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Libri a fumetti

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Da Barbarella a Isabella: le donne del fumetto francese
Articolo di Andrea Cantucci

Teatro

La locandiera anni Cinquanta
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Marjuana e vaselina
di Massimo Acciai Baggiani
Tutta colpa del detergente
di Massimo Acciai Baggiani
Audizioni
di Massimo Acciai Baggiani
Ci vuol coraggio
di Massimo Acciai Baggiani

Pirografia

Intervista a Gaia Ramalli
a cura di Massimo Acciai Baggiani

Miti mutanti 32

Tavola di Andrea Cantucci

Intervista a Gaia Ramalli
 

A cura di Massimo Acciai Baggiani

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Ho conosciuto Gaia al reading per la Giornata Mondiale della Poesia organizzato dall'amico poeta Enrico Taddei a Montevarchi nel marzo 2018. Gaia era presente insieme ad una sua opera pirografica. Mi sono incuriosito, ricordando di aver già incontrato in passato un altro appassionato di questa insolita tecnica artistica - Nunziante Langellotto, intervistato una decina di anni fa - così ho domandato a questa giovane artista toscana se potevo intervistarla. L'intervista è avvenuta tramite mail nel mese di aprile.

Iniziamo dal tuo percorso di studi…

Sin da bambina amavo disegnare. Riuscivo proprio a proiettarmi con l'immaginazione dentro ciò che stavo disegnando e a vivere in quei mondi di fantasia o ad essere i soggetti dei miei “scarabocchi”. Alle elementari avevo le idee più chiare di adesso: volevo essere un'artista. Ne consegue che scelsi di frequentare il liceo artistico, peccato che verso il terzo/quarto anno entrai in una profonda crisi esistenziale, persi totalmente fiducia nel genere umano, in me stessa e nelle mie capacità e, anziché entrare all'Accademia delle belle arti di Firenze, come era sempre stato nei miei progetti, decisi di entrare a Filosofia, per vedere se la sapienza di antichi e nuovi saggi avrebbe potuto aiutare il mio male di vivere. Purtroppo, durante il primo anno, mi accorsi che per comprendere ciò che stava capitando a me, avrei dovuto impiegare tempo ed energie anche su pensatori che non mi interessavano minimamente (sveglia eh?) e quindi ben presto lasciai tutto proseguendo l'osservazione esistenziale per conto mio e nel contempo mi dedicai all'indipendenza economica.

Come ti sei avvicinata alla pirografia? Quando ne hai sentito parlare? Certo non è una tecnica molto nota, almeno tra noi profani d’arte…

No effettivamente la pirografia, almeno in Italia, non sembra essere ancora molto conosciuta e neanche io ne avevo mai sentito parlare fino ad una notte d'estate di due anni fa, quando, passeggiando in una via bianca di campagna, con due miei cari amici, descrivendomi le esperienze vissute durante un breve viaggio nel nord Italia, mi raccontarono di un loro amico che aveva procurato questo strano oggetto alle figlie. Sentir parlare di punte incandescenti che contemporaneamente andavano ad incidere e bruciare il legno, mi affascinò istantaneamente. Il legno l'ho sempre trovato una materia meravigliosa, viva, profumata, calda, mentre il fuoco è sempre stato ipnotico e attraente per i miei sensi e dunque la possibilità di unire questi due elementi stimolava incredibilmente la mia curiosità. Cominciai a fare ricerche nel web e, vedendo le spettacolarità che si potevano realizzare col pirografo, decisi che anche io volevo sperimentare su questo campo e così feci.

Quali difficoltà deve affrontare chi vuole iniziare questa tecnica? Dove è possibile apprenderla?

Per me il primo passo è stato iscrivermi ad un forum specializzato sulla pirografia e là cominciare a chiedere consigli su quale fosse il pirografo migliore, le punte da utilizzare, i vari tipi di supporti su cui pirografare e leggere ogni tipo di discussione che potesse soddisfare la mia crescente curiosità. Devo dire però che non mi soffermai troppo sulla teoria perché ardevo dalla voglia di sperimentare. Penso che serva poca preparazione alla fine, non ci sono tecniche prestabilite o comunque la pirografia, ma l'arte in generale a mio parere, è un campo che va più che altro sperimentato liberamente, spogli il più possibile da concetti teorici, per poter trovare la propria personale forma espressiva. Mi ha anche aiutato molto facebook, sopratutto i gruppi di pirografia, mettendomi in contatto con pirografisti davvero ammirevoli, che danno direttamente o indirettamente esempi di tecniche e strumenti utilizzabili.
E' una tecnica lenta, meditativa secondo me, che richiede una grande calma e pazienza. I supporti utilizzabili sono tanti, io per adesso mi sono cimentata sul legno, cuoio e ossa (teschi di animali) e le difficoltà possono essere diverse. Anzitutto l'ideale sarebbe avere una stanza da adibire a laboratorio, sia per i fumi di combustione che si creano che per l'utilizzo di strumenti quali potrebbero essere la scartatrice elettrica, il seghetto alternativo o il dremel, nel mio caso, se il supporto su cui si va a piro-incidere si tratta del legno. La stanza dovrebbe avere almeno una finestra o un aspiratore per poter areare il locale e quando si brucia ad alte temperature non è male neanche servirsi di maschere con filtri FFP3, per salvaguardare i propri polmoni.

