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Narrativa
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi in prosa inediti,
purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
Elogio al
portafogli di Giuseppe Costantino
Budetta, L'uovo
di Natalia Radice,
La spia di Lorenzo Spurio,
Ho insegnato che
lontano, al di là di quei monti, c'è Firenze
di Anna Maria Volpini
Poesia italiana
Recensioni
In questo numero:
- " Mai andare a Sighet" di LMS e CVX
- "Sempre ad Est" di Massimo Acciai,
recensione di Lorenzo Spurio
- "Le stanze del cielo" di Paolo Ruffilli,
nota di Enrico Pietrangeli
- "Luna di Lenni" di Berardi Emanuele
- "Antidoti umani"di Francesco Verso
- "Il diario di Ombrallegra" di Dimitry Rufolo,
nota di Massimo Acciai
Articoli
Letteratura per la Storia
Interviste
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Argo: una rivista di esploratori
del testo transgender
Argo
è una rivista. Ma si può definirla semplicemente
rivista letteraria? Nasce da un numero, il primo,
dedicato a un incontro tenutosi alla fine dell'anno
accademico 1998-99 dal titolo "oralità e scrittura
nella poesia contemporanea", convegno all'interno
del quale diversi contributi e interventi hanno
messo in luce il nesso inseparabile tra scrittura e
musica. La qualità delle relazioni avutesi è stata
molto elevata tanto da suscitare interesse negli
organizzatori e inaugurare la rivista con questo
argomento. Gli ideatori di Argo sono consapevoli che
intraprendere l'attività di editare una rivista
risulti essere impresa ardua, difficile, o,
perlomeno, azzardata, temeraria. Ci si muove nel
solco della tradizione, le riviste letterarie
d'antan, oppure si cerca di emulare l'esempio di
diversi esperimenti, dignitosi e anche sperimentali,
ma spesso brevi nella durata e nella loro esistenza
e sopravvivenza? Il bivio è stato superato da una
rivista che oggi si può definire essere "resistente"
e certamente non meteora che passa nel variegato e
confuso mondo universale della letteratura. E' una
rivista impegnata, non definibile come militante,
dato l'obsolescenza del termine e dell'aggettivo,
che allude a qualcosa di militare: Argo è uno spazio
dove scrittori, filosofi, artisti, letterati,
sociologi parlano attraverso lo scritto, micro
inchieste, micro saggi, romanzi d'inchiesta, poesie
destrutturanti e ricostruenti il reale, possono
analizzare gli aspetti "emergenziali" della
contemporaneità.
Valerio Cuccaroni è il responsabile di Argo, con
sede ad Ancona, e ricorda in una delle sue numerose
interviste, il mondo mediatico e la stampa ha
riservato attenzione particolare alla rivista, che
il progetto è nato in un contesto tutto accademico
da diversi alunni del professor Guido Guglielmi,
allora docente di Letteratura italiana contemporanea
e grande critico, nell'ambito del Dipartimento di
Italianistica dell'Università di Bologna Guido
Guglielmi, fra il 1999 e il 2000. I ragazzi
dell'Università di Bologna, ricordando le molte
opere dedicate ai "ragazzi di via palisperna", erano
già intrisi di un'esperienza di "giornalismo
partecipativo", dato che nel 1998 e nel 1999 avevano
dato vita all'edizione bolognese del mensile
indipendente "Urlo" di Ancona, www.urloline.it
Il titolo, Argo, è sorto da un ragazzo, Valerio, che
viene da Ancona, città marinaresca, quasi a
sottolineare la presenza di un diario di bordo nel
mondo letterario e della critictà dei saperi. Il
mito degli argonauti, primi navigatori della
mitologia greca a lasciare le coste e a inoltrarsi
in mare aperto, vuole alludere come primo punto di
riferimento nella ricerca della denominazione della
rivista alla voglia di esplorare e accedere a
luoghi, spazi incontaminati, magari ignoti,
fortemente lontani, per soffermarcisi e disegnare
nuove visioni contaminate.
