copertina SDP numero 5
  Eventi  -  Redazione  -  Numeri arretrati    
  Indice   -[ Editoriale | Letteratura | Musica | Arti visive | Tempi moderni | Lingue | Redazionali ]-
 

Intervista a Enrica Zunic

Ci sono tanti modi per raccontare l’irraccontabile, per raccontare la tortura. Enrica Zunic ha cercato di farlo... a cura di Massimo Acciai

...che tu sia per me il coltello (Kafka e le avventure del pensiero)

Intervista a Mario Ajazzi Mancini... a cura di Monica Pintucci e Massimo Acciai

Narrativa

Schizocosmia... di Francesco Felici
Il paesaggio... di Andrea Cantucci
Fiore senza petali... di Miklós Rödzsjer
Lettera sommossa dell’amato consumato... di Monica Pintucci

Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai, Daniela Adamo, Maria Chiara, Andrea Cantucci, Lorenzo Carpentiero, Francesco Felici, Altèro Lupo, Marco Saya

Poesia in lingua

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici, in una lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie in lingua esperanto, volapük, ungherese, napoletano

Aforismi

Massime... a cura di Lorenzo Carpentiero

 

 

 

 

Narrativa


Fiore senza petali

di Miklós Rödzsjer

Era da sola e camminava nel parco indisturbata da niente e da nessuno. Era talmente assorta nei suoi pensieri che non prestava attenzione neanche al suo cellulare che le squillava in continuazione e che all'ennesimo squillo si spense, causa batterie scariche.

Era una tranquilla giornata autunnale: poche nuvole in cielo, vento leggero e foglie che cadevano e si spostavano in branchi.

Pensava e non sorrideva. Agli altri diceva che quando non sorrideva non significava che era triste, era solo "tranquilla e normale". Ho sempre desiderato sapere almeno un decimo di tutti i pensieri che passano nella mente delle ragazze, sia per pura curiosità sia per poterle capire. Ovviamente da solo non ci riuscirò mai, ma anche dopo varie chiacchierate stento a capire ciò che loro considerano ovvio, scontato, elementare.

Tutt'a un tratto si ferma e si china verso terra. Ha visto un fiore, ma non è un fiore raro, raffinato, è un semplice fiorellino dai petali gialli. Uno come tanti, troppi. Lei lo prende, lo gira, lo annusa; ha gli occhi stanchi.

Che strano stupore sulle sue labbra. Mi sembrava così stupido quel gesto... attorno a lei stavano succedendo tante cose forse anche più belle... le anatre selvatiche spiccavano il volo dal laghetto, dei piccoli passerottini cinguettavano dall'alto della quercia più alta, una gazza, una gazza ladra si librava in volo per poi posarsi sul ponticciolo posto a confine dei due laghetti. Ma lei guardava solo quel fiorellino. La stavo a guardare. Lei era strana... raramente sorrideva alle persone e ancora più raramente sorrideva alla vita. Forse era una ragazza difficile o complicata... come tutte le donne, del resto... credo che anche l'uomo più saggio di questo mondo o anche lo psicanalista più preparato riesca a malapena ad anticipare alcuni loro gesti; e solo quello.

La osservavo ancora. Stava sorridendo. Si alzò da terra e annusava ancora quel fiorellino. Era attratta dalle cose semplici, magari delle cose che davano di antico, forse di classicheggiante, per quanto questo termine possa abbracciare una visone quasi immensa... mentre annusava quel fiore, sorrideva e teneva chiusi gli occhi. Dietro di lei, altre anatre selvatiche prendevano il volo, creando una piccola corrente d'aria che le mosse un po' i capelli. Quei capelli ricci, neri, tipici di una donna mediterranea, oserei dire: greca... forse erano i tratti del suo viso, del suo corpo o forse del suo carattere, del suo animo che tanto mi affascinavano... e restavo incollato a guardarla, anche se spesso, troppo spesso, la guardavo come di nascosto, come quando in seminario leggevo di nascosto libri proibiti e musiche di autori che potevano deviare la mia mente... così guardo lei, che mi ha fatto ritrovare la capacità e la voglia di scrivere poesie, che mi ha deviato dalla via maestra, quella via principale così monotona, grigia, ovvia e mi ha portato in un sentiero di campagna politono, colorato, nuovo, pieno di novità, di meraviglie della natura...

Ma un petalo di quel fiore cominciò a cadere a terra... il sorriso non le sparì, le si attenuò soltanto; con l'indice e il pollice della mano destra cominciò a staccare gli altri petali. Allora, mi avvicinai per parlarle:
"Che fai?"
"Hai visto che bel fiorellino ho trovato?"
Le sorrisi e mi rispose con lo stesso gesto.
"E' una bella giornata, non credi?"
Non mi rispose; sembrava non prestare attenzione alle mie parole, era tutta intenta su quel fiore, che si stava mettendo tra i capelli.

"Come mi sta?" mi chiese con un sorriso. Risi scuotendo la testa a destra e a manca, dicendole che le stava bene. Mi sorrise ancora e riprese in mano quel fiore, continuando a togliergli i petali.
"Perché lo fai?"
"Io porto il nome di un fiore, e non ho petali. Sono fiore da quasi 18 anni e ho sempre desiderato avere dei petali attorno a me - mi prese la mano - e questo fiore mi rappresenta... vedi, quando s'è alzato il vento è volato il primo petalo e ho visto te che mi stavi spiando da dietro la quercia - cominciai ad arrossire - Io non credo al caso. Credo che tutto sia stato già disegnato, ma con matite sbiadite... spetta a noi passare con la matita scura e i colori. Vedi... quando ho cominciato a staccare i petali di questo fiore tu ti sei avvicinato... non credo sia un caso... - lasciò cadere il fiore per terra e mise una mano in tasca da dove estrasse un fogliettino - Ti ricordi? Me l'hai scritto tu...'sei te dei mie pensieri il centro'... è ancora vero?"

Mi guardò negli occhi, sorridendo. Io abbassai lo sguardo, avevo paura... le accarezzai quella mano... e le sorrisi, facendo sì col capo.

Non riesco più a creare rime nuove
non riesco più a forgiare con la penna
ciò che la mente e il cuore sempre muove
e che al mondo esterno sempre accenna.

Conosco te da poco, neanche un anno,
eppure una cosa grida dentro
una cosa che molti, credo, sanno,
sei te dei miei pensieri il vero centro.

Forse mi sbaglio, forse ormai confondo
l'amore e l'amicizia, dei ricordi
passati coi presenti a tutto tondo,
e sulla mia chitarra tre accordi
formano una canzone, sai sul mondo
una piccola stella cade in fiordi.

Segreti di Pulcinella - © Tutti i diritti riservati