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Miti mutanti 32
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Allons, chères femmes de la
patrie…
Da Barbarella a Isabella: le donne del fumetto
francese
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Le protagoniste femminili nei
fumetti sono senz'altro più rare di quelli maschili,
ma anche in un elenco estremamente sintetico e
approssimativo, dalle origini a oggi risultano
essere state comunque moltissime. Si cominciò con
saggia servetta Bécassine, protagonista in Francia
di brevi fumetti umoristici già nel 1905, e con la
giovane Tonda Haneko, che sette anni dopo imitava le
mode occidentali nei primi manga giapponesi.
Tra il 1920 e il 1930, negli U.S.A. apparvero
svariate strisce a fumetti con protagoniste giovani
donne più o meno indipendenti, l'impiegata Winnie
Winkle, la modella Tillie, l'orfanella Annie,
l'avventuriera Connie, la giornalista Jane Arden, la
casalinga Blondie e altre ancora. Sugli albi a
fumetti, tra gli anni '30 e '40 la loro fama fu
scalzata da eroine più fantasiose, spesso legate dai
nemici con implicazioni sadiche, a cominciare dalle
versioni femminili di Tarzan come la regina della
giungla Sheena e la ragazza della giungla Nyoka,
seguite dalle prime supereroine, come la principessa
delle amazzoni Wonder Woman e l'invisibile Scarlet
O'Neil, e da giustiziere mascherate come Black Cat e
Miss Fury (quest'ultima creata da una fumettista
donna, Tarpe Mills). Tali eroine aggressive a loro
volta negli anni '50 lasciarono per un po' il posto
ad albi e strisce con protagoniste molto più
romantiche, ma anche intraprendenti e ambiziose,
come la saggia Juliet Jones che diventa sindaco
della sua cittadina, o l'attrice Mary Perkins che
raggiunge il successo a Broadway.
In Inghilterra, dopo la striscia del 1922 Dot e
Carrie incentrata su due impiegate, le strip con
protagoniste femminili si orientarono su un genere
un po' più piccante a partire dal 1932, con
l'apparizione della bella esibizionista involontaria
Jane creata da Norman Pett, ma anche in seguito, con
le avventure sempre più sado-masochiste della bionda
Gwendoline, con le strisce spionistiche intitolate
all'avventuriera ed ex-criminale Modesty Blaise, o
con quelle fantascientifiche dedicate a donne del
futuro come Scarth, Danielle e Axa, il fumetto
britannico al femminile non rinunciò quasi mai a
qualche scena moderatamente sexy, benché ci siano
state anche delle protagoniste un po' più riservate,
come le modelle Carol Day e Tiffany Jones.
In Italia, le eroine a fumetti apparse a fine anni
'40, come la provocante Gey Carioca, l'atletica
donna della giungla Pantera Bionda e le principesse
indiane Penna Azzurra e Aquila Bianca, giocavano su
una sensualità un po' più castigata ma altrettanto
evidente, da noi comunque sufficiente all'epoca a
incappare nelle maglie della censura che le
costrinse una dopo l'altra a interrompere le
pubblicazioni, o permise loro di proseguirle solo a
condizione di allungare a dismisura i costumi e
limitare al minimo le porzioni di pelle esposta,
cosa che equivaleva presto o tardi a dover chiudere
ugualmente per l'inevitabile perdita di lettori.
Alcune di loro finirono per emigrare in paesi esteri
come l'Argentina o la Francia, dove furono
pubblicate un po' più a lungo.
Ma anche in Belgio e Francia la censura di
ispirazione cattolica limitava di molto la
possibilità per gli autori di sviluppare personaggi
femminili nei fumetti per ragazzi, che fino agli
anni '50 erano la totalità del settore. In Belgio
personaggi come la giovane Bobette, co-protagonista
con l'amico Bob di una serie del 1945, o la
giornalista Seccotine, apparsa nel 1952 nelle storie
comiche di Spirou e Fantasio, erano all'epoca delle
eccezioni. Lo stesso si può dire in Francia per la
sirenetta Arabelle creata nel 1950, o per
l'adolescente Line, nata nel 1957 sul settimanale
omonimo, così come per la dottoressa Maud e la
chimica Tsin-Lu apparse dal 1945 nella serie di
fantascienza "Les Pionniers de l'Espérance". In
quest'ultimo caso, la componente mista e
internazionale dell'equipaggio di un'astronave
anticipava di vent'anni quello dell'Enterprise di
Star Trek ed era dovuta all'ispirazione di sinistra
del settimanale Vaillant su cui la serie veniva
pubblicata.
