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"Road to the North": la Lapponia
attraverso lo sguardo dell'obiettivo
Intervista ad Adriano e Federico, autori della
rassegna fotografica
Adriano Taricco e Federico
Vitale sono due amici e in una sera del 2010 hanno
deciso di trascorrere il loro capodanno 2011 in
Lapponia. Da questo viaggio "epico" loro diranno è
nato un reportage fotografico molto attento, curato
e dall'alta qualità tecnica. Il paesaggio "cupo e
freddo" è lo sfondo di una rassegna che ha visto la
loro prima esposizione nel locale milanese Mag in
Ripa di Porta Ticinese. Un consiglio per chi volesse
intraprendere questa arte? "Prendere e partire senza
problemi" dirà Adriano, "essere creativo, imparando
lo strumento" sottolineerà Federico. Li abbiamo
intervistati avvalorandone la passione e la
dedizione per questa arte.
1. Adriano e Federico, chi siete, da dove venite,
quali le vostre esperienze artistiche fatte prima di
realizzare la mostra fotografica sui paesaggi
lapponi al MAG, locale di Milano in Ripa di Porta
Ticinese a Milano?
Federico:" Sono nato a Milano nel 1987, ho fatto il
liceo scientifico, un anno fallimentare di
ingegneria per, poi, passare a finanza. Ora mi sto
laureando alla Bocconi. Per ottobre sarò un vero e
proprio dottore. Se ho un feedback artistico? Per
nulla. Nella mia famiglia ci sono pochi artisti,
seppure vi sia un alto senso estetico. La mia prima
esperienza artistica è stata questa (il reportage
fotografico del viaggio in Lapponia ndr). Com'è nata
l'idea? Una sera passata allegramente con Adriano
abbiamo deciso di fare un viaggio epico, iniziando
con qualcosa di più tranquillo: la Lapponia. Ho
pensato: ho una reflex, un'occasione di fare un
viaggio, e, pertanto, non avrebbe senso non
fotografare il paesaggio. La tecnologia è la mia
passione: rendere difficile il facile passando per
l'inutile. Ho avuto, così, una soddisfazione in
campo fotografico. Ho cercato anche un lato
imprenditoriale nell'iniziativa artistica, ossia
l'intento di riuscire a organizzare una mostra e
rendere piacevole il prodotto".
Adriano:" Sono nato nel 1987 a Torino, vivo tra
Casale Monferrato e Milano. Ho iniziato a fare legge
per, poi, passare a iscrivermi alla facoltà di
Storia più per passione personale. Nella mia
famiglia ho il papà medico appassionato di
documentazione storica. Lavoro per una società che
organizza mercatini di antiquariato e mostre. Non ho
esperienze video-artistiche: richiedono troppa
organizzazione e non mi interessano le immagini in
movimento. In famiglia posso dire che siamo tutti
fotografi. Ho due sorelle e un papà fotografi: la
reflex è il primo strumento utilizzato. Ho iniziato,
così, a fotografare spinto da uno spirito estetico".
Federico e Adriano: "Non vogliamo entrare nel mondo
dei professionisti" anche se Federico ci entrerebbe
anche solo per pura occasione e opportunità.
2. Quando e come è nata l'idea di dedicarsi a
questa arte, e perché?
Federico:" Mi sono detto: sto per fare un bel
viaggio e ho colto l'occasione".
Adriano:" Avevo questa passione e una capacità di
realizzazione da perfezionarsi".
3. La fotografia secondo voi quale significato
assume, quali i messaggi che avete voluto esprimere
attraverso il vostro report artistico?
Federico e Adriano:" I paesaggi erano belli e la
scelta di fare il viaggio di inverno è dovuta al
fatto che erano più isolati. Nonostante tutto
abbiamo incontrato lungo la strada italiani in auto.
La Lapponia è un posto diverso dalle mete consuete.
Fare un reportage su una delle grandi mete sarebbe
stato banale. Il tutto era condito da una dose di
spirito più avventuriero e un piacere personale".
Federico:" Ho visto un paesaggio interessante. Avevo
l'orgoglio di fotografare e immortalare l'aurora
boreale con una reflex, a differenza di altri con
una digitale. Era come imprimere un ricordo da
portare anche agli altri".
