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Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi poetici inediti,
in lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
poesie di Lucia
Dragotescu, Manuela
Leahu
Incontri nel giardino
autunnale
Recensioni
- "Parole
e paesaggi" di Roberto Mosi, nota di
Massimo Acciai
- "Itinera" di
Roberto Mosi, nota di Massimo Acciai
- "O lupo è addiventato
pecorella" di Dario De Lucia, nota di
Massimo Acciai
- "Le inquietudini
dell'esistenza" di Elena Gianolio Jung,
nota di Massimo Acciai
- "Pittori Piuttosto
Pittoreschi" di Massimo Zanicchi
- "Pensieri a banda larga"
di Dimitry Rufolo, nota di Massimo Acciai
- "Come perdere la testa
e a volte la vita" di Claudio Risé, nota
di Enrico Pietrangeli
- "Mille parole" di
Cesare Lorefice, nota di Anna Maria Volpini
- "Ci siamo" di Marco
Ciurli, recensione di Elena Fratini
- "Premiata Forneria
Marconi 1971-2006" di Donato Zoppo, nota
di Enrico Pietrangeli
- "Una ragionevole strage"
di Mireille Horsinga-Reno
- "Diary" di Chuck
Palahniuk, recensione di Simonetta De Bartolo
- "Approdi" di Monica
Osnato, recensione di Simonetta De Bartolo
- "Ogni angolo del cuore"
di Francesco Cecchi
- "Viaggiando verso
l'ovest" di Rossella Presicce
Saggi
Filosofia
La filosofia politica di
Platone come filosofia pratica
di Apostolos
Apostolou
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Un dono di Serafino Beconi
di Antonio Carollo
Nel
gennaio 1983 Serafino Beconi mi regalò il foglio
"Arte e Informazione", della Galleria d'arte "Il
Pennellaccio" di Cagliari, edito in occasione della
mostra delle sue opere nei giorni 5-20 febbraio
1972. Come presentazione vi figura una lettera di
Fausto Liberatore scoppiettante di citazioni e di
riferimenti ad una "Sardegna così tellurica nei
paesaggi e così misurata nei rapporti umani". Per
Beconi ha parole ispirate e solari: "Tu, portato al
sogno e alla recitazione della fantasia, ti
ritroverai bene coi tuoi quadri pieni di bagnanti
che si trasformano in onde marine, di pescatori
coperti di alghe..Ti ritroverai , coi tuoi
personaggi, in un mondo che mi pare a te
congeniale..". Al centro della pagina campeggia una
bella foto/ritratto di Beconi. Mi dà l'impressione
di un cavaliere antico: indossa un giubbotto di
pelle nera che sembra una corazza. Comunque è
l'immagine di un uomo nel pieno del suo vigore di
quarantenne. Una fronte ampia, una cornice di
capelli scuri, baffi lunghi, appariscenti, sguardo
penetrante e maschio. La pagina è completata dal
lungo elenco delle sue mostre, dalle note
biografiche e da un pezzo pregevole di critica
d'arte del grande giornalista Arrigo Benedetti. La
seconda pagina è dedicata alle oltre cento opere del
ciclo pittorico sull'eccidio di Sant'Anna di
Stazzema: vi sono riprodotti due quadri, "Morte di
don Vincenzo Lazzeri nel rogo grande della Chiesa" e
"Il seppellimento della figlia", e ampi stralci
delle prefazioni di Pier Carlo Santini ai cataloghi
delle mostre, a Viareggio e a Firenze, sullo stesso
tema dell'eccidio. In terza pagina domina Stefania
Sandrelli. L'attrice viareggina durante il 1969 e il
1970 posò nello studio di Beconi "dimostrandosi una
modella di eccezione e fornendo all'artista una
singolare materia di ispirazione", come dice la
didascalia. Una selezione di dodici ritratti fu
esposta nel 1971 alla galleria d'arte "Il Fillungo"
di Lucca. Cinque ritratti sono riprodotti sul
foglio. Pier Caro Santini scrisse nel catalogo:
...La "distanza" che Beconi ha voluto dare al suo
personaggio, pur così variamente atteggiato e
ambientato, corrisponde ad una certa innegabile
scontrosità che sosta sui lineamenti di Stefania,
nel momento in cui il suo volto è più fermo e quasi
avvolto da un insondabile enigma. Quel volto poi, si
muove e si incrina, in più circostanziabili, anzi in
precise accezioni di sentimento". Seguono note
critiche di Silvio Micheli, Elvio Natali, Renzo
Pellegrini.
