|
|
Narrativa
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi in prosa inediti,
purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
Dinosauro universitario di Giuseppe
Costantino Budetta,
Una rivelazione di cuore di Francesco
Panizzo, Piedi
di Antonella Pedicelli,
Amore interrotto
di Daniela Tuscano
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a chiunque voglia
inviare testi poetici inediti, in lingua diversa
dall'italiano, purché rispettino i più
elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai,
Antonio Carollo,
Lucia Dragotescu,
Manuela Leahu,
Paolo Filippi
Recensioni
In questo numero:
- "Intelligence: nuove minacce e terrorismo"
di Antonella Colonna Vilasi
- "Felici come mosche in un Paese di stitici"
di Igor Righetti
- "L'azzurro non è una parola" di Tiziana
Soressi
- "Prugni" di Barbara Pumhösel
- "Florentia" di Roberto Mosi
- "Ofelia e la luna di paglia" di Antonio
Messina
- "Oblivion" di Luigi Fontanella, Recensione
Roberto Mosi
- "Arcobaleno" di Banana Yoshimoto, recensione
di Simonetta De Bartolo
- "L'uomo che andava a teatro - storia
fantastica di uno spettatore" di Roberto
Scarpa, recensione di Ilaria Mainardi
- "Sul filo di lama" di Marcellino Lombardi
- "Ancora il vento piange Mary" di Danilo
Arona, recensione di Eduardo Vitolo
- "Per Elisa" di Mangani Azzurra, recensione
di Eduardo Vitolo
- "La croce sulle Labbra" e "Santanta", di
Danilo Arona e Edoardo Rosati, recensione di
Eduardo Vitolo
Interviste
Incontri nel giardino
autunnale
Articolo
|
|
Luciano Comida: piacere, Michele
Crismani!
Intervista al noto autore triestino di storie per
ragazzi
Luciano Comida è nato a
Trieste nel 1954. I suoi romanzi per ragazzi,
incentrati su un tredicenne italianissimo, Michele
Crismani, sono stati tradotti in sette lingue e
hanno conquistato il cuore di tanti adolescenti in
Italia ma anche in tutto il mondo. Questa la
prefazione ufficiale. Io aggiungo solo che ho
conosciuto il buon Luciano durante alcuni giorni
particolarissimi per entrambi a Firenze e da allora
mi sono appassionato, giorno dopo giorno, ai suoi
scritti, al suo seguitissimo blog e ai tanti
progetti. Questa intervista è il frutto più della
passione che della critica fredda e distaccata
Salve Luciano. Mi tolgo subito una curiosità che
avevo da un po' di tempo. Michele Crismani, il
bambino tredicenne, nato dalla "tua penna" è un
personaggio totalmente di fantasia oppure (come
penso io) una proiezione dei tuoi ricordi e dei tuoi
sentimenti di quando eri adolescente?
Non diciamo a Michele che l'hai definito "bambino":
ti odierebbe per sempre. Lui vive un'età
difficilissima, l'adolescenza, un'epoca in cui il
suo corpo e la sua mente cambia, gli arrivano
addosso idee desideri paure vergogne insicurezze che
prima non conosceva. Insomma, un momentaccio: non è
ancora grande e non è più piccolo. E guai a chi lo
chiama "bambino". Forse, da come parlo di Michele
persona, si intuisce che lui esiste per davvero. Ma
anche no. Cerco di spiegarmi. I personaggi letterari
possono diventare reali e acquistare una propria
vita, indipendente dalla volontà del loro autore,
agire all'insaputa del "creatore" o anche contro i
suoi progetti. Mi è capitato più volte di ideare
sviluppi alla trama di una storia con Michele ma di
doverla cambiare perché lui non la accettava e si
comportava diversamente da come avrei voluto io. I
personaggi vanno lasciati liberi di essere se
stessi. In fondo Michele è il "figlio" di tre
genitori: i lontani ma sempre vivi ricordi di me
adolescente, l'osservazione che faccio costantemente
degli adolescenti di adesso, il modo in cui
rielaboro tutto ciò.
Sembri abbracciare una sorta di "serialità" nei
tuoi romanzi con protagonista Michele. Prima o poi
lo farai crescere e maturare verso l'età adulta
oppure rimarrà, nelle tue storie, un eterno
ragazzino con la sua vita e le sue disavventure?