"L'amore fisico che provavamo per la letteratura, la
filosofia, la storia non poteva esaurirsi nel coito
dell'esame, doveva dare vita a nuove creature".
Valerio non poteva esperimere meglio la sete di
criticità e di analisi del testo letterario e
dell'arte dello scrivere, nella destrutturazione del
reale, elementi che venivano impartiti nelle aulee
universitarie ma che non si voleva scemassero con un
semplice esame.
L'esamificio accademico non era sopportabile e
doveva vedere una continuità di dedizione e di
analisi critica che si alimentava nelle esperienze
dei ragazzi tanto da considerare una rivista un
percorso comune che accogliesse e soddisfasse questo
desiderio irreferenabile.
Decisero cosi, tra un bicchiere di vino e un cafè,
dato che le prime riunioni vennero fatte in osterie
e locali della città dotta, di dare vita a una
rivista monografica, fissando attenzione e
vincolandosi a un argomento specifico, senza
sacrificare spazio a quella contaminazione e
circolazione dei saperi letterari, "libera
ricreazione e alternativi spunti di analisi",
considera Valerio.
La stagione accademica cessa a un certo punto della
vita di un giovane: finiscono le lezioni, ci si
laurea e, spesso, come ogni progetto culturale
accademico viene meno quel luogo dove si elaborano
idee e si liberano creatività. I ragazzi di "Argo"
decidono, invece, di proseguire, con difficoltà
iniziali dato che si parla di stagione
adolescenziale di questo corpo vivo quale la rivista
letteraria o di periodo "underground" dove si rimane
nel mare magnum delle fanzine letterarie. Questo
momento di svolta, comunque, ha decretato una
crescita del laboratorio letterario, dando ad Argo
una caratura non più locale ma internazionale e una
veste interdisciplinare dove ci fosse spazio non
solo alla letteratura ma anche alla filosofia,
sociologia, al cinema, al teatro, al fumetto.
La contaminazione dei generi è un elemento principe
di Argo, edita non più da Pendragon, utile canale di
distribuzione, ma da Cattedrale, che si interessa
della sua diffusione ampia nelle librerie e nei
luoghi di aggregazione culturale, tanto da dare agli
elaborati quella dimensione di inchiesta e di
sperimentalità che possono essere definiti, in
particolare nel numero 16 "Oscenità", "romanzi
collettivi di inchiesta" ossia, usando un termine di
Wu Ming, "oggetti narrativi non identificati".
Dadaistici e parafisici affermati si alternano così
a nuove proposte e nuovi soggetti narranti esplorati
e inveniti, in un'anarchia letteraria totale, che
vede esprimere testi e "narrazioni critiche a più
voci e trans-gender", elaborando un linguaggio che
trascenda le tradizionali suddivisioni letterarie
stereotipate e stereotipanti.
Prendiamo riferimento al numero 17 della rivista
dove anche l'impaginazione, una parte bianca e una
parte nera, quasi dal gusto platonico, accompagna
per mano dei 48 esploratori il lettore nel viaggio
collettivo attraverso l'universo, il mare aperto del
tema della morte e del suo tabù storico, antico
quanto l'umanità. Il numero vede un romanzo
collettivo di esplorazione, dove non mancano nuove
dirompenze letterarie, nella consueta visione di
"oggetti narrativi non identificati". Il lavoro di
redazione e di esplorazione è difficile e
impegnativo, ma conviene umanamente e artisticamente
affrontarlo nella destrutturazione di luoghi comuni
e di clichè, spesso anche letterari, che ingabbiano
la creatività e l'esplicazione dell'essere e della
sua funzione nel reale post contemporaneo. Argo ti
attende con altri numeri che potete trovare
visitando il sito ufficiale della rivista,
www.argonline.it, dove potete anche mandare vostri
elaborati tramite posta elettronica
argo@argonline.it
Auguriamo buona navigazione a tutti noi nel mare
aperto della scrittura transgender.
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