Quanto costano i vostri mariti?
Considerazioni sull'amore nell'era della religione
economica
L'economia tratta dei bisogni
materiali, mentre la religione si occupa delle
esigenze dell'anima. Pertanto, sovrapporre la prima
alla seconda, come ho proposto nel mio La religione
del dio Economia (CSA Editrice, 2009), potrebbe
sembrare una forzatura. Confesso che tale
impressione in certi momenti non ha risparmiato del
tutto nemmeno il sottoscritto. Il che è
comprensibile, dato che appartengo a questa società,
ne frequento quotidianamente gli ambienti, le
persone e ne ricevo costantemente gli imput dai
media. Eppure, a distanza di anni, dopo ulteriori
esperienze di vita e riflessioni, devo dire che le
stesse considerazioni, pur nella loro radicalità, mi
sembrano ancora lontane dal rendere il grado di
possessione economica che investe l'uomo e la donna
moderni.
Solo poche eccezioni riescono, grazie a capacità
critiche sopra la media, a creare una distanza
rispetto alla propria cultura di appartenenza e agli
archetipi sottogiacenti. Per questo non mi aspetto
una condivisione diffusa delle mie tesi e
affermazioni. I sentimenti che, logicamente, ne
derivano sono di grande solitudine e impotenza. E'
come convivere con la visione di una umanità che si
dirige diritto verso il baratro. Solo che qui non si
tratta di un film al quale potere assistere da
spettatore, perché quella umanità comprende anche
me, i miei cari e tutto quanto di bello, di buono e
di commovente Madre Terra ha saputo produrre in
milioni di anni. Viene voglia di abbandonare la nave
al suo infausto destino di Eroe Tragico, tentando di
fare scelte alternative che valgano solo per sé, ma
nuotare controcorrente può rivelarsi estenuante. Il
sistema produce vortici la cui potenza è atta a
risucchiare anche gli animi più ardui. Come è triste
assistere quotidianamente alla inesorabile scomparsa
dell'anima, alla degradazione quasi entropica delle
cose sacre, alla disparizione del senso di armonia
con la Natura! Come è deprimente accorgersi del
progressivo declino di un amore che sembra avere
irrimediabilmente perso la "A" maiuscola!
Oggigiorno, non si può essere amati per quello che
si è, ma unicamente per i propri averi e/o la
propria parvenza, la quale partecipa sempre alla
liturgia dei significanti del dio Danaro. Potrei
avere l'animo più nobile e sensibile di questo
mondo, potrei essere un nuovo John Merrick senza
nemmeno l'handicap di dovere nascondere il viso
deforme, ma nessuno mi amerebbe veramente per questo
se, assieme, non vi aggiungessimo ingredienti come
il successo e un certo potere economico. Tutt'al più
potrei essere usato come spalla consolatrice, ma non
desiderato come oggetto d'amore.
Oggigiorno, l'amore raggiunge al massimo la forma
del compromesso tra le autentiche esigenze
dell'anima e quelle di Economia. Un equilibrio così
delicato e fragile da rischiare l'annientamento ogni
secondo che passa, ogni scansione prodotta dalle
tempeste del sistema. Chi vive per scelta in maniera
umile non viene percepito come un animo che tenta di
percorrere l'antica via dell'essenzialità alla
ricerca di qualche briciolo di animistica saggezza,
ma viene giudicato uno "straccione" privo di dignità
per sé stesso e di amore per il prossimo. Anche se
il suo cuore potrebbe rigurgitare d'amore per la
vita. Quanti, tra manager, ingegneri e
professionisti dediti all'etica del lavoro si
cullano nella illusione di essere migliori di altri
per l'entità del loro reddito, mentre in realtà
dispongono di meno tempo, sono meno liberi e più
sfruttati del più povero degli indigeni! A tale
proposito, il grande comico Coluche, che i francesi
ricordano volentieri per il suo impegno sociale, le
sue immortali battute di spirito nei confronti del
mondo della politica e la sua candidatura alle
presidenziali, cercò di scalfire l'etica del lavoro
già abbondantemente messo in crisi, per la verità,
da grandi menti del passato come per esempio lo
scrittore Anatole France e il nobel per la filosofia
Bertrand Russel. Ma pochi sono in realtà coloro che
possono dire di avere capito il senso profondo di
quella famosa battuta pronunciata da uno dei suoi
personaggi più brillanti, il clochard: "ridete,
ridete (di me), io sarò anche un clochard, ma vi
posso garantire che l'ultima persona che mi ha visto
lavorare non è più tanto giovane!". Anni fa citai
quella battuta a una di quelle donne di oggi,
psicologa e professionista in carriera la cui
supponenza faceva credere di essere particolarmente
intelligente perché, tra corsi e sedute, aveva molto
lavoro. La sua reazione fu solo un tentativo di
comprensione caduto nel vuoto di un silenzio che
rende piuttosto bene tutta la distanza che separa
l'homo economicus dall'anima.
L'amore oggi, come per tutte le merci, si conta.
Tanto che nascono nuove espressioni che un tempo
sarebbero state al massimo solo pensate, del tipo:
"quanto costa tuo marito?", "quanto vale il tuo
amore? Essendo spesso l'ingenuità accompagnatrice
della verità, il Piccolo Principe di Saint Exupéry
si meraviglia e al contempo si lamenta perché i
grandi contano sempre tutto, gli anni, i parenti… Io
rimango sbalordito nel vederli quantificare l'amore
delle persone, di accostare la voce di quella antica
musa al rumore dei quattrini. Eppure, basterebbe la
sola razionalità per capire che, dato che per il
ricco offrire doni preziosi non costa molto, solo il
povero può dimostrare il proprio amore mediante il
danaro. Tuttavia, proprio perché povero, non può
farlo. D'altronde, come ho dimostrato nell'opera
sopraccitata, essere poveri non garantisce
l'autenticità e non può nemmeno assicurare il vero
amore. Questo perché non è tanto questione di averi,
quanto di atteggiamento. Il povero che anela agli
stessi valori del ricco può essere altrettanto
posseduto e quindi inaffidabile di quest'ultimo.
Solo da parte di una persona realmente umile ci si
può legittimamente aspettare il vero amore. Chi ama
veramente, anziché ingrossare sé stesso, si priva di
sé stesso. Pertanto, solo se privandomi del mio
danaro mi privo di me stesso posso collocarmi
nell'Amore. Il danaro, e questo vale anche per
qualunque tipo di rapporto amorevole, non potrà mai
sostituire il tempo, la dedizione, la condivisione
profonda… fino al sacrificio di sé per l'altro.
Questa analisi sull'amore nell'era del dio Economia
è chiaramente parziale e fa volutamente astrazione
dei motivi più profondi dei legami amorosi, proprio
perché parlare e, ancora di più, fare esperienza
dell'Amore rimane impossibile senza operare prima
una depossessione dal daimon economico.
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