Federico:" Quale messaggio cerco di esprimere con la
fotografia? Io mi sento semplice, ho fatto studi
artistici a livello liceale: mi faccio semplicemente
guidare da me e ho teso a descrivere il posto così
come è: buio, cupo, solitario, preso dalla volontà
di fotografarlo così com'è senza alterazioni. Per
questo la post produzione è stata blanda. La post
produzione serve maggiormente per fotografia
pubblicitaria e commerciale.
Io pretendo da me stesso il meglio. Ho voglia di
migliorare. Mi piace capire la sensibilità dello
spettatore e avere un feedback da parte di tecnici.
L'esposizione delle nostre fotografie al MAG ha
visto una fase importante nella preparazione,
realizzata con Renato Grignaschi. Le critiche fatte
da lui sono state fondamentali, gli sono stato
accanto per tutto il tempo di fotoscioppaggio sul
colore. La tecnica in sé e la sensibilità ai colori
allenano l'occhio per apportare e verificare le
modifiche. Per esempio: una produzione fotografica
diretta alla pubblicazione su una rivista come
Airone presenterebbe un problema di stampa e non di
postproduzione", sostiene Federico comparando questo
lavoro a quello fatto per la rassegna esposta al
Mag. Adriano su questo tema è convinto del contrario
e considera:" Lavorare sulle foto non è negativo".
Federico ribatte:" Se parti, però, per un viaggio e
torni con delle foto bruciate, è giusto modificarle,
ma se non sei capace a produrle è poco utile la
postproduzione a livello tecnico".
4. Quali consigli dareste a chi volesse
intraprendere questa arte?
Adriano:" Prendere e partire senza problemi. Un mio
amico è migliorato con la pratica. Bisogna sapere e
già avere che cosa fotografare. È bello poter vedere
e fotografare il quotidiano che acquista, così,
valore ed è apprezzabile".
Federico:" Io gli direi: buttati, sii creativo, ma
impara lo strumento. Tutti sono bravi con un
programma automatico, ma prediligo lavorare con il
manuale. Esempio è che per fare un ritratto di sera
non metterò mai l'opzione "ritratto notturno", ma
proverò fintanto che l'opera non verrà bene. La
sensibilità ti da nuove idee e ti fa fare
esperienze. Ma la conoscenza della macchina è
necessaria. Finora ho avuto tre idee di soggetti da
fotografare e le ho realizzate tutte: l'aurora
boreale, il fulmine e una lunga esposizione sul mare
a Capocaccia in Sardegna. Ufficiosamente avremmo in
agenda un viaggio in Azerbaijan: il mio sogno è
attraversare la Siberia, non in inverno certamente."
Adriano:" Ci sono fior fiori di comunità e siti che
ti danno indicazioni e ti invitano a iniziare a
capire come funziona la fotografia senza usare
sempre l'automatico. Abbiamo fatto un viaggio per
aumentare le possibilità di fotografare,
aggiungendoci una giusta cornice. Una situazione in
cui ci sia freddo estremo, buio polare, luoghi
sperduti non si trova qui in Italia, seppure sia un
bel paese".
5. Avete un target preciso a cui avete
indirizzato la vostra produzione e quale è il target
effettivo della vostra prima esposizione
fotografica?
Federico:" Il target è fatto dagli amici, dalla
platea di facebook. Poi la rassegna fotografica è
diventata pubblica esponendola, ma all'inizio non ci
siamo posti nessun tipo di target a cui rivolgerci.
La volontà era di tendere a qualcosa di più semplice
piuttosto di fare qualcosa di più riflessivo. Il
nostro era un paesaggio, i posti erano già stati
visti su street vie di google map, oppure erano
posti che ci hanno preso l'attenzione tanto da
fermarci a fotografarli in quanto ci sembravano
sbalorditivi. Il viaggio, in un certo senso, è stato
deludente perché il tempo era anti fotografico e
abbiamo fatto fatica a trovare momenti in cui ci
fosse il cielo aperto. Le reazioni da parte del
pubblico? Ho postato le foto su facebook e su flickr".
Adriano:" Io sono più riservato nell'approcciarmi
col pubblico. La mia esperienza artistica è più
personale che pubblica".
Federico:" Io penso che la critica da parte del
pubblico serva per darti il polso della situazione.
