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Narrativa

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi in prosa inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
Oceania di Misha, Fiction di Giuseppe Costantino Budetta, Ricerca universitaria di Giuseppe Costantino Budetta

Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai e Matteo Nicodemo, Luca Barcatta, Alessandra Ferrari, Emanuela Ferrari, Alessandro Monticelli, Natalia Radice

Poesia in lingua

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, in lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Lucia Dragotescu

Recensioni

In questo numero:
- "Gioco d'ombre sul sipario" di Liliana Ugolini, nota di Massimo Acciai
- "Come pubblicare un libro" di Andrea Mucciolo, nota di Massimo Acciai
- "A seconda di come volgo lo sguardo" di Massimo Acciai e Matteo Nicodemo
- "Giulia, l'etrusca" di Maria Antonietta Nardone, nota di Massimo Acciai
- "Le allegre vacanze" di Maria Antonietta Nardone
- Romanzi di Antonio Ferrazzani
- "Novecento" di Alessandro Baricco, nota di Emanuela Ferrari
- "Dall'Arno al Tamigi" di Amerigo Iannacone, nota di Emanuela Ferrari

Arte in cucina

Ziti e casu e finocchiu
di Gina Guarasci

Interviste

Quando il teatro è ricerca psicosociale, partendo dai testi dei classici: Effetto Larsen
a cura di Alessandro Rizzo

Saggi

Il suicidio del Novecento: Il greco Giannopoulos e l' italiano Michelstaedter
di Apostolos Apostolou

Quando il teatro è ricerca psicosociale, partendo dai testi dei classici: Effetto Larsen
 

Intervista a cura di Alessandro Rizzo


Matteo Lanfranchi si diploma come attore alla Paolo Grassi di Milano ed è uno dei fondatori di Effetto Larsen, compagnia che mette in scena spettacoli innovativi, di rottura, che esprimono le interiorità intime e psicologiche delle dimensioni umane. Lo studio dell'animo e le ricerche sociologiche contaminano rappresentazioni che si ispirano ai testi dei classici, proponendo un'elaborazione che si fonda sulla gestualità e sulla fisicità.

Iniziamo dal nome della tua compagnia: Effetto Larsen. Che cosa significa realmente?

E' un effetto acustico che può capitare su frequenze alte e basse. Si innesca quando il microfono capta una frequenza emessa dai suoi stessi amplificatori. Tutto questo vuole rappresentare un ciclo virtuoso che si innesca con moltiplicazioni infinite. E' come se fosse un cerchio che non si interrompe a distanza. E' come un discorso e una comunicazione che non si interrompe e si moltiplica allo stesso tempo.
Da tempo collaborate con un nuovo spazio teatrale: Guanella di Milano?
Col Teatro Guanella ci lega una simpatia reciproca e di fiducia molto forte. Sostegno alla produzione, offrendoci spazio anche per poter, poi, prepararci a debuttare alla biennale.

A proposito della Biennale Giovani Artisti d'Europa?

Aggregazione ha debuttato a Skopye in Macedonia nel settembre 2009 appunto alla Biennale Giovani Artisti d'Europa e del Mediterraneo. Video maker, performer, molte figure virtuose si sono confrontate attivamente. Aggregazione è uno spettacolo visivo che traduce in linguaggio le influenze di varie forme artistiche: dal video al cinema, alla poesia. Si basa tutto su un discorso molto forte.

Quando siete nati come collettivo teatrale?

La compagnia nasce nel 2005 come nome, ricordiamo, appunto l'esordio di Larsenlab, i nostri laboratori. Il monologo "Dukkha Azione privata" è la prima produzione firmata Effetto Larsen. Aggregazione è la prima tappa della trilogia che si chiama Dukka. E' una parola sanscrita e significa frustrazione. Si divide in tre tappe riguardano tre forme di frustrazione:
- Azione Privata è sulla privazione e prende spunto da Mc Ewan,
- Aggregazione è la seconda tappa, e riguarda il condizionamento. Trae spunto da studi e ricerche psicologiche, nonché psichiatriche,
- La terza tappa debutterà ad aprile al Danae al Teatro delle Moire dal 19 al 21. Elogio del disagio tratta dell'ineluttabilità e ha come fonte Beckett. Non c'è mai traccia della fonte di ispirazione nella messa in scena del testo. È solo uno spunto, una traccia.

Com'è avvenuta la preparazione di Aggregazione?

Ha avuto una gestazione lunga perché non avevo preparato una produzione con una prospettiva. E' certo che esiste alla base un'unita nel desiderio di lavorare insieme sui temi su cui stavo lavorando, partendo da una commistione dei linguaggi, una sintonia nei rapporti umani. I momenti interattivi creano un'armonia tra linguaggi diversi. In Aggregazione vediamo tradurre in scena le caratteristiche di altre forme artistiche: da quelle visive, ai video, alle immagini. Tutto si fonda su una forte interazione col pubblico. Uno degli ostacoli che si possono incontrare consiste nella presenza di un pubblico classico che non è abituato a osservarsi. Come spettatore occorre rendersi conto di essere parte di quello che sta accadendo in scena. E' stato importante impostare un lavoro teatrale indirizzato a coinvolgere il pubblico in una sua partecipazione attiva. E' importante, quindi, offrirsi a uno sguardo che completa ciò che si vede, senza visione univoca. E' fondamentale riconoscersi in quello che avviene.

