SPIRITI DEL TEMPO E DELLA MAGIA
Cronistoria dei viaggi nel tempo a fumetti
seconda parte
Andrea Cantucci
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Su SdP n°36 ho già trattato
diffusamente dei più noti e importanti viaggi nel
tempo a fumetti; avevo tralasciato però di accennare
a due o tre miniserie americane particolarmente
interessanti e significative, di cui sarebbe stato
difficile riassumere il fascino e la complessità in
poche righe. Bisogna dire inoltre che è impossibile
citare tutti i personaggi dei fumetti che una volta
o l'altra si sono trovati a viaggiare nel tempo. Può
capitare sia a quelli realistici inseriti in
contesti più o meno fantastici, come il pilota
spaziale Flash Gordon, sia a quelli più umoristici e
magari immersi nelle proprie fantasie, come il
piccolo pestifero Calvin che vive avventure d'ogni
genere insieme alla sua tigre di pezza Hobbes. Senza
quindi avere pretese di completare la panoramica sul
genere, vale però la pena di parlare ancora di
alcuni avventurosi crononauti: un anziano sciamano
del Nord-America accompagnato da un allievo molto
promettente, un giovane mago apprendista guidato da
dei misteriosi personaggi e un detective miliardario
ossessionato dai pipistrelli.
Il vecchio Cusick, della tribù dei Tuscarora, ama
definire sé stesso e gli altri crononauti come lui
"Spiriti del Tempo" ed è appunto "Timespirits" il
titolo della miniserie in otto numeri, pubblicata
tra il 1984 e il 1986 dallo scrittore Steve Perry e
dal bravissimo illustratore Tom Yeats, di cui Cusick
è protagonista insieme al giovane algonchino Doot
(1). La casa editrice è la Marvel, ma sotto
l'etichetta Epic Comics, all'epoca dedicata a storie
dai contenuti più maturi e originali rispetto ai
soliti supereroi. Le avventure extratemporali dei
due nativi americani sono ambientate in scenari
senza limiti, politicamente corrette, ben
documentate e, soprattutto, piene di autentica
magia.
Nel primo episodio, "Indian Spring" (Primavera
Indiana), ambientato nel 1633, il saggio re
algonchino Freddie Three Birds invoca un aiuto
celeste contro gli invasori inglesi che stanno
massacrando la sua gente ed appare in suo soccorso
lo sciamano Cusick, il cui abbigliamento in parte
moderno lo identifica da subito come un viaggiatore
temporale. L'occhio magico, dal terrificante potere
distruttivo, che Cusick fornisce a re Freddie per
difendersi dalle violenze dei bianchi, trasforma
però gradualmente il saggio capo in uno spietato e
mostruoso dittatore, che, spinto da sete di
vendetta, compie a sua volta feroci stragi ai danni
dei coloni bianchi. E' il suo fratello minore, Doot,
che riesce alla fine a fermarlo, rivelando allo
stesso tempo grandi doti sciamaniche. Impressionato
da un tale potenziale, il vecchio Cusick prende
quindi Doot con sé come allievo, insegnandogli a
spostarsi in altre epoche.
I numeri 2 e 3 di "Timespirits" sono dedicati
all'episodio "The Spurtyn Duyvel", ambientato in una
terra immaginaria di seimila anni fa, vagamente
ispirata alla mitologia celtica. Qui un mago
respinto da una principessa del luogo finisce per
scatenare un diluvio, facendo vomitare le acque
celesti dal corpo di una creatura cosmica (lo
Spurtyn Duyvel appunto), in sintonia con quanto
narrato in molti antichi miti di varie parti del
mondo.
Il numero 4 è un'antologia comprendente quattro
racconti brevi concatenati, realizzati con la
collaborazione di altri quattro disegnatori oltre a
Yeats. In "A Boy and His Dinosaur" (Un Ragazzo e il
suo Dinosauro), disegnato da Al Williamson e
ambientato durante l'era dei dinosauri, Doot salva
un piccolo rettile evoluto da una strage compiuta da
dei cacciatori provenienti dal futuro. In "The
Crystal Skull" (Il Teschio di Cristallo), disegnato
da Steve Bissette insieme a Yeats e presumibilmente
ambientato circa duemila anni fa, un mostruoso
vampiro elimina un gruppo di viaggiatori,
depredandoli di un prezioso dono che stanno portando
a un certo neonato... In "Deathdaze" (Stordimento
Mortale), disegnato da Rick Veitch e ambientato
durante la guerra del Vietnam, Doot assiste alla
follia distruttiva dell'uomo moderno. In "Pirate
Love" (Amore Pirata), disegnato da John Totleben e
Tom Yeats, i due sciamani si ritrovano nel futuro,
su una nave spaziale, in cui un altro rettile
evoluto, ma questa volta femmina e adulta, si
innamora del giovene Doot.
