EROI IN CRISI E MALATI EMARGINATI
Il malato come diverso nel fumetto d´autore
Andrea Cantucci
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La salute dell´eroe
Nella tipica produzione seriale a fumetti, come in
tanta letteratura e fiction popolare, i protagonisti
delle storie sono "eroi", termine che richiama
qualità di personaggi epici ideali (1), archetipi in
cui, fin dai miti antichi, si tenta di rappresentare
quanto di meglio c´è nell´Uomo, ciò che potrebbe
essere invece di ciò che è. Anche gli "antieroi" più
scanzonati e anticonformisti dei fumetti conservano
spesso qualità fisiche e morali eroiche; perfino
quando il protagonista è un criminale lo si associa
a doti e capacità quasi sovrumane e, benché le sue
astuzie e il suo fascino siano definiti come
"diabolici", la
sostanza della sua "forza, intelligenza e bellezza"
non cambia. I personaggi che devono intrattenere i
lettori costantemente insomma, non possono
permettersi di essere deboli, stupidi o brutti,
tanto meno di ammalarsi facilmente, a meno che si
tratti di parodie umoristiche (come il Gruppo TNT di
Alan Ford, che comprende un paralitico e un
ipocondriaco). Al massimo debolezze e malattie si
possono sfruttare come espedienti perché il Don
Diego di turno riesca ad eclissarsi e trasformarsi
nel suo alter ego mascherato, allo stesso modo in
cui nelle fiabe il più piccolo, debole o sciocco dei
fratelli si rivela
alla fine come l´unico vero eroe.
Per la verità, qualche protagonista con debolezze
umane e salute malferma appare nei fumetti degli
anni ´60 del `900, con i famosi eroi con
superproblemi della Marvel. Tra il malato di cuore
Tony Stark/Iron Man, lo zoppicante Don Blake/Thor,
il non vedente Matt Murdock/Daredevil, o il
disadattato Steve Rogers/Captain America ci sarebbe
da mettere su una casa di cura per supereroi (e
proprio in questi termini gli eroi Marvel sono stati
poi ferocemente parodiati dagli inglesi Pat Mills e
Kevin O´Neil, nella storia del 1988
"Marshall Law Takes Manhattan: Crime & Punishment"
(2)) ma, una volta indossato il costume, insieme ai
limiti umani, ognuno di loro si lascia alle spalle
ogni preoccupazione e handicap, con l´eccezione di
Bruce Banner/Hulk che, al contrario, si trasforma
spesso da geniale scienziato in rabbioso ritardato,
benché forzuto.
Tra gli anni ´60 e ´70 del `900 però, almeno in
certi ambiti, le cose cambiano radicalmente, grazie
alla produzione underground statunitense ed ai
fumetti delle cosiddette riviste d´autore europee,
rivolti a lettori più maturi e preparati, che
possono anche essere realizzati in modo
auto-conclusivo, slegato da ogni logica seriale. Per
la verità, in Giappone le cose cambiano una decina
d´anni prima, quando dal 1957 Yoshihiro Tatsumi dà
inizio ai Gekiga, fumetti drammatici per adulti
contrapposti ai Manga per ragazzi, con
caratteristiche analoghe a certe successive storie
impegnate occidentali (3). Comunque ora si può
spaziare dalle più stravaganti sperimentazioni al
più accurato realismo e niente vieta di usare come
protagonisti anche personaggi con seri problemi
fisici o psicologici, malattie, handicap congeniti o
disturbi di qualunque genere, il ché costituisce
anche un´occasione per esprimere indirettamente
certi nascosti malesseri dell´individuo e della
società in cui vive.
L´eroe si distingue dagli altri per la sua
eccezionalità e quindi anche per la salute fisica e
mentale che, manifestandosi attraverso imprese o
battaglie, lo rende un esempio ideale a cui
ispirarsi, ma anche un modello difficilmente
raggiungibile. Invece il personaggio malato o
"sofferente" è più vicino alle problematiche e ai
limiti della condizione umana (4), ma può anche
essere trattato come un diverso da chi, per
pregiudizio o limitatezza di vedute,
considera la propria condizione come l´unica "sana e
normale".
Mutazioni improvvise
Soprattutto se le condizioni di una persona sono
uniche o poco diffuse, può scattare facilmente il
meccanismo della discriminazione o persecuzione ai
suoi danni. Del resto il termine mostro in origine
significava "essere straordinario" (5), con
un´accezione che poteva anche essere positiva, ma
che, nell´uso comune, è diventata decisamente
negativa, come negativo è spesso l´atteggiamento
verso chi appare diverso, perché non si sa bene cosa
sia e se ne ha istintivamente paura. Eppure ognuno
di noi è diverso dall´altro, o dovrebbe cercare di
esserlo se vuole affermare sé stesso, invece
d´uniformarsi al comune sentire. Tutti potremmo
considerarci o essere considerati improvvisamente
dei "mostri", dei "malati", qualora non volessimo
più adattarci a ciò che la società ci richiede:
essere cittadini che non creino troppi problemi, il
più possibile uguali a tutti gli altri.
Nel fumetto "Zil Zelub" (6), realizzato da Guido
Buzzelli tra il 1971 e il 1972, il protagonista, con
volto e nome anagrammato dell´autore, va da un
medico perché il suo corpo si è improvvisamente e
letteralmente ridotto a pezzi e non riesce più a
ricomporlo; eppure non avverte altri disturbi ed i
suoi arti "funzionano" perfettamente anche separati
dal busto, pur avendo comportamenti istintivi
incontrollati. La stravagante e più unica che rara
"malattia" lo rende chiaramente un mostro, che
qualcuno cerca anche di sfruttare
commercialmente, ma i significati della kafkiana
vicenda sono da ricercare nei meandri della psiche.
Si può dire che il corpo frammentato di Zil Zelub
esprima la sua confusione, le sue indecisioni e
contraddizioni interiori, mentre, seppure in modo
disordinato, tenta di ribellarsi a un modo di vivere
la cui normalità comprende tanta ipocrisia,
opportunismo e ferocia, una ribellione automatica
senza il consenso della persona, una psicosi
concretizzatasi fisicamente.
Nell´album "Le Bandard Fou" (Il Fallico Folle) (7),
pubblicato da Moebius nel 1975, la mutazione
riguarda invece le abnormi dimensioni del pene del
protagonista, un disturbo di natura poco chiara,
dato l´andamento surreale della storia ambientata
sul pianeta Suldai e dintorni, ma che scatena una
caccia all´uomo ai suoi danni, finché una certa
madame Kowalsky lo porta in salvo, naturalmente
approfittando delle sue doti. Qui la diversità e la
"colpa"
del "malato" da un lato e il suo ricercato
apprezzamento dall´altro, riguardano evidentemente
due diversi atteggiamenti, di demonizzazione o di
naturale godimento, che si possono avere nei
confronti del sesso. Ad ogni pagina della storia si
alternano dei disegni in cui un uomo colpito da una
specie di morbo mutogeno si trasforma infine in un
uovo che si apre; anche quest´apparente "malattia",
che prima sfugge ad ogni controllo e poi sfocia nell´incubazione
di una nuova vita, volendo, potrebbe essere letta
come metafora sessuale.
In un´altra storia di Moebius del 1977, "Scalo su
Faragonescia" (8), un´esilarante malattia colpisce
un soldato di un´astronave terrestre in libera
uscita che, per ignoranza, non ha avuto l´accortezza
di preparare opportunamente il cibo locale prima di
ingerirlo. Le mutazioni successive che colpiscono il
suo corpo rischiano di trasformarlo definitivamente
in qualcosa di completamente diverso da qualsiasi
forma di vita, ma fortunatamente i
gestori del locale mettono in atto degli incantesimi
per riportarlo alle condizioni umane. Qui la
malattia e la diversità scattano a contatto con una
cultura aliena, per pura incomprensione tra gli
appartenenti alle due specie, e nonostante la buona
volontà dei Farago, le conseguenze sfuggiranno a
ogni controllo, come spesso accade in questi casi.