A parte queste poche eccezioni, la maggior parte
degli autori francofoni dell'epoca si sentivano
costretti a evitare il più possibile i personaggi
femminili per prevenire ogni possibile guaio con la
censura, e se alcune delle eroine sopra citate
potevano azzardarsi a essere pubblicate senza troppi
rischi è perché, a parte le scienziate de L'Espérance,
erano caratterizzate in modo da avere un aspetto
molto più infantile che adulto.
Tutto cambiò improvvisamente all'inizio degli anni
'60, con la creazione, da parte del francese
Jean-Claude Forest, di una serie di personaggi
femminili protagonisti di storie fantascientifiche,
prima fra tutte Barbarella, una viaggiatrice cosmica
ispirata a Brigitte Bardot e dal carattere
altrettanto libero e "selvaggio". Con lei nel 1962
Forest creò un'eroina sexy raffinata e non volgare,
poi imitata da una lunga schiera di epigoni anche in
Italia, che l'autore definì come "assolutamente non
scandalosa", anche se all'epoca la censura locale
non fu molto d'accordo. Forse anche per questo con
la sua eroina successiva, Bebé Cyanure, Forest tornò
in parte sui suoi passi, limitandone molto la carica
sensuale rispetto a Barbarella. Eliminò poi ogni
erotismo esplicito dalla sua terza eroina spaziale,
Marie Mathematique, creata per una trasmissione
televisiva per ragazzi, ma anche nel suo caso non
rinunciò a leggeri toni satirici in sintonia con le
contestazioni di quegli anni.
Lo scandalo sollevato dalla prima edizione in volume
di Barbarella, nel 1964, finì per farla considerare
da molti il primo fumetto per adulti. Per quanto ciò
sia discutibile, poiché già le strisce dei giornali
americani erano rivolte prevalentemente agli adulti,
in effetti l'eroina di Forest fu il prototipo di un
fumetto d'autore più moderno, secondo una ricetta
che unisce temi maturi, una certa dose d'ironia e
qualche scena spinta. Allo stesso tempo quest'esploratrice
interplanetaria e interdimensionale dal carattere
disinibito e indipendente si può considerare la
prima protagonista di un fumetto europeo realmente
femminista, almeno nelle intenzioni dell'autore, al
di là di un certo aspetto voyeristico che nel suo
caso rimase comunque abbastanza limitato.
Il successo di Barbarella fu tale che nel 1968 ne fu
tratta una versione cinematografica diretta da Roger
Vadim e interpretata da Jane Fonda. In contemporanea
all'uscita del film fu ristampato per la terza volta
anche il fumetto, ma le scene in cui Barbarella
appariva nuda furono ritoccate ricoprendone le
grazie, evidentemente per evitare di incorrere nella
censura che ne aveva vietato le prime due edizioni
in volume.
Nello stesso fatidico 1964 in cui il primo libro di
Barbarella usciva in Francia, in Italia Guido Crepax
creava il personaggio ben più erotico e
intellettuale della fotografa Valentina Rosselli,
prendendo il volto dalla diva del muto Louise Brooks
e il nome dalla cosmonauta russa Valentina
Tereshkova, che l'anno precedente era stata la prima
donna nello spazio. In breve tempo Valentina scalzò
l'originale protagonista maschile della serie di
Crepax, Philip Rembrandt alias Neutron, prendendone
il posto. Intanto sui nuovi tascabili popolari
nostrani in quegli anni esordirono molte eroine ed
anti-eroine più o meno sensuali, come Satanik, Alika,
Zakimort, Gesebel, Uranella e Isabella. Da queste
ebbero poi origine i veri e propri fumetti
pornografici per soli adulti, per la maggior parte
realizzati rozzamente e in cui com'è ovvio le
protagoniste femminili abbondavano…
In Francia invece molte imitatrici di Barbarella
mantennero più spesso un elevato livello
qualitativo, sia nei contenuti impegnati dei testi
che nella raffinatezza grafica, dalla disinibita
agente del futuro Scarlet Dream (al servizio del
controspionaggio internazionale) alla politicizzata
eroina creola Seraphina (che si oppone al
neocolonialismo delle grandi potenze in difesa dei
paesi del terzo mondo), dall'aliena Saga di Xam
(che, venuta sulla Terra per imparare la violenza,
finisce per essere corrotta) alla giovane Epoxy (che
attraverso un passaggio nel tempo si ritrova a
vagare nuda nell'antica Grecia del mito, tra
amazzoni e centauri).