Nel numero 5, intitolato "A Song and a Danse" (Una
Canzone e una Danza), assistiamo ad un inquietante
spettacolo rock del futuro, che vede la sensuale
cantante aliena Thorneypaws (Zampe Spinose)
alternarsi ad un ologramma di Jimi Hendrix, ma con
gli spettatori bloccati sulle sedie e drogati di
nascosto per derubarli dell'energia emozionale che
provano. Doot riesce però a liberarsi e ad eseguire
una "danza del tempo" richiamando dal 1970 il
redivivo Hendrix in carne e ossa, la cui esibizione
dal vivo genera un sovraccarico che distrugge
l'intera arena. Dopo di ché il grande chitarrista,
la bella felina aliena e il manager di quest'ultima,
si uniscono ai nostri eroi contro la Ka Corporation,
la multinazionale che controlla tutto il mondo
attraverso migliaia di arene sparse nella galassia,
una lotta che, nell'episodio seguente intitolato
"The Jungle Beat" (Il Palpito della Giungla), li
porta nel Guatemala degli anni '80 del '900.
Qui assistono alle stragi degli indios, compiute
dalla locale guardia nazionale vendutasi agli
interessi delle multinazionali americane e qui è il
caso di citare per intero le parole della bella
ribelle Ramona, che sarà il primo amore del giovane
Doot: "La Corporazione è libera di fare milioni
mentre noi siamo liberi di morire in povertà e
ignoranza... bruciati vivi dall'avidità, liberi di
essere dati alle fiamme e assassinati anche nelle
nostre chiese, liberi di morire di fame in una terra
di abbondanza perché i nostri terreni agricoli sono
usati per incrementare i raccolti da esportare.
(...) Fanno incredibili profitti pagandoci
ridicolmente poco per lavorare le loro piantagioni
in condizioni che non potrebbero mai ottenere nella
loro terra. Le grandi banche lo finanziano, il
governo lo impone e gli affari agricoli traboccano
di profitti. Viviamo in grande miseria mentre pochi
eletti godono favolosi benefici. La nostra
rivoluzione metterà fine a tutto questo. Il
nordamericano ha paura di questo nel portafoglio,
dove gli fa più male." Nel gruppo degli avidi
fondatori dell'"immaginaria" Corporazione, qui
rappresentata come una sorta di club di
incappucciati in stile Ku Klux Klan, sono poi
riconoscibili, fra gli altri, Richard Nixon, Henry
Kissinger e Ronald Reagan, facendo di questa storia
una delle più schierate politicamente che siano mai
state pubblicate dalla Marvel.
Tra parentesi, la bella aliena Thorneypaws, dotata
di tratti felini, con pelo azzurro striato e
orecchie a punta, che in questo numero lotta nella
giungla contro soldati armati indossando solo un
perizoma e arrampicandosi agilmente sugli alberi,
come se fosse nel suo ambiente naturale, è
praticamente identica agli alieni del pianeta
Pandora apparsi nel film "Avatar" di James Cameron,
che evidentemente si è pedissequamente ipirato alle
immagini di "Timespirits" n° 6, oltre che alla
storia del film d'animazione italiano "Aida degli
Alberi".
I numeri 7 e 8 di "Timespirits" contengono l'ultimo
episodio della serie, diviso nei capitoli "The Hand
of the Yeti" (La Mano dello Yeti) e "Filet of Soul"
(Filetto d'Anima). Questa volta Cusick cattura in
punto di morte le anime dannate del generale Custer
e della piratessa Black Bonnie, per portarle ad un
lama del Nepal che conosce la strada verso "l'Uno al
di sopra di noi", in modo da salvarle dal loro
destino di eterne sofferenze. Poco prima dell'arrivo
dei due sciamani, il corpo del lama viene però
posseduto da uno yeti divoratore di spiriti. Il lama
si ritrova a sua volta prigioniero nel corpo dello
yeti, ma troverà il modo di reagire, poiché, come
dice lui stesso "è la mente che controlla il mondo
esterno invece di esserne controllata". Intanto però
molte vite sono andate perdute e tra queste anche
quella di uno dei due protagonisti; fortunatamente
per tutte le anime decedute, è a portata di mano un
saggio che conosce la strada verso "l'Uno al di
sopra".
