copertina SDP numero 5
  Eventi  -  Redazione  -  Numeri arretrati    
  Indice   -[ Editoriale | Letteratura | Musica | Arti visive | Tempi moderni | Lingue | Redazionali ]-
 

Intervista a Enrica Zunic

Ci sono tanti modi per raccontare l’irraccontabile, per raccontare la tortura. Enrica Zunic ha cercato di farlo... a cura di Massimo Acciai

...che tu sia per me il coltello (Kafka e le avventure del pensiero)

Intervista a Mario Ajazzi Mancini... a cura di Monica Pintucci e Massimo Acciai

Narrativa

Schizocosmia... di Francesco Felici
Il paesaggio... di Andrea Cantucci
Fiore senza petali... di Miklós Rödzsjer
Lettera sommossa dell’amato consumato... di Monica Pintucci

Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai, Daniela Adamo, Maria Chiara, Andrea Cantucci, Lorenzo Carpentiero, Francesco Felici, Altèro Lupo, Marco Saya

Poesia in lingua

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici, in una lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie in lingua esperanto, volapük, ungherese, napoletano

Aforismi

Massime... a cura di Lorenzo Carpentiero

 

 

 

 

Intervista a Enrica Zunic

a cura di Massimo Acciai

Ci sono tanti modi per raccontare l’irraccontabile, per raccontare la tortura. Enrica Zunic ha cercato di farlo ambientando le sue storie amare in un universo lontano nel tempo, dove mancano i riferimenti politici e geografici consueti e dove resta soltanto la cruda durezza delle azioni umane, ma anche la solidarietà e la speranza. Enrica Zunic, meglio nota agli amnistiani con il nome di Enrica Lozito, ha finalmente raccolto in un’antologia - il cui titolo è, appunto, Nessuna giustificazione - i suoi racconti già pubblicati su Delos, oltre ad alcuni inediti fra cui un romanzo breve di fantascienza "coloniale". Il tema che collega questi scritti è quello della tortura, "le menzogne che la nascondono e le sue mai cancellabili conseguenze perché davvero non vi è nessuna giustificazione a certe azioni degli uomini".
Nei racconti di Enrica, scanditi da riflessioni dell’autrice, è presentata quasi come in un unico romanzo la storia di una guerra e quella di un singolo personaggio, la dottoressa Ain, che rifiuta la logica della violenza e lotta per salvare vite umane e non umane, per strapparle alla tortura. Nelle appendici vi sono alcune interviste ad esponenti di AI (Enrica stessa, ma anche Daniele Scaglione, Marco De Ponte e Carla Gottardi), oltre che le coordinate bancarie di un centro medico in Turchia per la riabilitazione delle vittime della tortura, "perché è meglio fare subito qualcosa per qualcuno che non fare nulla". Si tratta di un’antologia un po’ speciale, un e.book, cioè un libro che può essere sfogliato via internet ed eventualmente ordinato in formato cartaceo.

Potete consultarlo e prenotarlo a http://www.libersapiens.it

Valentina Piattelli, vedi all'indirizzo
http://www.amnesty.it/notiziario/01_07/parole2.php3


Il nome di Enrica Zunic per la consueta intervista letteraria mi è stato suggerito da Valentina Piattelli, all'epoca mia collega giornalista presso l'Indire, che colgo l'occasione per ringraziare; Valentina ed Enrica sono amiche, unite nella comune battaglia di Amnesty Internationa per i diritti umani, tema ricorrente nella narrativa di Enrica.

L'intervista si svolge via e-mail. Enrica  risponde l'8 marzo 2004 (casualmente la Festa delle Donne...), con molta cortesia e in modo esaustivo alle domande.


• E: Enrica Zunic

• I: Intervistatore: Massimo Acciai

I: Vorrei rivisitare insieme a lei il suo percorso narrativo. Quando ha iniziato a scrivere? Ha iniziato subito con la fantascienza? Quali sono state le prime letture che hanno avuto un'influenza significativa sul suo esordio?

E: Ho iniziato a scrivere più di dieci anni fa, ma con lunghi momenti di interruzione quasi sempre forzata e dovuta ad accadimenti esterni che portano alla rottura di quell'equilibrio effimero fra il "fare" e lo "scrivere" nel quale vivo (vedi intervista su Delos). Mi limito a scrivere senza pensare a un genere specifico. La fantascienza è un luogo molto libero e comodamente sconfinato in cui far accadere le cose e far muovere personaggi. Ho pensato a lungo a cosa rispondere alla domanda sulle prime letture significative e non sono riuscita a trovare uno o due titoli specifici. Nel momento in cui ho iniziato a scrivere stavo - come sempre - leggendo di tutto. Da "I racconti orientali" di Yourcenar a "I diari delle dame di corte dell'Antico Giappone", da Shakespeare a Le Guin, da Garcia Marquez a Calvino. E non credo che ad influenzarmi siano state solo le varie e molte letture (incluse quelle dei briefing e dei rapporti di Amnesty International) ma anche un oceano di immagini. Nel cantiere perenne che spero essere la mia anima, insieme a persone meravigliose hanno lavorato accanto ai libri anche dipinti e illustrazioni, splendidi fumetti e film.