Tra gli autori che specializzatisi in storie con
protagoniste femminili, si andò dalle seminude
eroine pop disegnate da Guy Peellaert (autore di
Jodelle, parodia femminile e satirica di James Bond
ispirata a Silvie Vartan, e della contestatrice
motorizzata Pravda, che combatte ogni autorità e
ipocrisia senza mai fermarsi) a quelle ancor più
esplicitamente erotiche disegnate da Georges Pichard
(quali l'eterna vittima Blanche Epiphanie, che
ridicolizza il modo in cui le donne erano viste nei
romanzi d'appendice di una volta, o la ricca
ereditiera comunista Paulette, le cui disavventure
sono l'occasione per una gustosa satira politica e
sociale).
Va ribadito però che in molte di queste serie
l'elemento sexy appare preponderante insieme a
quello satirico e che negli anni '60 la quasi
totalità dei fumettisti è costituita da uomini che
tendono a dare delle donne da loro disegnate
un'immagine un po' falsata, filtrata dalle proprie
fantasie erotiche più o meno idealizzate, senza
porsi più di tanto il problema di creare dei
personaggi femminili davvero realistici e complessi.
Tra le serie francesi con protagonisti maschili, un
altro punto di svolta fu quella dell'Agente
spazio-temporale Valérian, scritta da Pierre
Christin e disegnata da Jean-Claude Mézières. Il
loro eroe, fin dal suo esordio nel 1967, è
affiancato da una compagna che ne condivide quasi
tutte le imprese su un piano di assoluta parità e
che in più occasioni finisce per metterlo abbastanza
in ombra. Nel primo episodio infatti la giovane e
intelligente Laureline, una ragazza dell'XI secolo
così indipendente da vagare per i boschi in abiti
maschili, decide di seguire Valérian nel futuro non
per diventare la solita fidanzata in perenne attesa
del ritorno dell'eroe, ma per arruolarsi anch'essa
come agente spazio-temporale. Da quel momento fa
coppia fissa con Valérian, prima nel lavoro e poi
nella vita privata, dopo aver colmato rapidamente
ogni sua lacuna culturale diventando una donna molto
preparata, progressista e riflessiva, pur senza mai
rinunciare ai sentimenti.
Per il personaggio di Laureline, pare che Christin
si sia ispirato tra l'altro alla scrittrice
femminista Simone de Beauvoir, il ché deve
sicuramente aver contribuito a conferirle il suo
carattere deciso e per niente succube delle autorità
maschili. Infatti Laureline contravviene spesso agli
ordini, prodigandosi in difesa di popoli alieni
colonizzati dai terrestri o comunque facendosi
guidare soprattutto dai propri principi etici e di
giustizia sociale, e più volte ciò la mette in urto
col compagno Valérian, più ligio al dovere e alle
consegne ricevute.
Ma poi il tecnocratico impero terrestre del XXVIII
secolo, la cui capitale Galaxity era la base di
partenza delle missioni di Valérian e Laureline,
negli anni '80 è improvvisamente eliminato dallo
spazio-tempo e quindi dalle loro storie, lasciando
così ai due protagonisti molta più libertà d'azione,
mentre col nuovo millennio si decide di intitolare
giustamente le loro avventure a entrambi e non più
al solo protagonista maschile.
Infine nell'ultimo episodio del 2010 Valérian e
Laureline riescono a far riapparire la Terra futura
di Galaxity, solo per accorgersi che dopo le tante
esperienze vissute liberamente in altri mondi ed
epoche non possono più riconoscersi negli scopi e
nella disciplina razionale, insensibile e asettica
di quella megalopoli, dove l'umanità passa il tempo
tra doveri meccanici strettamente programmati e
spensierati sogni virtuali (e che rassomiglia fin
troppo sinistramente alla società digitale
globalizzata verso cui stiamo andando…).
Per non rinunciare a ciò che hanno raggiunto
insieme, i due compagni dovranno escogitare un modo
per ricominciare una nuova vita da zero, in un luogo
e un tempo a loro scelta. Fino alla fine si conferma
come il disciplinato, impulsivo e spericolato
Valérian e l'acuta, accorta e diplomatica Laureline
abbiano dei caratteri complementari che si integrano
perfettamente, ma ciò fa anche sì che sia lei a
dirigere le azioni del suo compagno e a toglierlo
spesso dai guai, dimostrando così di essere in fondo
la vera protagonista della serie. È certo anche
grazie all'influenza della compagna, se Valérian
subisce un'evoluzione caratteriale che lo porta a
non accettare più di sottomettersi agli ordini di
Galaxity, decidendo di fuggire altrove con lei.
