Il crollo dei piatti di Limoges
su di un angolo verde veneziano
il fragore dei ricordi spezzati

la presenza nell'assenza
di chi ti volevano riportare
da ciò che ti volevano narrare
fiori variopinti scheggiati
fini mascherine nere oro e blu

oggi il volo dell'Araba Fenice
mi guarda dall'alto muto
come una gondola rovesciata
nel lontano luccichio
della laguna

Ognuno chiuso
dentro al suo proprio guscio
anche quando sull'uscio
la luce batte ribatte
e ricama sulla tendina
una bandiera fina
che sventola in aria
di libertà di parole :
un forse non identificato
un mai da dimenticare
un ancora di vanità
e un certo per rimarginare

C'è un vuoto
che attanaglia le attese
le stringe
le sbriciola
e le lascia deposte
sul tuo davanzale

per sfamare
i suoi passeri

ma i passeri
non mangiano attese
si fermano e basta
sul tuo davanzale
non cercano briciole
ma ne trovano altrove

Quando ritornerai farfalla
ricordati del niente che sei stata:
questo vento contrario
che sospinge il tuo migrare
ha il volto doppio della Sfinge

ti lascerò davanti a casa
un foglio bianco e il pane
che conservo da quel giorno

le mie parole trattenute
cercale libere nel volo delle nuvole
nell'orlo che delinea le montagne
nei cerchi d'acqua dello stagno
che ti ha voluto ninfea pallida


Poesie tratte dal libro "Nati da sprazzi d'azzurro"- Incontri
Editrice -Sassuolo - 2013