|
|
Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Recensioni
In questo numero:
- "Sempre ad est" di Massimo Acciai,
recensione di Lorenzo Spurio
- "La metafora del giardino in letteratura" di
Lorenzo Spurio e Massimo Acciai, recensione di
Sandra Carresi
- "Diario di un Atto d'Amore" di Danilo
Bughetti
-
"Linea 429 " di Salvatore Scalisi
- "La Vita in sintesi. Aforismi" di Fiorella
Carcereri
- "Un bacio da... 10 anni" di Raffaele
Leggerini, Recensione di Sara Rota
- "Niente e' come sembra" di Tommaso Carbone
- "Le verità donate" di Annalisa Margarino
- "Labyrinthi" di autori vari
- "Attimi. Il Puzzle della vita" di Antonella
Ronzulli, recensione a cura di Lorenzo Spurio
- "Ritorno ad Ancona e altre storie" di
Lorenzo Spurio e Sandra Carresi, Recensione di
Enrica Meloni
- I Concorso Letterario Internazionale
Bilingue "Camminanti, gitani e nomadi: la
cultura itinerante"
- "Atto d'amore" di Dario Schiavoni
- "Favole crudeli" di Cristina Canovi,
recensione di Lorenzo Spurio
- "Mostri. Poveri diavoli, chimere e altre
storie" di Ivan Pozzoni, recensione di Lorenzo
Spurio
- "Sangue, sapone e camicie di forza" di
Cristina Canovi, recensione di Lorenzo Spurio
- "Le rose di Atacama", Luis Sepùlveda,
recensione di Emanuela Ferrari
- "Io e i tuoi valori" di Maria Marano
- "Borgo Propizio" di Loredana Limone, nota di
Massimo Acciai
- "Labyrinthi" a cura di Ivan Pozzoni
- "Versi introversi" di Ivan Pozzoni
- "Pensieri Minimi e massime" di Marcuccio
Emanuele
-
"The rave" di Mattia Zadra
Articoli
Interviste
|
|
Ho solo ventidue anni ma me ne
sento centosette e temo che la mia vita si sia
arenata in un vicolo cieco. Conosco tutte le teorie
che stanno dietro l'amore, le ho anche sperimentate.
Ma ciò che non riesco proprio ad accettare è il
fatto di perdere l'amore. C'è una domanda che
assilla la mia mente e cioè: "Se l'amore è eterno,
perché sono qui tutta sola?". Ho frequentato lo
stesso ragazzo per tutta la durata delle scuole
superiori.
Ci eravamo incontrati al primo anno, io avevo
quindici anni, lui sedici. Per il nostro primo
appuntamento avevamo scelto Halloween che, tra
l'altro, è la mia festa preferita. Ricordo il nostro
primo bacio sotto la pioggia…. Mi sembrava di aver
trovato l'amico con la A maiuscola, quello con cui
ridere e piangere, quello con cui condividere tutti
i miei guai e pensavo fosse lo stesso per lui. E ben
presto mi accorsi di amarlo con una fierezza che non
avrei mai considerato possibile.
Quando lui iniziò a frequentare l'università,
percorremmo per un anno grandi distanze per poter
stare insieme. Ma….. le cose cambiarono. Lo sentivo
distante, diverso. Mi lasciò due volte con la scusa
che voleva essere certo che io ero ciò che veramente
desiderava. Disse che non voleva chiedersi per tutta
la vita se aveva fatto la scelta giusta. Sapendo ciò
che io desideravo, lo aspettai. Tutti dicevano che
sarebbe tornato e infatti tornò da me e fu molto
dolce. Tuttavia, dopo un ennesimo litigio, mi
accorsi che, in qualche modo, si era fatto più
sarcastico verso di me. Il giorno del nostro
anniversario, lo stavo aiutando a preparare i fuochi
d'artificio. Verso la fine dello spettacolo,
improvvisamente mi si avvicinò, si inginocchiò e mi
porse l'anello di sua madre. Piansi. Era quello che
avevo sempre sognato. Come potevo essere stata così
fortunata?
