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Libri a fumetti
Teatro
Miti mutanti 31
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Halo Jones E Martha Washington
Due Donne Libere In Mondi Oppressivi
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Di tutte le categorie di persone
a cui, nella Storia umana, società e regimi vari
hanno negato in modo sistematico diritti e libertà,
il gruppo più consistente, perché non riconducibile
a una qualche minoranza ma equivalente a una buona
metà della popolazione mondiale, è sicuramente
quello delle donne. Una pur sommaria descrizione
delle discriminazioni e ingiustizie che le donne
hanno subito per secoli, prenderebbe molto spazio.
Si va dal generico e diffuso stato di sudditanza
rispetto all'uomo, ritenuto a lungo naturale nelle
società patriarcali e giustificato con credenze e
miti religiosi costruiti su misura, alla privazione
di quei diritti civili che gli uomini hanno
gradualmente conquistato con le rivoluzioni
culturali illuministe ma che per alcuni secoli
continuarono a essere negati alle donne, fino alle
violenze, ricatti e costrizioni di vario tipo a cui
molte donne continuano ad andare soggette ancora
oggi… e non solo nei paesi del cosiddetto terzo
mondo.
Anche tra gli eroi dei fumetti i personaggi
femminili risultano tuttora in numero inferiore a
quelli maschili, ma dal 1902, anno in cui iniziarono
in Francia le storielle sulla saggia servetta
Bécassine, o dal 1912, anno in cui in Giappone
apparvero i primi manga su una ragazzina di nome
Tonda Haneko, o dal 1920, anno in cui negli USA
esordirono le strip sulla giovane impiegata Winnie
Winkle, le donne hanno fatto molti passi avanti e
guadagnato maggior considerazione anche nei racconti
disegnati. Benché per iniziativa di autori
soprattutto maschili, col tempo si sono liberate
sempre più dalla tradizionale condizione di semplici
compagne dell'eroe di turno, dimostrandosi capaci di
affrontare in prima persona le più varie situazioni
e imprese.
Dai primi del '900, tra le protagoniste di fumetti
si sono alternate ragazze all'apparenza ingenue come
Fritzi Ritz o Dumb Dora, bambine molto sveglie come
l'orfana Annie o Mafalda, aspiranti attrici come
Ella Cinders o Mary Perkins, coraggiose avventuriere
come Connie o Modesty Blaise, giornaliste
intraprendenti come Jane Arden o Brenda Starr, mogli
emancipate come Blondie o Juliet Jones, seducenti
esibizioniste come Jane o Annie Fanny, anziane sagge
come Mary Worth o Abbie Scrapple, maliziose vamp
come Betty Boop o Miss Lace, regine della giungla
come Sheena o Pantera Bionda, violente criminali
come Catwoman o Satanik, amazzoni futuristiche come
Wonder Woman o Gesebel, giustiziere mascherate come
Miss Fury o Zakimort, candide masochiste come
Gwendoline o Bianca, romantiche modelle come Carol
Day o Tiffany Jones, donne libere e disinibite come
Barbarella o Valentina, contestatrici rivoluzionarie
come Octobriana o Pravda, spadaccine in abiti
maschili come Isabella o Lady Oscar, ereditiere
altruiste come Robin Malone o Paulette…
La lista sarebbe ancora molto lunga, prima di
arrivare alle eroine degli ultimi decenni e
contemporanee. Ma fra le protagoniste femminili
apparse nei fumetti anglo-americani tra gli anni '80
e '90 del '900, ne spiccano due particolarmente
azzeccate, complesse e attuali, la bionda platinata
Halo Jones e l'afro-americana Martha Washington.
Sono entrambe ragazze comuni del futuro coinvolte
loro malgrado in circostanze straordinarie, ognuna
protagonista di una sua relativamente breve serie
fantascientifica in cui la narrazione di esperienze
giovanili costituisce un vero e proprio romanzo di
formazione, raccolto infine anche in un singolo
volume.
Tanto Halo che Martha sono costrette in pratica
dalla nascita a vivere in una sorta di prigione
legalizzata, che metaforicamente rimanda alla
relativa carenza di libertà sia della condizione
femminile in particolare che di quella umana in
generale. Entrambe riescono a superare i muri fisici
e psicologici che impedivano loro di cercare altrove
autentiche esperienze di crescita e speranze di una
vita migliore. Entrambe a un certo punto finiscono
per doversi arruolare nell'esercito e fanno carriera
militare. Entrambe prima o poi lasciano la divisa,
disgustate dalle cose a cui hanno assistito o che
hanno dovuto fare, e le loro decisioni e imprese
finiscono per influenzare l'assetto politico e
sociale del loro mondo, cosa non così usuale per
delle ragazze comuni.
