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Narrativa

L'Innominabile di Massimo Acciai, Amiamoci di Antonio Caterina, Scusate gente di Paolo Filippi, Deus ad mundum di Paolo Filippi, Homo sapiens sapiens di Giuseppe Costantino Budetta, Ricerca universitaria di Giuseppe Costantino Budetta

Poesia italiana

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poesie di Massimo Acciai, Maria Chiara, Matteo Chiaramonte, Rossana D'Angelo, Giovanna Salerno, Andrea Mucciolo, Matteo Nicodemo, Renato Lonza, Iuri Lombardi, Michele Parigino, Anna Maria Volpini

Poesia in lingua

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poesie di Paolo Del Rosso

Aforismi

10 AFORISMI in poesia...
di Andrea Cantucci  

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Intervista a Francesco Gitto
a cura di Simonetta De Bartolo
Intervista a Enrico Pietrangeli
a cura di Giulia Iannone

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- L'eretico e il cattolico - Intervista di Mauro Daltin di Elio Bartolini, nota di Enrico Pietrangeli
- Ologrammi di Melina Maria Pennisi
- Una fiaba per te di Amerigo Iannacone
- La storia inizia indietro di Marco Saya
- Bagliori smeraldini di Annalisa Donati
- Accarezzando un sogno di Marco Agazzi
- Il Prescelto di Luca Laurenti
- Morfeo di Francesco Gitto, recensione di Simonetta De Bartolo
- Le vele di Astrabat di Antonio Messina
- Nerone oltre la leggenda di Guglielmo Natalizi, nota di Enrico Pietrangeli

Dai premi letterari

Luccautori - Premio Racconti Nella Rete
articolo di Demetrio Brandi

Saggi

La traccia nella filosofia e nella poesia: per un nuovo pensiero poetico-filosofico
articolo di Apostolos Apostolou
La poeticità del mondo e come può divenire un programmazione della pratica filosofica
articolo di Apostolos Apostolou

La traccia nella filosofia e nella poesia:
per un nuovo pensiero poetico-filosofico
 

di Apostolos Apostolou


Lo spechio non lo vediamo mai diversamente
da come vediamo il mondo che vi si rispecchia