I suoi genitori erano molto più benestanti dei miei
e suo padre non mi aveva mai accettata perché non mi
riteneva all'altezza del figlio. Disse al mio
fidanzato che non poteva sposarmi prima di aver
ultimato l'università perché loro pagavano tutte le
spese. Dalla sua famiglia ero considerata un peso
anche se non avevo mai chiesto loro di prendersi
cura di me, in nessun senso.
Ero più che capace di badare a me stessa e lo avevo
sempre dimostrato. Decisi che avrei dovuto
combattere per lui e, di nuovo, aspettai.
Il tempo passò ma lui non sembrava affatto ansioso
di annunciare a qualcuno il nostro fidanzamento.
Cominciammo a discutere sempre più spesso e poi
iniziò a respingermi con sempre maggiore veemenza.
Non capivo. Perché si era dichiarato allora? Mi
ritrovai pazza d'amore per lui ed odiavo il modo in
cui mi trattava. Allora feci una cosa che non avevo
mai fatto prima - gli mentii. Avevo un piano:
trovare un lavoro per poter pagare tutti i miei
studi e poi fargli una sorpresa. Pensava fossi a
lezione quando, in realtà, stavo lavorando. Ma
qualcuno scoprì la mia bugia e, dopo la peggiore
lite mai avuta con lui, mi chiese di restituirgli
l'anello.
Da quel momento in poi, persi ogni certezza. Non
sostengo affatto di aver avuto ragione mentendogli.
Al contrario, so che ero nel torto, anche se lo
avevo fatto con le migliori intenzioni. Ciò che non
comprendo è la sua rabbia furibonda. Si rifiutò di
ascoltare quello che avevo da dire, negò di avermi
respinta per mesi ed anche che suo padre non mi
vedeva di buon occhio. Come sempre, era
completamente colpa mia, aveva perso ogni fiducia in
me e non voleva più vedermi. Gli restituiti l'anello
e lo lascia andare. E, nonostante la gente continui
a ripetermi che mi amava davvero, che ce l'avremmo
fatta, che sarebbe rimasto e non mi avrebbe di nuovo
spezzato il cuore, non posso fare a meno di
chiedermi…. Chi ha ragione?
Se la cosa migliore per me è voltare pagina, perché
ho la sensazione che il mio cuore abbia cessato di
pulsare? Ho oltrepassato la soglia del dolore. Mi
sento vecchia. Al posto del dolore, ho un vuoto
totale dentro, mi sento uno zombie, ed il mio zombie
non è più interessato a niente. Perché, se ho
ragione, ha ancora le chiavi del mio cuore? Non
riesco più a trovare la mia strada e non so se devo
resistere o lasciarlo andare per sempre. Non mi
accorgo più degli altri ragazzi. Ed avendo sempre
gli stessi amici, è difficile anche per loro. Mi
sento malissimo sapendo che loro sono stati
coinvolti in tutto questo.
Se Dio aveva deciso per me che era giusto perderlo,
perché non riesco a trovare la forza dentro per
andare avanti? Innanzi a me vedo solo buio, come se
la mia vita fosse già al suo termine ed io mi
voltassi indietro per dare un ultimo sguardo alla
felicità prima che la morte mi porti via con sè. Mi
sono rimasti solo ricordi e mi sembra di vederlo in
piedi ad aspettarmi, per abbracciarmi, oltre la
porta del paradiso. Ma un'altra parte di me, e non
riesco a dire quale prevalga, mi dice che devo
mettermi alla prova perché merito di essere
nuovamente felice. Una parte di me vuole lasciarlo
andare per il suo sarcasmo, il suo distacco ed i
suoi difetti e mi suggerisce di mettere insieme
tutte le cose che non mi piacciono di lui per
cercare qualcuno che non le abbia. Ma, guardandomi
intorno, non faccio altro che pensare che l'amore
vero è crescere insieme, fino alla morte. Ma questo
amore esiste? La parte più forte di me dice di sì.
Voglio credere nelle favole, voglio sapere che cosa
succede dopo. So che l'amore non è perfetto, so che
l'amore è difficile e che richiede impegno,
compromesso ed indulgenza. E, consapevole che una
parte di lui mi amava, mi chiedo perché non è stato
in grado di darmi tutto questo.
