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Guida turistica shakespeariana di
Firenze
E se Shakespeare avesse scritto,
in italiano, una sorta di guida turistica di
Firenze? L'ipotesi è meno campata in aria di quanto
potrebbe apparire e questo Viaggio a Firenze, "che
avrebbe potuto essere stampato oltre quattrocento
anni fa", è più di un gioco intellettuale dal sapore
vagamente ucronico (1): Maria Rosaria Perilli ha
lavorato sodo per rendere inattaccabile il suo
libro, passato al vaglio di ben otto esperti del
Bardo dell'Avon, e il risultato si vede. In circa
centocinquanta pagine, ricche di illustrazioni
tratte da antiche stampe e frontespizi d'epoca, la
Perilli sviluppa un diario che avrebbe potuto
benissimo essere scritto dal William Shakespeare, se
avesse soggiornato nella mia città in qualità di
insegnante d'inglese per i figli di Sua Eccellenza
Virginio Orsini. Lo stile è il suo, anche se
trasposto in una lingua per lui straniera (che
comunque conosceva benissimo) così come le poesie e
le brevissime pièce teatrali che l'autrice gli
attribuisce.
Il libro fa parte di una collana - "Città Mai Viste"
- dedicata dall'editore Nardini a immaginari
"reportage" di viaggio fatti in città italiane da
altrettanti personaggi celebri del passato. Maria
Rosaria Perilli aveva già pubblicato un libretto
analogo, postulando un viaggio di Baudelaire a
Napoli (2). Anche in questo caso la ricostruzione
storica è accuratissima: i personaggi che il Bardo
incontra a Firenze erano effettivamente presenti in
città nel periodo in cui è ambientato il viaggio
(tra il 1590 e il 1591, compresi nei lost years, gli
"anni perduti") - Galileo Galilei, il Buontalenti -
così come la toponomastica antica è messa
puntualmente e correttamente a confronto con quella
moderna. Il libretto, di piccole dimensioni tanto
che rischia di perdersi nelle mie capienti tasche, è
densissimo e ricchissimo di informazioni sulla
Firenze di allora: pagine e note su cosa si
mangiava, su cosa c'era da visitare, sugli svaghi,
sui personaggi allora famosi, sull'arte, sulla
musica, sulla letteratura. Nella finzione letteraria
il Bardo viene accolto perfino nell'Accademia della
Crusca con lo pseudonimo di Separato; culmine di
tanti onori tributati dai fiorentini ad un autore di
teatro già affermato e la cui fama di intellettuale
è giunta fino alla culla del Rinascimento.
Trattandosi di Shakespeare, maestro delle vicende
romantiche e autore di pregiatissimi sonetti
amorosi, non poteva mancare anche una storia di
passione. Protagonista è Viola, dama fiorentina il
cui nome sarà poi ripreso dal Bardo in una sua
commedia. Il momento della separazione è struggente,
alla fine dell'anno di soggiorno del poeta e
drammaturgo, e non possiamo che rattristarci anche
noi, come lettori, per la fine di questo viaggio,
seppur fittizio, che ci ha accompagnato per i vicoli
di Firenze, entrare nei palazzi principeschi e
assaporare la vita di un mondo che non esiste più se
non nel mito.
Firenze, 15 aprile 2018
Note
1. È un felice caso che io abbia incontrato questo
libro in un periodo in cui mi sto occupando di
ucronia (vedi il saggio su Carlo Menzinger che sto
ultimando) anche se il libro della Perilli con l'ucronia
ha in comune solo il fatto di presentare vicende
fittizie accadute a personaggi reali, mentre l'ucronia
presenta eventi che danno luogo a universi
divergenti. Qui è l'esatto opposto: la finzione
letteraria converge verso la storia che conosciamo,
senza discostarsene in alcun dettaglio.
2. M.R. PERILLI, Viaggio a Napoli di Charles
Baudelaire, Firenze, Nardini, 2015.
Bibliografia
M.R. PERILLI, Viaggio a Napoli di Charles Baudelaire,
Firenze, Nardini, 2015.
M.R. PERILLI, Viaggio a Firenze di William
Shakespeare, Firenze, Nardini, 2017.
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