F.NIETZSCHE


E' veramente che la nostra epoca è cambiata. La nostra civiltà è post-industriale, le nostre scienze umane sono post-strutturaliste , la nostra architettura è post-moderna cosi come la nostra arte il nostro stile di vita, la nostra filosofia, cosi via. Di fronte a una nuova condizione sociale , in cui tutto acquista carattere di avvenimento artificiale ,[ intelligenza ,viaggi , velocita', amore, ecc,] la' dove il tempo diventa , un orizzonte dalla durata regolale, la' dove vita privata e pubblica si mescolano e si confondono, originale e copia si uniscono per contrazione ,e gli oggetti hanno ormai la forza di imporci le loro regole ,dobbiamo essere in grado di premettere una nuova filosofia.Oggi ci troviamo in mezzo ad una crisi sociale ,estetica ,politica, educativa, la quale supera ogni controlo critico - di rigetto simultaneamente anche la pretesa di essere comparata al fatto stesso sotto giudizio.Dall' inizio degli anni ottanta parliamo di una crisi delle autorita' in ogni campo. Il prefisso post appiccicato a un termine ormai assestato nella lingua indica la crisi , e diventa il mezzo principale per definire l' ambito delle correnti ,delle tentenze e delle mode.
Perche' se oggi ci sono quadri biachi nella pitura ,la non tonicita' nella musica, la non continuita' delle immagini al cinema, il testo teatrino che sempre di piu si distacca e viene provato come resistenza vocale, l' arte della danza che diventa un' espressione senza del corpo, tutto cio' dimostra la crisi e il bisogno per una poesia artistica rinnovata e una filosofia poeticata.
Ecco perche' pretendiamo che la rappresentazione e' finita prima ancora di cominciare, visto che la rappresentazione in quanto copia di un' altra non e'accaduta mai. E' un ' inizio del non inizio' per ricordarvi Derida.[ Questo peraltro e' confirmato dai due quadri ' le successioni' e la toilette della morte' . ] Con la fine della rappresentazione ricerchiamo la scrittura poetica al ' centro delle grandi assenze' .come direbbe Rilke , la filosofia nella decentralizzazione e la politica nell' inizio dell'incertezza.
La filosofia , la poesia ,l' arte ,oggi pogono l' idea del progettista ,che e' un' idea al servizio di una funzione .Ci troviamo in una cultura in cui il dominio techico cerca anioso una ricca polifonica ,un armonioso concerto, di messaggi
diversi. Conoscevamo l' ermeneutica come parola - messaggio, cioe' la parola come valore ontologico, o le parole - secondo Tommaso -'' efficiunt quod sinificant '' cio' che significano . La parola - messaggio non era solo una unita' linguistica che e' venuta comunicata ; nella prospettiva ermeneutica la parola era un evento [ il concetto di evento viene esplicitato dall' autore nel suo rapporto con concetto di liberta' . Nella cultura greca permane una concezione dell' evento come manifestazione del destino.Da qui la differenza fra lingua parlata e lingua scritta in Platone. La seconda per Platone si chiama simulacro ?µ???µa.Platone, fedro, 276a. Il simulacro e' lo schema dominante , per Platone, della fase attuale retta dal codice della grammatica .] La parola faceva in qualche modo essere la cosa nel suo stesso essere .Cosi la ermeneutica era collegata con il recupero del simbolo,[ 1 ] che proviene dalla parola, dall' imagine, e dall' icône .Esisteva un rapporto tra parola, immagine, icona, e sibolo. La crisi d' oggi e' una crisi simbolismo e l' infazione d' immagini nel mondo attuale potrebbero essere spiegate proprio attraverso la crisi della parola.
Il sistema della rappresentazione e proprio il immaginario del linguaggio si sostiene dalla regia del singnificante e di significato o possiamo dire che la linguistica nasce dalla barra che essa ha instaurato tra il singificante e il singificato. Questa evoluzione vuole salvare il valore simbolico cioe' il segno. Cosi il segno divente un intenzione e si trova in forza di una stipulazione convenzionale.Con altre parole il segno e' il raduno complessivo [ e'lan global ] siccome il segno nasce dalla morte della cosa .Pero' sempre rimane un resto ,residuo,linguistico per questo esiste la forza della realta' resituale .La forza della realta' resituale fonda il resto metonimico [ Lacan ].
Il resto metonimico e' una mancanza della relazione fra cosa-segno che lo troviamo alla apertura della lingua [ per ricordare la Lichtung di Heidegger ].Questa apertura caratterizza il nostro rapporto con l' essere.Qui si solge l' atteggiamento in cui l' uomo abita il mondo. La relazione tra essere e linguaggio va considerato in una prospetiva ermeneutica,non come modo di trovare l' essere originario, vero, che la metafisica ha dimenticato nei suoi esiti scientifici e tecnologici , ma come una via per incontrare di nuovo l' essere come traccia,ricordo , un essere consumato e indebolico. [ 2 ]
