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Libri a fumetti

Halo Jones e Martha Washington: Due donne libere in mondi oppressivi
Articolo di Andrea Cantucci

Teatro

Geppetto e Geppetto: una favola moderna
di Massimo Acciai Baggiani
Una lettera alla maniera di Queneau
di Massimo Acciai Baggiani
Nostalgia per i barroccini
di Massimo Acciai Baggiani
La solitudine non ha parole
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Come si gioca a briscola in cinque?
di Massimo Acciai Baggiani
Harem di oggi e di ieri
di Massimo Acciai Baggiani
Il principio di Archimede
di Massimo Acciai Baggiani
Uno straordinario mix di musica e comicità
di Massimo Acciai Baggiani

Miti mutanti 31

Tavola di Andrea Cantucci

Il principio di Archimede
 

Massimo Acciai Baggiani


 


"Ogni corpo immerso parzialmente o completamente in un fluido (liquido o gas) riceve una spinta verticale dal basso verso l'alto, uguale per intensità al peso del volume del fluido spostato": così recita il principio di Archimede, formulato ventitré secoli fa dal celebre filosofo greco. L'omonimo titolo della piece teatrale del catalano Josep Maria Miró parrebbe contraddire la morale che se ne potrebbe trarre; le infatti conseguenze sono del tutto sproporzionate rispetto al fatto di partenza: un giovane istruttore di nuoto, Jordi, bacia un suo allievo - il piccolo Alex - per fargli superare la sua paura dell'acqua. Quanto era innocente quel bacio che, secondo quanto riferito da una compagna di corso al padre, sarebbe stato sulle labbra? Dobbiamo credere alla versione di Jordi che afferma di averlo dato sulla guancia, come già successo altre volte?
Con la pedofilia non si scherza di questi tempi: lo scopre per primo lo stesso Jordi - di cui noi stessi, il pubblico, dubitiamo - e lo scoprono Anna (la direttrice della piscina, che ha perduto suo figlio sedicenne in tragiche circostanze) e il collega Hector. Attraverso Facebook si scatena la psicosi fino ad arrivare alla violenza finale, in un crescendo perfetto dal punto di vista della sceneggiatura.
L'azione, che vede sulla scena solo quattro personaggi, si svolge tutta in uno spogliatoio, con continui salti temporali che sviluppano a poco a poco la vicenda che si ingigantisce sempre di più. Bravissimi gli attori (Giulio Maria Corso, Monica Bauco, Riccardo Naldini e Samuele Picchi) diretti dal geniale Angelo Savelli (autore anche della traduzione) anche se qualche scena di nudo maschile poteva a mio parere essere risparmiata al pubblico. Un'opera insomma molto particolare, forte, diretta come un pugno nello stomaco, che tratta una tematica delicata e attuale, giocandola sull'ambiguità e sull'analisi della paura.


Firenze, 18 febbraio 2018

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