Più che uno svago fine a sé stesso, le avventure di
entrambe costituiscono dei tentativi di
immedesimarsi in un'attendibile psicologia femminile
da parte degli autori, che nei loro futuri trovano
inoltre molte occasioni per esprimere indirettamente
precise e vaste critiche satiriche sul mondo e sulla
società del presente.
La Ballata incompiuta di Halo Jones
La serie a fumetti "The Ballad of Halo Jones" (La
Ballata di Halo Jones) uscì in Gran Bretagna a
puntate sulla rivista di fantascienza settimanale
"2000 AD", tra il n°376 del 1984 e il n°466 del
1986, in tre cicli di episodi ideati per costituire
ognuno un singolo libro. In origine gli autori, il
non ancora pluripremiato sceneggiatore Alan Moore e
il disegnatore Ian Gibson, volevano realizzarne nove
libri, ma la serie fu bruscamente interrotta quando
Moore capì che l'editore si era appropriato di
questa e di tutte le altre sue storie apparse sulla
rivista, privando lui e i suoi colleghi dei diritti
sulle loro opere. A volte si è parlato di un quarto
libro de La Ballata di Halo Jones, ma pare non sarà
mai realizzato a meno che i diritti non siano
restituiti a Moore e Gibson.
Lo stesso anno in cui ne uscì l'ultima puntata,
l'editrice Titan Books ristampò la serie in tre
volumi, mentre tra 1987 e 1988 l'editrice
statunitense Quality Comics la pubblicò in dodici
albi sotto la testata Halo Jones. Le successive
edizioni, uscite dal 1991, raccolgono la storia in
un solo volume, come un romanzo a fumetti.
Moore e Gibson vollero creare con Halo Jones,
giovane disoccupata americana della fine del
cinquantesimo secolo, un personaggio completamente
diverso da quelli fin troppo nerboruti, tronfi e
violenti che all'epoca furoreggiavano su quella
rivista britannica. Da qui la scelta di raccontare
le avventure di una ragazza che, almeno all'inizio,
non ha nulla di eroico né di eccezionale, una
persona come tante che vive semplicemente in un
futuro collocato a ben tremila anni da noi. Già il
nome ne indica la non eccezionalità, essendo Jones
un cognome inglese comunissimo, mentre il nome Halo
si legge più o meno come l'espressione di saluto
Hallo, o Hello, per cui pronunciarne di seguito nome
e cognome equivale in pratica a dire "ciao, Jones".
La prima parte della storia fa scoprire gradualmente
come si svolge la vita nel cosiddetto "Cerchio", un
luogo che la propaganda del governo descrive come
"la società degli svaghi di Manhattan, dove chi non
ha impiego passa il tempo in lieta serenità". In
realtà è una vasta e organizzata struttura di
detenzione galleggiante presso l'attuale New York,
in cui sono chiusi per legge tutti i cittadini "con
extra tempo libero", ovvero i disoccupati di questi
futuri Stati Uniti chiamati "Municipalità Alleate
d'America". Nel Cerchio la vita scorre inerte in
balia di futili intrattenimenti, sinistramente
simile a quella della gran parte di noi che oggi
viviamo un sostanziale vuoto di contenuti, godendo
d'una presunta libertà di scelta limitata a che
programma o spettacolo preferire appena finito di
anestetizzarci col precedente. Così si svolge anche
la non-vita nel Cerchio, in cui un sistema di
crediti e di limitata libertà di movimenti permette
alle persone di sopravvivere.
Ciò che colpisce fin dalle prime pagine della
Ballata è il linguaggio ideato da Moore, in cui
inediti neologismi ed espressioni originali
chiariscono subito che non siamo nel presente. È
ovvio che dopo trenta secoli lingua, usanze e mode
non siano rimasti invariati e, anzi, l'inglese tutto
sommato corretto usato da Moore è ancora fin troppo
simile a quello attuale, per ovvi motivi di
comprensibilità. La cura per i dettagli tipica di
Moore lo porta a creare appena una leggera
evoluzione (o involuzione) gergale dell'inglese, con
un'ironia che, insieme a quella dimostrata in tanti
altri dettagli paradossali e umoristici della
storia, ricorda molto lo stile di scrittori di
fantascienza particolarmente spumeggianti e
divertenti, come Robert Sheckley o Douglas Adams.