Il finale si può considerare una sorta di
contrappasso, per tutte le volte in cui una
spedizione "civilizzata" ha esportato le proprie
malattie ai danni di indigeni di questa o quella
parte mondo.
È ciò che accade ad esempio nel breve racconto "Tell
El Aqqaqir 1943" (9) di Sergio Toppi, in cui due
arabi prelevano, per rivenderlo, il rame ed il ferro
dei carri armati sventrati che arrugginiscono nella
sabbia dopo gli scontri della II Guerra Mondiale,
finché comincia ad accadere loro qualcosa di
strano... Quando il superstite torna dal padre, che
l´aveva ammonito di non avvicinarsi a quelle
macchine, sarà troppo tardi. L´uomo verrà
abbandonato nel deserto, per non contagiare la tribù
con la lebbra che l´ha colpito. Il fatto che gli
eventi descritti siano impossibili, non sminuisce il
realismo con cui l´autore rappresenta il totale
rifiuto verso il diverso e tutto ciò che è estraneo
alla propria cultura, un rifiuto che in questo caso
permetterebbe effettivamente di sfuggire a pericoli
subdoli da parte di un mondo moderno ignoto e
"misterioso", la cui tecnologia, in questo e in
altri racconti di Toppi, sembra essere usata
soprattutto per portare la morte ad altri popoli.
La tipica malattia che il mondo moderno porta ai
propri abitanti è invece la depressione. Nel bel
romanzo a fumetti "Tantrum" (10), pubblicato da
Jules Feiffer nel 1979, assistiamo alle conseguenze
surreali della crisi depressiva di Leo, uomo di mezz´età
sposato e con figli. Il rifiuto della vita che ha
condotto finora lo ritrasforma letteralmente in un
bimbo di due anni, in modo da sfuggire ad ogni
responsabilità, ma anche così le cose non diventano
semplici come vorrebbe. Sua moglie non vuole
accettare la cosa e le sue sorelle chiamano
un´ambulanza, considerando automaticamente la sua
improvvisa diversità come una malattia. Scopre poi
con disappunto che la sua condizione non è unica
come credeva, ma ci sono molti altri come lui che
tramano segretamente.
Fuggendo da tutti, il piccolo Leo si rifugia dalla
cognata, solo per scoprire che è affetta da
anoressia e che è lei ad aver bisogno del suo aiuto.
Gli oltre 170 disegni schizzati a tutta pagina dal
geniale autore statunitense tratteggiano un
impietoso e divertentissimo ritratto dell´uomo
moderno, delle sue paure, delle sue insicurezze, ma
anche della sua possibilità di scegliere cosa vuole
essere per raggiungere la felicità, ammonendolo a
non maturare troppo, perché "la gente matura fa le
stronzate peggiori".
Il problema delle condizioni di vita in cui poter
essere felici, è sviluppato in modo molto diverso
nei fumetti fantasy del francese Philippe Cazaumayou,
in arte Caza. Il suo ciclo "Habitants du Crépuscule"
(Abitanti del Crepuscolo) (11), descrive con uno
stile affascinante che ricorda Moebius, ma ancora
più accurato e dettagliato, un mondo onirico diviso
tra gli Oms, che vivono in modo anonimo, asettico e
privo di sentimenti in città ipertecnologiche, e gli
Altri, dei mutanti che vivono all´esterno in modo
libero e incontrollato, come fantastiche creature di
antiche leggende. Il rapporto tra i due popoli è
ovviamente conflittuale. Gli Oms, temendo
costantemente d´esser "contaminati", cacciano gli
Altri semplicemente in quanto diversi e linciano i
propri concittadini al minimo segno di devianza,
mentre gli Altri attuano ritorsioni più fantasiose.
È chiaro a chi vadano le simpatie dell´autore, ma
nelle sue enigmatiche storie nessuno è del tutto
condannato o assolto. Nel racconto Mandragora (12)
del 1980, un Om coglie una radice che cresce fino a
prendere forma femminile ed il rapporto carnale tra
i due genera in entrambi una completa
trasformazione, uno scambio delle rispettive
caratteristiche, come se la condizione di Om o di
Altro, di normale o di diverso, non fosse fissata
una volta per tutte, ma potesse essere trasmessa, un
po´ come accade coi virus (13).
Il contatto tra mondi diversi genera mutazioni e
diversità anche nel romanzo a fumetti "L'enfant
Penchée" (La Bambina Inclinata) (14), scritto da
Benoit Peeters e disegnato da Francois Schuiten tra
il 1995 e il 1996, con le foto di Marie-Francoise
Plissart. La protagonista, la piccola Mary, non può
più star dritta e resta in equilibrio solo in
un´impossibile posizione inclinata. La fanno
visitare come fosse malata e, per "correggerla", la
mandano in un istituto dove subisce il dileggio
delle compagne e le angherie delle insegnanti, che
la considerano un elemento destabilizzante. Dopo
un´esperienza da equilibrista in un circo, uno
scienziato le spiega che subisce la gravità di un
pianeta occulto e il tentativo di raggiungerlo porta
al contatto tra due dimensioni, quella disegnata in
questa e nelle altre storie del ciclo "Les Cités
Obscures" (Le Città Oscure) (15) e la nostra,
rappresentata da foto. La causa di tutto sono i
dipinti di un pittore del nostro mondo, poiché la
fantasia permette di spostarsi tra le due realtà. La
sfera su cui la ragazza, non più inclinata, e il
pittore si incontrano è il solo luogo a cui i due
sentono d´appartenere ed in cui la distanza che li
separa scompare, in cui due
persone di due universi diversi, considerate strane
o "malate" da tutti gli altri, riescono a trovarsi,
scoprendosi intimamente vicine. Tornato al nostro
mondo, anche il pittore porterà un segno di
diversità: la sua mano trasformatasi in disegno per
il tentativo di Mary di trattenerla nell´altro
universo.
Come accade per tutti questi personaggi, le malattie
producono cambiamenti, più o meno rapidi e più o
meno provvisori, che allontanano il soggetto dalla
"normalità" della salute. Interpretandone i
mutamenti come metafore ideologiche o spirituali, si
possono vedere le trasformazioni stravaganti che
avvengono in questi fumetti come manifestazioni di
un senso di diversità interiore, del modo in cui
viene visto chi ha idee, posizioni o sensibilità
diverse o, peggio ancora, uniche. Considerare le
condizioni dell´altro come una malattia,
liquidarle come anormali, diventa allora un modo per
non confrontarsi con esse e non dover mettere in
dubbio tante discutibili "verità" comuni.
Handicap fisici e mentali
La diversità del malato non sempre si risolve con la
guarigione, a volte è definitiva o congenita. In tal
caso isolarlo non ha senso (un handicap dalla
nascita o per un incidente non è certo contagioso) e
invece i "diversamente abili" vivono anche svantaggi
sociali, oltre che fisici. Eppure ci sono esempi di
come un handicap non precluda la possibilità di
carriere in vari campi: Stephen Hawking è tra i più
grandi scienziati del mondo, Pierangelo Bertoli è
stato un grande cantautore e Al Capp, rimasto
mutilato di una gamba in gioventù, fu un grande
fumettista satirico. Nella sua storia del 1955 "Al
Capp by Li´l Abner" (16), realizzata e distribuita
gratis per il Servizio Sanitario Nazionale, la vita
dell´autore è raccontata dal suo personaggio,
dimostrando come un disabile possa condurre una vita
normale e come l´handicap maggiore da combattere sia
nel proprio atteggiamento mentale.
