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Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi poetici inediti,
in lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
poesie di Paolo Del Rosso
Aforismi
Interviste
Intervista a Francesco Gitto
a cura di Simonetta De
Bartolo
Intervista a Enrico Pietrangeli
a cura di Giulia
Iannone
Recensioni
Dai premi letterari
Luccautori - Premio Racconti Nella Rete
articolo di Demetrio
Brandi
Saggi
La traccia nella filosofia e nella poesia:
per un nuovo pensiero poetico-filosofico
articolo di Apostolos
Apostolou
La poeticità del mondo e come può divenire
un programmazione della pratica filosofica
articolo di Apostolos
Apostolou
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Intervista a Enrico Pietrangeli
intervista a cura di Giulia Iannone
D: Ami la letteratura
underground?
R: E' parte della mia formazione, non vincolante e
tanto meno censurabile.
D: Definiscimi la parola libertà.
R: Te la descrivo: giovane, bella e assassina.
D: Credi nei valori politici o sei un disilluso come
molti giovani?
R: Credo che, come per tangentopoli, il magma è già
da tempo sotto gli occhi di tutti, ma stavolta
un'intera e pressoché inetta classe politica
sembrerebbe aver perso il timone o altri remano
nell'occulto, ma la gente è stanca di processi in
piazza. Occorre un concreto rinnovamento, non un
ulteriore indebolimento del paese con seconde e
terze repubbliche, questo è il punto. Da parte mia,
non essendo più molto giovane, più che disilluso
sono, a mia volta, preoccupato per i più giovani,
soprattutto per l'irresponsabilità di un
ipergarantismo che non può non rivolgersi contro, ma
qui gli elementi da tirare in ballo sono altri e
taglio!
D: Quale è il tuo libro che preferisci?
R: Il nuovo per poi nostalgicamente tradirlo col
precedente ed essere ulteriormente ispirato a farne.
D: Quello che ti è costato più fatica scrivere?
R: La poesia in genere: una grande gioia ma anche un
lungo cesello.
D: Hai conosciuto Bellezza, che persona era?
R: Dario? Una persona attenta e sensibile, un
indagatore dell'animo umano sinceramente orbitante
nel caos della vita. Un bambino maldestro e
dispettoso, giocoso e pieno di piccole fobie. Un
eccelso poeta, quello di "Invettive e licenze" e
"Morte segreta".
D: Che relazione c'è per te tra letteratura e
cinema?
R: Una correlazione lontana, anacronistica, quella
che intercorre tra simbolo e suono. Wenders con
Rilke forse rende molto bene questa ancestrale
corrispondenza. Le nuove muse, come pure le nuove
tecnologie, ampliano questo spettro di connessioni
oltre a rendere possibili nuove forme e modi di fare
arte.
D: Un' aforisma, la frase di una canzone, un
proverbio che ti è caro.
R: Finché la barca va, lasciala andare… Te la
ricordi, vero? …Tu non remare… Beh, è talmente
azzeccata da essere una specie di motto nazionale.
D: L'uso della tecnologia nella scrittura che valore
ha per te?
R: Rilevante, indubbiamente, mai vincolante e
comunque presente e degno di attenzione ed opportuna
ricerca.
D: Come hai scoperto di essere uno scrittore?
R: Attraverso la poesia, forse inconsapevolmente.
Sono uno scrittore?
D: E la scrittura digitale, pensi sia il futuro?
R: Diciamo che si va in quella direzione, ma occorre
ancora molto lavoro.
D: Hai letto Fahrenheit 451 dello scrittore
americano Ray Bradbury? Che rapporto c'è per te tra
la memoria e la libertà di esprimersi nell'arte?
R: Un grande libro ed anche ottimo film, Truffaut è
un maestro, di quelli che lasciano il segno e,
all'occasione, anche il titolo. Senza memoria viene
meno la necessità di esprimersi nell'arte che
sedimenta e filtra proiettando altrove. Il rapporto
che c'è tra la memoria e la libertà di esprimersi è
il perno dove ruota l'opera, dove la memoria resta
l'ultima salvaguardia di esprimersi nell'arte e le
opere, vittime del fuoco sacrificale, acquisiscono
nuovo valore e spessore attraverso la
personificazione.
