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Narrativa
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi in prosa inediti,
purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
Elogio al
portafogli di Giuseppe Costantino
Budetta, L'uovo
di Natalia Radice,
La spia di Lorenzo Spurio,
Ho insegnato che
lontano, al di là di quei monti, c'è Firenze
di Anna Maria Volpini
Poesia italiana
Recensioni
In questo numero:
- " Mai andare a Sighet" di LMS e CVX
- "Sempre ad Est" di Massimo Acciai,
recensione di Lorenzo Spurio
- "Le stanze del cielo" di Paolo Ruffilli,
nota di Enrico Pietrangeli
- "Luna di Lenni" di Berardi Emanuele
- "Antidoti umani"di Francesco Verso
- "Il diario di Ombrallegra" di Dimitry Rufolo,
nota di Massimo Acciai
Articoli
Letteratura per la Storia
Interviste
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Intervista a Iuri Lombardi
Parliamo del tuo nuovo
romanzo, "La sessualità dell'erba"; come nasce
questo nuovo lavoro?
Il romanzo per certi versi è il più particolare
che abbia scritto, sia sul piano dello stile sia sul
piano letterario. E' indubbiamente la matrice dalla
quale si dipana un filo rosso che unirà i miei
lavori futuri. Sì, perché prendo in considerazione,
e in questa contesto in modo massiccio, per non dire
adulto, il discorso sull'epica individuale, sia
conscia sia inconscia dell'uomo. Voglio dire che
rispetto ai miei libri precedenti è sicuramente il
soggetto più maturo che nasce da una posizione non
tanto ideologica (che oggi non avrebbe più ragione
di esistere) quanto filosofica, morale calata in un
discorso etico.
Convinto non a caso che il romanzo contemporaneo sta
morendo per un eccesso di offerta (basta andare in
libreria per rendersene conto), parto dal
presupposto di ridare vita, almeno nel mio modesto
raggio d'azione, a questo genere letterario mirando
ad offrire un prodotto fortemente condizionato da
aspetti civili. In poche parole è un romanzo civile.
Infatti prende in considerazione la vita, sia
pubblica sia privata, di un industriale e di
conseguenza del dramma che in essa si consuma.
Un'azione psicologica che denuncia il potere come
forma anarchica tra le più violente e nichiliste. Il
potere, voglio dire, non tanto atto a controllare le
menti delle masse, non solo quello atto a
verificarsi tramite ordini più o meno oggettivi,
quanto quello che pertiene con tutta la sua violenza
a mercificare i corpi, il sesso, e quindi l'uomo nel
suo contesto. In poche parole è un romanzo che nutre
nella propria natura il seme della incomunicabilità
tra il potere di chi lo esercita e di chi è
costretto a subire. Quindi, per tornare all'aspetto
filosofico è figlio di tutto quel pensiero che venne
fuori dai filosofi della scuola di Francoforte, a
mio avviso la più grande scuola filosofica del
novecento. E ci sono tutte le tematiche. Non a caso
il libro è dedicato ad Adorno, la punta di diamante
della suddetta scuola.
Come mai questo curioso titolo?
Mah! a dire il vero io rimango sempre
suggestionato dalle parole. E quando scrivo, così
come in prosa così come in poesia, cerco di
selezionare le parole per il loro colore, per la
loro etimologia e quindi per l'effetto che hanno non
solo nel suono ma soprattutto sul piano metaforico,
traslato, figurato. In questo caso il titolo prende
in riferimento alcune scene del libro (che
ovviamente non posso svelare in questa occasione).
Tuttavia, sin da subito mi venne naturale
intitolarlo così; tenendo a cuore l'enigma che il
titolo porta con sé, questo non detto che lascia
immaginare il lettore proprio a partire da una
suggestioni di suoni e di parole.
Di cosa parla?
Parla della tragedia di un industriale che ha
passato una intera vita a detestare il prossimo e a
fare dell'altro un oggetto di mercificazione sia
intellettuale sia fisico. E' una storia incentrata
sul potere e sul sesso, sulla violenza della
pubblicità e sui mezzi di informazione che oggi -
essendo questi prodotti di intelligenza razionale e
commerciali per eccellenza- pare abbiano una sorta
di monopolio assoluto, per non dire la capacità
fredda e determinata di gettare le basi di modo che
tutta la realtà ruoti attorno a loro. I mezzi di
comunicazione oramai ci inseguono ovunque, persino
nelle nostre camere da letto, nel nostro privato.
Dettano le condizioni della nostra vita, dei nostri
rapporti con gli altri, in famiglia, nelle scuole,
insomma ovunque. E sopratutto tridimensionano quell'aspetto
umano sulle proiezioni simboliche attraverso le
quali noi leggiamo il mondo, la vita che ci
circonda, aumentando di gran lunga l'equivoco, la
messa in scena di una finzione sociale; dando adito
a violenza e inquietudine.
A che genere appartiene?
Questa è una bella domanda! Nel senso che è un
ibrido in quanto è stato pensato e scritto su stili
diversi: da quello psicologico (il principale) si
passa ad un ordine di tipo cinematografico, quindi
visivo (nel senso che il romanzo spesso è sotto una
forma di sceneggiatura), per approdare ad intenti
stilistici sia parodici sia giornalistici.
Quale la tematica centrale?
La tematica centrale penso sia la disillusione,
la presa di coscienza del fallimento umano che
l'uomo è costretto oramai a vivere nel proprio tempo
non sapendo più interrogarsi su se stesso e sulla
storia. E' incentrato sulla perdita di valori, sulla
non storia, sulla solitudine della condizione
contemporanea.
Da chi è edito?
E' pubblicato da Biondi Editore, una piccola
etichetta dipendente del Salento, che cerca nel suo
intento di allontanarsi dalle logiche commerciali e
di dare spazio all'idee e agli scrittori.
Come reperirlo?
E' diponibile on-line tramite il mio libro.it,
il service del gruppo Espresso, oppure tramite me o
tramite l'editore.
Ora che il romanzo è uscito, stai lavorando ad
altri progetti?
Certo, sto pensando al prossimo romanzo
incentrato su di una serie di storie e di intrecci
sulla solitudine umana.
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