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Intervista a Enrica Zunic

Ci sono tanti modi per raccontare l’irraccontabile, per raccontare la tortura. Enrica Zunic ha cercato di farlo... a cura di Massimo Acciai

...che tu sia per me il coltello (Kafka e le avventure del pensiero)

Intervista a Mario Ajazzi Mancini... a cura di Monica Pintucci e Massimo Acciai

Narrativa

Schizocosmia... di Francesco Felici
Il paesaggio... di Andrea Cantucci
Fiore senza petali... di Miklós Rödzsjer
Lettera sommossa dell’amato consumato... di Monica Pintucci

Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai, Daniela Adamo, Maria Chiara, Andrea Cantucci, Lorenzo Carpentiero, Francesco Felici, Altèro Lupo, Marco Saya

Poesia in lingua

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici, in una lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie in lingua esperanto, volapük, ungherese, napoletano

Aforismi

Massime... a cura di Lorenzo Carpentiero

Poesia Italiana


Un amico mi dice

di Marco Saya

che qui, nel nord,
il verde della pianura
divora gli altri colori
nascosti a ridosso
dei monti.
E un altro mi dirà
da una ridente
cittadina sull'Arno
che il fiume costeggia
sinuoso le vallate
di Bacco provocanti.
Qui, nel sud, canta solo,
instancabile
un bianco gabbiano
e la sera si riempie
di una leggera brezza suadente
e cresce il profumo
degli oliveti
e quel cipresso narciso
s'innalza
come una giraffa
gigante tra i fiori silenti.
E passano delle grandi nubi sulla mia testa!


Un unico tempo

di Marco Saya

Mi piace camminare nella fretta dei passi
E il sottosuolo rimbomba dei pensieri che
Sopra incedono quasi fossero distanti
Ed estranei come amici che si salutano
Per poi sparir(si) dietro l'angolo
Mi piace osservare il fragore di cuori
Come tori nell'arena incerto il vincitore
Quando il rosso stinge
E macchia l'infedeltà di quel cieco
E il bastone anticipa il gradino (fatale)
Mi piace cercare il nesso là
Dove pascola il non essere e
Stacco il ticket di quell'istante
Eterno nel non senso di un appetito
Che non sazia l'aver aspettato
Mi piace seguire il lento scorrere
Di quel ruscello che concilia
Il sonno della natura, non russa
Il pastore per paura del risveglio
Chè l'alba giunge già
Mi piace camminare,osservare,cercare,
seguire, fissare quella foto che stampa
così come sei ma il movimento toglie
la fissità e tu prosegui nelle successive istantanee,
il bianco e nero il tuo passato...


Rotta di collisione

di Marco Saya

Sfioro un corpo
Silente l’approdo
nel porto del cuore
Pasticcia lo skipper
E il vento...
Cambia la direzione
Galleggia una bottiglia
Mi sporgo
L’afferro
Un altro corpo da sfiorare...
Rotta di collisione
Tra iceberg sparuti
Raggiungo il tropico
E l’infinito si allarga


Marea

di Marco Saya

Sfiora la mano
Un brivido gocciola
La schiena un cubetto
di ghiaccio scioglie
l’arsura e il desiderio
appaga la marea si
dilata nell’oceano e
bianca schiuma
approda a riva


Goccia

di Marco Saya

La goccia lacrima sul vaso
stanca di una lontana guerra
che divide il cuore illlusorio
- le due metà - rinfrescano
l’antica distanza e lo scorrere
di quel rivolo bagna l’ultimo
amore rivolto su se stesso
in un prenatale ricordo


La fine del viaggio

di Marco Saya

La fine del viaggio avrà gli occhi di un tenero amante
o l’ingenuità necessaria del non vivere
per vivere?
 
Oppure il riflesso di una giornata piovosa
che non vuole schiudersi all’orizzonte?
 
Attesi saliremo i gradini del cielo
E alle porte del Tempio
Il Teschio di nuda verità
Dirà
 
Sosta ora alla fine del viaggio
distratto l’imprudente viandante e non sa
che scrutare attorno il mondo
che inizia con il nuovo giorno.
 
Non so come sarà
Ma so che sarà

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