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Narrativa
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi in prosa inediti,
purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
Oceania
di Misha, Fiction
di Giuseppe Costantino Budetta,
Ricerca universitaria di Giuseppe
Costantino Budetta
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a chiunque voglia
inviare testi poetici inediti, in lingua diversa
dall'italiano, purché rispettino i più
elementari principi morali e di decenza...
poesie di Lucia
Dragotescu
Recensioni
In questo numero:
- "Gioco d'ombre sul sipario" di Liliana
Ugolini, nota di Massimo Acciai
- "Come pubblicare un libro" di Andrea
Mucciolo, nota di Massimo Acciai
- "A seconda di come volgo lo sguardo" di
Massimo Acciai e Matteo Nicodemo
- "Giulia, l'etrusca" di Maria Antonietta
Nardone, nota di Massimo Acciai
- "Le allegre vacanze" di Maria Antonietta
Nardone
- Romanzi di Antonio Ferrazzani
- "Novecento" di Alessandro Baricco, nota di
Emanuela Ferrari
- "Dall'Arno al Tamigi" di Amerigo Iannacone,
nota di Emanuela Ferrari
Arte in cucina
Interviste
Saggi
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Oceania
Misha
Un'area del mondo che ha avuto
una storia diversa da quella degli altri territori
colonizzati dagli europei: in buona parte scoperta
nel XIX secolo, quando la mentalità delle potenze
coloniali era stata influenzata da una buona dose di
razionalismo e di illuminismo.
Questo significava che gli europei desideravano
analizzare, studiare e entro certi limiti
comprendere queste culture, senza per questo
giudicarle o annientarle automaticamente, anche se
il contatto fra i due mondi ha avuto comunque delle
ripercussioni notevoli, e spesso negative, sugli
indigeni.
Tuttavia il desiderio di far conoscere una realtà
incontaminata e totalmente aliena a quella europea
anche per preservarne il ricordo prima che fosse
troppo tardi, ha prodotto da subito una grande
quantità di studi e resoconti sulle abitudini e le
tradizioni delle popolazioni del Pacifico, anche dal
punto di vista sessuale. Nelle isole della
Polinesia, ad esempio, era diffusa una figura
intermedia fra il genere maschile e quello
femminile. Questi individui venivano selezionati
dalle comunità ancora in tenera età per entrare in
questa specifica classe sociale, il cui compito era
quello di appagare sessualmente i maschi
propriamente detti.
I mahu di Tahiti, i fa'afafine di Samoa, i fakaleiti
di Tonga e i mahui delle Isole Marchesi avevano
tutti questo importante compito nelle rispettive
comunità, condividendo la loro quotidianità con le
donne.
La cultura del terzo sesso è molto diffusa in
Polinesia e Micronesia, ma sparisce completamente
nelle aree prossime al continente Australiano e a
nord, nell'arcipelago delle Hawaii. Alcuni
antropologi sostengono che sulle isole la figura del
terzo genere fosse indispensabile anche per tenere
sotto controllo l'andamento demografico in relazione
alla limitata disponibilità di risorse, necessità
che veniva man mano che ci si avvicinava ad aree
continentali.
In compenso in Australia e Melanesia gli atti
omosessuali maschili erano parte integrante dei riti
di iniziazione e persino della preparazione al
matrimonio.
Nell'Australia Occidentale era prassi che i giovani
non ancora circoncisi facessero da surrogati
sessuali ai promessi sposi delle loro sorelle fino a
quando non raggiungevano l'età del matrimonio.
Questi ragazzi-moglie venivano chiamati mullawongah
e dovevano essere gli inseparabili compagni dei loro
futuri cognati. In altri gruppi tribali i giovani
pretendenti dovevano fungere da partner sessuali per
il futuro suocero, prima di ricevere in moglie sua
figlia.
C'era però una sostanziale differenza fra
l'Australia e la Melanesia, per quel che riguarda
l'atteggiamento delle donne nei confronti di queste
pratiche. In Melanesia erano tenute a fare finta di
non sapere nulla al riguardo, mentre in Australia ne
discutevano apertamente (anche con osservatori
esterni).
Tuttavia, se nell'Oceania occidentale i rapporti
omosessuali avevano un valore prettamente simbolico,
alle Hawaii il discorso si faceva più complesso.
A partire dai documenti che raccontano il terzo
viaggio di James Cook nel Pacifico (1776-1780) si
descrive l'aikane ("amico") hawaiano, una figura
maschile le cui relazioni sessuali con altri maschi
non hanno alcuna traccia di effeminatezza sociale o
giustificazione rituale.
Durante questa spedizione gli ufficiali incontrarono
ovunque giovani uomini molto ben visti da tutti, che
accompagnavano i capi delle varie isole in qualità
di intermediari. David Samwell, aiutante
dell'ufficiale medico sulla nave Resolution, riporta
in una annotazione del 5 luglio 1779 che un capo
aveva adocchiato un giovane ufficiale e aveva
chiesto al capitano di lasciare che diventasse il
suo aikane per un po', in cambio di sei maiali. In
ogni caso è interessante notare che certi modelli
sociali erano molto più evoluti nelle pur primitive
culture dell'Oceania che non nella società di oggi,
e in particolare in Paesi come il nostro. Le
relazioni omosessuali rimangono qualcosa di
difficile da accettare, così come rimane un tabù
sociale l'idea di sperimentare l'omosessualità pur
essendo maschi eterosessuali.
Eppure per i polinesiani, gli hawaiani e gli
aborigeni australiani erano tutte cose scontate.
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