All'inizio, il mio progetto era di seguire Michele
romanzo dopo romanzo fino ai trenta o ai quarant'anni,
inserendo nei successivi titoli le parole
"tredicenne", "quattordicenne" e così via. Ma per
fortuna, dopo il discreto successo del primo libro,
ho subito capito che quest'idea non andava. Per due
motivi: un progetto così ambizioso era al di là
della mia portata, insomma non mi ritenevo capace di
realizzarlo. Il secondo motivo è che, in poco tempo,
il personaggio Michele sarebbe diventato grande e
così i bambini e gli adolescenti non avrebbero più
letto le sue storie. E allora costringo Michele a
vivere in una specie di eterna tredicennità, facendo
acrobazie per portare avanti la trama e le
sottotrame ma senza farlo crescere. In ogni caso, ho
in mente il tema dell'ultimo…spero
lontanissimo…libro della saga: lui verrà da me e
pretenderà che io lo lasci finalmente libero di
crescere.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi del mercato
editoriale dedicato ai più piccoli (un mondo che
ignoravo prima di conoscerti). Come ti ci trovi?
Quali sono i suoi meccanismi? Come sei coinvolto e
quali sono le tue sensazioni in proposito? Perché
hai scelto questo tipo di letteratura per i tuoi
libri?
Pur essendo un lettore smodato e onnivoro, leggo
pochissima letteratura per bambini e per ragazzi.
Non per snobismo ma per non restar paralizzato dalla
continua scoperta dell'acqua calda: che Tizio ha già
scritto questo, Caio ha già raccontato quest'altra
scena e Sempronia ha già descritto queste
esperienze. Faccio un esempio: immagino che un bacio
tra adolescenti compaia già in centinaia e centinaia
di libri per "piccoli". Non avendo letta nessuna di
queste storie, posso raccontare il bacio senza
essere schiacciato e condizionato da tutti quegli
esempi. Perciò, gli autori per bambini e per ragazzi
che leggo sono tutti lontanissimi dal mio modo di
scrivere: mi piacciono Walter Moers e il suo
continente di Zamonia, Philip Pullman anche se è
anticristiano, Lewis e il mondo di Narnia, Winnie
Puh, Neil Gaiman, Roal Dahl…
Ho cominciato a scrivere per ragazzi del tutto per
caso: perché me l'hanno chiesto. Era il 1997 e avevo
appena finito per il piccolo editore Campanotto un
libro molto provocatorio e ironico sul fastidio
dell'aver figli, "Padri pentiti". Livio Sossi, che
curava la collana di libri per ragazzi, mi suggerì
di scrivere un romanzo per adolescenti sul difficile
rapporto tra un papà e un figlio. Io gli risposi che
di scrivere per ragazzi non me ne importava nulla.
Subito dopo apparve, uso questa parola un po'
medianica, Michele e in venti giorni buttai giù
"Vita privata avventure e amori di Michele Crismani
tredicenne". Scoprii così che scrivere per bambini o
per ragazzi mi piace molto.
Posso farti una domanda un po' "scomoda"? Secondo
il tuo parere Michele rappresenta realmente i
ragazzini di oggi con le loro "fissazioni" e i loro
problemi adolescenziali oppure è un personaggio nato
in un mondo lontano e astratto come quello della
fantasia? A volte, leggendo, ho pensato che lo
dipingevi come un ragazzo di un'"altra generazione"?
Domandarlo a me è come chiedere a un produttore di
vino se il suo rosso è buono. In tutta sincerità io
potrei rispondere che lo bevo anch'io, che a me
piace e che dentro non ci metto polverine strane o
sostanze chimiche ma lo faccio solo con l'uva
coltivata nelle mie vigne. Ma al di là delle battute
vinicole, è una questione che mi sono posto molte
volte, anche discutendone con mia figlia Francesca,
che ha ventiquattro anni e che è una preziosa e
critica consigliera. Posso dire che, in genere, nei
tanti incontri pubblici che ho con i bambini e con i
ragazzi nelle scuole o nelle biblioteche, mi dicono
di sì, che in Michele ritrovano un sacco di
frammenti di se stessi, modi di essere, espressioni
verbali e mentali, confusioni esistenziali, gusti
musicali e cinematografici. D'altra parte è
evidente: per quanto io possa sforzarmi e
aggiornarmi, resto pur sempre un uomo nato nel 1954.
