi bevesse la banca del
mio sangue/ innocente maligno ora/ parte del mio
sistema". Secondo lo stereotipo culturale la donna
non è mai vista violenta, mentre, se ci si ricorda,
in "E' stato allora ...", opera già realizzata ed è
nel mio catalogo, il soggetto è un giovane ragazzo
che piange in un contrasto tra la mascolinità e il
suo lato di tristezza causato da un abbandono. Nel
quadro il ragazzo è apatico e, quindi, se gli togli
le lacrime non si capirebbe il messaggio che si
vuole trasmettere. Questo è dovuto al fatto che
l'uomo cerca sempre di celare le proprie emozioni.
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