La macanza metonimica funziona come fantasma e' un fantasma ,in un disordine di linguaggio. E' l' arbitrarieta' del segno che soccobe un' analogia positiva del sinificante e della cosa singificata. Appare come trasgressione di una forma perche' diventa la necessita' capovolta che lega il sinificato decostrutivo a un potenziale energetico primario. Cosi la metonimia si basa all' economia del linguaggio come profusione dell' abbondanza che esprime l' equivalenza fra significante / significato [ E' un solo anello della catena di strategemma . ] Anche Baudelaire, in meubles voluptueux ha parlato di cortocircuito dei due termini fra volutta' e mobile una relazione annullata della poesia .Cioe' la poesia deve lasciare il vecchio regime della lingua " regime de langage - signifiant / signifie'" verso un nuovo regime illuminazione " regime de lumiere " E Julia Cristeva sostiene :" La metafora,la metonimia e tutti i tropi s' inscrivono nello spazio circondato da questa struttura semantica doppia " [ 3 ] Anche possiamo ricordare Roman Jakombson quado equipara la metafora con la somiglianza e la metonimia con la connessione [ Zwei Seiten der Sprache in Aufsatze fur Linguistik und Poesie, Frankfurt / M.-Berlin-Wien, 1979]. Dopo questa condizione il significato si raddoppia e ritornata su se stesso per abolirsi. In tutti questi casi, c'e' un distanziamento ricordiamo lo spazio bianco,e la traccia di Foucault, la traccia e la dif-ferenza di Derrida,il caos di Rilke, lo stilo di Nietzsche ecc..
La traccia e' il piu intenso nel motto di spirito dove la decifrazione e' sospesa e dove si ride in proporzione alla distruzione del senso.E' sempre corente ediscorsiva entro e fuori del ciclo di senso.E' proporzionale al tempo perduto a ritovarlo. Con altre parole possiamo dire che la traccia e' il semiaperto imatio di Carmide ,e' una provocazione. Funziona come lo spazio bianco e rimane al di la',intoccata e intoccabile, di ogni dispositivo crammaticale e discorso [ ttutti i discorsi ,medici,legali,giuridici ecc, sono dispositivi ] Ecco perche' Rilke sciveva che il caos e' la pluralita' pura e antagonista all'' afficacia della srittura La traccia passa dal detto al non - detto e' il passaggio degli antichi miti ;il mito eracliteo e nietzschiano del divenire, traspogono questa discolazione in istanza nascosta d' un non-deto trasparente da un non-dire, o da un dire -altro. Per questo la poesia e la filosofia hanno un luogo aperto del dialogo infinito che l' ermeneutica cercava.
Pero' la traccia ha un precedente filosofico .Esiste nella mancanza di senso, che consegue al dileguarsi di ogni ordine di finalita'. Manca il fine ; manca un pensiero presentativo e dogmatico ; manca la risposta al perche' ; funziona come declino e regresso della potenza dello spirito. La traccia si trova nella vita, in linguaggio, dietro di se,' sotto di se', fuori di se'..E' la fine del senso o meglio delle varie forme di trascendenza del senso [ molti parlano di un signum di un altra cosa ache nascono le parole o per una praesentia rei , pero' la tracce funge da equilibrio che da un senso centralizzazione .]
In questa fine epocale , occore un pensiero che compreda non soltanto la finitudine nostra ma anche quella dell' essere. Il liguazio divente il senso dell' essere e la tracce come un dato primordiale non diventa oggetto di una rappresentazione per un soggetto ne' suscettibili di una camparabilita'.Dobbiamo essere in grado di premettere una nuova soggettivita' autoriflessiva e incline alla trattativa e al confronto, una nuovo attivita' poetico-pratica, pratica perche' non avra' una fine in se stessa [ come richiesta Aristotele ] ma una continua trasformazione del soggetto umano, " possibile essere " .Dobbiamo riconquistare la poeticita' del mondo.Sapendo che tutte le soluzione comprendono la stessa problematica e permangono problematiche, e' meglio rimanere nella problematica della filosofia poetica. A questo pensiero poetico appartiene l' attecchimento ,[ Deleuze] il pensiero come sensazione interiore, [ Lyotard ] la radice quadrata della ragion pratica,[ Platone Leggi 963 d-e, A 631 c ] o quando cerchi di tracciare la Diagonale del tuo quadrato esistenziale.[ Pitagora ]
