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Intervista a Stefano Pasini
1. Quali sono stati i suoi modelli letterari, gli
autori che ha amato di più, che hanno contribuito a
formare il suo stile?
- Ho fatto il liceo classico, quindi ho studiato i
grandi classici, soprattutto latini; in ordine
d'importanza i miei autori d'ispirazione sono stati
e sono tuttora Manzoni (il 5 Maggio, I Promessi
Sposi), Foscolo (I Sepolcri), poi Carducci ma anche
Parini e a seguire inevitabilmente Marinetti. Poi
Clostermann ('Le Grand Cirque', 'Feux du Ciel'),
Galland ('Die Erste und der Leszte') Mohr ('Atlantis'),
Len Deighton, Robert Harris ('Selling Hitler'), Tom
Clancy ('Red Storm Rising'), Saint-Paulien ('I Leoni
Morti'), Magris e soprattutto Piero Buscaroli con il
suo memorabile 'La Vista, l'Udito, la Memoria' e
tanti altri libri; fra i 'moderni' della fiction Ian
Fleming (solo i libri, e i meno letti: 'Moonraker' e
'Secret Service' sono capolavori'), David Irving,
Alan Altieri ('Alla fine della notte' è magnifico).
Ci sono anche letture più leggere, Philippe Delerm,
PG Wodehouse, PJ O'Rourke, e così via. Fra gli
scrittori d'auto, Karl Ludwigsen, LJK Setright.
Leggo sempre, costantemente, ovunque, di qualsiasi
cosa.
3. Quanto conta per lei l'ispirazione, quanto la
tecnica? Sottopone spesso i tuoi lavori ad un lungo
labor limae oppure ha maggior peso la spontaneità
del momento creativo?
- Io credo che sia importante afferrare il momento
in cui un'idea, una scena viene in mente....per
questo è utile il dettatore vocale che permette di
registrare un'idea 'al volo'. Dopo segue un lavoro,
più o meno lungo, di rielaborazione. Le prime
stesure sono sempre modeste.
4. Cosa pensa dei concorsi letterari?
- Credo abbiano avuto una grande importanza in era
pre-internet, ora è difficile liberarsi dall'idea,
forse preconcetta, che siano 'pilotati' da alcuni
grandi editori.
5. Quale peso ha il retroterra culturale nella
creazione letteraria?
-Un peso enorme, 'Prima di scrivere bisogna leggere'
è la trasposizione del famoso detto di R W Emerson,
'Chi non conosce la storia è destinato a ripeterne
gli errori', e la cultura di base si vede e si sente
in ogni pagina scritta da qualsiasi autore. Magris o
Buscaroli si elevano sui loro possibili emuli
proprio in virtù della loro immensa cultura, anche
quando non attiene strettamente a ciò che scrivono.
6. Le parole chiave dell'èra attuale, battezzata
"èra digitale" sono: multimedialità, mass media,
integrazione, virtualità. Cosa hanno cambiato le
nuove tecnologie digitali nella creazione artistica,
se hanno cambiato qualcosa?
- C'è più possibilità di dialogare, interagire,
assorbire pareri e storie altrui. Detto questo, guai
a essere troppo influenzati dal turbine
d'informazioni online; si finirebbe per confezionare
dei centrifugati generici, inutili.
7. Manterrà il proprio ruolo il testo cartaceo di
fronte al dilagare di internet e degli ipertesti?
- Credo di sì. Isaac Asimov, tanti anni fa, pubblicò
un saggio meravigliosamente astuto sul 'medium
ideale del futuro'. Per alcune pagine ne descriveva
le caratteristiche, leggero, ben leggibile,
economico, fruibile ovunque, indipendente
dall'energia....e mentre tutti i lettori pensavano a
chissà quale diavoleria, concludeva: 'Questo
meraviglioso medium universale ce l'abbiamo già, ed
è il libro'. E aveva ragione.
8. Quando e come ha iniziato a scrivere?
- Ho sempre scritto sin quando ero al liceo. Con i
temi, la storia, la filosofia e il greco rimediavo
alle mie pessime prestazioni in matematica. Nel 1979
pubblicai le prime pagine su quotidiani per musica
rock e folk, poi 'Rockstar', poi passando alle
automobili per AutoCapital e molte altre riviste e
poi i libri, tanti, e poi i romanzi storici che sono
la mia vera passione....
9. Veniamo ai suoi romanzi ucronici; la
tetralogia dedicata alla seconda guerra mondiale, a
come sarebbe potuta svolgersi se il posto di Hitler
fosse stato preso, in seguito alla morte di questi,
da Reinhard Heydrich: come nasce l'idea alla base
del ciclo narrativo?
- Heydrich era, ce lo dicono i vincitori, un
criminale crudele e implacabile. Però era anche
l'uomo più intelligente del sistema nazista. Un
famoso slogano sotterraneo diceva 'HHHH', cioè il
cervello di Himmler è Heydrich. Gli inglesi andarono
a assassinarlo a Praga per la sua pericolosità,
trascurando bersagli più facili e esposti; se fosse
vissuto, avrebbe visto prima della Normandia la
follia di Hitler e lo avrebbe eliminato. Non è solo
una mia idea, molti storici pensano la stessa cosa.
Non so se il mondo sarebbe stato meglio, forse ci
saremmo risparmiato le devastazioni su civili, città
e opere d'arte effettuate in Europa fra il 1944 e il
1945. Lo sterminio degli ebrei? Gli alleati, s'è
visto, non erano troppo interessati a fermare
comunque quel crimine fondamentale.
10. Quanto tempo ha richiesto la stesura?
- Molto e poco....scrivo nei ritagli di tempo, il
sabato sera, la notte, in aeroporto, dove capita,
quindi i tempi si dilatano.
11. Ha mai pensato ad una trasposizione
cinematografica dei romanzi? In caso affermativo,
quali attori e attrici vedrebbe bene nel ruolo dei
due protagonisti e degli altri personaggi?
-Magnifica domanda. Ogni autore, anche se non lo
ammette, sogna che il suo libro diventi un film, e
non è solo un discorso di soldi, è l'orgoglio di
vedere il propri lavoro diventare qualcosa di ancora
più vivo e 'reale'. Chi potrebbe essere Straub? Un
giovane Helmuth Berger, un Kinski degli esordi?
Heydrich potrebbe essere un Rutger Hauer, mentre
Hitler lo ha fatto abbastanza bene (troppo
manieristico, isterico) Brandauer,
12. Progetti per il futuro?
-Il quarto volume della 'Tetralogia' di Michael
Straub, dopo 'The Night Watch', Aurora' e 'Walkure'.
E' ormai quasi finito...da due anni. Manca la
scintilla finale, speriamo che arrivi presto!
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