A saga conclusa, il regista Luc Besson, che ha
dichiarato d'essere stato innamorato di Laureline da
bambino, sembra aver realizzato un sogno d'infanzia
dirigendo il film "Valérian e la Città dei Mille
Pianeti", tratto da uno dei primi episodi e uscito
nel 2017. Proprio grazie all'interesse suscitato dal
film, l'anno scorso anche in Italia sono apparse
nuove edizioni delle avventure di Valérian e
Laureline, sia in libreria che in edicola.
Due anni dopo l'apparizione di Laureline, sulla
stessa rivista francese Pilote la disegnatrice
satirica Claire Bretécher creò una serie comica
incentrata su una donna, la principessa femminista
medievale Cellulite. Negli stessi anni anche su un
altro periodico per ragazzi come la rivista belga
Spirou, apparvero delle protagoniste adulte dotate
di evidenti attributi femminili, come l'hostess
Natacha creata da François Walthery nel 1969, la cui
maliziosa sensualità accentuata da un seducente
abbigliamento solo dieci anni prima sarebbe stata
abbastanza impensabile in quel contesto editoriale,
o la giovane scienziata Yoko Tsuno, un'esperta
giapponese di elettronica coinvolta in storie
fantascientifiche creata da George Leloup nel 1970.
Tra le successive protagoniste del fumetto francese
troviamo altre eroine ideate dal prolifico
Jean-Claude Forest, come la ricca adolescente
Hypocrite, da lui creata nel 1971 in storie
fantastiche ancora più folli delle precedenti, o
come le due rivali in amore Valerie e Mara,
comprimarie della serie di fantascienza "I Naufraghi
del Tempo", da lui avviata per i disegni di Paul
Gillon e pubblicata più o meno regolarmente dal
1974.
Altre due atipici fumetti al femminile esordirono
nel 1976: Le Straordinarie Avventure di Adèle
Blanc-Sec, in cui l'autore Jacques Tardi fa vivere a
una scrittrice di romanzi degli anni '10 del '900
delle situazioni molto bizzarre, da cui nel 2010
sarà tratto un film di Luc Besson, e la storia della
buffa e aggressiva avventuriera Lili Fatale, creata
dall'autore satirico Gérard Lauzier, che in una
parodia delle storie di spionaggio alla 007
rielabora in modo spassoso e senza troppi tabù le
componenti politiche e sessuali di quel sottogenere.
Un terzo momento di evoluzione fondamentale per i
fumetti francesi al femminile fu la pubblicazione
sulla rivista Circus, dal 1979, della serie "Les
Passagers du Vent" (I Passeggeri del Vento) di
François Bourgeon. Dipinta ad acquerello con
sfumature realistiche sempre più accurate, quest'opera
che ha per protagonista la giovane Isabeau
(Isabella) de Marmaye, detta Isa, è una versione
postmoderna per immagini dei classici feuilleton
francesi, i romanzi d'appendice sul genere di quelli
di Alexandre Dumas padre, in cui avventure di
fantasia e Storia reale sono sapientemente
miscelate. In questo caso vi è in più un'eroina
talmente realistica e indipendente da sembrare
tratta da un romanzo di De Foe o di Zola e vi sono
affrontati temi sociali come l'emancipazione delle
donne e degli schiavi, messi a confronto in un
costante parallelo non certo casuale. Il modo in cui
l'autore accosta durante tutta la serie queste due
giuste aspirazioni umane ancora oggi non del tutto
soddisfatte, può anche essere visto come una
metaforica condanna di ogni discriminazione.
Il primo ciclo de "I Passeggeri del Vento" è
ambientato tra il 1780 e il 1782 e il titolo si
riferisce al fatto che buona parte della storia si
svolge per mare, a bordo delle navi a vela
dell'epoca. All'inizio del primo episodio la
sedicenne Isabella viaggia su una nave francese
vestita da uomo e si innamora del marinaio Hoël
Tragan, a cui confida d'essere nata nobile con un
altro nome, ma che la sua identità le è stata
sottratta con un tipico scambio di persona da
feuilleton, e di essersi imbarcata per vendicarsi di
un ufficiale che l'aveva violentata.