In mancanza di decisioni che condizionano la domanda, possiamo cercare di imparare e di imparare di nuovo . Riflettendo sulla vita e vivendo le nostre riflessioni.La chiamo poetica " dal greco p??e? " in quanto e' in grado di creare e il suo risultato e' o deve essere, in senso rigoroso, quello di far emergere un altro essere o una esprerienza essenziale di rapportarsi alla realta'.
Per superare la forma tipica morta della filosofia, dovremo riaprire lo spazio - tempo della poeticita' del mondo. Organizzare, se possibile un pensiero interrogativo che non sia ne' positivo ,cioe' logico, ne' scientifico ,cioe' funzionalita' ne' psicanalitico ossia narrativa e teoria delle proiezioni, ne' micro-costruzioni sociologiche ossia ideologie prosaiche. Distinguere l' apertura futura non detta e non pensata dell' uomo, capire che la nostra epoca non ci appartiene, come una proprieta' nostra ma invece che siamo noi che apparteniamo ad essa come se fossimo suoi figli, in un' apertura culturale e poetica in una produttivita' sociale e divergente.Per questo dobbiamo essere aperti al fascino del tutto- nulla , provando sia il tutto che il nulla. Il gioco del mondo si fa da quando il mondo e' mondo e fino alla fine del mondo con questo disperante ritardo che e' l' eredita'delle redenzioni.La questione che si pone e' come rispondere simultaneamente alla corrente sotterranea che si muove all' ombra nello spazio-tempo e all' orizzonte degli orizzonti lontani che ci procura le sue luci.
Cosi possiamo avere una problematica che dice che la poesia e la filosofia sono sempre relative, non si spiegano non possono essere capite.Questo esattamento dice che la poesia e la filosofia non si possono spiegare come una cosa universale . Sono guerre di interessi ,volonta' di cio' che non e', per questo rimangano un divenire . In primo luogo filosofi e poeti devono acquisire una coscienza totale di quella di quella che e' la loro natura, quella di argomenti dell' Essere ; e del fatto che il loro compito e' quello di andare costantemente alla ricerca dell' Essere ad un certo grado di manifestazione, e dunque di coscienza, attraverso la scrittura :conscienza tuttavia, di un grenere particolare perche' e' come una visione cieca, una coscienza al limite dell' inconscio si tratti. Con altre parole gli autori [ filosofi e poeti ] devono divenire un movimento verso all' orizonte della traccia .Ecco perche Foucault scriveva che " la traccia dello autora sta solo nella singolarita' della sua assenza ; a lui spetta il ruolo del morto nel gioco della scritura. " Possiamo dire che il testo si milita nella stessa tragicita' quasi suidicidita'.Ricordiamo che Holderlin e Rimbaud hanno parlato per il ritiro totale e Nervale per la morte del testo. George Steiner sostiene " Quando la citta spiattella la brutalita' e la bugia niente non puo' andarci piu' lontano dalla poesia che non e' scritta mai . " [ 4 ]
Se il modernismo era un internazionalismo che abbia voluto unificare e standalizzare i codici di espressione mentre il post-modrernismo , in un certo senso e' la scia del modernismo la poetico-filosofia della traccia non e' un concetto rispetto al post-moderno , non e' il dopo -dopo il moderno ma una cosa totalmente diversa E'il desiderio che ha qualcuno di agire in modo alternativo. Cioe' cerca un nuovo inizio al margire del silenzio che si trova la traccia . [ 5 ] La tracce dalla prima riflessione della filosofia [ vediamo il poema di Parmenide,dove la traccia datta da Parmenide come l' essere e' , e il non essere non e' , e Platone che si presenta la tracce come ???a , Timeo, cioe' paese, e' una costruzione eterogenea dato che e' nutrito di sensazione ,di percezioni,] fino a filosofia conteporanea Julia Kristeva " La rivoluzione del linguaggio poetico ", la traccia si radica anche nel corpo a partire delle sensazioni e delle percezioni, fino alla sfera biologica, ordine dell' individuazione, dell' enunciazione della significazione del pensiero.


[ 1 ] C.S. PEIRCE, Semiotica, Einaudi,Torino,1980, p.60. Secondo Peirce il segno ha tre riferimenti : primo ,e' un segno per un pensiero che lo interpreta ; secondo, e' un segno in luogo di un soggetto a cui quelpensiero e' equivalente ;terzo, e' un segno sotto qualche aspetto o qualita' che porta il segno stesso in connessione col suo oggetto.
[ 2 ] M. QUARANTA, Moderno e postmoderno nella cultura italiana :1980-90, Centro per la filosofia italiana,Roma, 1991,p,19.
[ 3 ] J. KRISTEVA, Poesie et Negativite' in Semeiotike', p.246
[ 4 ] GEORGE STEINER, Langage et silance, Ed.du Seul,Paris, 1981,p.80
[ 5 ] PIERRE VAN DEN HEUVER, Parole,Mot,Silence ;pour une poetique de l' enonciation ,Ed .R. Corti, Paris, 1985, p, 65 .

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