Com'è stato il lavoro con gli attori?

Prima avviene una selezione delle persone più vicine. Siamo partiti in quattro. Non bastavano, ovviamente, e quindi occorreva estendere. Ho incontrato persone, non ho fatto provini, dando, così, un contributo forte. In scena abbiamo sei persone, una è danzatrice, una è pittrice e tre sono professionisti. Abbiamo anche la presenza di un non professionista, che è stato un motore strepitoso. L'agente segreto è senz'altro la semplicità con una buona dose di entusiasmo.

La preparazione di Aggregazione avrà sicuramente visto un processo di studio e lavoro?

Certamente abbiamo alcuni autori da cui abbiamo attinto: Laing, uno psichiatra americano, e Paul Watzlawick, fondatore di Palto Alto, ossia il metodo di terapia breve a strategia. Abbiamo preso riferimento da psicotearapeuti che basano il proprio lavoro sul comportamento. Sono state, così, individuate forme semplici, alla base del nostro modo di agire nella vita. Cercavamo intensamente un'applicazione al reale, riconoscendo e verificando alcuni elementi nella nostra vita. Tutto il materiale prodotto e proposto veniva, così, filtrato: trovavamo soluzioni sceniche per rappresentare queste strutture. Durante la performance una parte è inscenata da alcuni legnetti proiettati su un o schermo: è una scelta scenica che funziona bene.

Esiste una certa dicotomia tra teatro classico e teatro sperimentale: tu ti definiresti chiaramente un regista non classico?

Credo nel lavoro di squadra perché crea quella necessaria armonia, che è la base della sintonizzazione di un gruppo. Scelgo le persone con cui lavorare non attraverso i provini. Tutto questo presuppone un confronto, io sono alla guida, io sono l'autore, ma l'interpretazione è una caratteristica fondamentale. La mia è una formazione di attore di prose. È bello andare in scena quando riconosci esserci del valore nel costruire qualcosa insieme. L'improvvisazione è una caratteristica precipua. Non occorre, pertanto, avere soluzioni sicure, ma è importante scegliere ogni volta quello che si deve fare. La scommessa consiste proprio nel rischiare che questo possa non funzionare. Esiste una certa rete aleatoria e questo significa che il lavoro prosegue. Si mantiene, così, viva la materia, pulsante. Tra gli interpreti ci deve essere sintonia e bisogna consolidare questa sintonia. I professionisti hanno avuto delle difficoltà nella rappresentazione che, poi, sono state superate grazie a un'atmosfera nuova, stimolante, non noiosa.

Abbiamo altre performance in calendario?

A maggio, dal 6 al 9 e dal 13 al 16, siamo al Teatro della Contraddizione con lo Sguardo di Amleto. Nel 2008 abbiamo vinto il secondo premio del Festival Internazionale di Regia a Trento. Il testo riprende una forma di studio e scrittura onirica di Amleto, come personaggio nella sua interiorità, prima del duello. Abbiamo vinto nella sezione tematica del festival attraverso l'interpretazione di Lorenzo Piccolo. In questa rappresentazione non abbiamo alcun riferimento autorale. Non possiamo non citare, invine, "Elogio del Disagio", che debutterà il 19 aprile all'interno del Danae Festival di Milano.

Parliamo della tua formazione?

Devo iniziare ricordando l'apporto avuto da Claudio Morganti attraverso i suoi incontri, che sono stati fondamentali nella mia formazione, tenuti alla Paolo Grassi di Milano, dove mi sono diplomato nel 2001 nel corso per attori. Dopo di che ho iniziato a lavorare in teatro con Gabriele Vacis all'ATIR e, ora, proseguo con "Troiane" di Serena Sinigaglia. Ho lavorato in uno spettacolo di Michele Di Stefano, coreografo della compagnia Mk, con cui ho debuttato con due spettacoli a Sant'Arcangelo con Real Madrid. E' stato un lavoro significativo. Nel 2003 partecipo a un laboratorio permanente, Acquario di Michele Di Stefano, dove in un anno si lavorava liberamente in incontri mensili. Questa è stata un'occasione straordinaria per mettere in discussione e in scena attingendo da un linguaggio coreografico che offre soluzioni semplici rispetto a quello dei teatranti. Non posso tralasciare la mia esperienza teatrale per ragazzi, un'ottima palestra per imparare ad ascoltare il pubblico. Occorre, proprio in questo ambito, reperire misure di ascolto opportune in quanto i più piccoli risultano essere gli spettatori più spietati e variegati, e si attiva, così, un'esperienza formativa che ci costringe ad adattare il lavoro che proponi. Nei miei lavori la presenza dell'attore è una caratteristica coerente dal punto di vista fisico e spaziale. E' necessario, anche, in una produzione l'osmosi tra i linguaggi, basando il testo su un punto di vista cinematografico. Le pareti stanno crollando tra i vari linguaggi scenici. Il 16 aprile alle Colonne di San Lorenzo debutteremo con Stormo, performance urbana, una performance ponte tra Aggregazione, che ne è la sostanza, ed Elogio del disagio, che debutterà presto. In questa occasione il suono è una componente importante ed è curato da Roberto Rettura, che lavora con il gruppo Nanou.

Tutti i lavori e i contatti con la compagnia sono reperibili accedendo al sito di Effetto Larsen: www.effettolarsen.it

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