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Libri a fumetti
Teatro
Miti mutanti 31
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Una lettera alla maniera di
Queneau
Da quando Raymond Queneau ha dato
alle stampe i suoi "Esercizi di stile", una
settantina di anni fa, l'idea di raccontare un breve
banale episodio in molti modi diversi ha ispirato
schiere di scrittori ed attori. Verrebbe da pensare
che sia un'idea ipersfruttata ma funziona ancora
alla perfezione e anzi quando viene ripresa da un
attore geniale quale Paolo Nani il risultato è
straordinario.
La scenografia è ridotta all'essenziale, così come
la storia di partenza: una sedia, una scrivania su
cui sono disposti una bottiglia di vino, un
bicchiere, un portaritratti, una penna, una busta,
un francobollo e un foglio di carta. Nient'altro.
Come il titolo della performance stuggerisce ("La
lettera") si tratta "semplicemente" di un uomo che
scrive una lettera ma le quindici "variazioni sul
tema" trasformano questa vicenda banale in una
sorprendente rassegna di situazioni in un crescendo
di surrealismo e sfrenata comicità. Ridiamo di gusto
alla versione "horror", a quella "western", a quella
ispirata al cinema muto, all'uomo ubriaco e a quello
costantemente sorpreso, eccetera. Il tutto recitato
con un uso parsimonioso della parola, scritta (i
cartelloni che forniscono il titolo a ciascuna
micro-storia) e parlata. Lo stesso pubblico viene
coinvolto in alcuni sketch e risponde in modo
calorosissimo.
Lo spettacolo si è affinato nel corso di un quarto
di secolo, raggiungendo la sua forma perfetta. È
stato portato a giro in tutto il mondo testando col
medesimo successo i vari sensi dello humor dei vari
paesi dove è stato rappresentato. Il meccanismo è
straordinario e la naturalezza di Nani riesce a
mascherare il lavoro titanico per metterlo a punto.
La serata al Teatro di Rifredi del 10 novembre è
stata per me l'occasione di incontrare un
grandissimo artista, maestro nel far ridere con
straordinaria creatività ed intelligenza.
Firenze, 11 novembre 2017
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