Un altro mago alle prime armi è il giovane Timothy
Hunter, protagonista della miniserie "The Books of
Magic" (I Libri della Magia), uscita tra il 1990 e
il 1991 su testi dell'inglese Neil Gaiman e
splendidamente illustrata con tecniche pittoriche da
quattro dei migliori artisti del periodo (2).
Quattro potenti maghi della casa editrice DC Comics
(quella che pubblica la serie sotto l'etichetta
Vertigo) appaiono al ragazzo e, in ognuno dei
quattro numeri, lo introducono a turno ad un diverso
aspetto del mondo della magia. Il protagonista ha
evidentemente ispirato il ben più noto eroe
romanzesco Harry Potter, apparso circa un anno dopo,
con cui condivide, oltre allo status di apprendista
mago, la giovane età iniziale, gli occhiali, i
capelli scuri ed anche il possesso di un gufo come
aiutante magico, ma il ciclo fumettistico di Gaiman
è rivolto ad un pubblico decisamente più adulto
rispetto al suo famoso epigono letterario.
Nel numero 1 di "The Books of Magic", intitolato "Il
Labirinto Invisibile" e illustrato dall'inglese John
Bolton, Tim viaggia nel passato insieme ad un essere
misterioso noto come Phantom Stranger (Lo Straniero
Fantasma), assistendo all'origine dell'Universo,
alla caduta di Lucifero e all'inabissamento delle
ultime propaggini dell'Atlantide (che qui, come
tutto il resto, è comunque considerata più un
simbolo magico della mente che un luogo concreto).
Osserva quindi rapidamente l'evolversi della magia
dalla Prestoria, in Egitto, in Cina e in Grecia,
parla con il giovane mago Merlino e assiste alla
caccia alle streghe, ricevendo infine gli
ammonimenti di un paio di maghi più recenti.
Nei numeri 2 e 3, rispettivamente illustrati da
Scott Hampton e Charles Vess, Tim incontra molti
maghi del presente e visita la Terra delle Fate,
dando poi una rapida occhiata anche a qualche altro
regno fantastico, come l'Inferno e le Terre del
Sogno.
Nel numero 4, intitolato "La Strada verso il Nulla"
e illustrato, a tratti in modo quasi astratto, da
Paul Johnson, Tim viene accompagnato nel futuro da
un mago cieco e psicopatico affetto da manie
religiose, che gli mostra una delle possibili strade
che potrebbe prendere la sua vita. Subito dopo lo
introduce a visioni di epoche in cui la magia
tornerà in auge dopo essere stata a lungo oscurata e
surclassata dai successi della scienza, per poi
essere nuovamente annientata con l'autodistruzione
dell'ultimo arcimago. Nei millenni ancora più
remoti, Tim osserva mondi sempre più strani e
incomprensibili, finché, milioni di anni nel futuro,
non restano che poche migliaia di esseri regrediti,
e vede poi la fine dell'Universo, che crolla
silenziosamente su sé stesso. Raggiunge infine un
estremo avamposto in mezzo al nulla, in cui trovano
rifugio gli ultimi archetipi che concentrano in sé
le fondamentali idee universali, ed assiste perfino
alla chiusura del libro del Destino ed alla morte
del Destino stesso, mentre l'ultima ad andarsene
quando tutto è finito è appunto la Morte (sotto
forma di una bella ragazza dall'abbigliamento dark
creata da Gaiman per un'altra serie).
Come si evince anche da una trama così ambiziosa, si
tratta di una delle miniserie più originali e
artisticamente più interessanti mai apparse in
quegli anni. Anche oltreoceano, il fumetto si
trovava allora in un periodo ricco di ardite
sperimentazioni, sia pure all'interno del tipico
formato degli albi americani, un periodo che ora,
dopo vent'anni, sembra molto lontano.