Alla fine del primo libro, dopo la morte violenta di
un'amica e dopo l'adesione di un'altra a una setta
che si stordisce usando come droga un ritmo
ossessivo innestato nel cervello, la diciannovenne
Halo decide di andarsene. Riesce a lasciare il
Cerchio e anche la Terra trovando lavoro su
un'astronave, grazie al fatto di conoscere la lingua
dei delfini. Infatti questi cetacei, la cui
intelligenza qui risulta ormai appurata (come nei
romanzi di Adams appunto), sono i soli a sapersi
orientare nello spazio come negli oceani terrestri e
quindi a poter condurre a destinazione le navi
interstellari come timonieri. Col secondo libro
inizia così l'odissea di una ragazza comune che
viaggia nel cosmo verso altri mondi, anche se per
ora lo fa come semplice hostess. Ad accompagnarla
per il momento nel suo viaggio, è un cane meccanico
ereditato dall'amica scomparsa.
Interessante per capire quello che avrebbe potuto
essere il seguito della serie, è il prologo al
secondo libro, in cui un professore tiene a degli
studenti del LXV secolo una lezione su Halo Jones.
La lezione chiarisce che è diventata un personaggio
storico importante per le future generazioni,
ricordato anche per la frase "Avrebbe potuto farlo
chiunque" che ne evidenzia l'antiretorica umiltà.
Ciò che l'avrebbe resa famosa sembra sia stato
soprattutto l'aver raggiunto per prima dei mondi
alieni extragalattici enormemente distanti dalla
Terra. Pur non raccontando con precisione ciò che
sarebbe accaduto a Halo nei decenni successivi,
l'impostazione ricorda molto quella di un ironico
romanzo di Sheckley del 1962, "I Testimoni di Joenes",
in cui una persona comune finisce per essere
considerata una specie di profeta mitico nei secoli
a venire, e anche se il Joenes di Sheckley è un
uomo, non è certo casuale che i due personaggi
abbiano nomi così simili.
Tra il secondo e il terzo libro della Ballata
trascorre una decina d'anni in cui Halo Jones passa
da un pianeta e da un lavoro all'altro, mentre si
avvicina alla trentina. Intanto una crisi economica
di proporzioni galattiche, parodia di tutte le crisi
finanziarie del sistema capitalistico, rende sempre
più difficile trovare occupazione, tanto che su
qualche mondo il lavoro viene sorteggiato in
lotterie. Ridotta alla disperazione e sentendosi
imprigionata nella galassia colonizzata dall'umanità
come lo era stata sulla Terra, la ventinovenne Halo
Jones rischia di diventare un'alcolizzata, finché
non è convinta da un'amica ad arruolarsi
nell'esercito terrestre, che conduce una guerra
d'invasione contro le colonie della nebulosa
Tarantola per motivi puramente predatori. È una
decisione di cui avrà molte occasioni di pentirsi,
ma da cui dopo aver imparato a uccidere troverà
molto difficile tornare indietro, essendo diventata
psicologicamente poco adatta a svolgere impieghi di
altro tipo.
Nel terzo libro si raccontano le battaglie in cui
Halo è coinvolta, prima sul pianeta Lobis Loyo, i
cui poveri abitanti resistono come possono
all'invasione terrestre, e poi sul pianeta Moab,
colonizzato nonostante l'altissima gravità da
fanatici adoratori della Bibbia, che si può pensare
siano tra gli ultimi cristiani rimasti, a cinquemila
anni dalla nascita della loro religione ormai
ridotti a un'oscura setta dagli usi incomprensibili.
Il taglio sempre ironico e chiaramente molto
antimilitarista di questa terza parte ricorda un
romanzo di fantascienza di Harry Harrison del 1965,
"Bill Eroe Galattico", parodia di un ben più famoso
e reazionario romanzo fanta-bellico risalente a sei
anni prima, "Fanteria dello Spazio" di Robert
Heinlein.
