L'Europa e la sua ideologia
Gennaro Tedesco
Realtà e Speranza
In questo articolo forniremo solo alcuni brevissimi
spunti per la discussione, consapevoli dell'enorme
complessità della questione.
Innanzitutto, quando parliamo di Europa ci riferiamo
all'Unione Europea in gestazione e non ad un'idea
astratta,e, se esiste, univoca , di Europa . E la
sua ideologia, se esiste, è anch'essa in gestazione,
ammesso che lo si voglia ammettere e riconoscere .
Parlare di Unione Europea e di una sua ideologia
,quindi ,dovrebbe significare indagare le modalità
politiche, economiche , culturali ed educative ,
consapevoli e inconsapevoli, volute e non volute ,
dichiarate e non dichiarate, attraverso cui si
esprime e si concretizza tale sottile e complessa
relazione transazionale, dinamica ed evolutiva .
E'un'operazione difficile ed eminentemente
interpretativa e, come tale, soggetta a legittime e
possibili contestazioni . Ma noi proveremo ad
incamminarci per questa tortuosa e disagevole via .
Da un punto di vista storico, almeno dall'antichità
in poi, allo scrivente, i ritmi di crescita e
formazione di quell'ibrido geo-politico che
chiamiamo normalmente Europa sembrano scanditi dai
tempi delle guerre intestine e delle guerre di
aggressione e di conquista e dagli spazi divoranti e
idolatrici dello Stato . Quella che stiamo cercando
di delineare , di costruire e di far venire alla
luce non è solo una "pura" morfologia storica
dell'Europa , ma anche una sua corposità politica ed
economica che produce una propria originale
ideologia .
Le due guerre mondiali e la crisi del 29 hanno
mostrato tutti i limiti e le contraddizioni di
un'Europa che si percepiva unitaria nell'ambito
della propria civiltà materiale e culturale , ma che
al suo interno covava i germi della propria
autodissoluzione .
Appropriatamente si è sostenuto che la vendetta
postuma di Hitler è stata la disintegrazione
dell'Europa e del più grande Impero coloniale
dell'era moderna , quello britannico .
I veri vincitori del secondo conflitto mondiale,
Stati Uniti ed Unione Sovietica , hanno sostituito
Gran Bretagna, Francia e Germania nel dominio non
solo del mondo, ma anche della stessa Europa .
L'elaborazione progettuale di un'Europa unita è nata
sulle macerie morali, politiche e soprattutto
economiche lasciate in rovinosa e terribile eredità
ai suoi annichiliti cittadini e non per le
idealistiche visioni di qualche illustre e titolato
Padre
Fondatore.
L'edificio della Comunità Europea è venuto alla luce
gradualmente e lentamente in mezzo ad immani
difficoltà e contrasti interni tra i diversi e
contrapposti sistemi capitalistici.
L'esperienza delle divisioni e dei massacri delle
due guerre mondiali, ma soprattutto l'evidente
stagnazione e sottomissione del Vecchio Continente
ai due Giganti protagonisti, quello nord-americano e
quello euro-asiatico, della Guerra Fredda hanno
spinto i due maggiori attori capitalistici europei
continentali , Francia e Germania a cercare di
superare i propri atavici antagonismi non solo
capitalistici .
Dagli anni 50 , al contrario di quello che si pensa
e si crede, all'ombra della protezione del Grande
Fratello Americano, il capitalismo europeo, non solo
quello francese e tedesco, è cresciuto e si è
sviluppato , erodendo e insidiando in modo via via
più efficace e mordente gli enormi spazi del
monopolio capitalistico mondiale americano . La
caduta del Muro di Berlino e del sistema di potere
russo-sovietico ha determinato un ulteriore
rafforzamento e consolidamento della sempre più
estesa Comunità Europea . Infatti essa ,
approfittando della crisi balcanica e sovietica ,
pur tra tentennamenti e oscillazioni anche clamorose
e non sempre comprensibili , è riuscita a integrare
nel suo nuovo sistema parecchi Paesi non solo delle
due suddette aree, ma in generale i Paesi dell'Est
Europeo.
E proprio l'integrazione dell'Europa Orientale nella
Comunità Europea avrebbe dovuto cominciare a far
aprire gli occhi all'opinione pubblica sulle
modalità ideologiche con cui venivano ammessi i
nuovi partner al club europeo. L'ammissione della
Romania e della Bulgaria all'Unione Europea più che
un'integrazione è sembrata una vera e propria
annessione . Una parte dell'Europa, quella
occidentale, si è annessa la parte orientale ,
balcanica .
L' "idea d'Europa" nasce già ampiamente e
profondamente contaminata all'origine da profondi ,
devastanti , inquinanti e inquietanti processi
ideologici . Secondo F.Chabod e G.Barraclough essa
risale al Medioevo anche se i Greci ne avevano già
tracciato gli angusti e ristretti limiti
"occidentali" . E'l'Impero Carolingio che dà unità
all'Europa occidentale con la lingua comune , il
latino , la religione comune , il Cristianesimo ,
l'Impero Universale . E' il Medioevo che sancisce la
separazione tra Occidente, Impero Carolingio e
Oriente , Impero Bizantino , separazione che ancora
oggi è operante . E' sempre dal Medioevo che nasce
la disgregazione del monolita europeo : si formano
gli Stati nazionali , le lingue nazionali . Il
nazionalismo è stata la causa della rovina
dell'Europa con le due sanguinose guerre mondiali .
