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La traccia nella filosofia e nella poesia:
per un nuovo pensiero poetico-filosofico
articolo di Apostolos
Apostolou
La poeticità del mondo e come può divenire
un programmazione della pratica filosofica
articolo di Apostolos
Apostolou
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La traccia nella filosofia e
nella poesia:
per un nuovo pensiero poetico-filosofico
Lo spechio non lo vediamo mai
diversamente
da come vediamo il mondo che vi si rispecchia
F.NIETZSCHE
E' veramente che la nostra epoca è cambiata. La
nostra civiltà è post-industriale, le nostre scienze
umane sono post-strutturaliste , la nostra
architettura è post-moderna cosi come la nostra arte
il nostro stile di vita, la nostra filosofia, cosi
via. Di fronte a una nuova condizione sociale , in
cui tutto acquista carattere di avvenimento
artificiale ,[ intelligenza ,viaggi , velocita',
amore, ecc,] la' dove il tempo diventa , un
orizzonte dalla durata regolale, la' dove vita
privata e pubblica si mescolano e si confondono,
originale e copia si uniscono per contrazione ,e gli
oggetti hanno ormai la forza di imporci le loro
regole ,dobbiamo essere in grado di premettere una
nuova filosofia.Oggi ci troviamo in mezzo ad una
crisi sociale ,estetica ,politica, educativa, la
quale supera ogni controlo critico - di rigetto
simultaneamente anche la pretesa di essere comparata
al fatto stesso sotto giudizio.Dall' inizio degli
anni ottanta parliamo di una crisi delle autorita'
in ogni campo. Il prefisso post appiccicato a un
termine ormai assestato nella lingua indica la crisi
, e diventa il mezzo principale per definire l'
ambito delle correnti ,delle tentenze e delle mode.
Perche' se oggi ci sono quadri biachi nella pitura
,la non tonicita' nella musica, la non continuita'
delle immagini al cinema, il testo teatrino che
sempre di piu si distacca e viene provato come
resistenza vocale, l' arte della danza che diventa
un' espressione senza del corpo, tutto cio' dimostra
la crisi e il bisogno per una poesia artistica
rinnovata e una filosofia poeticata.
Ecco perche' pretendiamo che la rappresentazione e'
finita prima ancora di cominciare, visto che la
rappresentazione in quanto copia di un' altra non
e'accaduta mai. E' un ' inizio del non inizio' per
ricordarvi Derida.[ Questo peraltro e' confirmato
dai due quadri ' le successioni' e la toilette della
morte' . ] Con la fine della rappresentazione
ricerchiamo la scrittura poetica al ' centro delle
grandi assenze' .come direbbe Rilke , la filosofia
nella decentralizzazione e la politica nell' inizio
dell'incertezza.
La filosofia , la poesia ,l' arte ,oggi pogono l'
idea del progettista ,che e' un' idea al servizio di
una funzione .Ci troviamo in una cultura in cui il
dominio techico cerca anioso una ricca polifonica
,un armonioso concerto, di messaggi
diversi. Conoscevamo l' ermeneutica come parola -
messaggio, cioe' la parola come valore ontologico, o
le parole - secondo Tommaso -'' efficiunt quod
sinificant '' cio' che significano . La parola -
messaggio non era solo una unita' linguistica che e'
venuta comunicata ; nella prospettiva ermeneutica la
parola era un evento [ il concetto di evento viene
esplicitato dall' autore nel suo rapporto con
concetto di liberta' . Nella cultura greca permane
una concezione dell' evento come manifestazione del
destino.Da qui la differenza fra lingua parlata e
lingua scritta in Platone. La seconda per Platone si
chiama simulacro ?µ???µa.Platone, fedro, 276a. Il
simulacro e' lo schema dominante , per Platone,
della fase attuale retta dal codice della grammatica
.] La parola faceva in qualche modo essere la cosa
nel suo stesso essere .Cosi la ermeneutica era
collegata con il recupero del simbolo,[ 1 ] che
proviene dalla parola, dall' imagine, e dall' icône
.Esisteva un rapporto tra parola, immagine, icona, e
sibolo. La crisi d' oggi e' una crisi simbolismo e
l' infazione d' immagini nel mondo attuale
potrebbero essere spiegate proprio attraverso la
crisi della parola.
