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I popoli del sud Europa possono
avere la loro politica
I commissari dell'Eurozona
parlano di Federazione Europea. Però la Federazione
Europea diventa un fondamentalismo. Il
fondamentalismo in Europa (dall'illuminismo con
complessi di superiorità e i deliri giacobini di
diffusione a mano armata dell' unica civiltà.)
appare come l'ideologia residuale della modernità,
come dispregio della storia, come ricostruzione
della realtà, ma anche come purezza originaria. Cosi
l'euro come moneta comune si fonda sulla convinzione
della Federazione.
Oggi Federazione è ciò che passa attualmente per
maturo realismo e si chiama austerità fiscale. Però
l'austerità invece di giocare un ruolo di
stabilizzazione, la politica fiscale ha finito per
rafforzare gli effetti frenanti dei tagli alla spesa
del settore privato e anche la futura riduzione del
deficit diventa ancora più difficile. Cosi la
politica fiscale distrugge l' economia reale e le
istituzioni democratiche dei paesi del sud Europa.
Come conseguenza della deteriorarsi della situazione
finanziaria delle famiglie, circa il 45% dei redditi
bassi in Grecia, Italia, Cipro, Portogallo e Spagna
attualmente sono in condizioni di sofferenza
finanziaria, rispetto al 10% di Germania e
Lussemburgo. La spesa sociale (per proteggere
disoccupati e più poveri) è scesa, tanto da
neutralizzare la funzione di stabilizzatore
economico del sistema di protezione sociale, evento
che ha contribuito ad aggravare la recessione,
almeno a breve termine. L'ampliarsi del divario tra
il Nord e il Sud rallenta la ripresa di tutta l'area
euro. Il divario crescente tra Nord e Sud minaccia
la stessa stabilità della comune moneta.
Abbiamo dimenticato che l' Unione Europa intorno a
quattro meso-regioni; il Baltico, l' Europa
centrale, il Mediterraneo e l'Europa occidentale.
Abbiamo dimenticato che ci sono blocchi , alleanze,
tattici strategici.
Secondo Erodoto (Le Storie, Libro IV) conosciamo che
i popoli mediterranei, e proprio sulle coste del
Mediteranno erano lo spazio del risultato lento
della storia. Cioè avevano una cultura comune di
sedimentazioni, adattamento e radicamento di
oggetti, di colori, di alimenti, di piante, di odori
e di sapori di collettività umane. Identità
culturali e sociali, della comune appartenenza ad
una storia sovranazionale della reciproca
interdipendenza, delle referenzi alita ad una realtà
più vasta, più profonda, più umana, al Mediterraneo.
Che allora era gran parte del mondo conosciuto.
Oggi contro l' austerità alla Merkel, e proprio
delle vecchie logiche neo-coloniali o umanitarismo
neocoloniale, una nuova politica mediterranea e'
necessaria.
Ovvero il passaggio dall' ipocrisia dell' equilibrio
che significa sovranità dei paesi deboli (questo e'
il vero deficit europeo) all' equilibrio del potere.
Il messaggio delle grandi manifestazioni popolari,
in Grecia, Italia, Spagna, Portogallo, significa che
possiamo uniti per abbattere il debito e salvare la
democrazia, e la società. La riposta delle politiche
neocoloniale e' la solidarietà forte dei popoli
mediterranei. I popoli mediterranei conoscono che i
pesanti sacrifici imposti alle popolazioni sono non
solo inutili ma addirittura dannosi.
Abbiamo bisogno (il moto dei Piigs verso il cuore
dell' Europa tedesca) di una strategia a lungo
termine di consolidamento dell'economia in tre
mondi:
I) Tornando alla moneta nazionale.
II) II) Realizzando una Banca del Sud Europea.
III) III) Applicando il Diritto
dell'Autodeterminazione.
Il ritorno alla Moneta Nazionale rende i beni
prodotti competitivi rispetto ad analoghi beni
prodotti all'estero. Cosi la moneta nazionale
diventerà uno stimolo alla produzione nazionale e un
aumento dell'occupazione. Anche ritorniamo al
protezionismo. Un paese protezionista manterrà i
suoi beni pubblici e potrà aumentarli. Anche il
protezionismo stimola la produzione interna e quindi
è uno strumento per sviluppare occupazione e tentare
di giungere alla piena occupazione.
Realizzare una Banca del Sud Europa capace di
promuovere azioni ed interventi per lo sviluppo a
misura dei paesi del sud e coerente con i deficif
economici esistenti. Il Diritto dell'
autodeterminazione, sancisce il diritto di un popolo
sottoposto a dominazione straniera ad ottenere
l'indipendenza, associarsi a un altro stato. Perché
chi l'ha detto che per avere un'Europa unita
dobbiamo avere una regia bancaria unica da parte
della oggi viviamo una situazione in cui a decidere
sono in teoria gli stati nazionali, in pratica
decidono due stati nazionali, anzi uno. Cosa che non
ha nulla a che fare con la tradizione europea.
Il Diritto dell'autodeterminazione. Ciò nello
spirito del diritto consacrato con la carta delle
NU, la dichiarazione universale dei diritti umani
del 1948 e nell'atto finale della Conferenza di
Helsinki e nella dichiarazione universale del
diritto dei popoli, laddove cita che Tutti i Popoli
hanno il diritto, infatti, all'autodeterminazione ed
in virtù di ciò decidono liberamente il loro status
politico e perseguono liberamente il loro sviluppo
economico, sociale, culturale.
La Grecia è l'esempio più chiaro di come le attuali
politiche siano completamente fallite e perché si
debbano cercare nuove soluzioni. Invece che tagli al
bilancio perpetui che distruggono i livelli di vita
e le capacità produttive, c'è bisogno (come dicono
molti, anche il leader della sinistra radicale in
Grecia Alexis Ttsipras) di un Piano Marshall che
assicuri la crescita dell'economica fisica.
Però in un'economia funestata da una debole domanda
aggregata, come nel caso della grande depressione,
cioè il fenomeno nell'Europa del Sud l' uscita della
zona euro e' necessaria. Con euro i paesi del sud
non hanno la sovranità popolare, la sovranità
nazionale. E sicuramente la sovranità popolare, e
sovranità nazionale non e' il vecchio mito dello
stato nazione e' lo sviluppo sostenibile fuori dalla
percezione del rischio di default, una percezione
degli attacchi speculativi e della
finanziarizzazione delle Banche.
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