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SISTER ACT IL
MUSICAL
con Loretta Grace, Dora Romano, Laura Galigani
Teatro Nazionale - Milano
Mario Gardini
Quando uscì nel 1992, il film "Sister
act" (in Italia stupidamente accompagnato dal
sottotitolo "Una svitata in abito da suora")
guadagnò in tutto il mondo circa 230 milioni di
dollari.
Un risultato davvero straordinario se si pensa che
era un film dal budget limitato che la Disney
aveva pensato per Bette Midler la quale, invece,
diede forfait a favore di "For the boys" che
affossò la sua carriera di attrice.
Così il suo posto fu preso da Woophi Goldberg, che
divenne nell'arco di un film la star di colore più
pagata di Hollywood.
La trama è molto esile.
Deloris Van Cartier (la Goldberg) è una cantante
di terz'ordine che si esibisce a Reno
scimmiottando Diana Ross in un casinò di proprietà
del suo amante mafioso.
Il giorno in cui vede il suo amante uccidere uno
scagnozzo, Deloris diventa una testimone oculare
che va protetta e tenuta nascosta fino all'inizio
del processo.
Così la polizia la relega in un convento di
monache prossimo alla chiusura per mancanza di
fondi.
L'iniziale disperazione della cantante viene man
mano placata dal calore delle consorelle, ignare
della sua reale natura, alle quali Deloris insegna
a cantare, trasformando il loro coro sgangherato
in un'attrazione a livello nazionale. Peccato che,
con la fama ed i soldi, arrivino anche i media e
così la copertura di Deloris va (è proprio il caso
di dirlo) a farsi benedire.
Boss e scagnozzi sbarcano al convento per farla
fuori, ma dovranno vedersela con tutte le suore
ben decise a salvare la nuova amica.
Gran finale con coro gospel scatenato alla
presenza, nientepopodimeno, che del Santo Padre.
Il punto di forza del film erano le canzoni, tutte
già famose negli anni 60 e 70, con i testi
riadattati per diventare perfetti canti di chiesa.
Purtroppo, nel musical, tutte queste canzoni sono
sparite e, al loro posto, è stata introdotta una
colonna sonora di tutto rispetto firmata da Alan
Menken (La sirenetta, La bella e la bestia, La
piccola bottega degli orrori).
Però un pizzico di delusione rimane perché almeno
"I will follow him" poteva essere salvata, magari
come chiusura dello show.
Detto questo, il musical è divertente, con un
ritmo incalzante e tante canzoni capaci di entrare
nell'orecchio già al primo ascolto, tradotte in
modo impeccabile da Franco Travaglio.
Gli attori sono tutti bravi e non fanno
rimpiangere il cast del film.
Loretta Grace nei panni di Deloris sfodera una
voce blues da fare paura mentre la Madre
Superiore, che sullo schermo era l'eccezionale
Maggie Smith, trova in Dora Romano il suo perfetto
alter ego.
Anche Laura Galigani, nei panni si Suor Maria
Roberta, non fa assolutamente rimpiangere
l'originale Wendy Makkena.
Un applauso anche ai tre scagnozzi: il loro
numero, in perfetto stile Bee Gees, è tra i più
riusciti del musical.
Whoopi Goldberg è tra le produttrici di questo
musical divino che mette le paillettes perfino
sulla statua della Vergine Maria e che solo a
Londra ha richiamato più di un milione di
spettatori.
Nel finale anche un piccolo tributo alla mia amata
Donna Summer. Chi non sa a memoria la sua "MacArthur
Park", merita un anno di convento!
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