Il sistema della rappresentazione e proprio il
immaginario del linguaggio si sostiene dalla regia
del singnificante e di significato o possiamo dire
che la linguistica nasce dalla barra che essa ha
instaurato tra il singificante e il singificato.
Questa evoluzione vuole salvare il valore simbolico
cioe' il segno. Cosi il segno divente un intenzione
e si trova in forza di una stipulazione
convenzionale.Con altre parole il segno e' il raduno
complessivo [ e'lan global ] siccome il segno nasce
dalla morte della cosa .Pero' sempre rimane un resto
,residuo,linguistico per questo esiste la forza
della realta' resituale .La forza della realta'
resituale fonda il resto metonimico [ Lacan ].
Il resto metonimico e' una mancanza della relazione
fra cosa-segno che lo troviamo alla apertura della
lingua [ per ricordare la Lichtung di Heidegger
].Questa apertura caratterizza il nostro rapporto
con l' essere.Qui si solge l' atteggiamento in cui
l' uomo abita il mondo. La relazione tra essere e
linguaggio va considerato in una prospetiva
ermeneutica,non come modo di trovare l' essere
originario, vero, che la metafisica ha dimenticato
nei suoi esiti scientifici e tecnologici , ma come
una via per incontrare di nuovo l' essere come
traccia,ricordo , un essere consumato e indebolico.
[ 2 ]
La macanza metonimica funziona come fantasma e' un
fantasma ,in un disordine di linguaggio. E' l'
arbitrarieta' del segno che soccobe un' analogia
positiva del sinificante e della cosa singificata.
Appare come trasgressione di una forma perche'
diventa la necessita' capovolta che lega il
sinificato decostrutivo a un potenziale energetico
primario. Cosi la metonimia si basa all' economia
del linguaggio come profusione dell' abbondanza che
esprime l' equivalenza fra significante /
significato [ E' un solo anello della catena di
strategemma . ] Anche Baudelaire, in meubles
voluptueux ha parlato di cortocircuito dei due
termini fra volutta' e mobile una relazione
annullata della poesia .Cioe' la poesia deve
lasciare il vecchio regime della lingua " regime de
langage - signifiant / signifie'" verso un nuovo
regime illuminazione " regime de lumiere " E Julia
Cristeva sostiene :" La metafora,la metonimia e
tutti i tropi s' inscrivono nello spazio circondato
da questa struttura semantica doppia " [ 3 ] Anche
possiamo ricordare Roman Jakombson quado equipara la
metafora con la somiglianza e la metonimia con la
connessione [ Zwei Seiten der Sprache in Aufsatze
fur Linguistik und Poesie, Frankfurt /
M.-Berlin-Wien, 1979]. Dopo questa condizione il
significato si raddoppia e ritornata su se stesso
per abolirsi. In tutti questi casi, c'e' un
distanziamento ricordiamo lo spazio bianco,e la
traccia di Foucault, la traccia e la dif-ferenza di
Derrida,il caos di Rilke, lo stilo di Nietzsche
ecc..
La traccia e' il piu intenso nel motto di spirito
dove la decifrazione e' sospesa e dove si ride in
proporzione alla distruzione del senso.E' sempre
corente ediscorsiva entro e fuori del ciclo di senso.E'
proporzionale al tempo perduto a ritovarlo. Con
altre parole possiamo dire che la traccia e' il
semiaperto imatio di Carmide ,e' una provocazione.