Al di là dei risentimenti che la animano all'inizio,
a fare di Isa una femminista ante litteram sono le
decisioni con cui prende ripetutamente in mano la
sua vita per tentare di darle la direzione che
desidera, affrontando con coraggio ogni rischio
anche in circostanze avverse e riuscendo a
riprendersi dopo ogni momento difficile, in un'epoca
in cui la maggior parte delle donne godevano di ben
poca considerazione, potere o autorità.
Quando, dopo uno scontro navale ed essere
naufragati, il suo amante Hoël è imprigionato in
Inghilterra, è Isa a prodigarsi per liberarlo con la
complicità della giovane gentildonna Mary Hereford
che, incinta dell'ufficiale inglese John Smolett,
vuole fuggire dal paese insieme a loro per poter
tenere il suo bambino sottraendosi all'ira paterna.
Le due coppie si imbarcano quindi alla volta della
Francia e di lì per le Americhe, sperando di
iniziare una nuova vita al di fuori delle
convenzioni oppressive delle rispettive famiglie e
società, ma senza saperlo si sono imbarcati su una
nave negriera che farà scalo in Africa per
rifornirsi di schiavi.
Il soggiorno forzato prima nel regno africano del
Dahomey, poi di nuovo sulla nave negriera, dove una
rivolta di schiavi è repressa nel sangue, e infine
presso una piantagione di Santo Domingo, dà modo a
Isa di approfondire la conoscenza delle ambiguità
della natura umana e di districarsi tra nuovi
pericoli e difficoltà, dando prova di sangue freddo
e presenza di spirito ed esprimendo tutto il suo
disgusto per lo schiavismo esercitato con crudeltà
spietata dagli europei, ma anche per le altrettanto
spietate usanze di certi re africani.
Alla fine del suo primo ciclo di avventure, composto
da cinque episodi usciti al ritmo di circa uno
all'anno fino al 1984, l'appena diciottenne Isabella
de Marmaye si ritrova sola su una spiaggia, dopo
aver perduto per vari motivi tutti i suoi compagni
uno dopo l'altro. Ma anche se privata dei vecchi
scopi che guidavano la sua vita, superato un attimo
di sconforto Isa si riprende d'animo e con una
risata si appresta a cercarne di nuovi…
Oltre agli aspetti femministi del racconto e alla
sapienza, complessità e sensibilità della trama da
un punto di vista umano, in quest'opera Bourgeon ha
dato prova di un'eccezionale meticolosità anche
nella ricostruzione del contesto storico, degli usi
e costumi dell'epoca e in particolare delle
strutture interne ed esterne delle autentiche navi
del '700, nonché di molti dettagli reali relativi
alla tratta degli schiavi tra Africa e Americhe.
L'autore aveva già disegnato un'eroina simile a Isa
in una precedente serie medievale per ragazzi, "Brunelle
e Colin", e negli anni successivi ha realizzato
altri due cicli a fumetti incentrati su figure
femminili. Nella sua saga "La Compagnia del
Crepuscolo", la popolana Mariotte viaggia al seguito
di un cavaliere in un Medioevo accuratamente
ricostruito, ma in cui la Storia sconfina di
continuo nella leggenda. Invece nel fantascientifico
"Ciclo di Cyann", realizzato in collaborazione con
Claude Lacroix, la giovane e viziata rampolla
dell'elite che domina una civiltà aliena deve
guidare una spedizione nello spazio a capo di un
equipaggio di sole donne.
A distanza di venticinque anni, Bourgeon ha poi
ripreso "I Passeggeri del Vento" con un secondo
ciclo in due episodi intitolato "La Ragazza
Bois-Caïman", pubblicato tra il 2009 e il 2010 e
ambientato nella Louisiana di ottant'anni dopo,
durante la Guerra di Secessione Americana. Nella
prima parte del sesto album la protagonista è la
pronipote di Isa, anch'essa chiamata Isabeau ma
soprannominata Zabo, che dopo essere rimasta orfana
si mette in viaggio tra i pericoli della guerra per
raggiungere la piantagione in cui vive l'ormai
novantottenne bisnonna, che le narrerà la propria
vita da dove si era interrotto il ciclo precedente.
I lettori scoprono così come e perché Isa si era
trasferita in Louisiana, come era diventata
un'illustratrice riproducendo dal vero per
un'enciclopedia la fauna e la flora locali, come
aveva avuto nel frattempo una figlia mulatta coi
rischi che un tale fatto scandaloso comportava
all'epoca, come aveva trovato marito nel medico Jean
Murrait, figlio dell'enciclopedista per cui
lavorava, e come era rimasta sfigurata per tentare
di salvare la figlia dalla schiavitù. Si potrebbe
dire che il momento in cui a trentatre anni il volto
di Isa viene irrimediabilmente deturpato segni, come
una metafora indelebile incisa nella carne,
l'inevitabile conclusione della sua gioventù. Alla
fine sembra che il suo racconto abbia qualche
influenza sulla pronipote sudista, che all'inizio
dimostrava idee un po' più reazionarie e molto meno
progressiste di quelle della bisnonna.