D: Pensi che un libro può cambiare la gente e così
il mondo?
R: Pensando con consapevolezza storica è impossibile
affermare il contrario. Approssimandoci ai nostri
tempi, vengono un po' i brividi a pensarlo, perché i
cambiamenti sono comunque traumi e non tutti dai
risvolti positivi ma, soprattutto, perché sono in
pochi a leggere.
D: Pensi che ci siano regole d'oro per sopravvivere
tra agenti letterari, editori, sponsor, e lettori?
R: Non facciamo di tutt'erba un fascio, anche perché
già lo sappiamo, porta sfiga a questo paese. Regole
d'oro non ne conosco e neppure credo che esistano,
giocano molte, troppe varianti nella vita,
figuriamoci in quella di chi costruisce trame
D: Come pensi di preservare la tua indipendenza
spirituale nell'attuale mondo letterario?
R: Col cuore.
D: Cosa stai leggendo al momento?
R: Diverse cose per diverse ragioni tra cui Cortazar,
ma ho ripreso in mano anche Shurè. In questi giorni
sto terminando i racconti di Pennacchi…
D: Pensi che Internet rivoluzionerà il mondo?
R: Perché, non è già accaduto?
D: Stai lavorando a qualche nuovo libro?
R: Sì, ho in ballo un contratto per un nuovo libro
di poesie già firmato. A dire il vero, non era
previsto ma, come tutte le cose impreviste, possono
anche riservare piacevoli sorprese e, fin'ora, così
è stato. Per i tempi di pubblicazione temo che
bisognerà un po' attendere, ma non troppo.
D: Puoi anticiparcene quanto meno il titolo?
R: Sì. S'intitola: "Ad Istanbul, tra pubbliche
intimità".
D: Ti piacerebbe vincere il Nobel? cosa faresti con
l'assegno della vincita?
R: Cos'è? La Ventura ha assoldato anche te per il
Grande Fratello? Tira fuori l'assegno e niente
storie!
D: Hai letto Ibsen?
RE: Onestamente no, ma è impossibile non sentirlo
spesso citato (anche la cultura ha le sue congreghe
di oranti). Ho avuto comunque modo di apprezzare il
suo dramma borghese rappresentato a teatro.
D: Preferisci scrivere romanzi o racconti?
R: Poesie. Purtroppo ne vengono sempre di meno ed
impegnano molto ma, come per il vino d'annata,
talvolta sono anche distillati tutt'altro che
trascurabili.
D: Quale strumento di scrittura preferisci usare, la
penna, il computer o la macchina da scrivere?
R: Li ho usati praticamente tutti in senso
evolutivo. Prima la penna, poi la macchina da
scrivere ed infine il computer. Oggi, chiaramente,
prediligo il computer.
D: Hai relazioni d'amicizia con altri scrittori?
R: Sì, ne ho avute e ne ho tuttora. Le amicizie
prescindono dagli scrittori e talvolta, per certe
modalità, sono paragonabili agli amori, vanno e
vengono, decantano, alcune tornano e, altre ancora,
sono per sempre.
D: Durante la stesura di un libro tu preferisci
occuparti della descrizione dei luoghi, della
descrizione dei personaggi, o dei dialoghi?
R: La tentazione è sempre poetica e predilige
l'indagine del cuore e le sue più segrete emozioni.
D: Quali sono le qualità tipiche di un buon
scrittore?
R: Il segreto resta sempre quello di saper dosare le
risorse, poi ce n'è sempre per tutti i gusti.
D: Qual è il significato del talento per te? Un dono
o una capacità che si può aumentare con il lavoro?
R: L'uno e l'altro, naturalmente. C'è un processo
d'integrazione, una consapevolezza piuttosto che un
quantitativo sommare.
D: Hai un agente letterario? Per te è un amico, solo
una relazione professionale, o vi lega un rapporto
amore-odio?
R: No, non ancora. Dici che è tempo di provvedere?
Sì, d'accordo, ma i sentimenti forse è meglio
tenerli fuori, è sufficiente fiducia e stima, ti
pare poco?
D: Quanto la musica incide sui tuoi testi?
R: Dipende. Nel caso del mio romanzo d'esordio,
sicuramente molto.
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