Satira nella satira è il modo in cui Gibson disegna
i soldati terrestri maschi, che in quanto cloni sono
tutti forzute caricature del Rambo interpretato al
cinema da Stallone nel 1982, un'apoteosi dell'ottuso
soldato guerrafondaio privo di dubbi e pensieri che
gli autori di Halo Jones quattro anni dopo
giustamente stigmatizzano, rappresentando questi
suoi sosia fatti in serie come disgustosi idioti
dotati solo di muscoli.
Alla fine del terzo e purtroppo ultimo libro, Halo,
dopo essersi liberata sia della sua divisa che delle
attenzioni del gigantesco comandante in capo
dell'armata terrestre, riparte per lo spazio esterno
rubando l'astronave di quest'ultimo. Infatti
l'intera galassia ormai le sta stretta e si dirige
quindi verso lo spazio esterno sconosciuto, dove non
ha idea di cosa l'aspetti ma in cui può almeno avere
la speranza di essere più libera di quanto si sia
sentita finora. Da interviste successive ad Alan
Moore, sappiamo che nella quarta parte voleva farla
diventare una pirata spaziale e poi farle assumere
ruoli sempre diversi a ogni libro successivo,
continuando a saltare una decina d'anni alla volta,
così da poter raccontare in breve tempo le avventure
di una sempre più anziana avventuriera del futuro,
il ché per la rivista 2000 AD avrebbe costituito
davvero una grossa novità.
Purtroppo non potremo mai sapere quali sarebbero
state le successive imprese di Halo Jones, né a
quali scoperte e comprensioni le sue esperienze così
lontane dal nostro mondo avrebbero potuto condurla.
Ma in Gran Bretagna il successo della sua pur breve
serie, è stato comunque tale che tra il 1987 e il
2012 ne sono stati messi in scena ben tre
adattamenti teatrali, tratti soprattutto dai primi
due libri e anche con scene e costumi in qualche
modo ispirati ai disegni di Gibson. Poiché né nei
fumetti né a teatro la storia ha potuto proseguire,
resta in sospeso la domanda fondamentale, se Halo
avrebbe continuato ogni volta ad accorgersi di
essere solo passata da una nuova prigione all'altra
o se alla fine avrebbe trovato la libertà che
cercava…
La sfuggente Libertà di Martha Washington
Sull'altra sponda dell'Atlantico, a quattro anni
dalla sospensione della Ballata di Halo Jones in
Gran Bretagna e a due dalla fine della sua
pubblicazione negli USA, il poco più che trentenne e
già famoso autore di fumetti statunitense Frank
Miller trovò il modo di rispondere sia a quest'opera
di Moore e Gibson che all'ancor più celebre
miniserie Watchmen, realizzata negli stessi anni da
Moore col quasi omonimo disegnatore Dave Gibbons.
Non a caso fu proprio insieme a quest'ultimo artista
inglese, che nel 1990 Miller diede vita a un
personaggio femminile altrettanto anticonformista di
Halo Jones e completamente diverso dai soliti
supereroi statunitensi, l'ancor più giovane
afro-americana Martha Washington… e l'originalità di
impostazione delle sue avventure è evidente fin dal
titolo della prima miniserie di quattro numeri che
la vide protagonista.
Anziché il suo nome, la testata fu "Give Me Liberty"
(Datemi la Libertà), da una frase del patriota
Patrick Henry, e perché non ci fossero dubbi sugli
ideali libertari ma anche patriottici che si
intendevano attualizzare, il sottotitolo fu "An
American Dream" (Un Sogno Americano). Anche il nome
della protagonista non fu certo casuale e ha un
preciso significato patriottico, essendo quello
della moglie del primo presidente degli USA.
La differenza principale rispetto al britannico
Moore è infatti che Miller, autore più aggressivo e
nazionalista, invece di far fuggire il più
rapidamente possibile la sua eroina dagli Stati
Uniti, dal capitalismo e dal pianeta Terra, ne fece
un'incarnazione moderna del mito americano, capace
di reagire e affrontare qualunque sfida con cocciuta
determinazione. Ne è comunque un'incarnazione per
certi versi anche abbastanza progressista e
antirazzista, trattandosi di un'afro-americana nata
nelle condizioni più svantaggiose, che inizia con
fatica a cercare la libertà e la propria strada,
riuscendo in difficili imprese, a un'età molto più
precoce di Halo Jones.