Dopo l'uscita del primo ciclo de "I Passeggeri del
Vento", dato il successo internazionale ottenuto,
nel 1985 l'editrice Glénat varò la rivista Vécu
(Vissuto), nata appositamente allo scopo di
pubblicare a puntate altri simili romanzi storici a
fumetti, e su cui apparvero altre eroine femminili
decise e indipendenti, come la giovane spadaccina
mascherata Ariane de Troïl protagonista della serie
"Le Sette Vite dello Sparviero" e poi dei cicli
collegati "Masquerouge" e "Piuma al Vento", o come
la colona francese Louise Dieudonné e la guerriera
indiana Grida nel Vento, comprimarie della serie "I
Pionieri del Nuovo Mondo". Tra i fumetti storici più
recenti della Glénat, si può ricordare anche la
serie del 2009 "I Pirati di Barataria", la cui
protagonista Artemis Delambre viene inviata nelle
Americhe da un padre molto famoso per metterla al
sicuro.
Ma anche nei fumetti fantasy francesi, pubblicati da
altre case editrici, non mancarono delle giovani e
coraggiose eroine, come Pelisse, protagonista della
serie "La Ricerca dell'Uccello del Tempo" pubblicata
dal 1982 sulla rivista Charlie, o la principessa
Sioban nella saga degli anni '90 "Il Lamento delle
Terre Perdute".
Oltre agli autori francesi come Forest, Pichard o
Bourgeon, anche in Italia fumettisti come Milo
Manara, Cinzia Ghigliano, Luciano Secchi, Vanna
Vinci o Luca Enoch hanno finito un po' per
specializzarsi in storie con protagoniste femminili.
Inoltre anche da noi una serie mensile intitolata a
una donna, la criminologa Julia, ha riscosso un
discreto successo superando il duecentesimo numero.
Nonostante le fumettiste rimangano ancora abbastanza
in minoranza rispetto agli autori maschi, il
tentativo di emancipare sempre di più le donne dai
loro vecchi e antiquati ruoli sta dunque proseguendo
con qualche risultato anche nelle storie disegnate…
Recenti edizioni italiane in volume delle tre
principali opere a fumetti citate:
BARBARELLA
Autore: Jean-Claude Forest
Edizione in 1 volume dei primi 2 episodi
Rilegatura: brossurata con alette
Formato: 180 pagg. in bianco e nero
Editore: Comicon Edizioni
Anno di uscita: 2017
Prezzo: € 18,00
VALÉRIAN E LAURELINE - Agenti spazio-temporali
Testi: Pierre Christin
Disegni: Jean-Claude Mézières
Edizione in 7 volumi dei 22 episodi principali
(priva dell'epilogo)
Rilegatura: brossurata
Formato: tra le 160 e le 208 pagg. cadauno a colori
Editore: 001 Edizioni
Anno di uscita: in ristampa dal 2017
Prezzo: tra i € 16,00 e i € 18,00 cadauno
VALÉRIAN
Testi: Pierre Christin
Disegni: Jean-Claude Mézières
Edizione in 11 volumi dei 22 episodi più lunghi
(priva dell'episodio zero)
Rilegatura: brossurata con alette
Formato: tra le 128 e le 112 pagg. cadauno a colori
Editore: La Gazzetta dello Sport
Anno di uscita: 2017
Prezzo: € 9,99 cadauno
I PASSEGGERI DEL VENTO
Autore: François Bourgeon
Edizione integrale in 3 volumi
Collana: Historica n°36, 39, 41
Rilegatura: cartonata
Formati: 112, 160 e 152 pagg. a colori
Editore: Mondadori
Anni di uscita: 2015-2016
prezzo: € 12,99 cadauno
precedenti edizioni italiane in volumi
di BARBARELLA sono state pubblicate da Milano Libri.
di VALÉRIAN E LAURELINE sono state pubblicate da
Vallecchi, L'Isola Trovata e Comic Art.
de I PASSEGGERI DEL VENTO sono state pubblicate da
Nuova Frontiera, Milano Libri e Lizard-Rizzoli.
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