Ho avuto il piacere di leggere altri tuoi scritti
oltre a quelli dedicati al tuo personaggio
principale. Penso a "Lesioni Lievi" , una serie di
vignette gustosissime e ironiche sugli innamoramenti
giovanili oppure le serie di racconti (penso
inediti) denominati " I racconti di Claudio e
Marina". In questi ho riscontrato una sorta di tuo
ritorno al passato visto con ironia ma anche con
disincanto. Che ne pensi? I racconti verranno
pubblicati?
Devo prendermi un po' di tempo per dar loro una
revisione definitiva, anche alla luce dei consigli
di amici e amiche a cui li ho fatti leggere. Con
obbligo di critica spietata. Poi, una volta
sistemati, li manderò a qualche editore. E vedremo
cosa succede.
Continuando con "Lesioni Lievi" ho notato (con
favore) il tuo coinvolgimento nel mondo dei fumetti?
Ci saranno ancora futuri sviluppi in proposito?
Michele Crismani lo vedo bene in una storia a
strisce (soprattutto "Michele Crismani vola a
Bitritto").
Io frequento i fumetti da quando avevo pochi anni,
nemmeno sapevo leggere e guardavo solo i disegni. E
molti dei miei scrittori preferiti sono appunto
autori di fumetti: penso a Pratt, Pazienza, Schultz,
Gaiman, Barks, Altan, Watterson, Magnus, Taniguchi.
Qualcosa ho scritto anch'io…un giallo ambientato a
Trieste nel 1915, una ventina di brevi storie con
Michele sul mensile "Konrad"…ma ho l'impressione di
non essere molto bravo, come sceneggiatore. Però
continuerò ancora, con i fumetti.
Visto che sei un accanito lettore e un attento
cinefilo, potresti indicarmi alcuni titoli e film
che ultimamente ti hanno impressionato (sia in
positivo che in negativo)?
Ieri sera ho finito di leggere "2666", l'immenso
romanzo postumo di uno scrittore cileno che amo,
Roberto Bolano: un giallo ma anche una riflessione
sulla violenza del mondo, un libro sui libri ma
anche...Inutile riassumerlo: "2666" è un'opera che
guarda negli occhi ognuno di noi. Un paio di mesi fa
mi ha colpito molto il saggio del magistrato Roberto
Scarpinato, "Il ritorno del Principe", un'analisi
lucidissima della storia italiana e del rapporto tra
classi dominanti e criminalità, un libro che
andrebbe portato nelle scuole. Ho rivisto in dvd un
telefilm italiano di quindici anni fa, le cinque
puntate di "Voci notturne", scritto e sceneggiato da
Pupi Avati. La Rai lo trasmise a ore tarde e mai più
lo ripropose. E' un piccolo capolavoro: terrificante
ritratto dell'Italia anni Novanta, tra occulto e
corruzione politico-economica, misteri millenari e
neonazismo. Un delitto che sia ignorato.
E invece il libro altrui che avresti voluto
scrivere?
Tutti i libri che amo avrei voluto scriverli io. E
per certi versi è come se li avessi partoriti
proprio io, perché chi legge diventa sempre creatore
al fianco dell'autore. Se però devo citare qualche
titolo in particolare, direi i racconti di Julio
Cortazar e di Raymond Carver, le poesie di Emily
Dickinson, le storie partigiane di Beppe Fenoglio, "Horcynus
Orca" del siciliano Stefano D'Arrigo, le opere di
Primo Levi, "Confessioni di un italiano" di Ippolito
Nievo, "Le tre stimmate di Palmer Eldritch" di
Philip Dick, la "Storia della mia vita" di Casanova,
"Orlando furioso" di Ariosto, i Peanuts di Charles
Schultz, "La taverna del doge Loredan" di Alberto
Ongaro, i gialli con Maigret di Simenon.
Parliamo di scrittura. Secondo Tiziano Sclavi
(autore del fumetto bonelliano, Dylan Dog) "il
segreto della buona sceneggiatura è leggere
diecimila libri. Vedere diecimila film. Ascoltare
diecimila musiche. Visitare diecimila mostre d'arte.
Giocare a diecimila videogiochi. Poi si può
cominciare a fare qualche tentativo." Per te è stato
lo stesso? Un giovane autore ha degli obblighi
precisi?
Spesso, alla fine degli incontri, si avvicina
qualcuno, di solito una ragazzina, e mi chiede se
c'è un segreto per diventare scrittori. Rispondo che
ce ne sono tre: leggere molto, scrivere molto,
imitare molto. Solo facendo così si impara, pian
piano, a trovare la propria voce e il proprio stile.