Gli Stati Uniti di questa seconda Martha Washington
sono proiettati di pochi anni nel futuro rispetto
alla data di pubblicazione e, come in Watchmen, le
storie finirono in breve per svolgersi su un pianeta
Terra del tutto alternativo al nostro. Martha nasce
a Chicago nel 1995 e come Halo cresce prigioniera di
un'istituzione il cui presunto scopo sociale
nasconde una realtà oppressiva, un cosiddetto centro
residenziale che in realtà è un'enorme area blindata
in cui i più indigenti, non a caso tutti
afro-americani, sono imprigionati da pesanti mura,
come in un ghetto d'altri tempi o un campo di
concentramento, senza neanche poter vedere il cielo.
L'anno dopo la nascita di Martha è eletto presidente
il reazionario Erwin Rexall e il padre di lei è
ucciso dalla polizia che reprime nel sangue una
rivolta. Rexall abroga l'emendamento che impedisce
di ripresentarsi dopo due mandati, per poter restare
al potere indefinitamente, e mentre Martha cresce
gli autori lo rappresentano di nuovo vittorioso ogni
quattro anni, circondato da agenti ogni volta più
corazzati e inquietanti, come a mettere in guardia
dalle tendenze dittatoriali di quella destra che
promette soluzioni troppo rapide e facili.
Quando Martha a quattordici anni riesce ad andarsene
dal Green, per sopravvivere in strada è costretta a
uccidere e rubare, approfittando anche delle sue
precoci doti informatiche. Dopodichè, per avere
l'amnistia dai suoi reati, si arruola in una forza
militare chiamata Pax, in pratica le solite truppe
speciali pronte a invadere altri paesi per imporre
interessi statunitensi spacciandosi per missioni di
pace umanitarie, tanto che in questo futuro prossimo
gli USA sono stati espulsi dalle Nazioni Unite. Gli
autori sottolineano anche il fatto che ad arruolarsi
è soprattutto chi non ha altre prospettive per il
futuro perché appartiene a minoranze etniche, alla
faccia del tanto sbandierato sogno americano che in
teoria dovrebbe essere accessibile a tutti.
Martha sembra condannata a partecipare a invasioni
imperialiste ai danni di qualche paese
sottosviluppato, come succedeva a Halo Jones su
altri pianeti, ma un attentato stermina il governo e
manda in coma Rexall. Per puro caso il mandato
presidenziale passa così al democratico Nissen che
cambia l'uso delle forze di Pax. Le fa ritirare da
tutti i precedenti teatri di guerra e le invia in
Amazzonia a difendere le foreste pluviali dagli
eserciti privati delle multinazionali. È qui che la
giovanissima Martha ha il battesimo del fuoco e si
fa il suo primo nemico mortale, un ambizioso
ufficiale senza scrupoli che, nonostante le dia
ordini che mettono continuamente a rischio la sua
vita, non può impedirne la promozione a sergente a
soli quindici anni.
Da graduata di Pax, potendosi rivolgere in alto
loco, Martha ottiene ciò che Halo Jones non avrebbe
potuto neanche sperare, l'abbattimento della
prigione da cui era fuggita e la liberazione dei
suoi "ospiti", riconciliandosi così un po' con la
politica e scoprendosi una netta preferenza per i
presidenti democratici.
Mentre Halo combatteva in plotoni di sole donne,
Martha presta servizio con soldati maschi, di cui
anche gli ufficiali sono spesso ex-criminali, e
anche se sa difendersi cerca inutilmente di
denunciarne le molestie. Ciò comunque contribuisce a
evidenziare le capacità di combattimento, forza
d'animo e resistenza che sviluppa ancora
giovanissima, pur senza diventare mai neanche
lontanamente una superdonna o una supereroina.
Con fantasioso e paradossale umorismo Miller e
Gibbons fanno affrontare alla loro protagonista
robot giganti di imperi del fast food, apache che
rivendicano le proprie terre, folli neonazisti gay e
fanatici cristiani vestiti da paramedici, mentre la
situazione si fa sempre più fragile e confusa e un
neopresidente debole e indeciso, che sembra una
critica alle esitanti e inefficaci politiche
democratiche, non può impedire lo sgretolarsi degli
Stati Uniti in vari paesi secessionisti, nelle
caratteristiche dei quali l'ironia degli autori
continua a sbizzarrirsi (a Sud-Est per esempio si
forma una confederazione femminista guidata dalla
moglie del presidente).
