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Libri a fumetti
Teatro
Miti mutanti 31
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La solitudine non ha parole
Solitudes. Solitudini. Quelle dei
personaggi di questa piece teatrale dai Kulunka,
nota compagnia basca, al Teatro di Rifredi, in
particolare quella dell'anziano protagonista che ha
perso la moglie in un incidente elettrico. Il figlio
e la nipote cercano di consolare il povero
vecchietto, il quale non vorrebbe altro che la
compagnia di qualcuno per giocare a carte senza
essere continuamente interrotto dalla televisione -
che continua a spengere e che qualcuno riaccende
sempre nei momenti meno opportuni. Purtroppo non ci
riescono: troppo presi dai loro fatti personali, non
riecono a comunicare tra loro e ad ascoltare i
bisogni del loro caro, il quale si rivolge perfino
ad una giovane e imbranata prostituta per avere
qualcuno con cui giocare a carte, o trova
consolazione nella compagnia di una mosca che appare
ronzando per tutto lo spettacolo. La figlia è
cellulare-dipendente ed ha un degno fidanzato; il
padre porta sempre a spasso un enorme cane
capriccioso (che non vediamo mai); le prostitute
vengono sfruttate dal magnaccia ma mostrano un lato
umano. Tutto normale, scenette di vita quotidiana.
Il lieto fine non può mancare trattandosi di una
commedia, anche se abbondano i momenti riflessivi e
le musiche malinconiche ad accompagnare le azioni.
Nessuno parla (meno male, visto che non conosco il
basco!) ma è come se tutti parlassero, anche troppo,
senza però capirsi: ognuno indossa una maschera (in
tutti i sensi!) per celare i propri sentimenti e la
paura, propria di ognuno, di ritrovarsi soli.
Bravissimi gli attori che solo alla fine hanno
rivelato i loro veri volti al pubblico, bellissime
scenografie, spassosissime le trovate comiche. Da
vedere, senz'altro da vedere.
Firenze, 7 dicembre 2017
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