|
|
Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta
a chiunque voglia inviare testi poetici, in una
lingua diversa dall'italiano, purché rispettino
i più elementari principi morali e di decenza...
poesie in lingua
napoletano,
pisano,
inglese e francese
Recensioni
"Mi piaci da Morire" di
Federica Bosco
di
Massimo Acciai
"Sensi Inversi", l'antologia di Erba Sacra
di Monia B. Balsamello
Poesia a Firenze
Anticipazioni e inediti
Progetto Emmanus
N.O.T.M Nuovo Ordine Teologico Mondiale" di
Marco Bazzato
a cura di Marco Bazzato
|
|
"Mi piaci da morire":
fantasie di una scrittrice innamorata
(e incasinata)
Titolo: Mi piaci da morire
Autore: Federica Bosco
Casa editrice: Newton & Compton, 2005
L'inseguimento di un sogno (anzi, di più
sogni), la crescita umana e gli ostacoli che si frappongono -
questo il nocciolo del romanzo.
E di ostacoli ne incontra non pochi la protagonista, Monica,
trentenne italiana giunta a New York in cerca di fortuna.
L'America è ancora la terra delle opportunità, come sembra
suggerire l'autrice; qui la ragazza, giovane scrittrice
esordiente (non si può non notare un parallelismo tra autrice e
personaggio…) incontra un editore che le cambierà la vita, sia
sul piano professionale che umano.
Monica è anche la finestra sul campionario di varia umanità e di
vicende incasinate in cui è immersa. Il mondo visto attraverso
gli occhi della protagonista appare, nel suo piccolo, caotico e
complesso come in un romanzo cavalleresco, con molte storie che
scorrono parallele e talvolta s'intrecciano, ma qui è sempre la
protagonista che fa da filtro e da legame ai vari episodi senza
risparmiare commenti salaci sui pittoreschi coinquilini, sulle
zitelle acide presso cui lavora e sugli altri personaggi che
finiscono sotto il suo impietoso ma anche tenero sguardo.
L'ironia (e l'autoironia) è l'arma con cui Monica affronta i
suoi demoni ed ostacoli: un'arma efficace ma che non la salva da
un brutto incidente… e qui mi fermo per non rovinare la sorpresa
al lettore.
Le vicende sono ambientate nella cosmopolita megalopoli
statunitense, ma pochi sono i personaggi genuinamente americani
(altro punto positivo del romanzo, che non cade mai nello
stereotipo involontario); l'ambientazione geografica, pur
importante, è uno sfondo appropriato ad una storia che piace
perché universale. In tanti infatti ci possiamo identificare
nelle disavventure sentimentali di Monica, e fare il tifo per
lei, "eterna adolescente" sempre alla ricerca dell'anima
gemella.
Questo è inoltre un romanzo che piacerà molto anche agli
scrittori, esordienti e già affermati, non soltanto perché parla
di scrittura (in gergo si definirebbe un "metaromanzo"); questo
libro può piacere molto a chi scrive perché qui la scrittura
scorre limpida al ritmo dei pensieri della protagonista, in modo
così naturale che pare travasato direttamente dal suo cervello
sulla carta stampata: un po' l'impressione che si può avere
leggendo Salinger, non a caso omaggiato di frequente fino a
diventare personaggio egli stesso (anche se fa una comparsa
brevissima, pronunciando una sola battuta). Il linguaggio è
fresco e spontaneo, realistico, mai "volgare".
Il libro insomma mantiene molto più di quanto il titolo
promette: una storia intelligente e piacevole, che si legge
tutta d'un fiato.
Firenze, 19-20 giugno 2005
|
|
|