Dopo che Nissen è stato ucciso, Martha, aiutata da
una mutante telepatica e da un guerriero apache, non
trova di meglio che cercare di far tornare al potere
il cervello privo di corpo dell'ex-presidente Rexall.
Date le scarse alternative, il suo senso del dovere
vince quindi per il momento sulle sue vaghe tendenze
politiche.
A differenza della Ballata di Halo Jones, Give Me
Liberty fu inizialmente concepita dai suoi autori
come una vicenda conclusa di circa duecento pagine
suddivisa in quattro capitoli, che coprono i primi
diciassette anni di vita di Martha, dal 1995 al
2012. Un tempo così lungo fu condensato in pochi
albi inserendo qua e là varie pagine che riproducono
graficamente i contenuti di riviste immaginarie, un
po' come Gibbons aveva già fatto insieme ad Alan
Moore su Watchmen. Ma poi gli stessi Miller e
Gibbons fecero seguire a questa altre miniserie ed
episodi con Martha Washington, grazie al fatto di
godere di una completa libertà creativa. Il loro
vantaggio rispetto a Moore e Gibson, era infatti di
aver pubblicato la storia con l'editore Dark Horse,
uno dei pochi negli USA a riconoscere ai creatori
dei suoi titoli la proprietà e il controllo sui
diritti d'autore, anche se nei capitoli successivi
non riuscirono più a riprodurre la forte carica
umana e politica della prima parte.
Una seconda miniserie di cinque numeri uscì nel
1994, col titolo "Martha Washington Goes to War"
(Martha Washington Va alla Guerra). La storia
prosegue da dove si interrompe la precedente, con
Martha che ha ora diciannove anni e da tre è stata
promossa tenente. Inizialmente continua a combattere
per il governo in carica contro le fazioni in cui si
è divisa la nazione, in quella che viene definita la
Seconda Guerra Civile Americana. Poi si riunisce ai
suoi vecchi amici e passa a combattere dalla parte
di un gruppo rivoluzionario, creato da scienziati e
tecnici che vogliono ripristinare nel paese la
libertà e la democrazia perdute.
Debellata definitivamente la minaccia del misterioso
dittatore cristiano chiamato Chirurgo Generale, che
nella sua follia teneva il paese sotto minaccia
nucleare, la seconda parte della storia di Martha si
interrompe senza una conclusione definitiva, dopo
aver raccontato un altro paio d'anni della sua vita
dal 2014 al 2016, mentre l'esercito ribelle
coordinato dal programma senziente Venus prosegue la
lotta per creare un mondo migliore. È significativo
che sia un esercito di individui con idee molto
diverse tra loro, il ché lo rende qualitativamente
superiore a quelli dei fanatici a cui si oppone,
cioè un movimento di liberazione simile alle
resistenze europee contro il nazi-fascismo, solo che
di potenziali dittature che cercano di imporsi con
la forza deve combatterne molte, in questo futuro
prossimo immaginario ma simbolicamente non poi così
lontano dalla nostra realtà.
È anche vero però che nella pur sempre violenta
rivoluzione libertaria narrata da Miller e Gibson,
le trattative diplomatiche non sembrano molto
contemplate e che il progetto dei ribelli, una volta
liberati gli USA da ogni dittatura e corruzione, è
di esportare la loro lotta in tutto il mondo, con
tutti i rischi imperialistici che questo comporta.
Da tipico americano quindi, Miller sembra credere
che il resto del mondo stia semplicemente in perenne
attesa d'esser liberato di tutti i suoi problemi da
quei presunti altruistici e illuminati Stati Uniti
che lui stesso ha appena finito di descrivere come
un concentrato di conflitti, contraddizioni e
fanatismi d'ogni tipo.
È comunque positivo che in questa seconda miniserie
Martha Washington inizi ad avere dei grossi scrupoli
a eliminare i propri nemici. Pur essendo sicura di
essere ora dalla parte giusta, si rifiuta infatti di
uccidere i soldati di Pax, coi quali si identifica
essendo stata dei loro fino a poco prima, a costo di
disobbedire agli ordini del programma direttivo
Venus e dimostrando così d'aver sviluppato uno
spirito critico indipendente.