Quali artisti ti hanno influenzato maggiormente?

Come dicevo alla domanda precedente, sono una sostenitrice del cercare di mantenersi il più liberi possibili da influenze altrui per poter trovare la propria vena creativa, ma se proprio devo fare un nome allora dico Rembrandt, che, pur essendo un antico pirografista, lo preferisco in particolar modo nella sua drammaticità pittorica. Amo molto i contrasti intensi di chiaro scuro e lui ne è un grandioso rappresentante.

C’è una tua opera a cui sei più legata, che senti come più rappresentativa?

Sono più legata al primo quadro che feci. Rappresentava la grande onda di Kanagawa di Hokusai, artista giapponese che amo smisuratamente. Ne vado particolarmente orgogliosa perché, essendo il mio primo lavoro col pirografo, non mi aspettavo una resa così buona. Non solo mi soddisfece particolarmente, ed io non sono facile da soddisfare quando si tratta di mie capacità, ma mi diede entusiasmo. Fu anche il primo lavoro che vendetti. Non posso dire con certezza se sia il più rappresentativo, forse attualmente quello potrebbe essere il quadro realizzato in occasione della giornata mondiale della poesia, intitolato M'illumino d'immenso, però sicuramente è quello a cui penso con più affetto.

Nella tua pagina Facebook /brezza.dellest è possibile vedere alcune tue opere. Cosa pensi della diffusione dell’arte tramite il Web?

Penso che oggi sia indispensabile. Il web è una grande finestra sul mondo. Gli artisti fanno vita dura per emergere, devono partecipare ad esposizioni, concorsi, cercare ovunque eventi che gli possano dare visibilità e cosa può darti più visibilità del web? Ovviamente bisogna sapersi mettere in “vetrina”, sapersi pubblicizzare e vendere. Avere intraprendenza e partecipare tanto alle attività virtuali, come possono essere quelli dei gruppi su facebook per esempio o instagram. Diventare imprenditori di se stessi e intendersi anche un po' di tecnologia. Purtroppo, come tutte le cose c'è il rovescio della medaglia, bisogna saper valutare e distinguere l'artista emergente di talento dal mediocre principiante. Siamo sobbarcati da presunti artisti, sopratutto su instagram, sembra quasi che basti fare due righe su un foglio ed una foto “furba” per spacciarsi tali. Io sicuramente ho una cognizione del termine “artista” molto elevato e severo, probabilmente “antico”, tanto che anche io ho grosse difficoltà nel definirmi tale, ma senz'altro al giorno d'oggi se ne abusa.

Quanto tempo occorre in media per realizzare una pirografia?

La pirografia, come spiegavo sopra, è una tecnica piuttosto lenta. E' difficile quantificare i tempi perchè dipende dal tipo di pirografo, dal tipo di supporto (per esempio nel caso del legno ci sono legni più duri che bruciano lentamente e legni più morbidi, come il Pioppo, consigliato per i principianti), poi ovviamente dipende dalla grandezza e dalla complessità del soggetto che si va a pirografare. Non saprei rispondere con precisione a questa domanda, è questione di tante ore come minimo, se non giorni.

Qual è stata la prima mostra a cui hai partecipato? Hai ricordi particolari di una mostra o di un evento?

La prima mostra a cui ho partecipato è stata una mostra d'arte contemporanea chiamata ArteDonna a Massa, il 24 Marzo 2018, sono fresca di questo genere di partecipazioni, mi sto appena affacciando sullo scenario artistico.

A cosa stai lavorando adesso?

Attualmente sto lavorando ad una rappresentazione di un ramo di magnolie in fiore da esporre, se riesco a finirlo in tempo, all'evento organizzato dalla galleria Montevarchi Arte in occasione del mixage di arte contemporanea, chiamato Festa di Primavera che si terrà in via Poggio Bracciolini 38, a Montevarchi, Toscana, dal 24 Aprile al 6 Maggio.

Progetti per il futuro?

Sto per aprire un sito web personale dedicato ai miei lavori e continuerò ad esporre nei vari eventi in cui riuscirò a partecipare. Il 12 Maggio parteciperò con i miei lavori, assieme ad un altro artista, a due poeti e ad un rapper, all'evento I Sentieri della Poesia e dell'Arte a cura di Sabrina Capurro e di Enrico Taddei, che si terrà a San Giovanni Valdarno al Teatro Circolo ACLI in via Roma 1.

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