L'ingannevole e subdola campagna propagandistica di
un'Europa fraterna e benigna che accoglie tutti i
suoi figli , compresi quelli balcanici, su basi
paritarie, nasconde e confligge con una diversa e
opposta realtà nuda e cruda di sfruttamento
capitalistico .
Tutti i nuovi e numerosi insediamenti industriali
nei Balcani dei fratelli dell'Europa occidentale
approfittano di una mano d'opera poco e mal
retribuita . L'emigrazione balcanica nel versante
occidentale dell'Unione Europea è sottoposta ad
altrettanto sfruttamento , aggravato da un feroce e
turpe razzismo .
Nei Balcani e in genere nell'Est Europeo il volto
dell'Unione Europea è quello latino-germanico e
franco , la riproposizione e la rivitalizzazione di
schemi e moduli di aggressione medievale che si
riverberano, ingigantiti , nella stessa ex Unione
Sovietica fino al Prossimo e Medio Oriente e
all'Asia Centrale .
Tutte le disquisizioni dottrinarie e giuridiche
sulla configurazione statutaria dell'Unione Europea
oscillante tra i poli opposti del federalismo
libertario e del costituzionalismo centralistico ,
dello Stato leggero e dello Stato pesante non sono
altro che l'espressione introversa del difficile e
controverso processo e percorso di incubazione e
gestazione che dovrà condurre alla definizione e
alla formalizzazione di un involucro politico, Carta
o Trattato che sia , che, comunque, alla fine del
doloroso e periglioso parto, estrinsechi e manifesti
l'avvenuta centralizzazione decisionale delle
diverse e centrifughe forze capitalistiche che
compongono e animano il procelloso e tumultuoso
Oceano della Desolazione capitalistica . Tutto ciò
in funzione di una più efficiente ed efficace
macchina ideologica che prepari i nuovi cittadini
dell'Unione alla sfida imperialistica che si
annuncia prossima , irreversibile e ineludibile nei
confronti del Dragone Cinese e dell'Elefante Indiano
.
C'è addirittura chi prevede all'interno dell'eterna
ed immortale Alleanza occidentale un possente ed
inevitabile scisma tra capitalismo nord-americano e
capitalismo europeo . In effetti a un osservatore
non particolarmente esperto i distinguo appena
accennati , le velate sfumature , le divergenze
parallele, le geometrie variabili , i sofismi
bizantini , i sottili arabismi e anche qualche
confronto latente e patente all'interno della santa
Alleanza occidentale si rivelano sintomi di un
malessere serpeggiante e crescente che può preludere
e prelude non solo a una divaricazione ideologica ,
ma anche capitalistica tra due partner entrambi in
cerca di un riposizionamento ideologico e strategico
all'interno di un mondo in cerca di necessari, nuovi
e più avanzati equilibri planetari . Svincolata
dall'abbraccio stritolante e soffocante del Grande
Fratello Americano , la nascente Unione Europea si
riproporrebbe come grande e risorto Impero di Mezzo
tra America e Oriente , scavalcando la stessa Russia
. Mentre nel silenzio più assoluto dei Media e della
politica ufficiale , l'Unione Europea continua a
finanziare costosissimi progetti militari ,
destinati a pesare e a gravare enormemente sui
bilanci degli Stati membri e sugli stipendi e i
salari già magri dei suoi disinformati cittadini e a
riarmarsi in segreto , essa, allo stesso tempo, si
presenta , sulla scena politica ed economica globale
, come l'unica erede autorizzata e universale di una
Bisanzio rediviva che , per mezzo della cultura,
della religione e dell'economia , nella splendida e
irradiante luce della propria millenaria esperienza
storica, ripropone, rielabora e pratica la difficile
e complessa arte della mediazione diplomatica e
politica al fine di una pace universale ,
rinunciando all'uso della forza e della guerra .
Di fronte alla crisi economica incalzante e
dilagante, l'Europa saprà rinunciare alle tentazioni
neo-imperialistiche per incamminarsi su vie
alternative ed innovative ?
Fino ad ora la storia, soprattutto, quella più
recente, ha risolto tali ciclopiche e globali crisi
con le guerre , le dittature e cicli ricorsivi di
contrazione e sviluppo all'interno delle economie
capitalistiche .
E' anche vero che fino ad ora l'Europa ha espresso
solo il potere dei mercanti e dei burocrati . Ora
sarebbe finalmente il momento dei cittadini , ma
soprattutto dei suoi lavoratori . A questo punto, e
concludiamo , inevitabilmente , se si vuole per
davvero dare un corso diverso al movimento della
storia, dovremmo finalmente assistere alla rapida
riorganizzazione e immediata ricostituzione di un
forte e consapevole fronte di lavoratori europei ,
accomunati dall'esigenza di porre un limite alla
ripresa e al rilancio di ideologie imperialistiche .
Riferimenti Bibliografici
G.La Barbera , L'Europa e lo Stato , Milano , 2006
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Milano, 1999
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2006
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