Tra i disabili della letteratura troviamo pirati e
marinai privi di un arto, come il capitano Achab del
"Moby Dick" di Melville, adattato a fumetti da due
grandi autori come Dino Battaglia (17) e Franco
Caprioli (18), o il Long John Silver de "L´Isola del
Tesoro" di Stevenson, protagonista anche della
versione a fumetti di Hugo Pratt (19) e della
bellissima storia di Giancarlo Berardi e Maurizio
Mantero "John il Mozzo" (20), in cui racconta il suo
passato. La gamba di legno è poi la caratteristica
dell´omonimo nemico di Mickey Mouse, che nel suo
caso fu sostituita da un arto ortopedico in una
celebre storia di Floyd
Gottfredson del 1941 (21), perché non si potesse più
dire che l´eroe disneyano se la prendeva con un
povero handicappato. Perde una gamba anche il
giovane Fabiolo, nella storia di Magnus e Bunker "Il
Soldatino Impiombato" (22), una spietata satira
contro la retorica della guerra e il cinismo delle
speculazioni belliche, in cui un reduce mutilato,
una volta tornato a casa, è messo da parte da tutti,
come il soldatino della fiaba di Andersen, anche da
chi l´aveva spinto a partire.
Dà un´immagine più anticonformista dell´handicap la
storia di Altan "Friz Melone" (23), in cui un ricco
cieco, ingannato dall´immigrato che dovrebbe
pulirgli la casa, vive tra sporco e disordine.
Recuperata la vista grazie a uno zingaro, Friz
abbandona il suo stucchevole moralismo cristiano e
si lascia andare a quelli che ritiene peccati, ma
accortosi che non sono belli come credeva, di fronte
ai rischi e le responsabilità che la condizione di
sano
comporta, si rimette gli occhiali scuri fingendosi
ancora cieco. La salutare scorrettezza politica di
Altan non salva nessuno, non dimostra pietismo o
commiserazione e tratta i più deboli come tutti gli
altri, dissacrandone ferocemente le ipocrisie.
Certi rapporti interessati e cambiamenti di ottica
legati alla propria condizione fisica si ritrovano
anche nella storia "Un Anello Speciale" (24),
pubblicata da Will Eisner nel 2000, in cui Reba, una
bella ragazza diventata sordomuta per un trauma, è
costretta a sposare lo storpio Marvin per non
restare zitella, ma quando improvvisamente guarisce
dal suo handicap capisce di avere ben altre
possibilità e si accentuano le incompatibilità di
carattere tra
i due, fino a giungere alla separazione. Le cose
cambiano ancora quando Reba, colpita da una nuova
infermità, ritorna ad aver bisogno del marito;
l´autore ci mostra insomma come gli interessi
pratici possano influenzare i sentimenti.
Richard Corben, ideale erede di Eisner quanto ad
espressività grottesca, nella fantascientifica
storia "Mutant World" (Mondo Mutante) (25)
sceneggiata da Jan Strnad, narra invece le
disavventure del mutante Dimento (che in inglese
suona come dementia, demenza), un apparente
ritardato mentale che si aggira tra rovine e mostri
di un mondo post-atomico cercando di sopravvivere,
ingannato e maltrattato da mutanti più furbi e
violenti di lui, tra cui un fanatico religioso nato
da un esperimento genetico malriuscito. Tra cloni
nati in
provetta e umanoidi deformi, i diversi e i malati
sono ormai la maggioranza, senza per questo smettere
di combattersi ed umiliarsi a vicenda, ma la storia
si chiude su una nota di speranza per il futuro,
come il sequel degli stessi autori "Figli di un
Mondo Mutante" (26). Qui la protagonista è la figlia
di Dimento, che benché si chiami Dimentia è
perfettamente sana. In un´altra storia disegnata da
Corben su testi di Bruce Jones, "Era Grande, Grande,
Grande..." (27), è invece solo una bambina, Rachele
Nielson, ad essere affetta dalla nascita da
un´abnorme forma di gigantismo che la rende un
fenomeno da baraccone e le impedisce di vivere una
vita normale. Il problema più grande, per lei e
l´intero pianeta, è che la sua crescita non ha
intenzione di fermarsi dopo la pubertà. Qui la
diversità di chi è sfruttato ed umiliato in vari
modi, diventa letteralmente un problema troppo
grosso perché possa continuare ad essere ignorato da
chiunque.
Un altro autore che predilige i personaggi "diversi"
è il belga Didier Comès; nel suo romanzo a fumetti
del 1979 "Silence" (Silenzio) (28), l´omonimo
protagonista è un ritardato mentale muto, sfruttato
e maltrattato dal prepotente patrigno, in un paesino
della provincia francese. Tra atmosfere magiche e
montaggi alla Pratt, Silenzio vive una storia
d´amore con una zingara cieca, mentre i suoi
pensieri sgrammaticati scandiscono una vicenda
intricata,
tragica ed inquietante che ha fine con la morte di
tutti i personaggi principali, sdrammatizzata in
puro stile Pratt nell´ultima poetica pagina.
Anche la successiva storia di Comès, "La Donnola"
(29), è incentrata su un ragazzo autistico, Pietro,
altrettanto silenzioso di Silenzio, coinvolto in
antichi rituali precristiani legati alla dea madre,
presso un paesino delle Ardenne. La diversità del
ragazzo è messa in relazione con la perseguitata
diversità dell´Antica Religione, che preferisce il
silenzio della natura alle chiacchiere retoriche di
pretese verità assolute. In "Eva" (30) invece, Comès
imbastisce un ambiguo triangolo in cui colei che dà
il titolo alla storia è in apparenza costretta su
una sedia a rotelle per un incidente, cosa che, alla
faccia d´ogni patetico luogo comune sui disabili,
non sembra impedirle di avere rapporti incestuosi
col gemello Yves e tentare morbosi giochi erotici
con la bella Neve, fermatasi a casa loro per un
guasto alla macchina. L´ossessiva situazione ricorda
certi film di Hitchcock, in cui niente è come
sembra.
Ma il più simpatico handicappato apparso in un
fumetto è forse Cornelius Cardew, comprimario della
storia "Skizz" (31) scritta da Alan Moore, disegnata
da Jim Baikie e uscita nel 1983 sulla rivista
inglese 2000 AD. Cornelius è un grosso energumeno
mentalmente ritardato, con un cuore d´oro e poche
idee fisse, come quella di essere un tubista e di
avere il suo orgoglio anche se è disoccupato.
Insieme all´amico Loz, aiuta la giovane Roxy a
salvare l´alieno Zhcchz, ammalatosi dopo essere
naufragato sul nostro pianeta e poi sottoposto a
spiacevoli esperimenti dalle autorità britanniche.
Proprio Cornelius ha un ruolo chiave nella salvezza
finale del piccolo extraterrestre; una volta tanto,
grazie alla sensibilità con cui Moore imbastisce la
trama, anche un disabile diventa un eroe.
A proposito di sensibilità, è d´obbligo citare
l´episodio di Dylan Dog del 1988 "Ghor" (32),
scritto da Tiziano Sclavi e disegnato da Attilio
Micheluzzi, in cui un bimbo orribilmente deforme è
tenuto in catene dai genitori, che infine se ne
liberano uccidendolo, ma prima di morire il piccolo
incontra i "mostri" di una festa mascherata,
sentendosi finalmente accettato. Il linguaggio
sgrammaticato e incerto di Ghor ricorda i pensieri
di Silenzio, con
cui condivide la mancanza di risentimento verso chi
gli ha fatto del male, avendo la fortuna di non
saper giudicare. Il tema dei poveri mostri, visti
più come vittime che come minacce, ricorre in varie
storie del personaggio di Sclavi, come "Dal
Profondo", "Dopo il Grande Splendore" o "Johnny
Freak" (33), in cui individui malformati dalla
nascita o vittime di mutazioni e mutilazioni sono
discriminati o rinchiusi, non potendo mimetizzarsi
tra gli altri fingendosi sani come fanno tutti. Ma
più che nella sua famosa serie a fumetti, Sclavi
sviluppa questi temi nel romanzo "Mostri" (34),
ambientato in una clinica riservata ai freak (35),
in cui le attenzioni delle infermiere, che li
trattano come bambini, sono le uniche piccole gioie
di pazienti che non possono guarire e l´orrore di
una routine senza speranze fa più paura di tante
fantasie.