Nell'immaginario anno di nascita di Martha, il 1995,
uscì l'albo "Happy Birthday, Martha Washington"
(Buon Compleanno, Martha Washington), con tre brevi
episodi ambientati tra 2012 e 2013, ovvero nei due
anni saltati tra l'epilogo della prima miniserie e
l'inizio della seconda. "Danno Collaterale" vede
l'ancora sergente Washington inviata a New York a
eliminare un dittatore capitalista ed evidenzia
l'assurdità delle guerre a cui non si riesce a porre
fine, anche se non c'è motivo di continuarle. In
"Stato dell'Arte" Martha si scontra con una
femminista del Sud-Est, ma esaurite le armi le due
scoprono di non avere ragione di combattersi.
Il terzo episodio dell'albo, "Insubordinazione", è
un omaggio al fondamentale autore e disegnatore Jack
Kirby, scomparso l'anno precedente, e vede il
tenente Washington infiltrarsi in una zona occupata
da milizie naziste per raccogliere un campione di
sangue di un super-soldato rimasto indietro, il
capitano Kurtz, ispirato a Capitan America. Il nome
che gli viene dato è lo stesso di un personaggio di
Conrad, poi interpretato da Marlon Brando nel film
Apocalypse Now, ma soprattutto cita l'autentico nome
di Jack Kirby, Jack Kurtzberg. In pratica il famoso
supereroe è qui fuso col proprio creatore, tanto che
l'episodio può essere letto come una metafora della
carriera di Kirby e di come è stato sfruttato e mal
ripagato dall'industria a cui ha contribuito a dar
vita. Il fatto poi che il capitano Kurtz si
sacrifichi affrontando i nazisti, per difendere un
simbolo delle teoriche libertà civili americane e
per salvare Martha, si integra perfettamente col
senso generale della serie.
Nello stesso anno uscì anche l'albo "Martha
Washington Stranded in Space" (Martha Washington
Dispersa nello Spazio), contenente altri due episodi
ambientati nel 2016 e che quindi proseguono
cronologicamente la saga. In "Incrocio" Martha, ora
capitano, è stata inviata nello spazio per esplorare
un'anomalia e incontra un robot che viene da una
Terra migliore chiamato Big Guy, protagonista di un
altro fumetto scritto da Miller. Nel consequenziale
"L'Attacco dei Mostri Mangiatori di Carne" viene
raccolta da apparenti alieni dalle peggiori
intenzioni, ma le cose non stanno come sembrano e
Martha comincia a nutrire dubbi sul programma Venus.
Nel 1997 uscì la miniserie di tre numeri "Martha
Washington Saves the World" (Martha Washington Salva
il Mondo) che prosegue dall'albo precedente e inizia
con Martha che rientra sulla Terra e scopre che
Venus, l'intelligenza artificiale che coordina la
rivolta globale, è diventata così megalomane da
credersi una divinità e minaccia a sua volta la
libertà dei terrestri. Con l'inganno Venus invia di
nuovo Martha nello spazio e tenta di controllare la
sua mente, così come le menti del suo equipaggio e
dell'intera umanità. Intanto, in una trama che ha un
po' troppi punti in comune con "2001: Odissea nello
Spazio", presso l'orbita di Giove Martha trova
un'immensa astronave appartenente a una razza aliena
responsabile d'aver fatto evolvere la vita sulla
Terra.
Il prezzo da pagare per liberarsi dal controllo
occulto è un black out globale, che non può che
provocare lutti e disastri in enormi quantità, come
se gli autori sottintendessero che una vera libertà
si può avere solo rinunciando all'eccessiva
dipendenza dalla tecnologia, o da qualunque
artificiale immagine di divinità che ci costruiamo,
e facendo molto più affidamento su noi stessi. Il
finale della terza miniserie, con una spedizione
capitanata da Martha che nel 2018 balza
nell'iperspazio verso il mondo d'origine dei nostri
creatori alieni, ricorda molto quella del terzo
libro della Ballata di Halo Jones, un viaggio senza
fine alla ricerca di una libertà che si può sperare
di trovare solo spingendoci sempre più lontano,
oltre i nostri attuali limiti. Di certo la vita di
Martha Washington non finisce qui, anche se i suoi
autori non sembrano volerne raccontare molto di più.