Nei miei primi ventidue anni ho conosciuto la
cattiveria del mondo e so come riprendermi dalle
situazioni più difficili. Tuttavia, non riesco a
scuotermi di dosso questo buio che mi ha avvolto.
C'è o non c'è felicità ad uno dei due estremi? Da
che parte devo andare?
Coraggio significa molte cose. Talvolta il coraggio
è la volontà di combattere e di superare gli
ostacoli. Talvolta è l'istinto di scappare via. E,
forse, quando il passato oscura il presente come
l'ombra di un fantasma, il coraggio è la forza di
dimenticare. Ho spesso sentito dire che le prove che
ti trovi ad affrontare nella vita danno forma alla
persona che sarai. Che le cose che attraversi nella
vita alla fine decidono il tuo futuro.
Ma, in fondo, coraggio è un termine così relativo.
Sta a significare che sei nel giusto, anche se ti
ritrovi da solo? Oppure sarebbe meglio allontanarsi
da una situazione negativa, senza pensare a quanto
possa far male?
Posso solo dire quello che il coraggio non è.
Il coraggio non è cadere nella stessa, stupida
situazione per più di una volta solo perché si ha
troppa paura di andare incontro a qualcosa di nuovo.
Il coraggio non è imboccare sempre la strada meno
trafficata e scegliere il percorso più sicuro.
Il coraggio è saper distinguere il bene da male,
sapere chi sei e dove stai andando e non permettere
a niente di intralciarti il cammino.
Il coraggio è scegliere di non diventare un
alcolista perché lo erano i tuoi genitori e non puoi
fare a meno di diventarlo, o lasciarsi andare in una
relazione sbagliata dopo l'altra perché si deve
sperimentare e prima o poi funzionerà.
Alcune persone non riescono a cambiare ed è molto
probabile che, chi ha sbagliato la prima volta,
sbagli anche la seconda. Non c'è un "male minore".
Esistono solo luce e buio.
Coraggio….sarebbe coraggioso allontanarsi da
qualcuno che amavi ma che in qualche modo influiva
negativamente sulla tua vita, o sarebbe più
coraggioso restare? Coraggio significa salvare se
stessi o gli altri? E, potendo scegliere,
stringeresti i denti per aiutare chi è in difficoltà
o saresti capace di voltare le spalle e dormire la
notte? Non capisco perché sia tanto difficile
staccarsi da una situazione e da una persona che non
solo ti hanno ferito moltissime volte ma che
sembrano anche incapaci di apprendere dai loro
errori! Perché è così semplice dimenticare il male
subito, mentre l'immagine di ciò che potrebbe
accadere se lasci è tanto reale nella tua mente da
impedirti quasi di respirare per la paura? Perché
l'hai già vissuta prima?
Ti è mai capitato di stare sveglia la notte a
chiederti come sei arrivato al punto in cui sei,
come sei diventato la persona che ora la gente vede
e chi è la persona che gli altri non vedono? E, allo
stesso tempo, di chiederti quali situazione della
tua vita ti rendono così stramaledettamente felice,
come conoscere un amore puro e sperare con cervello,
anima e corpo che tale amore sia ricambiato? Un
amore che duri in eterno, come dicono? E hai una
paura folle di perderlo. Ma se non fosse abbastanza
magico? E se dicessi a tutti che conoscevi già
quell'amore con lui prima di incontrare l'altra
persona? Penserebbero che sei pazza, giusto?
Ditemi che non si tratta di una forza superiore.
Ditemelo.
Perché, se tutto questo succede davvero, se Dio ha
creato il leone E la pecora, allora ha un senso che
il bene e il male coesistano. La domanda è: come
distinguerli?
Se il coraggio esiste, allora esiste anche la
codardia. Se l'amore esiste, allora esiste anche
l'odio. Bisogna solo decidere se crederci e, fatto
questo, se vuoi salvare te stessa o se preferisci
morire e rendere felici le persone che ami perché
questo ti renderà felice a tua volta. Non sono più
certa di ciò che sia giusto. Ho visto troppo e
troppo poco del mondo, allo stesso tempo, per
poterlo capire.
|
|
|