L´aspetto inquietante dei freak alla Tod Browning
(36) si ritrova invece
in "Faces" (Volti) di Matt
Wagner (37), un episodio di Batman uscito su Legends
of the Dark Knight nel 1992, in cui attorno al freak
per eccellenza Due Facce si raccoglie una schiera di
fenomeni da circo. Nella serie Lucifer, scritta da
Mike Carey e iniziata proprio con la morte di un
disabile (38), i freak umani hanno poi una
controparte mitica nei Lilim, i figli mostruosi che
Lilith, prima moglie di Adamo, avrebbe generato con
demoni e angeli. La loro origine viene
mostrata su Lucifer n°50: "Lilith" (39), uscito nel
2004 coi raffinati disegni di P. Craig Russell, in
cui i Lilim sono sfruttati dagli angeli come
costruttori della loro città d´argento per poi
esserne scacciati, non rispondendo ai presunti
canoni divini meglio noti come pregiudizi. Eppure
sono i suggerimenti della "peccatrice" Lilith e
l´apporto anche violento dei suoi figli ad imprimere
movimento e possibilità evolutive a un cosmo
primordiale altrimenti chiuso in una sterile
staticità eterna. In effetti, in natura o
nella società sono le mutazioni, le diversità, i
modi originali di affrontare i problemi, a favorire
cambiamenti, sopravvivenza e progresso, mentre
uniformità e conformismo, pur apparendo rassicuranti
conducono prima o poi alla stasi e alla morte.
Malati terminali, crisi d´astinenza e alterazioni
percettive
Visto che tutti dovremo, prima o poi, tornare all´assenza
di vita da cui siamo sorti, in attesa di mutare in
più deboli e meno presentabili moribondi, ci
sforziamo di rimuoverne la consapevolezza, tenendoci
il più lontano possibile da chi abita già quella
zona crepuscolare in cui la malattia prelude al
nostro comune destino... ma purtroppo, o per
fortuna, non si può far sempre finta di niente.
Nel 1975 Philippe Druillet, importante innovatore
del fumetto francese ed uno dei fondatori ed
ispiratori della rivista Metal Hurlant, sta
lavorando ad una storia in cui delle bande di
drogati si scontrano in un vago ed immaginifico
futuro, quando a sua moglie Nicole viene
diagnosticato un cancro, malattia di cui muore di lì
a poco. La trama e le immagini del racconto,
pubblicato nel 1976 col titolo "La Nuit" (La Notte)
(40), sono stravolti dall´evento luttuoso che l´ha
colpito e l´autore trasforma l´album in un inno di
dolore visionario, inserendovi anche foto della
donna amata e facendo l´elegia di un mondo senza
speranze, in cui ad essere malata è una società
insensibile che corre verso la morte, mentre le vane
ribellioni di chi la abita sfociano in istinti
autodistruttivi.
È autodistruttivo anche l´atteggiamento del soldato
di ventura Wolfhart Baldung, in un episodio del
ciclo "Storie di un Altro Evo" (41) realizzato da
Giacinto Gaudenzi nel 1977. Obbligato a tornare a
casa dopo il litigio con un potente, il giovane non
si rassegna a trovarsi una pacifica occupazione e la
madre, preoccupata per la sua anima, gli propina la
pozione di un alchimista, una droga che però non ha
l´effetto sperato. Wolfhart contrae un oscuro morbo
e delle sensuali e perverse allucinazioni lo
conducono alla morte, mentre
l´autore rappresenta magnificamente l´opprimente
atmosfera di corruzione e superstizione della
Germania medievale ossessionata dalla peste.
L´assenza di speranze diventa un monito per il
futuro nel breve romanzo a fumetti "When the Wind
Blows" (Quando Soffia il Vento) (42), pubblicato
dall´inglese Raymond Briggs nel 1982 e da cui fu
tratto l´omonimo film d´animazione. È la storia di
una coppia di anziani che costruisce un rifugio
antiatomico di fortuna, seguendo le istruzioni degli
opuscoli governativi, e si crede così al sicuro da
un imminente attacco nucleare. Ovviamente, dopo lo
scoppio della bomba, pur sopravvivendo, sono
condannati ad una lenta morte per radiazioni. Lo
stile naif da libro d´infanzia, che l´autore usa
nella prima parte della storia, rende ancor più
inquietante il progressivo deteriorarsi della
situazione ed il consumarsi della tragedia, mentre i
due pensano ancora di poter essere soccorsi dal
governo; la loro malattia riflette quella di un
mondo che sta accettando la possibilità di una
guerra senza vincitori.
Le responsabilità politiche sono anche al centro di
"Battuta di Caccia" (43), scritto da Pierre Christin
e disegnato da Enki Bilal nel 1983. Qui il malato,
non solo fisicamente, è l´alto funzionario sovietico
Vassili Cevcenko che, nonostante una paralisi
facciale gli impedisca di parlare, incontra altri
esponenti del Patto di Varsavia, in apparenza per
un´"innocente" strage di selvaggina, in realtà per
prendere un´iniziativa che faccia allentare la presa
sovietica sull´Europa Orientale. Intanto si rievoca
la storia di un partito che, una volta al potere, ha
sacrificato i valori umani in nome della politica,
assumendo atteggiamenti "imperialisti" come quelli
che diceva di combattere, ma averlo compreso non
salva Cevcenko da una fine che anticipa quella del
suo mondo. Come lui, il blocco sovietico è
paralizzato entro vecchi schemi e la cura arriva
tardi, o forse ne accelera la fine, in un gioco di
specchi tra realtà e fantasia evidenziato dagli
autori in un´appendice aggiunta nel 1990. Un altro
che non può incolpare che sé stesso per la propria
fine è Hsi-Men Ching, il protagonista di "Le 110
Pillole" di Magnus (44), un ricco libertino
cinese che, grazie a degli afrodisiaci, sembra
godere di un´inesauribile potenza sessuale e
soddisfa facilmente le sue tante mogli, ma avendo
abusato delle pillole e del proprio fisico, si
ammala senza speranza. Come dice un sacerdote
taoista nel romanzo cinese da cui il fumetto è
tratto, "Non vi è alcuna possibilità di guarirlo. Il
vino e le donne hanno disseccato, spremuto ed
esaurito la sua potenza virile. I suoi intestini
sono consunti dal fuoco devastatore della lussuria.
Il morbo è troppo profondamente radicato nel corpo,
perché l´arte umana possa farci qualcosa." (45) Ciò
si collega all´antica filosofia cinese secondo cui
"lo stato di salute è la traduzione di un´armonia
generale di virtù individualizzate, la malattia
l´indice di una rottura di questa armonia" (46) ed
anche alla convinzione buddista che la castità sia
una virtù, poiché procreare alimenterebbe il samsara,
la catena delle esistenze a cui si vuole sfuggire.
È alla fine della vita anche il vecchio Ben, nel
breve romanzo a fumetti "A Family Matter" (Affari di
Famiglia) di Will Eisner (47), quando i figli si
riuniscono per deciderne il futuro, in occasione del
suo novantesimo compleanno. Essendo paralizzato per
un ictus, il padre è ora un peso per loro e, tra
ricordi e violente discussioni, si capisce che molti
sono più interessati alla sua eredità che al suo
benessere, tanto da essere pronti a
spedirlo in un ospizio. Ma il vecchio risparmia loro
la fatica e risolve tutto definitivamente con
l´aiuto di un nipote con problemi psichici, che si
dimostra più disinteressato ed umano dei
ragionamenti con cui i "sani e normali" giustificano
le loro ipocrisie.