E solo attraverso il continuo confronto con gli
altri autori ci si rende conto di quanto non si
finisce mai di imparare.
Mi ricollego a un discorso che amo molto, quello
della Musica. Che colonna sonora sceglieresti per le
avventure di Michele? Musica e Letteratura sono un
binomio perfetto? Ci sarà più spazio per citazioni
musicali nei tuoi futuri scritti?
Io amo soprattutto il rock "classico" e
chitarristico, da Roy Orbison a Ben Harper, dai
Creedence ai Wilco, Springsteen, Young, Kinks,
Ramones, Love, Allman Brothers, Janis Joplin,
Hendrix, Clash, Tom Verlaine, Who, Tom Petty, Davide
Van De Sfroos, Beach Boys. Ma anche la classica di
Mozart o di Giovanni Sollima, il jazz di John
Coltrane o di Keith Jarrett. Insomma, la musica è
una parte fondamentale della mia vita: dischi,
concerti, video…Con Michele abbiamo gusti diversi.
Condividiamo solo la passioncella per il Liga, anche
se io negli ultimi tempi lo seguo molto di meno
perché la sua svolta sempre più pop non mi convince.
Michele è molto influenzato dalle mode del momento:
adesso si è già stufato dei Tokio Hotel. E gli
piaciucchiano gli Snow Patrol: glieli ha fatti
conoscere la compagna di classe Arundhati
Nambudiripad, di origine pakistana.
Elencami una serie di dischi che hanno ispirato
le tue opere letterarie vecchie e nuove e il cd che
non potresti mai togliere dal lettore?
"Born to run" di Springsteen, una qualsiasi raccolta
(anche se ho le loro discografie complete) dei
Creedence Clearwater Revival e dei Ramones, "Sandinista"
dei Clash, un Neil Young elettrico e tempestoso,
"Viaggio in Italia" di Sollima, "My favorite things"
di Coltrane, "Kind of blue" di Miles Davis, Battisti
che fu la musica dei miei quindici anni e che resta
un grande…
Ultima domanda. Si dice che i poeti e gli
scrittori (ma anche i musicisti) siano esploratori
di "altri" mondi" che suscitano fascino e terrore
allo stesso tempo. Luciano Comida ha trovato il suo
mondo o lo sta ancora cercando?
I libri offrono la possibilità di esplorare
tantissimi mondi. E quando sto scrivendo, entro
nello stesso momento in tre dimensioni. Sono lo
SCRITTORE che inventa una storia, ma sono anche il
PERSONAGGIO che vive quella stessa storia e sono
pure il LETTORE che sta leggendo quel testo che si
viene formando. Ecco allora che il momento della
creazione letteraria…scusa se uso un'espressione
così pomposa…diventa quasi magico perché ci fa
trascendere dalla nostra esperienza normale per
varcare soglie inaspettate. E riusciamo a farlo a
costo zero, standocene seduti, senza assumere
nessuna sostanza allucinogena, senza effetti
collaterali. E con la possibilità di trasmettere poi
almeno una parte di queste esperienze ad altre
persone, sotto forma di libri.
Luciano. Grazie di cuore per la chiacchierata.
Lasciamoci, delineando i tuoi progetti futuri e
qualche gustoso anticipo…
Spero di morire all'improvviso a centodue anni
assieme a mia moglie Tatjana, mentre sto scrivendo
qualcosa di molto comico, lei sbircia dietro le mie
spalle e ridiamo tutti e due a crepapelle. Dunque i
progetti sono tanti. Sto finendo l'ottavo romanzo
con Michele, "Michele Crismani e altri animali", che
dovrebbe uscire nel 2009. Poi sempre Michele sarà
co-protagonista di alcuni racconti scritti per
l'Azienda sanitaria di Trieste: hanno per tema i
vecchi delle case di riposo. E ancora: assieme alla
mia amica delle Langhe Lalla abbiamo finito un libro
per bambini scritto dai nostri quattro, due lei e
due io, cani. Ho terminato un giallo per adulti ma
alle "cavie" cui l'ho dato in lettura non è piaciuto
per nulla, per cui dovrò rimetterci le mani a fondo.
I racconti con i personaggi di Claudio e Marina
saranno presto sistemati. Continuerò a collaborare a
vari giornali… Insomma, non mi annoio.
|
|
|