|
|
Narrativa
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi in prosa inediti,
purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
Oceania
di Misha, Fiction
di Giuseppe Costantino Budetta,
Ricerca universitaria di Giuseppe
Costantino Budetta
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a chiunque voglia
inviare testi poetici inediti, in lingua diversa
dall'italiano, purché rispettino i più
elementari principi morali e di decenza...
poesie di Lucia
Dragotescu
Recensioni
In questo numero:
- "Gioco d'ombre sul sipario" di Liliana
Ugolini, nota di Massimo Acciai
- "Come pubblicare un libro" di Andrea
Mucciolo, nota di Massimo Acciai
- "A seconda di come volgo lo sguardo" di
Massimo Acciai e Matteo Nicodemo
- "Giulia, l'etrusca" di Maria Antonietta
Nardone, nota di Massimo Acciai
- "Le allegre vacanze" di Maria Antonietta
Nardone
- Romanzi di Antonio Ferrazzani
- "Novecento" di Alessandro Baricco, nota di
Emanuela Ferrari
- "Dall'Arno al Tamigi" di Amerigo Iannacone,
nota di Emanuela Ferrari
Arte in cucina
Interviste
Saggi
|
|
Il suicidio del Novecento:
Il greco Giannopoulos e l'italiano Michelstaedter
Nel 2010 ricorre il centrenario
della morte di greco Periklis Giannopoulos
(1869-1910) saggista traduttore e della morte di
italiano Carlo Michelstaedter (1887-1910) filosofo.
Il greco Periklis Giannopoulos e' stato un vero
paradoso culturale, era convinto che la verita'
dell' uomo puo' essere raggiunta solo attraverso del
paessaggio che vive, che puo' divenire un processo
intuitivo in cui pensiero e azioni si trovano uniti.
Cosi P. Giannopoulos si ispirava dalla luce della
Grecia, risalta la bellezza e la naturalezza delle
linee del paessaggio greco coi suoi forti effetti di
luce e si togliera' la vita al termine di questa
filosofia. Il suo entusiasmo, la sua sensibilita',
le sue nozioni, la sua scrittura, insoma non e' ne'
decadente, ne' irrazionalistica, ma soltanto greca,
genuina, eloquente, spontaneamente umana. Grande
ammiratore della Grecia ha studiato in fonto la
letteratura della Grecia antica, e ha dato nuove
ermeneutiche per il pensiero greco.
Critico della politica ha visto la decadenza della
vita politica in Grecia, (degli anni 1900)
sarcastico, conosceva bene la situazione politica
dell' Europa perche' ha vissuto in Francia per anni,
( amico di Jean Moreas ) ha diventicato la dignita'
della Grecia fuori dal sistema che voleva i
cittadini della Grecia esisterano come sudditi. Ha
tradotto Baudelaire, Poe, Oscar Wild, e scriveva
opere come "Un messaggio con centro la greca
sensazione", "Pensiero grec?", e il manifesto con
titolo "Appello per il pubblico greco",ecc. Saggista
di infinite ricorse stilistiche, capace di dare voce
a ogni problema sociale con una ironia, e anche ha
dato una nuova teoria per l' arte, come ricerca dei
valori. Organizza una estetica della luce, che e'
caratterizzata dall' aspeto visivo, un' aspeto
visivo come intuizione pura che puo' divenire un'
omologazione del sogetto e dell' oggetto.
Mori suicida (10/4/2010) al mare di Skaramagka,(luogo
dei misteri eleusini) ha ornato i suoi capelli con
fuori e entrato al mare con un cavallo bianco,
vestito in bianco anche lui.
L' italiano C. Michelstaedter di famiglia italiana
ebrea compri gli studi dapprima a Vienna, e poi a
Firenze fu il filosofo della persuasione. Appare
facilmente a prima vista negli scritti di
Michelstaedteruna concezione pessimistica di
impronta schopenhaueriana, secondo la quale la vita
e' destinata a perpetua delusione, perche' la nostra
volonta' rivolta a un altro da se' e' sempre protesa
verso un termine futuro, il quale percio' sempre
fugge dinanzi a noi che lo inseguiamo, cosi che la
vita non puo'giungere al posseso di se', alla
gioiosa consapevolenza d' un libero assoluto valore.
Credeva che l' uomo ha bisogno di dare un
significato ragionevole al suo vivere, e non si
contenta di ridursi all' impulso istintivo, nasce la
retorica delle ragioni illusorie, che danno parvenza
di convinzione al nostro procedere ( Kallopismata
orphnes )
Secondo Eugenio Garin, la riflessione di
Michelstaedter e' tutta sul rapporto dialetico fra
la fuga nel tempo da ogni impegno "reale" e la
"consistenza" in un atto decisivo capace di fondare,
contro l' illusorieta' di una vita condizionata da
un bisogno senza fine.
L' ultimo periodo della vita di Michelstaedter e'
una concentratissima preparazione all' azione. Se
fino allora il suo travaglio era stato la ricerca di
che cosa di debba volere.Sciveva " io ho qualche
cosa da fare a questo mondo, so quello che voglio
fare" ( Lettera alla mandre 10 sett.1910 in
Letteratura). Egli lavorava ad essere luce a se' e
agli altri, spendendo intransigentemente a oncia a
oricia la propria vita, fino a vivere "la bella
morte". Questa morte non e' il suicidio: contro l'
assurdita' del suicidio Michelstaedter si e'
pronunziato piu' volte chiaramente. Sicuramente il
suo suicidio fu causato certamente da un momento di
grave depressione. Mori suicida subito dopo la
stasura della tesi di laurea. 17/10/1910.
|
|
|