È invece disinteressata solo in apparenza la corte
dei miracoli che, nella storia di Carlos Trillo e
Alberto Breccia "La Principessa Cieca" (48),
soddisfa il desiderio di una mendicante che sta per
morire e le dà l´illusione d´essere ad un ballo,
approfittando del fatto che non può vedere. Gli
stessi autori nel 1980 adattano a fumetti il
racconto di Edgar Allan Poe "The Facts in the Case
of Mr. Valdemar" (La Verità sul Caso di Mister
Valdemar) (49), in cui un uomo in punto di morte è
sottoposto ad un´antiquata forma di ipnosi. Nella
loro versione l´ipnotizzatore è lo stesso Poe e,
fino a ché non pone fine al trance, le inquietanti
conseguenze sul signor Valdemar sono di preservarne
il corpo e
mantenerlo in contatto coi vivi anche dopo il
momento del trapasso. Il malato diventa un diverso
anche rispetto agli altri malati, se gli si
impedisce ad ogni costo di morire.
Più drastico e definitivo è il modo in cui
Campofame, nell´omonimo racconto di Robinson
Jeffers, s´oppone con violenza alla Morte, venuta a
portar via la sua vecchia madre malata, fino ad
uccidere la minacciosa creatura e farla svanire. La
storia è stata trasposta a fumetti da Andrea
Pazienza (50), con tecniche miste che evidenziano
con grande poesia come l´assenza della morte sarebbe
una tragedia maggiore della sua esistenza, anche
perché non ci sarebbe fine all´agonia di chi soffre.
Ed una vera agonia a fumetti è "Gli Ultimi Giorni di
Pompeo" (51), capolavoro di Pazienza in cui l´autore
si racconta con coraggio e onestà attraverso il suo
personaggio, la cui malattia non è solo la
tossicodipendenza, ma anche il male di vivere che
l´accompagna e non gli dà tregua fino all´ultima
tragica pagina. La libertà e profondità di queste
pagine, altalenanti tra incubi densi di dolorosa
concretezza e brevi sollievi dalla leggerezza quasi
metafisica, autorizzerebbero a tracciare paralleli,
anche sul piano biografico, tra Pazienza e grandi
scrittori come Jack London (52). Del suo Pompeo,
alla fine, non si può dire se si senta diverso
perché si droga, o se si droghi perché si sente
diverso.
La diversità di malati che sono al tempo stesso dei
drogati assume aspetti meno introspettivi e più
orripilanti nel mondo del futuro di "Morbus Gravis"
(53), in cui Paolo Eleuteri Serpieri fa esordire la
sua prosperosa eroina Druuna, e nei successivi album
dello stesso ciclo. Qui tutti si iniettano un siero
per tenere a bada un morbo che muta le persone in
mostri e che, al minimo segno di contagio, ne
decreta l´eliminazione da parte del misterioso
governo della "città". Il potere teme un virus che
stravolge la normalità delle persone rendendole
incontrollabili, il tutto rappresentato su un piano
estremamente
carnale: terribili e mortali esperienze sono
provocate dal risveglio di irrefrenabili istinti, la
cui percezione delle cose è limitata alla
soddisfazione dei propri appetiti.
Assistiamo invece ad un distacco dalla sfera fisica,
riconducibile a filosofie orientali, nel romanzo a
fumetti "Dispersion" (54), realizzato dal giapponese
Hideji Oda dal 1992. Il protagonista, Kacchan, è un
ragazzo considerato malato perché è così
indifferente a ciò che lo circonda, da estraniarsene
e lasciar "disperdere" non solo la sua mente, ma
tutto il suo essere, fino a svanire nel nulla.
Eppure in qualche modo continua ad esistere in una
dimensione da cui può vedere tutto ciò che accade,
fino a quando un particolare evento non lo coinvolge
abbastanza da farlo tornare solido.
Ci si sente privi di sostanza e lontani dal mondo
anche quando si è affetti da stati febbrili o
malattie che provochino perdita di coscienza;
nell´affascinante storia "Mercy" (55), scritta da
Jean-Marc De Matteis e dipinta da Paul Johnson nel
1993, un paziente in coma assiste ad eventi che si
svolgono in diversi luoghi del pianeta, come se i
suoi sensi, privi di legami fisici, si fossero
estesi oltre i limiti abituali, e percepisce
un´entità che dà aiuto e sollievo a chi ne ha
bisogno e che lui chiama Mercy (56). Gli appare
come una bella donna dalla pelle azzurra, con un
abito rosso dai lembi simili ad ali, un misto tra le
antiche dèe celesti mediterranee, di cui le madonne
cristiane non sono che l´ultima versione, e certe
analoghe divinità orientali (57), un´essenza di
serenità e speranza il cui contatto libererà anche
lui dal timore, la rabbia e la sfiducia che gli
impedivano di tornare a vivere.
Epidemie ineluttabili e letteratura macabra
L´odiata e temuta diversità della malattia si prende
la rivincita quando si diffonde fino ad annullare
ogni differenza tra gli uomini, superando le porte
chiuse che tentano di dividerli, scivolando oltre le
difese di chi si barrica dietro futili ricchezze e
potere, costringendo chi s´era illuso di restare per
sempre sano e forte ad arrendersi al fato comune. È
quanto accade in Europa col dilagare della peste che
nel XIV secolo ne riduce la popolazione di un terzo,
senza distinguere tra vecchi o giovani, poveri o
ricchi, plebei o nobili, come ricorda Boccaccio nel
"Decameron". Da allora
nell´arte europea si
diffondono
trionfi della Morte e danze macabre (in tedesco
totentanz), affreschi o stampe con persone e
scheletri alternati, accompagnati da versi che
esprimono l´idea che la morte colpisce tutti
indifferentemente. Lo scheletro che danza con tutti
è la perfetta rappresentazione della peste e dopo
l´epidemia del 1347-1354 inizia ad essere
raffigurato con falce e veste nera, diventando la
personificazione della Morte nell´immaginario
europeo, mentre quella che solo
cinquant´anni prima era chiamata Sorella Morte
assume aspetti ben più terrificanti. Certe danze
macabre sembrano quasi dei fumetti ante litteram,
come la serie di incisioni di Hans Holbein "Les
Simulachres et Histoirées Faces de La Mort" (Le
Parvenze e gli Istoriati Volti della Morte) (58),
stampata a Lione nel 1558. Alla fine degli anni ´60
del `900 ispirano inoltre a Dino Battaglia la storia
a fumetti "Totentanz" (59), che ne cita e ne
riassume i
contenuti e si conclude riportando il testo di una
danza barocca, la stessa che anni dopo è rielaborata
da Angelo Branduardi nella canzone "Ballo in Fa
Diesis Minore" (60).
Ma il racconto che più incarna lo spirito delle
danze macabre, e l´archetipo letterario fondamentale
per ogni storia sulla pestilenza, è "The Masque of
the Red Death" (La Maschera della Morte Rossa) di
Poe. Morte Rossa è una variante del nome di Morte
Nera con cui la peste è tristemente nota (61) e
anche i sintomi sembrano riferirsi alla peste:
"Dapprima erano dolori acuti, improvvise vertigini;
seguiva poi un copioso trasudare senza fine che
portava al dissolvimento dell´essere. Chiazze
purpuree sulla pelle, sulla pelle del volto
in ispecie, rendevan le vittime così ripugnanti che
venivan fuggite da tutti, lasciate senza conforto né
aiuto." (62) Ma l´immaginaria Morte Rossa è ancora
più fatale e ha un decorso ancora più fulmineo:
passa mezz´ora dai primi sintomi alla morte, mentre
la peste, a seconda delle forme, impiega da mezza
giornata a quattro giorni. Della storia di Poe
esistono varie versioni a fumetti: quella di Tom
Sutton per la Warren (63) mantiene lo scenario
medievale
dell´originale, ambientato nel castello del principe
Prospero, quella di Dino Battaglia (64) sposta
l´azione ai primi del `900, sulla nave del Barone
Von Hartein, quella di Roy Thomas e Don Heck per la
Marvel (65) si svolge negli anni ´70 del `900, nel
bunker del produttore d´armi Griswold, i cui
laboratori hanno creato il virus diffusosi sulla
Terra. In tutti e tre i casi un gruppo di
privilegiati si isola dai suoi simili per salvarsi
dall´epidemia dilagante e dà un ballo mascherato
mentre nel resto del mondo si muore, ma appare tra
loro la maschera scarlatta di quel fato a cui
volevano sfuggire.
