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UOMINI FARFALLA
(Mia Martini)
Lacrime - 1992
Mario Gardini
Difficile parlare di Mia
Martini senza provare un groppo in gola.
Soprattutto per chi, come me, l'ha sempre amata e
sostenuta sin dagli esordi, sfidando la cattiveria
e la superstizione di un mondo ignorante
all'interno del quale entrambi ci muovevamo.
Momenti di gloria, eclissi improvvise, esili
durati anni, interventi alle corde vocali,
tracolli finanziari… Mimì ha vissuto un'esistenza
difficile, che non le ha regalato quel ruolo di
primadonna della musica leggera che le spettava di
diritto.
Solo ora che è morta, a 47 anni e in totale
solitudine, l'Italietta da "Domenica in" la ama e
la osanna.
Troppo facile però, anche perché dei tributi
tardivi un'artista se ne fa sempre poco.
E, a proposito di cattiverie che le sono state
perpetrate, vorrei ricordare un Festival di
Sanremo del 1992 in cui Mimì era data per vincente
con "Gli uomini non cambiano".
Di solito i pronostici ci azzeccano sempre, anche
perché la vittoria nella Città dei Fiori non è mai
stata un esempio di cristallinità.
Eppure quell'anno, vuoi perché la cantante era
comunque invisa all'ambiente vuoi perché quel
deficiente di Gianni Ippoliti le diede il colpo di
grazia dichiarandone pubblicamente la vittoria in
televisione un paio di giorni prima della finale,
Mia Martini arrivò solo seconda, dietro ad una
brutta, paracula e, per fortuna, ormai dimenticata
"Portami a ballare" di Luca Barbarossa.
"Gli uomini non cambiano" invece (pur non essendo,
a mio modesto parere, uno dei grandi classici
della cantante di Bagnara Calabra) continua ad
essere amata, cantata e ricordata, perché solo il
tempo sa rendere giustizia al vero talento.
"Gli uomini non cambiano" era contenuta
all'interno di un CD intitolato "Lacrime",
l'ultimo disco di brani inediti che Mimì incise
quando era ancora in vita.
In copertina troneggiava una cipolla, quasi a
voler presagire le false lacrime che molti
avrebbero finto di versare, da lì a tre anni,
sulla sua bara, sfruttandola fino all'osso
attraverso bieche operazioni di marketing.
La terza traccia di "Lacrime" si intitolava
"Uomini farfalla" ed era stata composta per lei da
uno dei più grandi autori italiani, Maurizio
Piccoli, il quale da sempre collaborava con
l'artista regalandole molti capolavori, tra i
quali "Il guerriero", "E stelle stan piovendo" e
"Solo noi".
La canzone tratta un tema abbastanza inusuale,
quella di una donna già accoppiata che s'infatua
di un secondo uomo, "un amico un po' tempesta così
maschio senza storie né censure per la testa".
Il tutto potrebbe esaurirsi in una piccola
scappatella se non fosse che la protagonista,
durante una serata in cui ha bevuto un po' troppo,
"sganci l'anima" ed accetti un menage a troi,
perché "l'idea di un sì dagli orizzonti così nuovi
la fa innamorare coi suoi colori".
Di solito accade sempre che all'interno del
triangolo due si piacciano di più, condannando
così il povero terzo a fare quasi da tappezzeria.
Anche in questo caso succede così. Peccato solo
che siano proprio i due maschietti a piacersi
molto, trasformandosi così in uomini farfalla che
volano lontano facendo "il loro arcobaleno" e
abbandonando la povera Mimì a ritrovarsi "con
qualche amico in meno e qualche buco in più nel
cielo".
In un'intervista che gira su Youtube Mia Martini
una volta fece alcune considerazioni personali
sull'omosessualità da rimanere alquanto allibiti.
Francamente, dato che amo molto questa cantante,
faccio finta di non avere mai udito certe
scempiaggini e mi affido alle testimonianze di
persone che l'hanno conosciuta personalmente, le
quali sostengono che fosse molto "gay friendly".
Comunque, al di là delle questioni private, a
quasi vent'anni di distanza rimane immutato il
fascino di questa canzone così particolare che ben
poche cantanti avrebbero avuto il coraggio di
inserire all'interno del loro repertorio.
Infatti "Uomini farfalla"è un brano di grande
impatto emotivo e di estrema intensità, che solo
Mimì poteva interpretare così magistralmente con
quella sua voce ormai tragicamente arrocchita.
Quattordici anni prima Patty Pravo cantò il sesso
a tre nella sensuale "Pensiero stupendo", enorme
successo discografico scritto da Ivano Fossati,
grande amore di Mimì.
In quell'occasione, però, erano malizia ed ironia
a rivestire il ruolo da protagonisti.
Negli "Uomini farfalla", invece, c'è solo la
disperata solitudine di chi si sente messo in
disparte dalla vita e dall'amore perché sa molto
bene, come cantava Francesco De Gregori nella sua
meravigliosa "Mimì sarà" ispirata e dedicata a Mia
Martini, che "nessuno ti vede e nessuno ti vuole
per quello che sei".
http://youtu.be/ttXltVF9yE4
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