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Narrativa

Il cancello
di Massimo Acciai e Rossana D'Angelo
Ivan il Terribile
di Enrico Pietrangeli
Il laghetto dello Stibbert
di Rossana D'Angelo
Palermo in sintesi
di Giuseppe Costantino Budetta

Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai, Daniel Bosco, Andrea Montagner, Maria Chiara, Rossana D’Angelo, Giacomo Occupati, Luciano Somma, Davide Riccio, Marco Saya, Liliana Ugolini, Annunziata Celentano, Marco Simonelli, Marco Di Bari

Poesia in lingua

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici, in una lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie in lingua napoletano, pisano, inglese e francese

Recensioni

"Mi piaci da Morire" di Federica Bosco
di Massimo Acciai
"Sensi Inversi", l'antologia di Erba Sacra
di Monia B. Balsamello

Poesia a Firenze

"Pianeta Poesia" Una testimonianza
di Liliana Ugolini

Anticipazioni e inediti

Progetto Emmanus N.O.T.M Nuovo Ordine Teologico Mondiale" di Marco Bazzato
a cura di Marco Bazzato

"Mi piaci da morire":
fantasie di una scrittrice innamorata
(e incasinata)

recensione di Massimo Acciai


Titolo: Mi piaci da morire
Autore:
Federica Bosco
Casa editrice:
Newton & Compton, 2005

L'inseguimento di un sogno (anzi, di più sogni), la crescita umana e gli ostacoli che si frappongono - questo il nocciolo del romanzo.
E di ostacoli ne incontra non pochi la protagonista, Monica, trentenne italiana giunta a New York in cerca di fortuna. L'America è ancora la terra delle opportunità, come sembra suggerire l'autrice; qui la ragazza, giovane scrittrice esordiente (non si può non notare un parallelismo tra autrice e personaggio…) incontra un editore che le cambierà la vita, sia sul piano professionale che umano.
Monica è anche la finestra sul campionario di varia umanità e di vicende incasinate in cui è immersa. Il mondo visto attraverso gli occhi della protagonista appare, nel suo piccolo, caotico e complesso come in un romanzo cavalleresco, con molte storie che scorrono parallele e talvolta s'intrecciano, ma qui è sempre la protagonista che fa da filtro e da legame ai vari episodi senza risparmiare commenti salaci sui pittoreschi coinquilini, sulle zitelle acide presso cui lavora e sugli altri personaggi che finiscono sotto il suo impietoso ma anche tenero sguardo. L'ironia (e l'autoironia) è l'arma con cui Monica affronta i suoi demoni ed ostacoli: un'arma efficace ma che non la salva da un brutto incidente… e qui mi fermo per non rovinare la sorpresa al lettore.
Le vicende sono ambientate nella cosmopolita megalopoli statunitense, ma pochi sono i personaggi genuinamente americani (altro punto positivo del romanzo, che non cade mai nello stereotipo involontario); l'ambientazione geografica, pur importante, è uno sfondo appropriato ad una storia che piace perché universale. In tanti infatti ci possiamo identificare nelle disavventure sentimentali di Monica, e fare il tifo per lei, "eterna adolescente" sempre alla ricerca dell'anima gemella.
Questo è inoltre un romanzo che piacerà molto anche agli scrittori, esordienti e già affermati, non soltanto perché parla di scrittura (in gergo si definirebbe un "metaromanzo"); questo libro può piacere molto a chi scrive perché qui la scrittura scorre limpida al ritmo dei pensieri della protagonista, in modo così naturale che pare travasato direttamente dal suo cervello sulla carta stampata: un po' l'impressione che si può avere leggendo Salinger, non a caso omaggiato di frequente fino a diventare personaggio egli stesso (anche se fa una comparsa brevissima, pronunciando una sola battuta). Il linguaggio è fresco e spontaneo, realistico, mai "volgare".
Il libro insomma mantiene molto più di quanto il titolo promette: una storia intelligente e piacevole, che si legge tutta d'un fiato.


Firenze, 19-20 giugno 2005

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