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Narrativa
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi narrativi inediti,
purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
Dialogo con un testimone di
geova sotto un tiglio di Massimo Acciai
Baggiani, La fortuna di
Sciaborda di Siro Baggiani,
Il ragazzo interrotto
di Caterina Pardi, Oggetti
di Michele Protopapas
Poesia in italiano
Questa rubrica è aperta a chiunque voglia
inviare testi poetici inediti, purché rispettino
i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai
Baggiani,
Teresa Bucca,
Emanuela Ferrari
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a chiunque voglia
inviare testi poetici inediti, purché rispettino
i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai
Baggiani, Lucia
Dragotescu
Recensioni
In questo numero
segnaliamo:
- "La compagnia dei viaggiatori del tempo" di
Massimo Acciai
- "La lingvovendejo", di Massimo Acciai,
recensione di Davide Zingone
(esperanto/italiano)
- "Il sogno del ragno" di Carlo Menzinger di
Preussenthal
- "Mozart e lo Gnomo Saggio" di Simonetta
Biserni
- "Alla conquista del Brasile" di Ferruccio
Macola
- "Colosimo's café" di Roberto Disma
- "Italiani in Scozia e a Londra"
- "La colonia italiana in New York 1908" di
Ausonio Franzoni
- "L'altro italoamericano"
- "L'oca della neve" di Vittorio Bocchi
- "Mais" di Vittorio Bocchi
- "Nicolò" di Francis Sgambelluri
- "Rotta su Cuba" di Domenico Capolongo
Articoli
Interviste
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Micropiede e Cassiopea:
confronto tra due romanzi per ragazzi di Giovanni
Arpino e di Michael Ende
La storia di Momo, ragazzina
dalle origini misteriose, e della sua lotta contro
gli Uomini Grigi ladri di tempo è seconda per
notorietà, tra i romanzi dello scrittore tedesco
Michael Ende (1929-1995), solo a La storia infinita.
Meno nota ma non meno interessante è la storia di
Rafè, raccontata dal quasi coetaneo Giovanni Arpino
(1927-1987) in Rafè e Micropiede. Di quattordici
anni precedente a Momo, il romanzo di Arpino
presenta curiose affinità con quello di Ende a
partire dal personaggio della tartaruga meccanica
Micropiede, compagna di viaggio del ragazzino
protagonista, che non può non ricordare la tartaruga
Cassiopea, fedele amica di Momo. Un caso? Forse, ma
ricordiamo che Ende conosceva molto bene il nostro
paese e la sua letteratura: non dovremmo stupirci se
lo scrittore tedesco abbia letto "Rafè e Micropiede"
con lo stesso gusto con cui l'ho letto io di
recente, riscoprendo quell'atmosfera favolistica e
critica verso la nostra società postmoderna comune
alle due opere. Diamo ad entrambe un rapido sguardo
evidenziandone somiglianze e differenze.
Partiamo dall'opera precedente. Nel 1959 usciva il
breve romanzo di Arpino, autore noto per ben altre
opere destinate al pubblico adulto (di lui ho letto
anche "La trappola amorosa" a cui ho fatto
l'occhiolino in uno dei miei racconti sappadini).
Protagonista è un ragazzino di nome Rafè, abitante
di una non meglio precisata città moderna e anonima,
con alle spalle una famiglia numerosa e non certo
benestante da cui intende fuggire per trovare il
"posto dove si sta meglio". Subito il suo viaggio
assume atmosfere fiabesche e fantastiche: finisce
nel giardino del dottor Mechano, una sorta di
inventore strampalato che - tra le altre cose - ha
costruito una tartaruga meccanica di nome Micropiede,
la quale si nutre di luce ed è in grado di
rispondere alle domande. La strana coppia -
ragazzino e tartaruga robot - si incamminano nella
ricerca utopica, visitando una serie di città
bizzarre che altro non sono che la parodia del mondo
moderno (nonostante sia stato scritto negli anni '50
dello scorso secolo, il romanzo è ancora molto
attuale) con le sue nevrosi, le sue manie ed
ipocrisie. Gli abitanti di P.R.E.S.T.O. (acronimo
non spiegato dall'autore) pagano con un costante
stress l'efficienza a loro richiesta, quelli di
S.A.L.U.S. vivono nel terrore delle malattie e sono
ossessionati dal fitness, quelli della città dei
Fuorilegge sono preda di un corpo di polizia
comandato da un brigante, quelli di Idillo vivono
nel culto dei tempi passati e rifiutano qualsiasi
modernità, infine a Sperimento - la città più
propriamente fantascientifica tra quelle nominate
nel romanzo - la nevrosi assume proporzioni
cosmiche. Naturalmente nessuno di questi è il luogo
"in cui si sta meglio", così al protagonista non
resta che tornare alla propria città a cui guarda
adesso con occhio nostalgico.
Per quanto riguarda il romanzo di Ende, uscito nel
1973, non starò qui a raccontarne la trama, arcinota
(anche grazie alle due trasposizioni
cinematografiche tra cui il bellissimo film di Enzo
D'Alò del 2001 - raro caso di film d'animazione
italiano di qualità). Come Rafè, la piccola Momo
rappresenta lo sguardo ingenuo ma intelligente
dell'infanzia al mondo spesso insensato degli
adulti. La Roma fantastica in cui si svolge la
storia dopo la comparsa degli Uomini Grigi ha delle
inquietanti affinità con P.R.E.S.T.O.: gli abitanti
sono spinti ad vivere una vita frenetica e disumana
per risparmiare tempo (che sarà poi rubato dalle
oscure entità) mentre i bambini sono gli unici ad
accorgersi della mega truffa (come i bambini di
Idillio sono gli unici a rendersi conto della follia
antiprogressista dei loro genitori).
Il personaggio di Cassiopea sembra modellato su
quello di Micropiede: entrambi sono tartarughe fuori
dal comune - magica la prima, meccanica (ma anche
magica) la seconda. Cassiopea è in grado di
rispondere alle domande e di prevedere il futuro di
30 minuti (capacità che si rivelerà molto utile per
la vittoria dei buoni); Micropiede è composta di
circuiti elettronici ma si dimostra più umana di
molti personaggi incontrati da Rafè. Sia Cassiopea
che Micropiede fanno da guida ai rispettivi giovani
amici umani (Momo e Rafè) in un mondo nevrotico,
alla ricerca di qualcosa di importante per loro
(Mastro Hora nel caso di Momo, "il luogo in cui si
sta meglio" nel caso di Rafè), aiutandoli a superare
le difficoltà che incontrano lungo il cammino. La
tartaruga, ricordiamolo, è un antico simbolo di
saggezza e longevità, protezione e pazienza. Nella
mitologia indiana rappresenta il mondo o, in un
altro mito, ciò che sostiene l'elefante che a sua
volta sostiene la nostra terra. La targaruga è
presente in molte leggende di vari popoli, dai greci
agli indiani, dai nativi americani ai cinesi, sempre
con significati positivi. Certamente sia Ende che
Arpino hanno attinto alla medesima metafora ma è
impossibile purtroppo sapere dalla loro bocca
(essendo entrambi defunti) se c'è effettivamente
stata un'influenza: a me piace pensare di sì.
Firenze, 26-27 settembre 2017
Bibliografia
- Arpino G., Rafè e Micropiede, Garzanti, 1989.
- Ende M., Momo, Longanesi, 1984.
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