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Provocazioni
La verginella è simile
alla rosa…
e il vergine a cosa è simile?
di Riccardo Lupo
Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta
a chiunque voglia inviare testi poetici,
in una lingua diversa dall'italiano, purché rispettino
i più elementari principi morali e di decenza...
poesie in lingua fiorentina, napoletana, esperanto, volapük
Recensioni
“Tre cavalli” di Erri
De Luca
di
Monia B. Balsamello
“Uno sguardo fino al mare J.R.R. Tolkien: le parole dell’epica contemporanea” a cura di P. Baroni, C. Isoldi, E. Rialti, M. Zupo...
di Massimo Acciai
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Ecco, nell'erbario di un appassionato
Ecco, nell’erbario di un appassionato,
il mio fiore disseccato tra due fogli
assorbenti e di me ormai dementi.
Tornerà con sé in vita, quel poco?
Lo avranno già studiato?
Come ringrazierò chi per primo
lo avrà scoperto e si sarà cavato
gli occhi a un microscopio
tra i suoi vacuoli e i cloroplasti,
un metaplasmo e un epitesi?
Lo ringrazierò fin d’ora.
Lo avrà nominato
con nome cosmico e altisonante
come un raperonzolo s’innalza
a phyteuma spicatum o comosum?
A quale divisione e sottodivisione,
classe e sottoclasse
mi avrà dunque assegnato,
che io da qui non so dire, definire?
Tra piante a fiore, le fanerogame?
Labiate o Globularie?
Tra Apocinacee ornamentali
o tra spontanee Scrofularie?
Io mi sentivo forse una tigridia pavonia
dai tepali gialli e porpora a coppa
e il carnoso, elegante stilo sensuale,
o perché nota soltanto al botanico.
Non importa la classificazione.
Ai fenomeni vegetali in azione
sempre somiglia anzitutto la poesia:
non vi si mette in opera
un finalismo nel fitotropismo
per raggiungere la luce;
non vi si spingono radici a volontà
per trovare sempre nuovo
più lontano o profondo nutrimento.
E ciò nondimeno
è vero il viceversa.
Vi si cerca e raggiunge la luce dov’è.
Vi si spingono radici nel terreno
per trovare sempre nuovo
più lontano e profondo nutrimento. |
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