Dieci anni dopo, nel 2007, uscì l'albo singolo
"Martha Washington Dies" (Martha Washington Muore),
che salta al momento della morte del personaggio,
nel giorno del 2095 in cui compie il centesimo
compleanno. A differenza degli episodi precedenti,
narrati in prima persona da Martha stessa, qui a
rievocarne la vita e narrarne la morte è una ragazza
che le somiglia, forse una sua pronipote. Dopo le
ultime parole di Martha Washington, che non potevano
che essere "Datemi la Libertà", è questa sua
ipotetica discendente a guidare la riscossa di un
gruppo di soldati sotto assedio, come a suggerire
che la lotta per l'autodeterminazione di tutti non
potrà mai fermarsi, ma a ogni nuovo tentativo di
limitarla, a ogni nuova dittatura evidente o
strisciante, a ogni nuovo fascismo che cerchi di
dominare, dovrà essere proseguita da chi verrà dopo
di noi.
Questa e altre metafore di Miller, pur essendo anche
condivisibili sul piano simbolico, hanno il solo
limite di essere espresse a un livello quasi
esclusivamente fisico, di non andare molto al di là
di reazioni muscolari violente che l'autore sembra
proporre come la risposta a quasi tutto. E tale
approccio può spiegare perché la sua Martha
Washington continua a ritrovarsi in una dittatura
dopo l'altra, pur cambiando schieramento.
Il fatto è che Miller non si sofferma troppo ad
analizzare le cause profonde, e spesso patetiche,
che possono contribuire a generare anche le peggiori
azioni, cosa che invece si sforza di fare Alan Moore
in storie come quelle di Halo Jones, in cui perfino
il peggior criminale, assassino o guerrafondaio alla
fine ha anche aspetti meno ignobili, o comunque può
meritare un briciolo di compassione, essendo anche
lui in fondo vittima dei propri demoni interiori, in
qualche modo prigioniero di sé stesso e quindi privo
di una vera e totale libertà.
Il giorno in cui, invece di voler distruggere gli
avversari di cui abbiamo paura e che vediamo come
mostri, ci sentiremo lieti di poter liberare insieme
a noi stessi anche i nostri presunti nemici, gli
uomini insieme alle donne, i bianchi insieme ai
neri, gli stranieri insieme ai connazionali, forse
tutte le Halo Jones e le Martha Washington del mondo
avranno fatto insieme a noi tutti dei grossi passi
avanti verso un'autentica libertà.
Nel 2009 l'intero ciclo di Martha Washington è stato
raccolto dall'editrice Dark Horse nel volume "The
Life and Times of Martha Washington in the Twenty
First Century" (La Vita e i Tempi di Martha
Washington nel Ventunesimo Secolo), pubblicato ora
in italiano col più sintetico titolo "Martha
Washington L'Integrale".
La Ballata di Halo Jones
Testi: Alan Moore
Disegni: Ian Gibson
Editore: Cosmo
Formato: 208 pag. in bianco e nero
Data di uscita: Maggio 2017
Prezzo: € 19,90
Martha Washington L'Integrale
Testi: Frank Miller
Disegni: Dave Gibbons
Editore Magic Press
Formato: 600 pag. a colori
Data di uscita: fine 2016
Prezzo: € 34,00
Precedenti edizioni italiane delle stesse storie:
La prima edizione italiana de La Ballata di Halo
Jones è stata pubblicata direttamente in volume nel
Marzo del 2008 dall'editrice Magic Press, come n°16
della collana Frenzy Book.
Give Me Liberty è apparsa per la prima volta in
Italia nel 1991, a puntate in bianco e nero sulla
rivista Nova Express dell'editrice Granata Press.
Subito dopo, nel 1992, lo stesso editore ha
ripubblicato la storia in quattro albi a colori,
fedeli alla prima edizione statunitense, nei numeri
da 3 a 6 della collana Nova Comix.
Martha Washington Va in Guerra (o alla Guerra) è
stata pubblicata in Italia nel 1995, dall'editrice
Comic Art, in cinque albi simili all'edizione
statunitense, corrispondenti ai numeri da 11 a 15
della serie Legend.
Alla fine degli anni '90 l'editrice Magic Press ha
ripubblicato le due miniserie precedenti in due
volumi, equivalenti alle ristampe paperback
statunitensi, e nel 2000 ha pubblicato Martha
Washington Salva il Mondo direttamente in volume
insieme agli episodi degli albi "Buon Compleanno
Martha Washington" e "Martha Washington Dispersa
nello Spazio", così come erano stati raccolti nella
riedizione statunitense.
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