Funziona come lo spazio bianco e rimane al di la',intoccata
e intoccabile, di ogni dispositivo crammaticale e
discorso [ ttutti i discorsi
,medici,legali,giuridici ecc, sono dispositivi ]
Ecco perche' Rilke sciveva che il caos e' la
pluralita' pura e antagonista all'' afficacia della
srittura La traccia passa dal detto al non - detto
e' il passaggio degli antichi miti ;il mito
eracliteo e nietzschiano del divenire, traspogono
questa discolazione in istanza nascosta d' un
non-deto trasparente da un non-dire, o da un dire
-altro. Per questo la poesia e la filosofia hanno un
luogo aperto del dialogo infinito che l' ermeneutica
cercava.
Pero' la traccia ha un precedente filosofico .Esiste
nella mancanza di senso, che consegue al dileguarsi
di ogni ordine di finalita'. Manca il fine ; manca
un pensiero presentativo e dogmatico ; manca la
risposta al perche' ; funziona come declino e
regresso della potenza dello spirito. La traccia si
trova nella vita, in linguaggio, dietro di se,'
sotto di se', fuori di se'..E' la fine del senso o
meglio delle varie forme di trascendenza del senso [
molti parlano di un signum di un altra cosa ache
nascono le parole o per una praesentia rei , pero'
la tracce funge da equilibrio che da un senso
centralizzazione .]
In questa fine epocale , occore un pensiero che
compreda non soltanto la finitudine nostra ma anche
quella dell' essere. Il liguazio divente il senso
dell' essere e la tracce come un dato primordiale
non diventa oggetto di una rappresentazione per un
soggetto ne' suscettibili di una camparabilita'.Dobbiamo
essere in grado di premettere una nuova
soggettivita' autoriflessiva e incline alla
trattativa e al confronto, una nuovo attivita'
poetico-pratica, pratica perche' non avra' una fine
in se stessa [ come richiesta Aristotele ] ma una
continua trasformazione del soggetto umano, "
possibile essere " .Dobbiamo riconquistare la
poeticita' del mondo.Sapendo che tutte le soluzione
comprendono la stessa problematica e permangono
problematiche, e' meglio rimanere nella problematica
della filosofia poetica. A questo pensiero poetico
appartiene l' attecchimento ,[ Deleuze] il pensiero
come sensazione interiore, [ Lyotard ] la radice
quadrata della ragion pratica,[ Platone Leggi 963
d-e, A 631 c ] o quando cerchi di tracciare la
Diagonale del tuo quadrato esistenziale.[ Pitagora ]
In mancanza di decisioni che condizionano la
domanda, possiamo cercare di imparare e di imparare
di nuovo . Riflettendo sulla vita e vivendo le
nostre riflessioni.La chiamo poetica " dal greco
p??e? " in quanto e' in grado di creare e il suo
risultato e' o deve essere, in senso rigoroso,
quello di far emergere un altro essere o una
esprerienza essenziale di rapportarsi alla realta'.
Per superare la forma tipica morta della filosofia,
dovremo riaprire lo spazio - tempo della poeticita'
del mondo. Organizzare, se possibile un pensiero
interrogativo che non sia ne' positivo ,cioe'
logico, ne' scientifico ,cioe' funzionalita' ne'
psicanalitico ossia narrativa e teoria delle
proiezioni, ne' micro-costruzioni sociologiche ossia
ideologie prosaiche. Distinguere l' apertura futura
non detta e non pensata dell' uomo, capire che la
nostra epoca non ci appartiene, come una proprieta'
nostra ma invece che siamo noi che apparteniamo ad
essa come se fossimo suoi figli, in un' apertura
culturale e poetica in una produttivita' sociale e
divergente.Per questo dobbiamo essere aperti al
fascino del tutto- nulla , provando sia il tutto che
il nulla. Il gioco del mondo si fa da quando il
mondo e' mondo e fino alla fine del mondo con questo
disperante ritardo che e' l' eredita'delle
redenzioni.La questione che si pone e' come
rispondere simultaneamente alla corrente sotterranea
che si muove all' ombra nello spazio-tempo e all'
orizzonte degli orizzonti lontani che ci procura le
sue luci.