Spesso capita che tu interpreti l'opera in un modo
mentre gli altri in un altro. Se tu fotografi solo
per te diventa una passione archivistica. Il primo
pane per la tua anima è vedere lo stupore, la
commozione di chi osserva. Pensando alla nostra
rassegna mi domando: quanta gente ha fatto foto
professionali in auto nei luoghi più selvaggi
d'Europa. Devi capire quello che non va in una foto
ed è per questo che un pubblico maggiore non
spaventa fintanto che si riesca a interpretarlo".
6. Cosa ha significato lavorare in coppia, e
quali sono state le fasi della vostra produzione
artistica?
Federico:" La suddivisione dei compiti per il
viaggio è stata tale per cui io mi sono occupato dei
supporti tecnologici, delle telecamere, dell'auto,
della macchina fotografica". Adriano:" In questo mi
sono occupato della logistica".
Adriano e Federico:" Le foto sono state ragionate in
due. Ci si faceva notare reciprocamente i
particolari: la foto della scogliera ne è un
esempio".
7. Che cosa un'opera fotografica dovrebbe avere
per essere definita interessante e di qualità?
Federico:" E' una cosa che mi chiedo molto. Alla
fine dipende molto dagli occhi di chi osserva una
cosa. Non esiste il concetto di bello universale. Un
modo nostro per rendere una foto interessante è
puntare su due fattori: il fattore "how" e quello
della curiosità. I paesaggi sono attraenti e la
mostra che abbiamo tenuto al Mag era improntata su
questo elemento dove trasparivano i colori, i
contrasti, le ombre. Quando ci siamo fermati in
qualche luogo interessante abbiamo fatto tanti
scatti. Mi viene in mente la fotografia del
paesaggio scuro con un filo di luce all'orizzonte.
In questa situazione ci siamo visti in una
situazione isolata e ci siamo chiesti come fare per
procedere. E' secondo me la fotografia più emotiva e
avendola vista mi viene subito in mente l'immagine".
8. Quale è il nome della vostra rassegna
fotografica sulla Lapponia?
Adriano e Federico:" Road to the North" e il nostro
prossimo obiettivo è produrre una rassegna
fotografica dal titolo "Road to the Est", suo nome
embrionale. Per ora facciamo sano vagabondaggio
fotografico in Italia. I limiti di tempo sono il
problema. Fare due settimane in Lapponia è stata una
buona idea, ma andare a Est impieghi tempistiche
diverse. Il tempo di preparazione e il tempo di
esecuzione diventerebbe di 3 a 1".
9. Quali progetti avete nel cassetto, idee per
future attività e produzioni artistiche in cantiere?
Federico:" Sto cercando di realizzare qualcosa
di videoartistico e un secondo viaggio sul Mar
Nero".
Adriano:" Vorrei seguire Federico in questi viaggi,
mi piace l'idea di fotografare, non ho dei progetti
futuri precisi siccome credo che da una foto nasca
un progetto. La campagna in Lapponia era un soggetto
artistico stupendo. Il progetto nasce sul momento,
ma ci vuole un lungo percorso affinché si possa dire
che un'opera possa essere presentata a un pubblico.
Tendo a scattare fotografie innanzitutto per noi".
Federico:" Penso che più ci sia il fattore how verso
una foto più popolare sarà l'opera stessa. Più il
progetto è estremo e più, chiaramente, non puoi
farti trovare impreparato".
10. Avete idea di immortalare solamente paesaggi
o pensate anche alla fotografia ritrattistica? Vi
siete mai cimentati in questo genere?
Federico:" Si l'ho seguito, ma non ne sono mai
stato soddisfatto. A volte capita che la tecnica nel
ritratto sia buona ma che l'opera non ritragga la
persona, oppure il contrario. Il ritratto è più
complicato da farsi ed è un genere che non mi
appartiene. Difficile risulta anche allenarsi".
Adriano:" Ho una propensione per i paesaggi. Mi
capita spesso di vedere foto di persone, sono
stupende, ma nelle mie produzioni seguirei sempre il
luogo incontaminato. Il viaggio in Lapponia è stato
fatto anche per conoscere il luogo, per l'avventura,
la cucina, e la cucina lappone è veramente buona".
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