La Morte Rossa è anche citata esplicitamente nel
breve racconto di Caza del 1983 "Ceneri" (66), in
cui una città degli Oms, che speravano di evitare
ogni pericolo separandosi dagli Altri, viene invasa
dal sangue e dalla morte. Il racconto di Poe ha poi
sicuramente ispirato Tiziano Sclavi
per l´inizio
dell´episodio di Dylan Dog "Attraverso lo Specchio"
(67), disegnato da Giampiero Casertano, in cui la
Morte si aggira in un ballo mascherato toccando
vari invitati, che ovviamente non arriveranno vivi
alla fine. Anche le antiche danze macabre sono una
fonte d´ispirazione di questa storia, in particolare
della ballata che accompagna le prime scene ed i
momenti della morte dei personaggi, la cui strofa
iniziale è quasi identica a quella di "Les
Simulachres..." di Hans Holbein (68).
Eppure, nonostante l'incombente minaccia della
morte, c´è chi si adatta ad ogni situazione, come il
protagonista della storia "Pfaulz" (69), scritta da
Steven Seagle e illustrata da Teddy Kristiansen per
il n°13 della serie House of Secrets. Pfaulz è un
turpe figuro che, nella Germania colpita dalla prima
epidemia europea di peste, con un complice
travestito da medico si spaccia per inviato
imperiale, estorce denaro e violenta donne, offrendo
amuleti contro il contagio e minacciando di
dichiarare infette le case, ma alla fine dovrà
sperimentare cosa si prova ad essere trattati come
appestati.
Si svolge durante o poco dopo la stessa epidemia, il
racconto di Poe "King Pest" (Re Peste), in cui due
marinai, fuggiti da un´osteria senza pagare, si
rifugiano in un quartiere di Londra chiuso per la
peste, di cui dei tipi bislacchi si sono
auto-nominati regnanti. La folle situazione permette
all´autore di sbeffeggiare l´autorità dei potenti,
paragonandola ad una pestilenza. Conserva lo stesso
tono satirico e buffonesco anche la versione a
fumetti di Dino Battaglia (70), ambientata tre
secoli dopo.
Infatti a quella prima epidemia ne seguono altre e
la peste torna ad imperversare in Europa nel XVII
secolo; del suo apparire in Italia nel 1629 parlerà
poi Manzoni ne "I Promessi Sposi", mentre in
Inghilterra divampa tra il 1665 e il 1666. Da due
scritti dell´epoca, l´editore underground Dennis
Cunningham trae nel 1969 l´albo a fumetti
"Manoscritti della Peste Nera" (71), il primo
disegnato da Richard Corben, sul n°13 della testata
Weirdom
Illustrated. Vi sono messe a confronto due
testimonianze sul processo per stregoneria a carico
di Anne Ashby, nella cittadina di Chelmesford.
L´accusatore, il cacciatore di streghe James
Hopkins, attribuisce l´origine della pestilenza,
descritta con terribile ricchezza di dettagli
macabri, alla vendetta della presunta strega,
bruciata sul rogo a seguito di testimonianze
deliranti e confessioni estorte con la tortura. Ma
ciò che scrive Anne Ashby nella sua cella prima di
essere messa a morte, rivela che era una studiosa
alla ricerca di una cura per la peste. Data
l´ignoranza dei suoi concittadini, i suoi strumenti
medici furono considerati oggetti magici e i topi
contagiati che teneva in gabbia per studiarli,
furono presi per servitori demoniaci e liberati
mentre la folla le distruggeva la casa, diffondendo
così la malattia; l´ostilità verso chi appare
diverso non sembra insomma il modo migliore per
prevenire minacce alla propria salute.
Nel 1997 esce poi una miniserie Vertigo in tre albi
interamente dedicata alla Peste Nera, "Destiny: A
Chronicle of Deaths Foretold" (Destino: Cronache di
Morti Annunciate) (72), scritta da Alisa Kwitney e
illustrata da Kent Williams nella storia principale,
in cui, durante una nuova epidemia di peste,
fortunatamente immaginaria, che colpisce il mondo ai
primi del XXI secolo, il misterioso John Rider
racconta agli ultimi superstiti tre episodi, tratti
dal profetico libro di Destino e vissuti da lui
stesso, ognuno ambientato durante
una diversa pestilenza e visualizzato da un diverso
artista. Michael Zulli disegna una storia sulla
Bisanzio nel VI secolo colpita dalla peste, con
l´imperatore Giustiniano che riesce a guarire dopo
esserne stato contagiato. Scott Hampton illustra una
storia ambientata a Canterbury nel 1348, prima che
la peste dilaghi in Inghilterra, con la figlia più
giovane di re Edoardo III che ne morirà di lì a
poco. Rebecca Guay dipinge invece l´Inghilterra
puritana del 1665, dove gli abitanti del paese di
Eyam, dopo i primi segni di peste, si
mettono volontariamente in quarantena morendo quasi
tutti. Le tre storie si riferiscono a fatti, luoghi
e persone realmente esistiti, anche se romanzati con
l´aggiunta di elementi fantastici. In tutti e tre,
l´unico vero diverso è John, l´immortale cavaliere
senza pace che non può essere colpito dal morbo, che
è scambiato per il portatore della pestilenza di cui
cerca di avvertire gli altri e che vorrebbe poter
mettere fine alla maledizione della propria
innaturale longevità, mentre la condizione di
malato, di condannato, di moribondo, è l´unica
veramente comune a tutti gli altri... o quasi.
Altrettanto fatali furono le epidemie importate dai
bianchi nelle Hawaii, dove "le malattie introdotte
dagli occidentali produssero un calo drastico nella
popolazione (...) [Si] ipotizza che, al momento del
contatto con gli europei, gli hawaiani fossero
all´incirca un milione, mentre nel 1823 i missionari
contarono solo 134.925 persone." (73) "Siccome noi
non volevamo lavorare le enormi distese di canna da
zucchero dove in passato avevano pascolato i nostri
cavalli, quelli fecero venire d´oltremare gli
schiavi cinesi. E con loro giunse
la malattia cinese: quella di cui soffriamo e a
causa della quale ci imprigionano a Molokai." (74)
fa dire Jack London al protagonista del racconto
"Koolau the Leeper" (Koolau il Lebbroso), in cui un
capo tenta di opporsi ai soprusi dei bianchi ma,
abbandonato dal suo popolo ormai distrutto dalla
lebbra, non potrà far altro che morire da uomo
libero. Nel 1979 lo spagnolo Carlos Gimenez ne
disegna una fedele trasposizione a fumetti (75), in
cui la
disperata difesa armata di Koolau, solo contro un
esercito, che rimpiange il paradiso perduto della
sua giovinezza, esprime la rabbia di ogni popolo
umiliato, di ogni minoranza oppressa, di ogni
diverso emarginato che nonostante tutto rifiuta di
arrendersi all´ingiustizia.
Note:
1)"La parola eroe ha significato di "forte", di
"nobile", d´"intelligente", di "bello"..." (da Decio
Cinti, Dizionario Mitologico, Sonzogno 1989)
2)"Marshall Law Takes Manhattan" è uscito in Italia
come supplemento a Play Saga, Play Press 1991.
3)Di Yoshihiro Tatsumi, è uscito in Italia il volume
"Lampi", Coconino Press 2004, un´antologia di storie
brevi di persone comuni, i cui temi anticipano di
vent´anni certe atmosfere delle graphic novel di
Will Eisner.
4)È interessante notare come il tipo dell´"eroe
sofferente", o martire, che associa la forza d´animo
dell´eroe alla debolezza fisica del malato, si sia
affermato in moltissime occasioni, sia in ambito
religioso che politico.