Cosi possiamo avere una problematica che dice che la
poesia e la filosofia sono sempre relative, non si
spiegano non possono essere capite.Questo
esattamento dice che la poesia e la filosofia non si
possono spiegare come una cosa universale . Sono
guerre di interessi ,volonta' di cio' che non e',
per questo rimangano un divenire . In primo luogo
filosofi e poeti devono acquisire una coscienza
totale di quella di quella che e' la loro natura,
quella di argomenti dell' Essere ; e del fatto che
il loro compito e' quello di andare costantemente
alla ricerca dell' Essere ad un certo grado di
manifestazione, e dunque di coscienza, attraverso la
scrittura :conscienza tuttavia, di un grenere
particolare perche' e' come una visione cieca, una
coscienza al limite dell' inconscio si tratti. Con
altre parole gli autori [ filosofi e poeti ] devono
divenire un movimento verso all' orizonte della
traccia .Ecco perche Foucault scriveva che " la
traccia dello autora sta solo nella singolarita'
della sua assenza ; a lui spetta il ruolo del morto
nel gioco della scritura. " Possiamo dire che il
testo si milita nella stessa tragicita' quasi
suidicidita'.Ricordiamo che Holderlin e Rimbaud
hanno parlato per il ritiro totale e Nervale per la
morte del testo. George Steiner sostiene " Quando la
citta spiattella la brutalita' e la bugia niente non
puo' andarci piu' lontano dalla poesia che non e'
scritta mai . " [ 4 ]
Se il modernismo era un internazionalismo che abbia
voluto unificare e standalizzare i codici di
espressione mentre il post-modrernismo , in un certo
senso e' la scia del modernismo la poetico-filosofia
della traccia non e' un concetto rispetto al
post-moderno , non e' il dopo -dopo il moderno ma
una cosa totalmente diversa E'il desiderio che ha
qualcuno di agire in modo alternativo. Cioe' cerca
un nuovo inizio al margire del silenzio che si trova
la traccia . [ 5 ] La tracce dalla prima riflessione
della filosofia [ vediamo il poema di Parmenide,dove
la traccia datta da Parmenide come l' essere e' , e
il non essere non e' , e Platone che si presenta la
tracce come ???a , Timeo, cioe' paese, e' una
costruzione eterogenea dato che e' nutrito di
sensazione ,di percezioni,] fino a filosofia
conteporanea Julia Kristeva " La rivoluzione del
linguaggio poetico ", la traccia si radica anche nel
corpo a partire delle sensazioni e delle percezioni,
fino alla sfera biologica, ordine dell'
individuazione, dell' enunciazione della
significazione del pensiero.
[ 1 ] C.S. PEIRCE, Semiotica, Einaudi,Torino,1980,
p.60. Secondo Peirce il segno ha tre riferimenti :
primo ,e' un segno per un pensiero che lo interpreta
; secondo, e' un segno in luogo di un soggetto a cui
quelpensiero e' equivalente ;terzo, e' un segno
sotto qualche aspetto o qualita' che porta il segno
stesso in connessione col suo oggetto.
[ 2 ] M. QUARANTA, Moderno e postmoderno nella
cultura italiana :1980-90, Centro per la filosofia
italiana,Roma, 1991,p,19.
[ 3 ] J. KRISTEVA, Poesie et Negativite' in
Semeiotike', p.246
[ 4 ] GEORGE STEINER, Langage et silance, Ed.du
Seul,Paris, 1981,p.80
[ 5 ] PIERRE VAN DEN HEUVER, Parole,Mot,Silence
;pour une poetique de l' enonciation ,Ed .R. Corti,
Paris, 1985, p, 65 .
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