I: Quali sono i suoi modelli attuali? Cosa ha letto di significativo recentemente?

E: Non ho modelli di cui sia consapevole, sebbene molte volte nel leggere abbia provato e provi la sensazione comune a molti, la sensazione acuta di "incontro", di intesa e di "sembra scritto per me!".

I: Cosa pensa dei concorsi letterari?

E: Premetto che ne ho una piccola esperienza ed esclusivamente nel mondo della fantascienza, in base a questa ne penso bene. È un modo per l'autore per venire fuori ed esporre al giudizio altrui ciò che ha scritto. Lo ritengo coraggio necessario. La valutazione positiva e onesta di una giuria di persone competenti riduce l'insicurezza che un esordiente potrebbe avere sulla propria produzione e "accende i riflettori dell'attenzione dei lettori". Anche in caso di giudizio negativo i concorsi sono un buon allenamento dell'Ego che a volte in scrittori e artisti tende all'ipertrofia (quest'ultima a parer mio è un danno grave soprattutto per la riduzione della disponibilità di cose buone da leggere perché le possibilità di crescita e miglioramento sono menomate). È facile immaginare che l'allenamento e la crescita diventano impossibili o più lenti se l'autore, ritenendo la propria opera perfetta e incompresa, respinge le critiche piagnucolando sui limiti altrui Mi piace imparare dalle critiche e dai giudizi dei lettori (e i componenti una giuria sono comunque prima di tutto lettori…).

I: Ho letto alcuni suoi racconti e scritti vari su di lei presenti su Internet, apparsi su Delos e linkati dal suo sito (www.zunic.it) - a proposito, chi ha creato il sito? - dove appare chiara la sua intenzione di temi di attualità scottanti, quali la tortura e la violazione dei diritti umani, attraverso la narrativa di SF. Da dove viene questo suo interesse per un tema così duro?

E: Il sito, piccolo e semplice, è stato realizzato da me con l'aiuto di alcuni amici di e-mail e usando un modello offerto da un sito specializzato nell'uso dell'HTML. Il tema più presente nella mia scrittura è dato da incontri molto significativi, da esperienze personali e non di certo da una calcolata decisione o per scelta di un tema buono per la scrittura. Anzi, come ho già avuto occasione di dire, sento che il dolore non ha descrizioni adeguate e contemporaneamente non ne ha di sufficienti. Il mio scrivere è fra spinte contrappost

E: quella del non tacere per non consentire che a riempire il silenzio siano solo menzogne e "miti" disgustosi e quella opposta dell'imbarazzo e del pudore dell'osare il racconto.

I: C'è un racconto che ritiene più rappresentativo della sua opera, o comunque a cui è particolarmente legata?

E: Difficile rispondere, mi pare di non avere preferenze. Una battuta di spirito: sono talmente pochi che posso permettermi di amarli tutti con uguale intensità. Rispondendo seriament

E: ciascuno d'essi non è nato a freddo (costruendo una scaletta degli eventi ecc. come s'usa) ma per quel processo di crescita organica per cui ad un'immagine se ne aggancia un'altra e così via fino al completamento di una storia e che mi fa pensare davanti alla pagina scritta che sia nata un po' da sé; ciascuno è un pezzo di sensazioni provate intensamente, di personaggi che hanno coabitato con me a lungo, mi è impossibile discernere fra Ain o Tolmos o Nithael e fare graduatorie.

I: Com'è la situazione della narrativa di fantascienza in Italia? Contano ancora molto, magari troppo, i modelli anglosassoni oppure si sta creando una fantascienza davvero italiana con proprie caratteristiche ben definite? Quali autori italiani di SF conosce ed apprezza di più?

E: Sebbene non mi ponga molto il problema perché non me lo pongo nel mio leggere onnivoro e di conseguenza senza consapevoli confini, per la verità ritengo che esista da molto tempo una fantascienza italiana e che abbia caratteristiche proprie. Per ciò che ho avuto occasione di leggere, penso a Pestriniero, Aldani, Luce d'Eramo e altri che scrissero in modo originale. Anche nei testi di autori e autrici di adesso ci sono aspetti non ricalcati da modelli.

I: Cosa pensa della situazione editoriale attuale in Italia per quanto riguarda la fantascienza nostrana? Ci sono possibilità per un giovane autore di vedere pubblicato e letto ciò che scrive?