5)Dal latino monstro, mostrare.
6)Le storie sperimentali di Buzzelli, realizzate
dalla fine degli anni ´60 del `900, uscirono su
AlterLinus e Alter Alter dalla metà degli anni ´70;
"Zil Zelub" fu poi raccolto da Milano Libri in
volume cartonato; un´edizione recente è
nell´antologia "L´Arte di Guido Buzzelli", I
Classici del Fumetto di Repubblica n°57 del 2004.
7)"Il Fallico Folle" di Moebius uscì in Italia nella
collana "New Comics Now" vol. 3, Comic Art 1978.
8)"Scalo su Faragonescia" uscì in Italia su Alter
Alter verso il 1980 e su L´Eternauta n° 82 del 1990.
9)"Tell El Aqqaqir 1943" è contenuto nel volume
"Sacsahuaman", Milano Libri 1980, un´antologia di
racconti di Toppi usciti su Linus e Alter Alter; gli
originali di questa e molte altre storie si sono
potuti ammirare nell´ampia mostra di Toppi tenutasi
al Museo Civico Archeologico di Bologna dal 6 marzo
al 12 aprile 2009.
10)"Tantrum" di Feiffer è stato pubblicato in Italia
dalla Milano Libri come volume cartonato nel 1981.
11)Il ciclo di Caza "Habitants du Crépuscule" è
apparso in Italia tra gli anni ´80 e `90 del `900 su
Totem, Pilot (II° serie), Bhang e Gli Albi di Orient
Express Speciale "Gli Abitanti del Crepuscolo",
L´Isola Trovata 1985.
12)Il racconto "Mandragora" di Caza è apparso in
Italia su Totem n°31 del 1984, su Gli Albi di Orient
Express Speciale "Gli Abitanti del Crepuscolo" del
1985 e su Bhang n°8 del 1990.
13)Una recente teoria paragona il propagarsi di
certe idee a quello dei virus. Le "idee infettive",
chiamate meme (pronuncia: miim), si distinguerebbero
dalle idee personali perché alterano i comportamenti
ed inducono a trasmetterle ad altri. Sarebbero
complessi di meme i dogmi politici e religiosi, gli
stili artistici, i movimenti sociali, le tradizioni
e gli stessi linguaggi umani. Dal punto di vista
ideologico, che si appaia a qualcun altro come
normale o diverso, dipenderebbe quindi dai
rispettivi meme che dominano gli individui in
questione.
14)"La Bambina Inclinata" di Peeters e Schuiten in
Italia uscì per intero su L´Eternauta n°171, Comic
Art 1997.
15)Il primo album del ciclo "Le Città Oscure" di
Peeters e Schuiten, "Le Mura di Samaris", fu
pubblicato in Italia sul n°10 della Collana
Umanoidi, Nuova Frontiera 1983, e ristampato in
edizione cartonata dalla Lizard nel 2002; altri
capitoli del ciclo sono usciti negli anni ´80 e ´90
del `900 su Totem, L´Eternauta e Comic Art.
16)"Al Capp by Li´l Abner" in Italia è apparso a
puntate sulla rivista All American Comics, dal n°7
al n°9 del 1990, ma con le pagine in ordine
sbagliato, poiché è stata pubblicata prima la fine
della storia e poi l´inizio.
17)"Moby Dick" di Dino Battaglia uscì per intero e
per la prima volta su Sgt. Kirk n°3 del 1967.
18)"Moby Dick" di Franco Caprioli uscì in volume su
I Quaderni del Fumetto n° 20, Edizioni Fratelli
Spada 1976.
19)"L´Isola del Tesoro" di Hugo Pratt fu pubblicata
su Il Corriere dei Piccoli, dal n°41 del 1965 al n°6
del 1966, e raccolta in volume nei primi anni ´80
del `900 da Fabbri Editore, insieme ad altre storie
dello stesso autore.
20)"Capitolo XXXIV - John il Mozzo" di Berardi e
Mantero, è uscito su Comic Art n°66 del 1990.
21)"Mickey Mouse and the Mistery of the Hidden
River" (titolo italiano: Topolino e il Boscaiolo),
prima pubblicazione italiana su Topolino giornale,
dal n°565 del 1945 al n°582 del 1946; ristampata tra
l´altro nell´Oscar Mondadori "Gli Anni Ruggenti di
Topolino" del 1969 e su Il Topolino d´Oro vol. XXIX
del 1973.
22)"Il Soldatino Impiombato" uscì su Eureka n°107
del 1973; fu poi ristampato negli anni `90 su Eureka
II° serie e sull´albo "Gli Anni d´Oro di Magnus &
Bunker", Eureka Graphic Novel n°3, Max Bunker Press
1994.
23)"Friz Melone" di Altan è stato pubblicato in
volume dalla Milano Libri nel 1978.
24)"Un Anello Speciale" fa parte del volume di
Eisner "Piccoli Miracoli", edizione italiana
PuntoZero 2001.
25)"Mondo Mutante" di Strnad e Corben uscì su 1984
dal n°1 del 1978 al n°8 del 1979 e in album su I
Grandi Protagonisti del Fumetto Mondiale n°1, poi
ridistribuito come "Lo Straordinario Mondo di
Richard Corben".
26)"Figli di un Mondo Mutante" in Italia uscì su
L´Eternauta e in album su Best Comics n°7, Comic Art
1992.
27)"Era Grande, Grande, Grande..." di Jones e Corben
è uscito in Italia in appendice a I Grandi
Protagonisti del Fumetto Mondiale n°1, poi
ridistribuito come "Lo Straordinario Mondo di
Richard Corben".
28)"Silenzio" di Comès uscì in Italia su Alter Alter
nel 1981; edizioni in volume: Milano Libri 1982,
Lizard 1999.
29)"La Donnola" di Comès uscì in Italia su Alter
Alter nel 1982 e fu poi raccolto in volume dalla
Milano Libri.
30)"Eva" di Comés è uscito in Italia a puntate su
Alter Alter nel 1984.
31)"Skizz" di Moore e Baikie, in Italia è stato
pubblicato in volume dalla Magic Press nel 2000.
32)"Ghor" è un episodio di Dylan Dog Special n°2 del
1988: "Gli Orrori di Altroquando" di Sclavi e
Micheluzzi, ristampato prima a colori sull´omonimo
volume di Mondadori e poi nella collana Super Book.
33)"Dal Profondo", di Sclavi, Castelli e Roi uscì
per la prima volta su Dylan Dog n°20 del 1988; "Dopo
il Grande Splendore", di Sclavi e Pennacchioli, sul
Primo Almanacco della Paura del 1991; "Johnny Freak"
di Marcheselli, Sclavi e Venturi, su Dylan Dog n°81
del 1993.
34)Il romanzo di Sclavi "Mostri" è stato pubblicato
da Camunia nel 1994.
35)Freak in inglese significa letteralmente
capriccio, bizzarria e, per estensione, scherzo di
natura, mostro.
36)Il drammatico film di Tod Browning del 1932
"Freaks" era interpretato da autentici fenomeni da
baraccone.
37)"Faces" di Wagner uscì in Italia su Le Leggende
di Batman n°1, Play Press 1996, col titolo "Volti"
ed è stato ripubblicato di recente dalla Planeta De
Agostini su Le Leggende di Batman n°4, col titolo
"Facce".
38)La morte di Paul Begai, un ragazzo affetto dalla
sindrome di Rett, dà il via alla storia "The
Morningstar Option" di Carey e Hampton, nel n°1
della miniserie "Lucifer", edizione italiana su Il
Corvo Presenta n°44.
39)"Lilith" di Carey e Russell è contenuto nel
volume "Lucifer: The Wolf Beneath the Tree", che
raccoglie gli albi di Lucifer n°45 e n°50/54;
edizione italiana "Lucifer: Il Lupo sotto l´Albero",
Planeta DeAgostini 2007.