Oggi, nel mondo del fumetto statunitense, le linee
di albi definiti, in modo un po' ghettizzante, "per
lettori maturi", hanno purtroppo subito una
involuzione sempre più commerciale. L'etichetta Epic
della Marvel non esiste più, molte interessanti case
editrici indipendenti hanno chiuso dopo pochi anni
di vita alla fine del XX secolo, mentre la linea
Vertigo della DC Comics, che, tra gli anni '80 e '90
del '900, oltre a "The Books of Magic", pubblicò
anche altri capolavori, per lo più scritti da autori
britannici, ha finito per produrre anche molte
storie piene di violenza gratuita e turpiloquio,
sempre ben confezionate ma rivolte chiaramente ad
adulti non troppo colti. In compenso gli albi dei
soliti supereroi, rilanciati dai molti adattamenti
cinematografici, in questi ultimi anni hanno visto
migliorare sempre di più la loro qualità grafica ed
a volte anche quella dei testi, che si rivolgono ora
ad un target molto più adulto che in passato. Il
merito è di sceneggiatori come Kurt Busiek, Warren
Ellis, Brian Michael Bendis, o come lo scozzese
Grant Morrison. Quest'ultimo, dopo molti anni di
lavoro su testate della linea Vertigo in cui ha
rinnovato e rilanciato eroi minori come "Animal Man"
e "Doom Patrol", si è occupato di svilupppare a modo
suo anche il mito di Batman, in un lungo e complesso
ciclo di storie regolari e serie parallele,
necessariamente oscillanti tra epica e kitsch,
culminate con la morte apparente dell'uomo
pipistrello, riportata con enfasi anche da giornali
e mass media.
Naturalmente, nel giro di un paio d'anni, dopo che
altri personaggi hanno fatto di tutto per
sostituirlo e rintracciarlo, si scopre che il
miliardario Bruce Wayne, alias Batman, non era per
nulla morto ma si trovava disperso nel tempo, come
narrato dallo stesso Morrison nella miniserie del
2010 "The Return of Bruce Wayne" (Il Ritorno di
Bruce Wayne) (3). Ognuno dei sei capitoli che la
compongono è ambientato in una diversa epoca e
illustrato da un diverso disegnatore, con il
protagonista che ogni volta si ritrova a vestire
sempre e comunque degli abiti da giustiziere.
Nel primo episodio, "Shadow on Stone" (Ombra su
Pietra), disegnato da Chris Sprouse, Batman indossa
la pelle di un gigantesco pipistrello preistorico e
dà origine ad un culto di adoratori del pipistrello
che, in varie forme, sopravviverà attraverso i
secoli.
Nel secondo episodio, "Until the End of Time" (Fino
alla Fine del Tempo), splendidamente illustrato da
Frazer Irving con un sapiente mix di acquerelli e
computer grafica, Bruce Wayne è scambiato per un
coscienzioso cacciatore di streghe, il lavoro che
più si avvicina a quello del detective nella colonia
del 1640 che poi diventerà la città di Gotham.
Nel terzo episodio, "Le Ossa della Baia di Bristol",
disegnato da Yanick Paquette, Batman finisce per
vestire il cappuccio e il mantello di un pirata del
1718, scontrandosi con il famoso Edward Thatch,
alias Barbanera, e incontrando la tribù dei propri
adoratori in quella che nel futuro diventerà la
Bat-Caverna.
Nel quarto episodio, "Dark Night, Dark Rider" (Notte
Oscura, Cavaliere Oscuro), disegnato da Georges
Jeanty, Batman si trasforma in un "pistolero"
mascherato, coi bat-boomerang al posto delle
pistole, nella Gotham dell''800, e vendica degli
innocenti uccisi che poi si scopriranno essere stati
dei suoi antenati.
Nel quinto episodio, "Mascherata", disegnato da Ryan
Sook, Bruce Wayne, giunto nel XX secolo, si finge un
detective e indaga sull'assassinio, appena avvenuto,
dei propri genitori, ma non può evitare, alla fine,
di indossare ancora una volta una maschera e un
mantello.
Nel sesto episodio, "The All-Over" (La Fine di
Tutto), disegnato da Lee Garbett, Bruce Wayne giunge
all'estremo futuro alla fine del tempo, dove dei
misteriosi archivisti registrano le storie di tutti
gli esseri esistiti nell'universo. Tornato
finalmente nel presente, si ritrova poi privo di
memoria e trasformato in una potenziale minaccia,
riuscendo solo alla fine a vestire nuovamente i
panni di Batman.