Nella stessa pagina una sorpresa per me: una poesia.
Eccola:
DOMENICA
Andiamo al mare stanco di bufera
troveremo conchiglie infrante
carene accovacciate
massi corrosi
sterpi
e tanta luce.
Il mugghio del vento valica ora
catene di monti lontani.
C'è spazio di silenzio
sulla rena della spiaggia
e si perde il sospiro
del tuo pianto segreto.
Vedo negli occhi
i riflessi del sole
tenue di forza
in questo tardo autunno
che apposta il passo ai colombacci
e schizza il sangue sulle scorze.
Appassiscono i crisantemi
sulle tombe dei cimiteri.
Ora andiamo sulla sabbia
umida e soffice, tendendo
lo sguardo
a carpire il colore d'un sasso
la trama dell'onda
i misteri che l'alga asseconda.
Ombre fugaci tratteggiano
gli specchi traslucidi,
del caffè casablanca.
Ai tavoli verdi,
solo le mani
cerchia la luce malata.
Noi cerchiamo motivi di canto
Parole di consolazione.
Poesia inedita di S. Beconi, 1951
In questi versi ritroviamo la mano e il mondo di
Beconi artista, capace di usare per le sue urgenze
espressive indifferentemente il pennello, la
terracotta, il linguaggio, nelle forme della poesia
e della prosa creativa. Non dimentichiamo la
splendida prova di narrazione fornita col libro dal
titolo vagamente marqueziano "Torre del Lago al
tempo che visse Ferruccio di Deo"; libro che ancora
deve essere scoperto e tenuto nella sua giusta
considerazione per la straordinaria qualità della
scrittura. In "Domenica" la 'visività' del pittore è
trasfusa con naturalezza in immagini di grande
nitidezza. Il mare è colto nel momento
dell'acquietarsi di una tempesta (quasi certamente
una libecciata, caratteristica della costa
viareggina) con i resti della sua furia sparsi sulla
spiaggia, sterpi, conchiglie spezzate, barche
arenate, massi corrosi. Il vento è trascorso, quasi
vediamo l'artista alzare gli occhi verso le lontane
Alpi Apuane dove gli elementi cercano un varco.
Sulla spiaggia, sulla sabbia umida e soffice di un
giorno autunnale, è tornato il silenzio. Il poeta,
in compagnia di una figura (femminile), s'inoltra
sulla sabbia, a piedi nudi, invaso da un sole debole
i cui riflessi scruta sugli occhi della sua compagna
che sfoga in un sospiro un suo cruccio segreto. In
poche sequenze sentiamo la bufera, il sereno,
l'inquietudine di un'anima. L'autunno è inoltrato,
il giorno dei morti è passato, nei cimiteri,
ritornati solitari, appassiscono i crisantemi; è il
tempo della posta per il passo dei colombacci; il
loro sangue turba il poeta. Immagini evocate nella
raccolta melanconia di un momento di intimo
ripiegamento. Ma l'artista è vigile e presente, il
suo sguardo scruta le tonalità dei colori sul sasso,
nel movimento delle onde, sugli specchi di un caffè
sul limitare della spiaggia, il gioco delle ombre;
vuole carpire i segreti di una natura che si offre
arresa al luccichio di un sole ammansito dalla
stanca stagione. Il poeta apre il suo animo,
desidera trovare nella declinante bellezza della
natura, nell'oltrepassamento del male di vivere,
nella sua stessa forza creatrice, nuovi motivi di
vita e di consolazione.
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