E: Considerando l'esiguità generale di lettori e quella in particolare di lettori di fantascienza che devono difendersi da pregiudizi insensati, gli editori e curatori nostrani di fantascienza hanno ai miei occhi qualcosa di testardamente eroico. Sì, ci sono possibilità di vedere pubblicato e letto ciò che si scrive. Oltre ai premi letterari che spesso danno a racconti e romanzi vincitori e finalisti la possibilità di pubblicazione (dal "Premio Urania" che esiste da molto tempo e che circa dieci anni fa fece conoscere Evangelisti, al recentissimo "Premio Fantascienza.com" per i romanzi, al "Premio Alien" e altri per i racconti) ci sono riviste cartacee (ultima nata o meglio appena rinata: "Robot") e su Web a cui mandare i propri manoscritti per essere letti da pazienti selezionatori che sovente insieme al parere complessivo inviano consigli e suggerimenti (per esempio Milena Debenedetti, la scrittrice che legge i racconti degli esordienti per la sezione nuovi autori di "Delos"). La mia esperienza è diversa e ha per me del sorprendente poiché il selezionatore della narrativa per "Delos" - Franco Forte - si ricordava di un mio racconto letto in un'antologia anni prima e mi chiese di mandarne altri, incoraggiandomi anche a realizzare una raccolta personale (ovvero "Nessuna giustificazione" edita da Solid, ora DelosBooks).

I: Le parole chiave dell'era attuale, battezzata "era digitale" sono: multimedialità, mass media, integrazione, virtualità. Cosa hanno cambiato le nuove tecnologie digitali nella creazione artistica, se hanno cambiato qualcosa? Che peso ha la tecnologia nella sua scrittura? Cosa mi può dire degli e-book, di cui si è parlato molto negli ultimi anni?

E: I cambiamenti più immediati per me furono e sono nella facilità di correzione degli errori e di spostamento veloce di frasi e blocchi di paragrafi. Il mio modo di scrivere resta misto, spunti e frasi isolate o flash di immagini in block notes e quaderni, riscrittura, integrazione e modifica al computer. La posta elettronica ha molto facilitato la comunicazione e l'invio di testi (e questa intervista ne è l'ennesima prova). I motori di ricerca facilitano il ritrovamento di informazioni. Inoltre poiché la mia origine artistica è figurativa alcune immagini nascono e restano tali e da anni inseguo il sogno di avere le illustrazioni non di ciò che ho scritto ma di ciò "che non scritto". Per esempio in "Cronaca manichea" grosse scaglie lucenti d'immaginario sono rimaste totalmente figurative e aspettano da anni di uscire dalla mia memoria per diventare parte filmica e grafica di un ipertesto. Purtroppo non posso (ancora) permettermi di "assoldare" un artista della grafica Web e non ho il tempo di tentare di mettervi mano io perché non ne so abbastanza per avere il coraggio di farlo.

I: Manterrà il proprio ruolo il testo cartaceo di fronte al dilagare di Internet e degli ipertesti?

E: Come avrà capito dalle parole precedenti, non ho di certo preclusioni nei confronti degli ipertesti neppure in campo narrativo (credo che sia riconosciuta dai più l'utilità degli ipertesti nella saggistica per la facilità di consultazione e ricerca), ma al contempo ritengo che il libro su carta non dovrà scavare alcuna trincea per difendersi. Non ha bisogno di fonti d'energia per entrare in funzione (se non quella di una lampadina che lo illumini se non si sta leggendo al sole nel parco J ) e neppure di un manuale d'istruzioni o di per diventare subito utilizzabile.

Come nella scrittura uso matita e quaderno o tastiera e monitor, così mi affascinano, dandomi uno stupore pressoché infantile, le possibilità della penna/tavoletta grafica che in un clic mi permette di scegliere non solo l'umidità e la grana virtuali della carta altrettanto "virtuale" ma anche quantità e direzione della luce che la dovrà illuminare mentre contemporaneamente provo il solito piacere intenso nel guidare su una carta dalla consistenza ruvidamente piacevole un pennello flessuoso che ho intinto in un colore d'acquerello stemperato dolcemente o una matita che lascia un segno che morbidamente si sgrana.

I: Cosa pensa delle riviste letterarie online?

E: Tutto il bene possibile e non solo perché senza "Delos" probabilmente non avrei scritto nuovi racconti e senza lei e Intercom sarei molto più ignorante sulla letteratura di fantascienza. E senza molte altre sarei un poco più ignorante in generale o lo sarei meno ma con molta più fatica in quel "meno". Consentono la consultazione rapida di più numeri e la ricerca senza fatica. Mi affascina la loro ricchezza (così facilmente accessibile) di contenuti spesso originali, grazie anche alla possibilità che donano sia agli autori esordienti, non solo di narrativa ma anche di saggistica e critica letteraria o cinematografica sia a nomi già noti di cui mi interessano il pensiero e le opinioni.

I: Progetti per il futuro?

E: Scrivere.

Segreti di Pulcinella - © Tutti i diritti riservati