Complessivamente questa miniserie di Morrison si può
leggere come un excursus che riassume l'evoluzione
della figura del giustiziere vendicativo, come è
stata raffigurata nella letteratura popolare dei
romanzi pulps e dei fumetti. Il "guerriero
preistorico" ricorda Tarzan e i suoi epigoni, ma
anche i più arcaici eroi totemici delle leggende
tribali, descritti come animali capaci di mutarsi in
uomini o, in seguito, come uomini vestiti di pelli
di animali. Il "Cacciatore di Streghe" rievoca
l'avventuriero puritano Solomon Kane dei racconti di
Robert E. Howard (che casualmente ha anche lo stesso
cognome del creatore di Batman, Bob Kane), solo che
Bruce Wayne, al contrario di quell'intransigente
personaggio, si oppone al fanatismo religioso dei
propri antenati. Il "pirata nero" a noi italiani può
ricordare il Corsaro Nero salgariano, ma è più
probabile che Morrison volesse citare The Phantom
(meglio noto in Italia come L'Uomo Mascherato),
classico nemico dei pirati nelle strisce degli anni
'30 del '900. Il "pistolero mascherato" è una via di
mezzo tra Zorro e Lone Ranger (Il Cavaliere
Solitario), un'eroe famosissimo negli USA,
protagonista di fumetti e serial radiofonici e
televisivi. Il detective con maschera e mantello
ricorda vagamente The Shadow (ribattezzato in Italia
L'Uomo Ombra in occasione di un film di qualche anno
fa), un altro famoso giustiziere americano, passato
dalle trasmissioni radio ai romanzi pulp e ai
fumetti.
Infine il ritorno di Bruce Wayne all'abituale
identità di Batman non fa che sottolineare come
tutti gli eroi fin qui elencati siano confluiti in
qualche modo in questo particolare personaggio, che,
forse anche per il fatto di vestire un costume
slegato da mode e abbigliamenti di un particolare
periodo, ha potuto essere radicalmente reinventato
più volte nel corso degli anni, riuscendo, a
differenza degli altri, a sopravvivere
ininterrottamente per oltre settant'anni, oscillando
tra perenni esigenze commerciali e rielaborazioni
anche di notevole livello artistico, mentre, col
passare del tempo, ogni nuovo ritrovato della
tecnica si aggiunge all'armamentario da lui
utilizzato.
Ora però, Morrison inserisce nel mito di Batman
anche degli elementi esoterici, mostrando in questa
miniserie un antenato di Bruce Wayne che viene
maledetto da una strega da lui mandata al rogo e un
altro che sembra aver prolungato la propria vita
evocando un demone dalle ali di pipistrello.
L'identità tra Bruce e Batman assume in questo modo
un aspetto di predestinazione "magica", indipendente
dall'evento scatenante dell'omicidio dei suoi
genitori. E' come se l'ultimo Wayne dovesse
perseguitare i criminali e proteggere le loro
vittime, nelle vesti del pipistrello demoniaco, per
bilanciare ed espiare le colpe di questi suoi
antenati, che, come molti membri di ricche dinastie,
hanno perseguito il loro potere personale a scapito
di varie categorie di innocenti.
Ma almeno uno degli antenati "degeneri" di Batman
potrebbe anche non essere ciò che sembra, visto che,
anche dopo la conclusione di questa miniserie,
restano vari enigmi in sospeso, sia a causa della
narrazione in parte volutamente criptica di Morrison,
sia per la complessità della vicenda, che rimanda
continuamente ad altre storie precedenti e prevede
chiaramente una prosecuzione negli episodi
successivi del personaggio.
note:
1) di "Timespirits" sono stati pubblicati in Italia
solo i primi episodi, nei cinque numeri, oggi
piuttosto rari, dell'effimera rivista "Alien"
dell'editrice Labor Comics, usciti tra il 1985 e il
1986 e contenenti esclusivamente materiale targato
Epic Comics.
Lo sceneggiatore della serie, Steve Perry, è
scomparso recentemente, nel maggio 2010; nel giugno
seguente è scomparso anche il grande illustratore Al
Williamson, uno dei disegnatori del n° 4 di "Timespirits",
oltre che di serie famose come "Flash Gordon" e
"Secret Agent X-9".
2) i primi due numeri della prima serie di "The
Books of Magic" sono stati pubblicati in Italia per
la prima volta nel 1994, sui numeri 12 e 13 della
rivista "DC Comics Presenta" edita da Comic Art. I
numeri 3 e 4 sono apparsi invece, sempre nel 1994,
sotto forma di albi spillati, nei numeri 4 e 5 della
collana "All American Comics (serie Comic Book)"
dello stesso editore. L'edizione in volume,
contenente tutti e quattro gli episodi di Gaiman, è
stata pubblicata in italiano qualche anno dopo
dall'editrice Magic Press, che ha poi tradotto anche
i volumi della successiva serie regolare con
protagonista Timothy Hunter, sempre intitolata "The
Books of Magic" ma realizzata da altri autori.
3) la miniserie "Il Ritorno di Bruce Wayne" è stata
pubblicata in Italia sui numeri dal 43 al 48 della
testata "Batman" edita da Planeta De Agostini,
usciti tra il Febbraio e il Luglio del 2011.
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