40)L´album "La Notte" di Druillet è uscito in Italia
come n° 8 della Collana Umanoidi, Nuova Frontiera
1982.
41)I tre episodi di "Storie di un Altro Evo", usciti
su Il Mago alla fine degli anni ´70, sono stati
raccolti con altre storie di Gaudenzi nel volume
"Storie di un Altro Evo e di Altre Realtà", Superba
Comix n°8, Ivaldi 1983.
42)"Quando Soffia il Vento" di Raymond Briggs, in
Italia fu pubblicato in volume da L´Isola Trovata
nel 1984.
43)"Battuta di Caccia" uscì in Italia su Totem dal
n°28 del 1983 al n°35 del 1984; edizioni in volume:
Bonelli Dargaud, Alessandro Editore; l´edizione più
recente è contenuta insieme a "Le Falangi
dell´Ordine Nero" nel volume "XX Secolo", I Maestri
del Fumetto n°8 allegato a Panorama e Sole 24 Ore,
Mondadori 2009.
44)"Le 110 Pillole" uscì a puntate su Totem nel 1986
e in album su Collana Eldorado n°20, Nuova Frontiera
1991; riassume parte del romanzo cinese del XVI
secolo "Chin P´ing Mei" (Fiore di Prugno del Vaso
d´Oro).
45)Da "Chin P´ing Mei", Giulio Einaudi Editore 1955;
un´antologia di brani tratti da questa edizione è
stata ristampata nella collana economica I Grandi
Classici della Letteratura Straniera, Fabbri Editori
1996.
46)Da Jacques Gernet, "La Vie Quotidienne en Chine à
la Veille de l´Invasion Mongole", Hachette 1959; in
italiano "La Vita Quotidiana in Cina ai Tempi di
Marco Polo", Rizzoli 1983, Fabbri 1998.
47)"Affari di Famiglia" di Eisner, in Italia è stato
pubblicato in volume dalla PuntoZero nel 1998.
48)"La Corte dei Miracoli: La Principessa Cieca" di
Trillo e Breccia uscì in Italia su Alter Alter n°10
del 1981.
49)Il "Mr. Valdemar" di Trillo e Breccia uscì in
Italia su Alter Alter n°4 del 1982.
50)"Campofame" uscì su Comic Art dal n°33 al n°35
del 1987 e fu raccolto con altri racconti di
Pazienza nell´album "Zanardi e Altre Storie",
pubblicato su Grandi Eroi n°20 del 1988 e su Best
Comics n°40 del 1995.
51)"Gli Ultimi Giorni di Pompeo" di Pazienza fu
pubblicato tra il 1984 e il 1987 su Alter Alter e
poi in volume dagli Editori Del Grifo; tra le altre
edizioni, quella delle Edizioni Di del 1997 e quella
de L´Espresso del 2006.
52)Jack London, nel libro intitolato "John
Barleycorn" confessa la propria dipendenza
dall´alcool e nel romanzo autobiografico "Martin
Eden" narra di un autore che si suicida dopo essere
giunto al successo, come Pompeo; come Pazienza,
anche London morì in circostanze mai chiarite, nel
suo caso per una dose eccessiva di morfina.
53)"Morbus Gravis" uscì su L´Eternauta dal 1985;
un´edizione in album è Best Comics n°12, Comic Art
1993.
54)"Dispersion" di Oda è stato pubblicato in Italia
nel 2002, in tre volumi della Coconino Press.
55)"Mercy" di De Matteis e Johnson, edito negli USA
dalla DC/Vertigo come numero unico, è inedito in
Italia.
56)In inglese il nome Mercy significa letteralmente
Pietà, Grazia, Misericordia.
57)La Mercy concepita da De Matteis può ricordare ad
esempio la dea cinese Kuan-Yin, identificata anche
con il bodhisattva buddista Avalokiteshvara, in
quanto entrambi personificano la compassione.
58)"Les Simulachres et Histoirées Faces de La Mort"
di Hans Holbein è stato pubblicato in Italia, col
titolo "La Danza della Morte" e l´aggiunta di
balloons in latino, nel libro "Il Piacere della
Paura", Mondadori 1973.
59)"Totentanz" di Dino Battaglia è compreso nel
volume omonimo, Milano Libri 1972, un´antologia
delle sue storie uscite in precedenza su Linus e
dedicate per lo più ad adattamenti da Edgar Allan
Poe.
60)Il brano "Ballo in Fa Diesis Minore" di
Branduardi fa parte dell´album "La Pulce d´Acqua",
Polydor 1977.
61)Gli appestati, nelle ultime ore di vita, assumono
un colorito violaceo, da cui il nome di Morte Nera;
anche il nome Morte Rossa inventato da Poe si
riferisce all´eruzione cutanea rossastra sul volto
delle vittime.
62)Da Edgar A. Poe, "Racconti e Arabeschi", edizione
italiana Biblioteca Romantica Mondadori 1937.
63)"La Maschera della Morte Rossa" di Sutton è stato
pubblicato in Italia nell´antologia "Zio Tibia
Colpisce Ancora", Oscar Mondadori 1970, contenente
storie tratte dalle riviste horror statunitensi
Creepy e Eery.
64)"La Maschera della Morte Rossa" di Dino Battaglia
è contenuto nel volume "Totentanz", Milano Libri
1972.
65)"Il Giorno della Morte Rossa" di Thomas e Heck è
contenuto nel volume "30 Racconti del Terrore",
Eureka Pocket n°8, Corno 1972, con altre storie
degli albi Marvel "Tower of Shadows" e "Chamber of
Darkness".
66)"Ceneri" di Caza è contenuto ne Gli Albi di
Orient Express Speciale "Gli Abitanti del
Crepuscolo" del 1985.
67)"Attraverso lo Specchio" di Sclavi e Casertano
apparve su Dylan Dog n°10 del 1987 e, oltre alle
ristampe dell´intera serie, è uscito anche sugli
Oscar Mondadori e su I Classici del Fumetto di
Repubblica n°5 del 2003.
68)La prima strofa di "Les Simulachres..." dice:
"Qui est celui, tant soit grand homme,/qui puisse
vivre sans mourir/et de la Mort, qui tout assomme,
/puisse son ame recourir." In Dylan Dog n°10
troviamo praticamente una sua traduzione italiana
riscritta in metrica e in rima: "Chi è colui così
gagliardo e forte/che possa vivere senza poi
morire/e da colei ch´è tutto, Madonna Morte/l´anima
sua possa far fuggire?", solo che "assommer",
"ammazzare", sembra essere stato interpretato come
"assommare [in sé]", mentre l´espressione "gagliardo
e forte" è presa dal testo citato da Dino Battaglia
nel racconto "Totentanz". Anche la ballata di cui
fanno parte i versi di Tiziano Sclavi si intitola
"Totentanz" ed è compresa nella sua raccolta "Nel
Buio", Camunia 1993.
69)"Pfaulz" di Seagle e Kristiansen è stato
raccolto, con gli albi dal n°11 al 16 di House of
Secrets, nel volume "Il Libro della Legge",
pubblicato in Italia dalla Magic Press nel 2000,
come supplemento a Il Corvo Presenta.
70)"Re Peste" di Dino Battaglia uscì su Linus n°45
del 1968 e poi nel volume "Totentanz", Milano Libri
1972.
71)"Manoscritti della Peste Nera" di Cunningham e
Corben uscì in Italia su L´Eternauta n°85 e 86 del
1990.
72)"Destino: Cronache di Morti Annunciate" in Italia
è stato pubblicato dalla Magic Press nel 2001.
73)Da Cristina Notarangelo, "Gli Indigeni Hawaiani",
Xenia 2000.
74)Da Jack London, "Racconti dello Yukon e dei Mari
del Sud", Oscar Mondadori 1989.
75)"Koolau il Lebbroso" di Gimenez, in
Italia è uscito in album su Collana Nera n°10, Nuova
Frontiera 1983.
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